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Pietro Pasquali
In galleria saranno presentati gli ultimi lavori di grande e medio formato
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sarà inaugurata giovedì 30 novembre, alle ore 18,00, nelle sale di Via San Gregorio 25, la mostra personale del giovane artista Pietro Pasquali. In galleria saranno presentati gli ultimi lavori di grande e medio formato selezionati da Riccardo Zelatore e Rachele Ferrario, autrice dei testi in catalogo, che evidenziano il rapporto dell’artista bresciano con l'elemento pittorico.
In questa mostra la sua poetica creativa viene indagata attraverso i fremiti del colore, che l’artista usa, tra trasparenze e affioramenti, per coniugare valore fisico e valore simbolico, spazio visivo e riflessioni conoscitive, dinamiche percettive e percorsi interiori.
Scrive Rachele Ferrario “Pittura come esperienza esistenziale, la tela come metafora di vita, come il punto d’incontro tra ciò che appare nella realtà e ciò che invece appartiene ad ognuno. Pietro Pasquali ha scelto di seguire la tradizione del dipingere astratto. La tela è per lui lo schermo in cui ogni molecola di colore trova ogni volta una sua identità, data dai vari passaggi di tonalità diverse – il giallo, il rosso, il rosa - nel recto e nel verso della tela trattato specificatamente con oli. Così Pasquali raggiunge gli effetti luminosi e di trasparenza che troviamo nelle opere qui esposte. Per cogliere gli ultimi lavori di Pasquali – come ha notato anche Alberto Veca – è necessario dunque ridurre la distanza fisica tra il dipinto e lo sguardo di chi osserva, affinché l’occhio catturi i delicati scarti stilistici tra uno stato di pittura e l’altro, tra la parete e il dipinto, tra l’atmosfera dello studio dove la tela è stata concepita e quella della “quotidianità” in cui si colloca concretamente. Bisognerebbe poi spogliarsi di ogni pregiudizio sulla giovane pittura astratta (italiana), che è vitale e ricca di molti protagonisti, di cui Pasquali è un degno esempio. Alla scuola di Paolo Minoli, nelle aule dell’Accademia di Belle Arti di Brera, Pasquali insieme con la magia dei colori ha imparato l’importanza della relazione profonda tra i segni sulla tela e le note dello spartito musicale, ma soprattutto la libertà di scoprire una ricerca personale. Pasquali procede per ritmi lenti, stende pennellate che si fanno tutt’uno con il gesto e con il corpo per trasformare la superficie della tela in un luogo in cui lasciare il segno di un fatto accaduto, di un frammento di realtà, di un’emozione, elementi che si uniscono inevitabilmente alle varianti scaturite dal gioco della luce naturale, da dettagli apparentemente estranei alla pittura. Ma tra gli elementi necessari al dipingere Mark Rothko aveva inserito “qualche grammo di effimero e qualche grammo di casuale”. E proprio dall’effimero e dal casuale (che si nascondono talvolta nella disciplina e nella ricerca), dagli eventi accidentali, scaturisce lo stupore inatteso di una vibrazione di colore, che lascia intravvedere per scarti minimi, la “storia” e il farsi dell’opera. Così la pittura di Pasquali si fa silenzio, pausa di sospensione, avventura dentro un mondo dapprima sconosciuto, che poi si apre lentamente a chi osserva, portandolo al centro dell’opera”.
Un prezioso catalogo con le riproduzioni di tutte le opere in mostra documenta il progetto espositivo.
In questa mostra la sua poetica creativa viene indagata attraverso i fremiti del colore, che l’artista usa, tra trasparenze e affioramenti, per coniugare valore fisico e valore simbolico, spazio visivo e riflessioni conoscitive, dinamiche percettive e percorsi interiori.
Scrive Rachele Ferrario “Pittura come esperienza esistenziale, la tela come metafora di vita, come il punto d’incontro tra ciò che appare nella realtà e ciò che invece appartiene ad ognuno. Pietro Pasquali ha scelto di seguire la tradizione del dipingere astratto. La tela è per lui lo schermo in cui ogni molecola di colore trova ogni volta una sua identità, data dai vari passaggi di tonalità diverse – il giallo, il rosso, il rosa - nel recto e nel verso della tela trattato specificatamente con oli. Così Pasquali raggiunge gli effetti luminosi e di trasparenza che troviamo nelle opere qui esposte. Per cogliere gli ultimi lavori di Pasquali – come ha notato anche Alberto Veca – è necessario dunque ridurre la distanza fisica tra il dipinto e lo sguardo di chi osserva, affinché l’occhio catturi i delicati scarti stilistici tra uno stato di pittura e l’altro, tra la parete e il dipinto, tra l’atmosfera dello studio dove la tela è stata concepita e quella della “quotidianità” in cui si colloca concretamente. Bisognerebbe poi spogliarsi di ogni pregiudizio sulla giovane pittura astratta (italiana), che è vitale e ricca di molti protagonisti, di cui Pasquali è un degno esempio. Alla scuola di Paolo Minoli, nelle aule dell’Accademia di Belle Arti di Brera, Pasquali insieme con la magia dei colori ha imparato l’importanza della relazione profonda tra i segni sulla tela e le note dello spartito musicale, ma soprattutto la libertà di scoprire una ricerca personale. Pasquali procede per ritmi lenti, stende pennellate che si fanno tutt’uno con il gesto e con il corpo per trasformare la superficie della tela in un luogo in cui lasciare il segno di un fatto accaduto, di un frammento di realtà, di un’emozione, elementi che si uniscono inevitabilmente alle varianti scaturite dal gioco della luce naturale, da dettagli apparentemente estranei alla pittura. Ma tra gli elementi necessari al dipingere Mark Rothko aveva inserito “qualche grammo di effimero e qualche grammo di casuale”. E proprio dall’effimero e dal casuale (che si nascondono talvolta nella disciplina e nella ricerca), dagli eventi accidentali, scaturisce lo stupore inatteso di una vibrazione di colore, che lascia intravvedere per scarti minimi, la “storia” e il farsi dell’opera. Così la pittura di Pasquali si fa silenzio, pausa di sospensione, avventura dentro un mondo dapprima sconosciuto, che poi si apre lentamente a chi osserva, portandolo al centro dell’opera”.
Un prezioso catalogo con le riproduzioni di tutte le opere in mostra documenta il progetto espositivo.
30
novembre 2006
Pietro Pasquali
Dal 30 novembre 2006 al 12 gennaio 2007
giovane arte
Location
GALLERIA CAVENAGHI ARTE
Milano, Via San Gregorio, 25, (Milano)
Milano, Via San Gregorio, 25, (Milano)
Orario di apertura
tutti i giorni, 10:00-12:30; 16:00-19:30
Vernissage
30 Novembre 2006, ore 18
Autore
Curatore