Firenze, 26 settembre 2009 - Duplice appuntamento martedì 29 settembre alla Sala dei Cesari di Palazzo Corsini (via del Parione, 11) nell'ambito della 26a Biennale Internazionale dell'Antiquariato di Firenze.

Alle 16 sarà presentato il volume Stefano Bardini e Wilhelm Bode. Mercanti e connaisseur fra Ottocento e Novecento, edito da Polistampa (pp. 288, euro 32). Lo studio di Valerie Niemeyer Chini si basa sul carteggio privato, finora inedito, intercorso tra il «principe degli antiquari», che influenzò profondamente il mercato dell'arte a partire dalla fine dell'Ottocento, e il grande storico dell'arte tedesco, curatore dei Regi musei di Berlino. La corrispondenza, che va dal 1875 al 1920, getta luce non soltanto su di un complesso legame d'affari improntato al commercio di opere d'arte, ma su di una vera e propria asse culturale tra Italia e Germania, capace di influenzare gli orientamenti e gli indirizzi di gusto nei decenni successivi. Il saggio offre inoltre, a partire dal fortunato sodalizio mercantile tra le due figure, spunti importanti sull'incrocio e sulle delicate interferenze tra settori diversi quali arte, politica, economia. Sarà presente l'autrice, e sono previsti gli interventi di Cristina Acidini, soprintendente per il Polo museale, Elena Pianea, direttrice dei Musei Civici fiorentini, e la prof.ssa Cristina De Benedictis dell'Università di Firenze.

Alle 17 sarà la volta del nuovo Catalogo dei pittori fiorentini del '600 e '700 a cura di Sandro Bellesi, edito sempre da Polistampa. L'opera, una prestigiosa edizione che consta di tre volumi cartonati in cofanetto (pp. compl. 1080, euro 380), contiene le riproduzioni fotografiche, a colori e in bianco e nero, di circa 1800 dipinti di artisti che operarono nel capoluogo toscano nei due secoli in esame. Oggetto per lo più di indagini a largo raggio o dedicate a personalità di rilievo, la pittura fiorentina tra gli epigoni del tardo manierismo e i primi germi del neoclassicismo rivestì in area nazionale un ruolo decisamente più importante di quello che è stato evidenziato finora dalla critica, orientata, in prevalenza, verso il glorioso passato artistico della città. Il lavoro di Bellesi, frutto di quasi dieci anni di ricerche, prende in esame un elevato numero di pittori (circa 340), con l'intento di gettare nuova luce sulla scuola fiorentina tra Seicento e Settecento, permettendo al grande pubblico di confrontarsi sia con i maestri più celebrati, sia con artisti finora poco noti. Oltre a Cristina Acidini, sarà presente all'evento la prof.ssa Mina Gregori, docente di Storia dell'Arte medievale e moderna all'Università di Firenze.