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Pino Deodato – Lieve… e così sia, El, melek, naaman
L’artista percepisce per immagini l’essenza dell’esistenza, ineffabile intuizione d’armonia. Frammenti poetici che chiedono di estraniarsi dalla dimensione del tempo e rivendicano con muta eloquenza l’atto creativo.
Forme irrisolte di “ombra” e “chiarore” colgono l’elemento spirituale in misteriosi.
Comunicato stampa
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“Il desiderio di immediatezza muove in forme primitive il linguaggio poetico di Pino Deodato. Una maniera artistica dall’espressività innocente simile a quella dei fanciulli, che si rivela in modalità preculturali basate sull’istinto. Una rappresentazione apparentemente semplice, vicina a quella di Klee che affermava: “Si può ricominciare da capo partendo dalla stanza dei bambini”. Ed è a partire da quella stanza e da questo sogno che Pino sublima il suo mondo.
Si allontana dal già noto e confonde, in modo consapevole, la realtà con la fantasia. Trame ricche di misteriose corrispondenze e di attimi sospesi in uno spazio fluido, esaltano il mondo interiore, la soggettività, l'irrazionale e rinviano alle diverse sfere sensoriali creando straniamento. Frammenti di quieta armonia, che appartengono ad un percepire contemplativo, trasformano l’esistenza profonda in dialogo con la vita, contaminato da tensione verso il sincretismo. Un modo peculiare di comunicare per cui l’immagine non è più ciò che appare ma cela una seconda e più profonda lettura legata ad un costante simbolismo dai tratti esoterici.
Decifrare il codice, è comprendere il significato allegorico e metaforico che l’artista pone in relazione dialettica con il mito, il favoloso preservando quel sapere ancestrale che riconduce a pura essenza i modelli archetipici presenti nella coscienza ma, anche, un modo di "vedere" con il cuore collegato saldamente all'amore. Palesa per segni un mondo lirico e rarefatto che ha come effetto l'abbandono all'intuizione, forma privilegiata di comprensione: un Neshamà, lampo di verità che sostiene lo spirito per elevare l'intelletto, fonte di luminosa creatività, capace di congiungerlo alla Natura e alle sue radici.” [Daniela Bernardo]
Si allontana dal già noto e confonde, in modo consapevole, la realtà con la fantasia. Trame ricche di misteriose corrispondenze e di attimi sospesi in uno spazio fluido, esaltano il mondo interiore, la soggettività, l'irrazionale e rinviano alle diverse sfere sensoriali creando straniamento. Frammenti di quieta armonia, che appartengono ad un percepire contemplativo, trasformano l’esistenza profonda in dialogo con la vita, contaminato da tensione verso il sincretismo. Un modo peculiare di comunicare per cui l’immagine non è più ciò che appare ma cela una seconda e più profonda lettura legata ad un costante simbolismo dai tratti esoterici.
Decifrare il codice, è comprendere il significato allegorico e metaforico che l’artista pone in relazione dialettica con il mito, il favoloso preservando quel sapere ancestrale che riconduce a pura essenza i modelli archetipici presenti nella coscienza ma, anche, un modo di "vedere" con il cuore collegato saldamente all'amore. Palesa per segni un mondo lirico e rarefatto che ha come effetto l'abbandono all'intuizione, forma privilegiata di comprensione: un Neshamà, lampo di verità che sostiene lo spirito per elevare l'intelletto, fonte di luminosa creatività, capace di congiungerlo alla Natura e alle sue radici.” [Daniela Bernardo]
10
ottobre 2015
Pino Deodato – Lieve… e così sia, El, melek, naaman
Dal 10 al 25 ottobre 2015
arte contemporanea
Location
SPAZIO COMEL
Latina, Via Neghelli, 68, (Latina)
Latina, Via Neghelli, 68, (Latina)
Orario di apertura
Tutti i giorni dalle ore 17:30 alle ore 20:00
Vernissage
10 Ottobre 2015, ore 18:00
Autore
Curatore