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Pino Bertelli – Donne del Mondo
Protagoniste dei percorsi umani autentici riscoperti nel sistema-mondo, del qui e ora di un attimo che ha radici semplici e terrene, ma in un incontro espressivo di drammaticità ed ottimismo dal potente eco caravaggesco.
Le “Donne del Mondo”, i ritratti reportage d’autore di Pino Bertelli, catturano la percezione con forza compositiva, ritmi e colori seducenti, in un breve significativo spaccato, in mostra a Cecina (LI), presso Automatica Srl, in Via Aurelia Sud, dal 19 al 26 gennaio 2013.
Comunicato stampa
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Protagoniste dei percorsi umani autentici riscoperti nel sistema-mondo, del qui e ora di un attimo che ha radici semplici e terrene, ma in un incontro espressivo di drammaticità ed ottimismo dal potente eco caravaggesco.
Le “Donne del Mondo”, i ritratti reportage d’autore di Pino Bertelli, catturano la percezione con forza compositiva, ritmi e colori seducenti, in un breve significativo spaccato, in mostra a Cecina (LI), presso Automatica Srl, in Via Aurelia Sud, dal 19 al 26 gennaio 2013.
Dall’Africa alla Spagna, da New York all’Oriente, il fotografo piombinese, figlio della città dalle grandi contraddizioni, tra scenari naturali dirompenti e l’altrettanto fascino, di segno opposto, della grande fabbrica dell’acciaio, giornalista, fotografo di strada, film-maker e critico, dedica al versante femminile dell’Umanità, un racconto di immagini uniche, dai colori magnetici e vitali, come quegli sguardi inevitabili, vivaci ed eterni, contemporanei e narrativi.
Le immagini costruite nel momento stesso dello scatto, dettate dalla situazione ambientale e personale, da una regia misteriosa alleata alla libertà dell’azione, riconsegnano le sorelle inconsapevoli, i volti infiniti della bellezza, l’unicità e il coraggio restituito all’essere, nell’incontro armonico fra individualità e radici storiche.
La chance di un istante di libertà che riconduce il vissuto e il temporale, la peculiarità biografica, all’utopia della condivisione possibile, quando l’essenza stessa della condizione umana, raccontata nel dialogo fra corpo fisico e simboli d’identità, riconduce la danza dolce-amara delle diversità, nei frammenti scenici dell’universalità, custodita nell’eterno.
Pino Bertelli nasce in Toscana, nella città-fabbrica costiera di Piombino (LI).
“Dottore in niente, giornalista, fotografo di strada, film-maker, critico di cinema” come si legge nelle note biografiche, i suoi lavori sono ispirati ai temi “della diversità, della libertà, dell'emarginazione, dell'amore dell’uomo per l’uomo e per la difesa del Pianeta Azzurro come utopia possibile.”.
Autore cardine del neosituazionismo italiano, nel 1993, il regista tedesco Jürgen Czwienk, gli dedica il film-documentario “Fotografare con i piedi”, che ne ripercorre la vita politica e l'opera fotografica, mentre il regista Bruno Tramontano realizza il cortometraggio “Adoro solo l'oscurità e le ombre” tratto dal suo libro “Cinema della diversità 1895-1987: storie di svantaggio sul telo bianco. Mascheramento, mercificazione, autenticità” del 1988.
Il pittore Fiormario Cilvini illustra lo stesso testo in una cartella di diciotto disegni a colori e con una scultura.
L'“International Writers Association” degli Stati Uniti lo riconosce scrittore dell'anno 1995, per la “non-fiction”.
Nel 1997 i suoi ritratti pasoliniani di “fotografia di strada” sono esposti (unico fotografo) in una mostra con sedici maestri d'arte a Villa Pacchiani (Santa Croce sull'Arno), che aveva come contenuto il tema Le figure delle passioni.
Pier Paolo Pasolini, amico e maestro, gli ha regalato la prima macchina fotografica quando aveva quindici anni.
Pino Bertelli è direttore responsabile della rivista di critica radicale Tracce, de “Il libro volante”, direttore editoriale della casa editrice Traccedizioni e collabora con Le monde diplomatique, Fotographia, «Sicilia libertaria» e altre testate.
Nel 1999 gli è stato conferito il Premio “Castiglioncello” per la fotografia.
Nel 2004 riceve il Premio Internazionale Orvieto per il miglior libro di reportage: “Chernobyl. Ritratti dall’infanzia contaminata”.
I suoi fotoritratti di strada si trovano in gallerie internazionali, musei e collezioni private, mentre il suo archivio fotografico è depositato all’Università di Parma.
Un'antologia delle sue fotografie si trova inoltre presso la Galleria degli Uffizi a Firenze, e una sua opera contro tutte le guerre (“Nostra bambina delle guerre. Avete fatto un deserto di morti e l'avete chiamato pace!”) è stata esposta alla mostra d'arte Biennale di Venezia nel 2011.
Pino Bertelli è membro di Reporters sans frontières.
Insieme a Massimo Panicucci, è autore di “Ravachol: il cavallo zoppo della libertà” (edizioni Anarchismo, 1987), una storia a fumetti ambientata in Italia che racconta del cavallo di nome Ravachol, che rifiuta di farsi ammazzare nel macello e irrompe violentemente nella vita sociale di una sonnacchiosa periferia italiana degli anni '50.
La mostra promossa da Automatica Srl, inaugurata nella due giorni del 19 e 20 gennaio, con cena buffet, musica classica dal vivo e degustazione dei vini dell’azienda Di Vaira (Bolgheri), potrà essere visitata fino al 26 gennaio 2013, negli orari: dal lunedì al venerdì 9-12:30 e 15-19:30; il sabato dalle 9:30 alle 12:30, pomeriggio 16-19.
Info: 0586 635364 .
Le “Donne del Mondo”, i ritratti reportage d’autore di Pino Bertelli, catturano la percezione con forza compositiva, ritmi e colori seducenti, in un breve significativo spaccato, in mostra a Cecina (LI), presso Automatica Srl, in Via Aurelia Sud, dal 19 al 26 gennaio 2013.
Dall’Africa alla Spagna, da New York all’Oriente, il fotografo piombinese, figlio della città dalle grandi contraddizioni, tra scenari naturali dirompenti e l’altrettanto fascino, di segno opposto, della grande fabbrica dell’acciaio, giornalista, fotografo di strada, film-maker e critico, dedica al versante femminile dell’Umanità, un racconto di immagini uniche, dai colori magnetici e vitali, come quegli sguardi inevitabili, vivaci ed eterni, contemporanei e narrativi.
Le immagini costruite nel momento stesso dello scatto, dettate dalla situazione ambientale e personale, da una regia misteriosa alleata alla libertà dell’azione, riconsegnano le sorelle inconsapevoli, i volti infiniti della bellezza, l’unicità e il coraggio restituito all’essere, nell’incontro armonico fra individualità e radici storiche.
La chance di un istante di libertà che riconduce il vissuto e il temporale, la peculiarità biografica, all’utopia della condivisione possibile, quando l’essenza stessa della condizione umana, raccontata nel dialogo fra corpo fisico e simboli d’identità, riconduce la danza dolce-amara delle diversità, nei frammenti scenici dell’universalità, custodita nell’eterno.
Pino Bertelli nasce in Toscana, nella città-fabbrica costiera di Piombino (LI).
“Dottore in niente, giornalista, fotografo di strada, film-maker, critico di cinema” come si legge nelle note biografiche, i suoi lavori sono ispirati ai temi “della diversità, della libertà, dell'emarginazione, dell'amore dell’uomo per l’uomo e per la difesa del Pianeta Azzurro come utopia possibile.”.
Autore cardine del neosituazionismo italiano, nel 1993, il regista tedesco Jürgen Czwienk, gli dedica il film-documentario “Fotografare con i piedi”, che ne ripercorre la vita politica e l'opera fotografica, mentre il regista Bruno Tramontano realizza il cortometraggio “Adoro solo l'oscurità e le ombre” tratto dal suo libro “Cinema della diversità 1895-1987: storie di svantaggio sul telo bianco. Mascheramento, mercificazione, autenticità” del 1988.
Il pittore Fiormario Cilvini illustra lo stesso testo in una cartella di diciotto disegni a colori e con una scultura.
L'“International Writers Association” degli Stati Uniti lo riconosce scrittore dell'anno 1995, per la “non-fiction”.
Nel 1997 i suoi ritratti pasoliniani di “fotografia di strada” sono esposti (unico fotografo) in una mostra con sedici maestri d'arte a Villa Pacchiani (Santa Croce sull'Arno), che aveva come contenuto il tema Le figure delle passioni.
Pier Paolo Pasolini, amico e maestro, gli ha regalato la prima macchina fotografica quando aveva quindici anni.
Pino Bertelli è direttore responsabile della rivista di critica radicale Tracce, de “Il libro volante”, direttore editoriale della casa editrice Traccedizioni e collabora con Le monde diplomatique, Fotographia, «Sicilia libertaria» e altre testate.
Nel 1999 gli è stato conferito il Premio “Castiglioncello” per la fotografia.
Nel 2004 riceve il Premio Internazionale Orvieto per il miglior libro di reportage: “Chernobyl. Ritratti dall’infanzia contaminata”.
I suoi fotoritratti di strada si trovano in gallerie internazionali, musei e collezioni private, mentre il suo archivio fotografico è depositato all’Università di Parma.
Un'antologia delle sue fotografie si trova inoltre presso la Galleria degli Uffizi a Firenze, e una sua opera contro tutte le guerre (“Nostra bambina delle guerre. Avete fatto un deserto di morti e l'avete chiamato pace!”) è stata esposta alla mostra d'arte Biennale di Venezia nel 2011.
Pino Bertelli è membro di Reporters sans frontières.
Insieme a Massimo Panicucci, è autore di “Ravachol: il cavallo zoppo della libertà” (edizioni Anarchismo, 1987), una storia a fumetti ambientata in Italia che racconta del cavallo di nome Ravachol, che rifiuta di farsi ammazzare nel macello e irrompe violentemente nella vita sociale di una sonnacchiosa periferia italiana degli anni '50.
La mostra promossa da Automatica Srl, inaugurata nella due giorni del 19 e 20 gennaio, con cena buffet, musica classica dal vivo e degustazione dei vini dell’azienda Di Vaira (Bolgheri), potrà essere visitata fino al 26 gennaio 2013, negli orari: dal lunedì al venerdì 9-12:30 e 15-19:30; il sabato dalle 9:30 alle 12:30, pomeriggio 16-19.
Info: 0586 635364 .
19
gennaio 2013
Pino Bertelli – Donne del Mondo
Dal 19 al 26 gennaio 2013
fotografia
Location
AUTOMATICA
Cecina, Via Aurelia Sud, (Livorno)
Cecina, Via Aurelia Sud, (Livorno)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì 9-12:30 e 15-19:30; il sabato dalle 9:30 alle 12:30, pomeriggio 16-19.
Autore