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Pisa e le sue acque. Viaggio fotografico tra due millenni
La mostra è formata da una vasta selezione di foto storiche, in gran parte inedite, provenienti dagli Archivi Alinari e dal Museo di Storia della Fotografia Fratelli Alinari, e da una nuova campagna fotografica, realizzata per documentare il presente. In totale oltre 200 immagini che permetteranno quindi un interessante confronto tra ieri ed oggi, tra le attività del passato e quelle del presente che si sono sviluppate sul fiume e sul mare, illustrando ampiamente le trasformazioni che gli stessi territori hanno subito nel tempo
Comunicato stampa
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Con una grande mostra fotografica Pisa ricorda le sue acque. Non nel senso però, forse scontato e ormai perfino retorico, del suo passato marinaro. Le 200 immagini che Alinari mette in mostra nella Abbazia di San Zeno si legano piuttosto all’iniziativa dell’ONU, che ha dichiarato il 2003 anno internazionale dell’acqua per richiamare l’attenzione su questo bene prezioso che si va esaurendo a livello planetario.
Non per caso il catalogo della mostra, curato da Piero Pierotti, si apre col ricordo dell’alluvione del 4 novembre 1966. Quell’evento tragico fu il simbolo delle difficoltà e insieme della necessità che l’uomo ha di mettere a regime le acque per ricondurle ai suoi fini. Le immagini esposte visualizzano infatti la storia non proprio remota di due fiumi – l’Arno e il Serchio nel tratto pisano – i cui bacini servivano da vie di comunicazione e di trasporto ma sostenevano anche la massima parte della produzione e del lavoro. L’agricoltura in primo luogo e molte attività di trasformazione devono la loro vitalità o addirittura la loro esistenza alla disponibilità di acqua: mulini, frantoi, folli, brille, magli, fonderie erano le forme storiche di produzione ma tuttora la metalmeccanica, la conceria, le cartiere ne hanno grande necessità. A ciò si aggiungono altre forme di economia, come il turismo balneare e termale, e infine i consumi domestici.
Ci sono anche delle curiosità, nella mostra pisana, come i primi dagherrotipi della piazza del Duomo, o la stessa piazza allagata; come l’Arno gelato o un inedito Vittorio Emanuele III in veste di fotografo nella tenuta di San Rossore. Vi sono molti ricordi, come le immagini di luoghi fotografati prima delle distruzioni belliche. Tuttavia il tema della mostra ruota principalmente intorno agli usi e all’utilità dell’acqua. Insieme con il prezioso materiale fotografico, che copre l’arco di un secolo e mezzo e in massima parte esce fuori per la prima volta dagli archivi, vengono esposte circa 90 foto di alta qualità realizzate appositamente dagli Archivi Alinari, che documentano all’oggi la situazione e consentono confronti con le immagini del passato, sollecitando spunti di riflessione.
Il percorso della mostra si articola in 10 sezioni:
· L'Arno
· Il fiume dà spettacolo
· Lungo le acque interne
· Le attività produttive
· L'uso artificiale delle acque
· Affluenti e sub-affluenti
· Giochi feste e tempo libero
· Il turismo termale
· Il parco
· Il mare
Per queste caratteristiche la mostra, che si apre al pubblico il 20 Dicembre 2003, si presta particolarmente a percorsi didattici. Non contiene infatti solo immagini che evocano memorie. Essa evidenzia l’importanza di un bene – l’acqua – la cui disponibilità tendiamo a considerare erroneamente indefinita proprio per l’abbondanza e la regolarità con cui essa si distribuisce nel “giardino d’Europa”. Ne sottovalutiamo inoltre il valore economico e non riflettiamo in quale misura essa abbia contribuito e contribuisca allo sviluppo, in una regione come la Toscana. Il confronto fra immagini del passato e del presente aiuta a capire quanto prezioso fosse considerato questo elemento dai nostri antichi, che non gettavano mai l’acqua ma la riusavano più volte, a fronte dei nostri sprechi, industriali o domestici che siano. Il monito con cui si conclude il catalogo della mostra nasce da un apparente paradosso. Mentre noi invidiamo la presunta ricchezza dei paesi del petrolio, al contrario le popolazioni che vivono nelle terre aride da cui esso si estrae invidiano la nostra disponibilità di acqua. Ma la ragione di ciò è ovvia: “dove manca il petrolio si sopravvive, dove manca l’acqua tutto muore”.
Non per caso il catalogo della mostra, curato da Piero Pierotti, si apre col ricordo dell’alluvione del 4 novembre 1966. Quell’evento tragico fu il simbolo delle difficoltà e insieme della necessità che l’uomo ha di mettere a regime le acque per ricondurle ai suoi fini. Le immagini esposte visualizzano infatti la storia non proprio remota di due fiumi – l’Arno e il Serchio nel tratto pisano – i cui bacini servivano da vie di comunicazione e di trasporto ma sostenevano anche la massima parte della produzione e del lavoro. L’agricoltura in primo luogo e molte attività di trasformazione devono la loro vitalità o addirittura la loro esistenza alla disponibilità di acqua: mulini, frantoi, folli, brille, magli, fonderie erano le forme storiche di produzione ma tuttora la metalmeccanica, la conceria, le cartiere ne hanno grande necessità. A ciò si aggiungono altre forme di economia, come il turismo balneare e termale, e infine i consumi domestici.
Ci sono anche delle curiosità, nella mostra pisana, come i primi dagherrotipi della piazza del Duomo, o la stessa piazza allagata; come l’Arno gelato o un inedito Vittorio Emanuele III in veste di fotografo nella tenuta di San Rossore. Vi sono molti ricordi, come le immagini di luoghi fotografati prima delle distruzioni belliche. Tuttavia il tema della mostra ruota principalmente intorno agli usi e all’utilità dell’acqua. Insieme con il prezioso materiale fotografico, che copre l’arco di un secolo e mezzo e in massima parte esce fuori per la prima volta dagli archivi, vengono esposte circa 90 foto di alta qualità realizzate appositamente dagli Archivi Alinari, che documentano all’oggi la situazione e consentono confronti con le immagini del passato, sollecitando spunti di riflessione.
Il percorso della mostra si articola in 10 sezioni:
· L'Arno
· Il fiume dà spettacolo
· Lungo le acque interne
· Le attività produttive
· L'uso artificiale delle acque
· Affluenti e sub-affluenti
· Giochi feste e tempo libero
· Il turismo termale
· Il parco
· Il mare
Per queste caratteristiche la mostra, che si apre al pubblico il 20 Dicembre 2003, si presta particolarmente a percorsi didattici. Non contiene infatti solo immagini che evocano memorie. Essa evidenzia l’importanza di un bene – l’acqua – la cui disponibilità tendiamo a considerare erroneamente indefinita proprio per l’abbondanza e la regolarità con cui essa si distribuisce nel “giardino d’Europa”. Ne sottovalutiamo inoltre il valore economico e non riflettiamo in quale misura essa abbia contribuito e contribuisca allo sviluppo, in una regione come la Toscana. Il confronto fra immagini del passato e del presente aiuta a capire quanto prezioso fosse considerato questo elemento dai nostri antichi, che non gettavano mai l’acqua ma la riusavano più volte, a fronte dei nostri sprechi, industriali o domestici che siano. Il monito con cui si conclude il catalogo della mostra nasce da un apparente paradosso. Mentre noi invidiamo la presunta ricchezza dei paesi del petrolio, al contrario le popolazioni che vivono nelle terre aride da cui esso si estrae invidiano la nostra disponibilità di acqua. Ma la ragione di ciò è ovvia: “dove manca il petrolio si sopravvive, dove manca l’acqua tutto muore”.
19
dicembre 2003
Pisa e le sue acque. Viaggio fotografico tra due millenni
Dal 19 dicembre 2003 al primo febbraio 2004
fotografia
Location
ABBAZIA DI SAN ZENO
Pisa, Via San Zeno, 14, (Pisa)
Pisa, Via San Zeno, 14, (Pisa)
Orario di apertura
dal martedì al venerdì 15.00-20.00 (la mattina apertura solo su prenotazione per scuole e gruppi)
sabato, domenica e festivi: 10.00-20.00 - chiusura: lunedì, 25 dicembre, 1 gennaio.
Ingresso: € 5,00 intero, € 4,00 ridotto - Visite guidata per gruppi (min 20 pers.) € 30,00
Vernissage
19 Dicembre 2003, ore 18