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Pino Cioffi – Non solo cavalli
Il cavallo è l’icona portante di tutta la produzione di Cioffi: le figure umane si riducano anche nella produzione grafica a sommari schizzi, simili più ad ectoplasmi di scarsa presa narrativa
Comunicato stampa
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Curve d'amore
Il cavallo è l'icona portante di tutta la produzione di Giuseppe Cioffi, artista veneziano che nella sua lunga carriera costellata di riconoscimenti ed esperienze pregnanti si distinse per una feconda attività didattica nelle Accademie di Brera e di Venezia. E' stato scritto molto – e in maniera accuratissima - su tale emblema nelle sue epifanie ed espressioni (scultura, pittura, grafica), nonché sui risultati concettuali ed astratti. La critica si è soffermata con abbondanza di dettagli sul percorso stilistico e formale, con rapidi accenni a sostanziali riferimenti, che fanno di Cioffi un artista a tutto tondo nella sua bravura ma interessante nella sua umanità. Egli ha cercato un corrispettivo al senso più profondo dell'umana esistenza nel mondo animale e lo ha riconosciuto nel cavallo, essere in genere di primaria intelligenza e dotato di non comune memoria e fedeltà, nonché di dolcezza caratteriale. Un corrispettivo che man mano che la produzione avanzava e diventava sempre più articolata si è trasformato in un vero e proprio alter ego amplificato della poetica dell'artista: un protagonista apparentemente accompagnato da un cavaliere che mai riesce ad integrarsi con esso in un'interminabile dialettica, che lo definirà soltanto come una semplice comparsa nella cosmica logica dell'essere. Non è un caso che le figurine umane si riducano anche nella produzione grafica a sommari schizzi, simili più ad ectoplasmi di scarsa presa narrativa che a personaggi incisivi. Anche nella fantastica epica del Don Chisciotte (sia nella grafica che nella scultura) la rappresentazione plastica di una vanità universale prevale rispetto al contenuto narrativo. La comparsa/cavaliere, quando presente, sottolinea la monumentale costruzione dell'animale in pochi ma sensibili ed ispessiti tratti, esalta l'autonomia paradigmatica della Natura-incarnata-cavallo, che nel suo atteggiamento ricorda la possenza della Natura Matrigna – nell'accezione leopardiana – e l'intangibile 'assenza' degli dèi epicurei. Anche la figura del centauro ribadisce la prevalenza dell'istinto e dell'imperscrutabilità cosmica sulla regola civile e sociale. La fitta congerie di rappresentazioni diventa così un catalogo gustoso di sperimentazioni sul tema dell'esistenza, che Cioffi – che amava definirsi in intimità PINO firmandosi con l'alberino - interpretava talora con spirito ironico e vivace, tanto da sfiorare la filosofia grottesca della commedia di Eduardo, dove si può ridere e piangere. Egli realizzava questo con lo stesso spirito conoscitivo che lo porterà a valicare il limite del conoscibile e riconoscibile e a pervenire al puro concetto, espresso ancora da un processo dialettico (e ancora in sculture e opere grafiche) fatto di forme geometriche e solidi altrettanto puri (il quadrato, la sfera, la curva). Nel segno fluido e curvilineo si rispecchia l'armoniosa scultura dell'artista, che incontrando l'amore fa 'danzare' secondo classici stilemi e studiati punti di vista una coppia di cavalli, ritratti nel culmine di movimenti rituali e di appassionati 'sguardi di appartenenza'. Con la solo apparente leggerezza di quest'ultimo tema sembra sciogliersi e librarsi nell'Olimpo dell'arte la successiva produzione scultorea di Cioffi, che troverà nella pura forma e nella dimensione moltiplicata l'espressione di ogni suo anelito all'Assoluto.
Novembre 2007, Roberto Russo
Il cavallo è l'icona portante di tutta la produzione di Giuseppe Cioffi, artista veneziano che nella sua lunga carriera costellata di riconoscimenti ed esperienze pregnanti si distinse per una feconda attività didattica nelle Accademie di Brera e di Venezia. E' stato scritto molto – e in maniera accuratissima - su tale emblema nelle sue epifanie ed espressioni (scultura, pittura, grafica), nonché sui risultati concettuali ed astratti. La critica si è soffermata con abbondanza di dettagli sul percorso stilistico e formale, con rapidi accenni a sostanziali riferimenti, che fanno di Cioffi un artista a tutto tondo nella sua bravura ma interessante nella sua umanità. Egli ha cercato un corrispettivo al senso più profondo dell'umana esistenza nel mondo animale e lo ha riconosciuto nel cavallo, essere in genere di primaria intelligenza e dotato di non comune memoria e fedeltà, nonché di dolcezza caratteriale. Un corrispettivo che man mano che la produzione avanzava e diventava sempre più articolata si è trasformato in un vero e proprio alter ego amplificato della poetica dell'artista: un protagonista apparentemente accompagnato da un cavaliere che mai riesce ad integrarsi con esso in un'interminabile dialettica, che lo definirà soltanto come una semplice comparsa nella cosmica logica dell'essere. Non è un caso che le figurine umane si riducano anche nella produzione grafica a sommari schizzi, simili più ad ectoplasmi di scarsa presa narrativa che a personaggi incisivi. Anche nella fantastica epica del Don Chisciotte (sia nella grafica che nella scultura) la rappresentazione plastica di una vanità universale prevale rispetto al contenuto narrativo. La comparsa/cavaliere, quando presente, sottolinea la monumentale costruzione dell'animale in pochi ma sensibili ed ispessiti tratti, esalta l'autonomia paradigmatica della Natura-incarnata-cavallo, che nel suo atteggiamento ricorda la possenza della Natura Matrigna – nell'accezione leopardiana – e l'intangibile 'assenza' degli dèi epicurei. Anche la figura del centauro ribadisce la prevalenza dell'istinto e dell'imperscrutabilità cosmica sulla regola civile e sociale. La fitta congerie di rappresentazioni diventa così un catalogo gustoso di sperimentazioni sul tema dell'esistenza, che Cioffi – che amava definirsi in intimità PINO firmandosi con l'alberino - interpretava talora con spirito ironico e vivace, tanto da sfiorare la filosofia grottesca della commedia di Eduardo, dove si può ridere e piangere. Egli realizzava questo con lo stesso spirito conoscitivo che lo porterà a valicare il limite del conoscibile e riconoscibile e a pervenire al puro concetto, espresso ancora da un processo dialettico (e ancora in sculture e opere grafiche) fatto di forme geometriche e solidi altrettanto puri (il quadrato, la sfera, la curva). Nel segno fluido e curvilineo si rispecchia l'armoniosa scultura dell'artista, che incontrando l'amore fa 'danzare' secondo classici stilemi e studiati punti di vista una coppia di cavalli, ritratti nel culmine di movimenti rituali e di appassionati 'sguardi di appartenenza'. Con la solo apparente leggerezza di quest'ultimo tema sembra sciogliersi e librarsi nell'Olimpo dell'arte la successiva produzione scultorea di Cioffi, che troverà nella pura forma e nella dimensione moltiplicata l'espressione di ogni suo anelito all'Assoluto.
Novembre 2007, Roberto Russo
15
dicembre 2007
Pino Cioffi – Non solo cavalli
Dal 15 dicembre 2007 al 27 gennaio 2008
arte contemporanea
Location
ECOMUSEO DELL’ALABASTRO
Castellina Marittima, Via Fratelli Rosselli, (Pisa)
Castellina Marittima, Via Fratelli Rosselli, (Pisa)
Orario di apertura
Venerdì, Sabato e Domenica ore 15.30-19
Vernissage
15 Dicembre 2007, ore 15
Autore
Curatore