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Pietro Morando tra Pellizza Carrà e Severini. Viaggio nel tempo di un giramondo alessandrino
Il legame molto profondo tra il critico e l’artista si ripropone a pieno titolo in questa occasione espositiva. Pietro Morando è considerato il pittore alessandrino per eccellenza e per notorietà. La sua figura è stata ampiamente esplorata in precedenti esposizioni monografiche. La mostra attuale, invece, vuole proporre una lettura del suo lavoro in chiave nuova, mettendo in evidenza da un lato le radici culturali del suo procedere, dall’altro i legami di collaborazione e di vera amicizia che ebbe con alcuni importanti protagonisti della vita artistica del suo tempo, proiettando la sua figura in una dimensione più ampia di quella in cui la tradizione è solita collocarlo
Comunicato stampa
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Pietro Morando tra Pellizza, Carrà e Severini. Viaggio nel tempo di un giramondo
alessandrino è il titolo della mostra a cura di Maria Luisa Caffarelli e Rino Tacchella, progettata con
Line Lab di Giorgio Annone, ospitata a Palazzo del Monferrato e organizzata con il supporto e la
collaborazione della Camera di Commercio di Alessandria, della Fondazione Cassa di Risparmio di
Alessandria, della Provincia di Alessandria, del Comune di Alessandria e della Collezione
Davide Lajolo.
La mostra - sostenuta anche da importanti sponsor privati quali Confindustria Alessandria, Guala
Dispensing, Kimono Casa, Rolandi Auto, Centrale del Latte di Alessandria e Asti, “Il Piccolo”, Radio
Gold, Alessandria News - è ospitata al piano nobile dello stesso palazzo in cui è accolta da alcuni anni
in permanenza la collezione di Davide Lajolo. Il legame molto profondo tra il critico e l’artista si
ripropone a pieno titolo in questa occasione espositiva.
Pietro Morando è considerato il pittore alessandrino per eccellenza e per notorietà. La sua figura è stata
ampiamente esplorata in precedenti esposizioni monografiche. La mostra attuale, invece, vuole
proporre una lettura del suo lavoro in chiave nuova, mettendo in evidenza da un lato le radici culturali
del suo procedere, dall’altro i legami di collaborazione e di vera amicizia che ebbe con alcuni importanti
protagonisti della vita artistica del suo tempo, proiettando la sua figura in una dimensione più ampia di
quella in cui la tradizione è solita collocarlo.
L’esposizione si snoda attraverso un percorso in cui vengono evidenziati: il ruolo fondamentale di
Angelo Morbelli nella sua formazione milanese, l’attrazione esercitata dal divisionismo di Pellizza e il
fascino lontano di Segantini, l’amicizia e la reciproca considerazione con Leonardo Bistolfi, il sodalizio
in età matura con Carlo Carrà, il rapporto con Cino Bozzetti e, infine, il ruolo di Morando come
collaboratore responsabile nella realizzazione del mosaico di Gino Severini al palazzo delle Poste di
piazza della Libertà. Questi sono soltanto alcuni esempi di un “social network” che, per l’epoca in cui
visse, collocano Morando tra gli artisti più attivi e partecipi delle vicende espressive del suo tempo. Lo
dimostrano anche i rapporti epistolari, improntati a una reciproca stima, con altri artefici della pittura e
della scultura italiana del ‘900, tra i quali ricordiamo Adolfo Wildt, Francesco Messina, Arturo Martini,
Ottone Rosai. La passione e l’interesse per le esperienze delle avanguardie divisioniste lo ha indotto fin
da ragazzo a compiere a piedi, tra l’altro, una sorta di pellegrinaggio nell’Engadina di Giovanni
Segantini. Un vero e infaticabile giramondo, che successivamente usa la bicicletta come mezzo di
trasporto ecologico ante litteram con la quale compiere una sorta di grand tour in giro per l’Italia. Ha
occasione, durante quei viaggi, di conoscere Filippo Tommaso Marinetti e di aderire idealmente al
futurismo: in linea con le istanze “filobelliche” del movimento, parte volontario per la guerra 1915 –
1918: la realtà e gli orrori della guerra di trincea saranno descritti in presa diretta con una serie di
appunti visivi che costituiranno il corpus del volume I giganti, pubblicato nel 1926 con la prefazione di
Leonardo Bistolfi. Al termine della guerra completa la sua formazione non solo in Italia, ma anche in
altri paesi europei e in Sud America.
alessandrino è il titolo della mostra a cura di Maria Luisa Caffarelli e Rino Tacchella, progettata con
Line Lab di Giorgio Annone, ospitata a Palazzo del Monferrato e organizzata con il supporto e la
collaborazione della Camera di Commercio di Alessandria, della Fondazione Cassa di Risparmio di
Alessandria, della Provincia di Alessandria, del Comune di Alessandria e della Collezione
Davide Lajolo.
La mostra - sostenuta anche da importanti sponsor privati quali Confindustria Alessandria, Guala
Dispensing, Kimono Casa, Rolandi Auto, Centrale del Latte di Alessandria e Asti, “Il Piccolo”, Radio
Gold, Alessandria News - è ospitata al piano nobile dello stesso palazzo in cui è accolta da alcuni anni
in permanenza la collezione di Davide Lajolo. Il legame molto profondo tra il critico e l’artista si
ripropone a pieno titolo in questa occasione espositiva.
Pietro Morando è considerato il pittore alessandrino per eccellenza e per notorietà. La sua figura è stata
ampiamente esplorata in precedenti esposizioni monografiche. La mostra attuale, invece, vuole
proporre una lettura del suo lavoro in chiave nuova, mettendo in evidenza da un lato le radici culturali
del suo procedere, dall’altro i legami di collaborazione e di vera amicizia che ebbe con alcuni importanti
protagonisti della vita artistica del suo tempo, proiettando la sua figura in una dimensione più ampia di
quella in cui la tradizione è solita collocarlo.
L’esposizione si snoda attraverso un percorso in cui vengono evidenziati: il ruolo fondamentale di
Angelo Morbelli nella sua formazione milanese, l’attrazione esercitata dal divisionismo di Pellizza e il
fascino lontano di Segantini, l’amicizia e la reciproca considerazione con Leonardo Bistolfi, il sodalizio
in età matura con Carlo Carrà, il rapporto con Cino Bozzetti e, infine, il ruolo di Morando come
collaboratore responsabile nella realizzazione del mosaico di Gino Severini al palazzo delle Poste di
piazza della Libertà. Questi sono soltanto alcuni esempi di un “social network” che, per l’epoca in cui
visse, collocano Morando tra gli artisti più attivi e partecipi delle vicende espressive del suo tempo. Lo
dimostrano anche i rapporti epistolari, improntati a una reciproca stima, con altri artefici della pittura e
della scultura italiana del ‘900, tra i quali ricordiamo Adolfo Wildt, Francesco Messina, Arturo Martini,
Ottone Rosai. La passione e l’interesse per le esperienze delle avanguardie divisioniste lo ha indotto fin
da ragazzo a compiere a piedi, tra l’altro, una sorta di pellegrinaggio nell’Engadina di Giovanni
Segantini. Un vero e infaticabile giramondo, che successivamente usa la bicicletta come mezzo di
trasporto ecologico ante litteram con la quale compiere una sorta di grand tour in giro per l’Italia. Ha
occasione, durante quei viaggi, di conoscere Filippo Tommaso Marinetti e di aderire idealmente al
futurismo: in linea con le istanze “filobelliche” del movimento, parte volontario per la guerra 1915 –
1918: la realtà e gli orrori della guerra di trincea saranno descritti in presa diretta con una serie di
appunti visivi che costituiranno il corpus del volume I giganti, pubblicato nel 1926 con la prefazione di
Leonardo Bistolfi. Al termine della guerra completa la sua formazione non solo in Italia, ma anche in
altri paesi europei e in Sud America.
15
aprile 2014
Pietro Morando tra Pellizza Carrà e Severini. Viaggio nel tempo di un giramondo alessandrino
Dal 15 aprile al 30 maggio 2014
arte moderna
Location
PALAZZO MONFERRATO
Alessandria, Via San Lorenzo, 21, (Alessandria)
Alessandria, Via San Lorenzo, 21, (Alessandria)
Orario di apertura
Da martedì a venerdì 16,00 – 19.00
Sabato e domenica 10.00 – 13.00; 16.00 – 19.00
Lunedì chiuso
Vernissage
15 Aprile 2014, ore 18.00
Autore
Curatore