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Pietro Ricchi – A Rovigo
Nel contesto della mostra Bortoloni Piazzetta Tiepolo: il ‘700 Veneto, la Soprintendenza per i beni storici, artistici ed etnoantropologici per le province di Verona, Rovigo, Vicenza, interverrà parallelamente con l’esposizione e la presentazione del restauro di due dipinti di Pietro Ricchi raffiguranti rispettivamente La cena in Emmaus e Il Signore libera le anime del Limbo provenienti dalla chiesa parrocchiale di Baricetta.
Comunicato stampa
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Nel contesto della mostra Bortoloni Piazzetta Tiepolo:.il '700 Veneto, che sarà allestita nella prestigiosa sede di Palazzo Roverella di Rovigo, la Soprintendenza per i beni storici, artistici ed etnoantropologici per le province di Verona, Rovigo, Vicenza, interverrà parallelamente con l'esposizione e la presentazione del restauro di due dipinti di Pietro Ricchi raffiguranti rispettivamente La cena in Emmaus e Il Signore libera le anime del Limbo provenienti dalla chiesa parrocchiale di Baricetta .
I due teleri di Pietro Ricchi risultano, dalle antiche guide sette e ottocentesche di Padova, posti sulle pareti del presbiterio della chiesa di San Giovanni di Verdara presso il Monastero dei Canonici Regolari Lateranensi, uno dei complessi più ricchi di storia di Padova. Il monastero venne soppresso con decreto della Serenissima nel 1783 e le prestigiose collezioni finirono nelle raccolte civiche di Padova. Analoga sorte subì la chiesa soppressa nel 1866 con il Regno d'Italia ed i suoi
dipinti andarono anch'essi ad incrementare il patrimonio artistico del Museo Civico di Padova
inaugurato nel 1857.
E' certo che nel 1817 i due dipinti del Ricchi erano ancora nella chiesa di San Giovanni di Verdara poi, a causa del loro stato di degrado, vennero esclusi dal patrimonio da preservare e posti in vendita all'asta con altri beni della chiesa. Da quel momento furono ritenuti perduti per poi riemergere nella parrocchiale di Baricetta, frazione nelle immediate vicinanze di Adria, inaugurata nel 1868 e intitolata a San Giuseppe.
Il loro ritrovamento ha consentito di allargare le poche conoscenze possedute sulla produzione artistica dell'autore toscano attivo in Veneto, figura singolare nel panorama della pittura del Seicento che, in occasione della mostra di Riva del Garda del 1997, è stato oggetto di un'importante rivalutazione, di riflessione critica e di conoscenza delle sue opere che restarono misconosciute per lungo tempo.
La Soprintendenza, nell'ambito della propria vocazione istituzionale di valorizzare la storia, l'arte e la cultura del territorio, ha curato il restauro dei dipinti, nell'intento di garantirne la conservazione, ritenendoli pregevole testimonianza artistica sia per la qualità, sia perché il loro ritrovamento ha consentito la ricomposizione del nucleo originario delle opere commissionate al pittore dai Canonici Regolari Lateranensi di Padova, assieme al dipinto raffigurante la Resurrezione, oggi al Museo Civico di Padova, occasione che consentirà il confronto ravvicinato con l'esemplare conservato presso la chiesa della Vergine del Soccorso, la cosiddetta “Rotonda” di Rovigo, assieme agli altri capolavori del Seicento. La “Rotonda” mette in luce la specificità e la singolarità della Rovigo veneziana del Seicento con uno straordinario ciclo di dipinti, realizzati nel XVII° secolo, così da formare un insieme unitario dove l'architettura, la pittura, la scultura si integrano creando un effetto scenico di rara bellezza. In questo contesto si inserisce la figura di Pietro Ricchi con la Glorificazione del Podestà Bartolomeo Querici (1657). L'estroso ed errabondo artista lucchese beneficia di una formazione completa ed aggiornata su quanto di meglio poteva offrire il panorama pittorico italiano di quel secolo e spazia su vari temi, che sceglie o che gli vengono commissionati: dall'ambito della storia sacra a quella classica, dalla mitologia alla letteratura, alle raffigurazioni allegoriche.
La mostra dei tre teleri di Pietro Ricchi non vuole dare una visione esaustiva della trama artistica di quel periodo, ma potrà permettere di comprendere l'eccezionale qualità artistica del pittore e suscitare la curiosità, l'invito a trasferirsi nel Tempio della Beata Vergine Maria, imponente impresa decorativa realizzata per la città di Rovigo.
I due teleri di Pietro Ricchi risultano, dalle antiche guide sette e ottocentesche di Padova, posti sulle pareti del presbiterio della chiesa di San Giovanni di Verdara presso il Monastero dei Canonici Regolari Lateranensi, uno dei complessi più ricchi di storia di Padova. Il monastero venne soppresso con decreto della Serenissima nel 1783 e le prestigiose collezioni finirono nelle raccolte civiche di Padova. Analoga sorte subì la chiesa soppressa nel 1866 con il Regno d'Italia ed i suoi
dipinti andarono anch'essi ad incrementare il patrimonio artistico del Museo Civico di Padova
inaugurato nel 1857.
E' certo che nel 1817 i due dipinti del Ricchi erano ancora nella chiesa di San Giovanni di Verdara poi, a causa del loro stato di degrado, vennero esclusi dal patrimonio da preservare e posti in vendita all'asta con altri beni della chiesa. Da quel momento furono ritenuti perduti per poi riemergere nella parrocchiale di Baricetta, frazione nelle immediate vicinanze di Adria, inaugurata nel 1868 e intitolata a San Giuseppe.
Il loro ritrovamento ha consentito di allargare le poche conoscenze possedute sulla produzione artistica dell'autore toscano attivo in Veneto, figura singolare nel panorama della pittura del Seicento che, in occasione della mostra di Riva del Garda del 1997, è stato oggetto di un'importante rivalutazione, di riflessione critica e di conoscenza delle sue opere che restarono misconosciute per lungo tempo.
La Soprintendenza, nell'ambito della propria vocazione istituzionale di valorizzare la storia, l'arte e la cultura del territorio, ha curato il restauro dei dipinti, nell'intento di garantirne la conservazione, ritenendoli pregevole testimonianza artistica sia per la qualità, sia perché il loro ritrovamento ha consentito la ricomposizione del nucleo originario delle opere commissionate al pittore dai Canonici Regolari Lateranensi di Padova, assieme al dipinto raffigurante la Resurrezione, oggi al Museo Civico di Padova, occasione che consentirà il confronto ravvicinato con l'esemplare conservato presso la chiesa della Vergine del Soccorso, la cosiddetta “Rotonda” di Rovigo, assieme agli altri capolavori del Seicento. La “Rotonda” mette in luce la specificità e la singolarità della Rovigo veneziana del Seicento con uno straordinario ciclo di dipinti, realizzati nel XVII° secolo, così da formare un insieme unitario dove l'architettura, la pittura, la scultura si integrano creando un effetto scenico di rara bellezza. In questo contesto si inserisce la figura di Pietro Ricchi con la Glorificazione del Podestà Bartolomeo Querici (1657). L'estroso ed errabondo artista lucchese beneficia di una formazione completa ed aggiornata su quanto di meglio poteva offrire il panorama pittorico italiano di quel secolo e spazia su vari temi, che sceglie o che gli vengono commissionati: dall'ambito della storia sacra a quella classica, dalla mitologia alla letteratura, alle raffigurazioni allegoriche.
La mostra dei tre teleri di Pietro Ricchi non vuole dare una visione esaustiva della trama artistica di quel periodo, ma potrà permettere di comprendere l'eccezionale qualità artistica del pittore e suscitare la curiosità, l'invito a trasferirsi nel Tempio della Beata Vergine Maria, imponente impresa decorativa realizzata per la città di Rovigo.
30
gennaio 2010
Pietro Ricchi – A Rovigo
Dal 30 gennaio al 27 giugno 2010
arte antica
Location
PINACOTECA DELL’ACCADEMIA DEI CONCORDI – PALAZZO ROVERELLA
Rovigo, Via Giuseppe Laurenti, 8/10, (Rovigo)
Rovigo, Via Giuseppe Laurenti, 8/10, (Rovigo)
Orario di apertura
Aperto dal martedì alla domenica, chiuso i lunedì non festivi. Orario: mattino 9,00-13,00; pomeriggio 15,30-19,00.
Vernissage
30 Gennaio 2010, ore 10-15 per la stampa
Editore
SILVANA EDITORIALE
Autore
Curatore