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Pinot Gallizio
Un omaggio molto particolare quello che la città di Alba dedica all’opera di un artista poliedrico che ha raccontato, con opere e scritti, un’utopia reale oggi molto attuale
Comunicato stampa
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Un omaggio molto particolare quello che la città di Alba dedica all'opera di un artista poliedrico che ha raccontato, con opere e scritti, un'utopia reale oggi molto attuale.
Pinot Gallizio (Alba, 1902-1964), protagonista della ricerca artistica europea tra gli anni Cinquanta e Sessanta, chimico-farmacista, erborista, appassionato di ricerche archeologiche, geologiche ed etnografiche è al centro della rassegna Pinot Gallizio. Opere e scritti, in programma ad Alba dal 14 maggio al 17 giugno 2005.
Organizzato da Comune di Alba, Fondazione Ferrero, Centro studi di letteratura, storia, arte e cultura "Beppe Fenoglio" e Archivio Gallizio, l'evento Pinot Gallizio. Opere e scritti riporta ad Alba nei mesi di maggio e giugno una circoscritta ma significativa serie di opere inedite o da molti anni assenti dalla città. Dislocata in sedi diverse, la rassegna offre la possibilità di ripercorrere i luoghi che furono teatro della complessa vicenda culturale e umana di Pinot Gallizio (1902 - 1964), che fu produttore di aromi ed essenze, professore alla Scuola Enologica, partigiano, consigliere comunale, amico degli zingari, e che ad Alba organizzò nel 1956 il 1° Congresso Mondiale degli Artisti Liberi.
Nella sala del Consiglio del Palazzo Comunale è allestita la Caverna dell'antimateria, opera-ambiente realizzata tra il 1958 e il 1959 per la galleria René Drouin di Parigi.
In un'altra sala del Palazzo Comunale sono esposte tele che documentano le diverse stagioni della pittura di Gallizio. A rappresentare il primo periodo, una tela appartenuta alla collezione personale di Guy Debord La grande peur in cui l'artista sperimenta i materiali più vari quali sabbia, carta stagnola, gusci d'uova, piume d'uccello. Appartengono alla stagione della pittura industriale Le mosche (1958-59) e Antiluna (1957), in origine un rotolo di nove metri di lunghezza. Concludono l'esposizione Lo spazio incredulo dei dissimmetrici, elemento de Il Tempio dei miscredenti, un progetto di arte ambientale concepito da Gallizio nel 1959 e la Notte etrusca (1963), in cui il dinamismo del segno si accosta a una squillante gamma cromatica.
Il percorso espositivo prosegue al Teatro Sociale Giorgio Busca con Le fabbriche del vento (1963) e si conclude nel Museo civico Federico Eusebio dove è collocata l'Anticamera della morte, il grande mobile-archivio proveniente dallo studio dell'artista, 1963, che raccoglie e cataloga oggetti e ricordi di un'intera esistenza, uniformemente dipinti con polvere di nerofumo.
In chiusura di mostra, il 17 giugno, alla Fondazione Ferrero verrà presentato il libro Pinot Gallizio. Il laboratorio della scrittura curato da Giorgina Bertolino, Francesca Comisso, Maria Teresa Roberto (Milano, Charta, in edizione bilingue italiano/inglese), che raccoglie per la prima volta in volume i testi editi e inediti dell'artista, organizzati in un lemmario di idee, nozioni e parole-chiave.
Nella sua attività professionale e artistica Pinot Gallizio ha attraversato e messo in relazione saperi e metodi di ricerca tra loro lontani, che sono stati lo specchio dei suoi interessi e il modello del suo operare. La scrittura ha costantemente accompagnato questo articolato percorso, offrendosi come strumento di organizzazione delle conoscenze e come luogo di riflessione e verifica parallelo a quello della ricerca pittorica.
La dimensione testuale è stata per Gallizio un luogo di sperimentazione intensamente praticata, secondo registri che spaziano dal manifesto artistico all'invenzione letteraria, dall'invettiva politica all'aforisma al diario.
Il nucleo centrale di questo insieme di scritti è costituito dai testi teorici e dai documenti legati all'attività dell'Internazionale Situazionista, di cui Gallizio fu nel 1957 uno dei fondatori, e in particolare dal Discorso sulla pittura industriale e su un'arte unitaria applicabile pubblicato nel 1959. Seguono abbozzi di altri manifesti e trattati dedicati al tema del segno e della materia pittorica, accompagnati da lettere, notazioni di diario, registrazioni dell'attività artistica e appunti spesso intrecciati a disegni.
Il libro intende rendere evidenti, dietro la varietà dei registri espressivi, le connessioni e i rimandi che li attraversano, e insieme di valorizzarne la valenza visiva, creando una cornice di documenti – particolari di opere, fotografie, schizzi, estratti da scambi epistolari, riproduzioni anastatiche dei manoscritti – che contribuiscano a restituire la vitalità di un pensiero che sfugge a ogni sviluppo lineare e sistematico, e a fornire nuovi elementi per l'interpretazione dell'opera pittorica.
Pinot Gallizio (Alba, 1902-1964), protagonista della ricerca artistica europea tra gli anni Cinquanta e Sessanta, chimico-farmacista, erborista, appassionato di ricerche archeologiche, geologiche ed etnografiche è al centro della rassegna Pinot Gallizio. Opere e scritti, in programma ad Alba dal 14 maggio al 17 giugno 2005.
Organizzato da Comune di Alba, Fondazione Ferrero, Centro studi di letteratura, storia, arte e cultura "Beppe Fenoglio" e Archivio Gallizio, l'evento Pinot Gallizio. Opere e scritti riporta ad Alba nei mesi di maggio e giugno una circoscritta ma significativa serie di opere inedite o da molti anni assenti dalla città. Dislocata in sedi diverse, la rassegna offre la possibilità di ripercorrere i luoghi che furono teatro della complessa vicenda culturale e umana di Pinot Gallizio (1902 - 1964), che fu produttore di aromi ed essenze, professore alla Scuola Enologica, partigiano, consigliere comunale, amico degli zingari, e che ad Alba organizzò nel 1956 il 1° Congresso Mondiale degli Artisti Liberi.
Nella sala del Consiglio del Palazzo Comunale è allestita la Caverna dell'antimateria, opera-ambiente realizzata tra il 1958 e il 1959 per la galleria René Drouin di Parigi.
In un'altra sala del Palazzo Comunale sono esposte tele che documentano le diverse stagioni della pittura di Gallizio. A rappresentare il primo periodo, una tela appartenuta alla collezione personale di Guy Debord La grande peur in cui l'artista sperimenta i materiali più vari quali sabbia, carta stagnola, gusci d'uova, piume d'uccello. Appartengono alla stagione della pittura industriale Le mosche (1958-59) e Antiluna (1957), in origine un rotolo di nove metri di lunghezza. Concludono l'esposizione Lo spazio incredulo dei dissimmetrici, elemento de Il Tempio dei miscredenti, un progetto di arte ambientale concepito da Gallizio nel 1959 e la Notte etrusca (1963), in cui il dinamismo del segno si accosta a una squillante gamma cromatica.
Il percorso espositivo prosegue al Teatro Sociale Giorgio Busca con Le fabbriche del vento (1963) e si conclude nel Museo civico Federico Eusebio dove è collocata l'Anticamera della morte, il grande mobile-archivio proveniente dallo studio dell'artista, 1963, che raccoglie e cataloga oggetti e ricordi di un'intera esistenza, uniformemente dipinti con polvere di nerofumo.
In chiusura di mostra, il 17 giugno, alla Fondazione Ferrero verrà presentato il libro Pinot Gallizio. Il laboratorio della scrittura curato da Giorgina Bertolino, Francesca Comisso, Maria Teresa Roberto (Milano, Charta, in edizione bilingue italiano/inglese), che raccoglie per la prima volta in volume i testi editi e inediti dell'artista, organizzati in un lemmario di idee, nozioni e parole-chiave.
Nella sua attività professionale e artistica Pinot Gallizio ha attraversato e messo in relazione saperi e metodi di ricerca tra loro lontani, che sono stati lo specchio dei suoi interessi e il modello del suo operare. La scrittura ha costantemente accompagnato questo articolato percorso, offrendosi come strumento di organizzazione delle conoscenze e come luogo di riflessione e verifica parallelo a quello della ricerca pittorica.
La dimensione testuale è stata per Gallizio un luogo di sperimentazione intensamente praticata, secondo registri che spaziano dal manifesto artistico all'invenzione letteraria, dall'invettiva politica all'aforisma al diario.
Il nucleo centrale di questo insieme di scritti è costituito dai testi teorici e dai documenti legati all'attività dell'Internazionale Situazionista, di cui Gallizio fu nel 1957 uno dei fondatori, e in particolare dal Discorso sulla pittura industriale e su un'arte unitaria applicabile pubblicato nel 1959. Seguono abbozzi di altri manifesti e trattati dedicati al tema del segno e della materia pittorica, accompagnati da lettere, notazioni di diario, registrazioni dell'attività artistica e appunti spesso intrecciati a disegni.
Il libro intende rendere evidenti, dietro la varietà dei registri espressivi, le connessioni e i rimandi che li attraversano, e insieme di valorizzarne la valenza visiva, creando una cornice di documenti – particolari di opere, fotografie, schizzi, estratti da scambi epistolari, riproduzioni anastatiche dei manoscritti – che contribuiscano a restituire la vitalità di un pensiero che sfugge a ogni sviluppo lineare e sistematico, e a fornire nuovi elementi per l'interpretazione dell'opera pittorica.
14
maggio 2005
Pinot Gallizio
Dal 14 maggio al 17 giugno 2005
arte contemporanea
presentazione
presentazione
Location
TEATRO SOCIALE GIORGIO BUSCA
Alba, Piazza Vittorio Veneto, 3, (Cuneo)
Alba, Piazza Vittorio Veneto, 3, (Cuneo)
Vernissage
14 Maggio 2005, ore 17,30
Autore