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Pietro Spica – Spicanapoli
Il suo viaggiare intensamente ha avuto una grande importanza nei suoi dipinti siano essi tele o acquarelli
Comunicato stampa
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Nato in provincia di Venezia nel ’53, nel suo lavoro si riconoscono senz’altro le influenze dell’arte europea moderna, espressa nel lavoro di Klee, Mirò e Fernad Leger, ma certamente la sua “magica” arte si può far risalire molto indietro nella storia.
Il suo viaggiare intensamente ha avuto una grande importanza nei suoi dipinti siano essi tele o acquarelli. Le sue opere, filtrate dalla memoria, hanno rappresentato sia la flora e la fauna dei posti esotici da lui visitati, sia gli stili e le rappresentazioni simboliche dei prodotti artistici locali. Il suo girare lo ha portato un po’ ovunque in Asia, Europa e Nord America, ma è l’incontro con l’arte precolombiana, Atzeca in Messico, Maya in Guatemale e Inca in Perù, che ha dato i maggiori frutti per la sua opera.
Nipote di Gianni Dova, che con Lucio Fontana e Roberto Crippa formava il Movimenti Spazialista Italiano, Spica si ritrova artista neglia anni 70 all’Università di Milano dove studia Arte Contemporanea, ma anche Storia Politica e assorbe tutte le istanze della gioventù dell’epoca sia in campo artistico che politico.
Il suo primo lavoro lo porta a collaborare con Bruno Munari, grande artista e pedagogo, per l’illustrazione di un libro per bambini “Coloriamo le nuvole”. La sua arte si può dire e “misura di bambino” tanto è amata e compresa dai giovanissimi. Altri libri da lui illustrati sono “Fiabe Italiane” di Italo Calvino e “Mattia e il nonno” di Roberto Piumini. Ha insegnato la tecnica dell’acquarello a centinaia di bambini in Europa e negli Stati Uniti dove ha partecipato al programma delle Scuole Artistiche del Massachusetts, producendo Murales e altri grandi lavori con i ragazzi. Le sue illustrazioni sono state incluse nell’annuale mostra di illustratori presso la Galleria R.Michelson di Nothampton e alla Heart Gallery di Newburyport entrambe in Massachussetts.
Nella prima parte della sua carriera artistica ha esposto in molte gallerie italiane mentre negli ultimi anni la maggior parte delle mostre sono negli Stati Unititi dove per lungo tempo ha vissuto. Ritornato da un paio di anni a Milano ha ripreso con successo a confrontarsi con questa realtà artistica.
Dice di se:
“La mia arte non è la fedele riproduzione di oggetti, pur tuttavia le mie forme vengono da una “specie” di posto reale. Le persone che guardano un mio dipinto esercitano il loro diritto a essere liberi nel loro pensiero, facendo una esperienza quotidiana e personale sia di espressione che di interpretazione. Questa è secondo me una delle più importanti funzioni dell’arte nella sfera sociale.
Nell’incertezza della vita, l’arte può creare una immagine eccessivamente iperrealista, introducendoci a mondi già conosciuti e di cui abbiamo il controllo, oppure e nel contempo, può portarci verso avventurose cavalcate di gioia e abbandono.”
Il suo viaggiare intensamente ha avuto una grande importanza nei suoi dipinti siano essi tele o acquarelli. Le sue opere, filtrate dalla memoria, hanno rappresentato sia la flora e la fauna dei posti esotici da lui visitati, sia gli stili e le rappresentazioni simboliche dei prodotti artistici locali. Il suo girare lo ha portato un po’ ovunque in Asia, Europa e Nord America, ma è l’incontro con l’arte precolombiana, Atzeca in Messico, Maya in Guatemale e Inca in Perù, che ha dato i maggiori frutti per la sua opera.
Nipote di Gianni Dova, che con Lucio Fontana e Roberto Crippa formava il Movimenti Spazialista Italiano, Spica si ritrova artista neglia anni 70 all’Università di Milano dove studia Arte Contemporanea, ma anche Storia Politica e assorbe tutte le istanze della gioventù dell’epoca sia in campo artistico che politico.
Il suo primo lavoro lo porta a collaborare con Bruno Munari, grande artista e pedagogo, per l’illustrazione di un libro per bambini “Coloriamo le nuvole”. La sua arte si può dire e “misura di bambino” tanto è amata e compresa dai giovanissimi. Altri libri da lui illustrati sono “Fiabe Italiane” di Italo Calvino e “Mattia e il nonno” di Roberto Piumini. Ha insegnato la tecnica dell’acquarello a centinaia di bambini in Europa e negli Stati Uniti dove ha partecipato al programma delle Scuole Artistiche del Massachusetts, producendo Murales e altri grandi lavori con i ragazzi. Le sue illustrazioni sono state incluse nell’annuale mostra di illustratori presso la Galleria R.Michelson di Nothampton e alla Heart Gallery di Newburyport entrambe in Massachussetts.
Nella prima parte della sua carriera artistica ha esposto in molte gallerie italiane mentre negli ultimi anni la maggior parte delle mostre sono negli Stati Unititi dove per lungo tempo ha vissuto. Ritornato da un paio di anni a Milano ha ripreso con successo a confrontarsi con questa realtà artistica.
Dice di se:
“La mia arte non è la fedele riproduzione di oggetti, pur tuttavia le mie forme vengono da una “specie” di posto reale. Le persone che guardano un mio dipinto esercitano il loro diritto a essere liberi nel loro pensiero, facendo una esperienza quotidiana e personale sia di espressione che di interpretazione. Questa è secondo me una delle più importanti funzioni dell’arte nella sfera sociale.
Nell’incertezza della vita, l’arte può creare una immagine eccessivamente iperrealista, introducendoci a mondi già conosciuti e di cui abbiamo il controllo, oppure e nel contempo, può portarci verso avventurose cavalcate di gioia e abbandono.”
23
febbraio 2007
Pietro Spica – Spicanapoli
Dal 23 febbraio al 10 marzo 2007
arte contemporanea
Location
ART SHOP ARETHUSA
Napoli, Via Giovanni Bausan, 28o, (Napoli)
Napoli, Via Giovanni Bausan, 28o, (Napoli)
Orario di apertura
dal lunedì al sabato dalle 10 alle 13,30 e dalle 16,30 alle 20,00
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