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Pittura
La mostra, giunta alla 4ª edizione, si interroga sull’attualità di un medium che ha costituito da sempre una delle principali forme d’arte. Si può affermare che la pittura rappresenti a pieno titolo la cultura artistica italiana contemporanea, come sembra aver ribadito il Padiglione italiano all’ultima Biennale di Venezia.
Comunicato stampa
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L’Idioma Centro d’Arte presenta la collettiva Pittura.
La mostra, giunta alla 4ª edizione, si interroga sull’attualità di un medium che ha costituito da sempre una delle principali forme d’arte. Si può affermare che la pittura rappresenti a pieno titolo la cultura artistica italiana contemporanea, come sembra aver ribadito il Padiglione italiano all’ultima Biennale di Venezia.
Infinite domande si accompagnano al fare pittorico, dal valore della sua unicità, che può trasformarsi in condizionamento se orientato esclusivamente al mercato, fino al limite imposto dall’essere scelto quale unico mezzo espressivo.
Questioni irrisolte che la scelta delle opere presenti alimenta e smentisce.
In mostra, come d’abitudine, una selezione di 10 artisti: Carlo Bertocci, Daniele Bordoni, Tommaso Cascella, Paolo Consorti, Andrea Di Marco, Silvio Formichetti, Francesca Gentili, Fathi Hassan, Ivana Spinelli, Francesca Tulli.
Scrive in catalogo Cristina Petrelli
Unico e Multiplo
La tela come spazio della possibilità. La superficie che definisce un quadro si offre, da una parte, quale luogo su cui intervenire liberamente ma, dall’altra, costituisce un insieme problematico. La bidimensionalità, propria a questo tipo di supporto, ha da sempre posto delle questioni, fatto sorgere dei dubbi che hanno portato l’uomo a riflettere su se stesso e sul suo essere nel mondo. Fin dagli inizi la pittura contiene in se questi interrogativi, così come i linguaggi visivi in generale e l’arte, per sua stessa natura.
Non solo disegno e colore, la pittura con il passare dei secoli, ha accolto ogni possibile sperimentazione, dal collage, al polimaterismo, allo strappo, al digitale. Se l’arte è espressione del tempo in cui l’artista vive, oggi più che mai è data la possibilità di adattare il proprio linguaggio a ciò che si vuol dire. Restare ancorati ad un unico medium rappresenta di per se un limite.
Nel corso della storia, la pittura ha accompagnato l’uomo, ne ha costituito un’urgenza necessaria. Nonostante questo, l’immagine pittorica che consente di materializzare un pensiero, concretizzare un contenuto, è anche quella che, più di altri linguaggi, acquisisce facilmente lo status di semplice oggetto, rientrando nell’ambito decorativo.
“Collaudi. Omaggio a Filippo Tommaso Marinetti” rappresenta l’Italia alla 53° Esposizione Internazionale d’Arte “Fare Mondi” diretta da Daniel Birnbaum. Una mostra che vede protagonisti venti artisti, selezionati da Luca Beatrice e Beatrice Buscaroli, curatori del Padiglione Italia all’ultima Biennale di Venezia, ancora in corso mentre scrivo. Tanta pittura, oltre a video, istallazioni, fotografie, in un evento che, nel doveroso richiamo al Futurismo, a cento anni dalla nascita, cerca di fare il punto o, meglio, di decifrare il dna dell’arte italiana di oggi. «Ritengo che il 1979, anno di nascita della Transavanguardia», afferma Luca Beatrice in un’intervista1, «sia stata la vera svolta, la vera rottura, anzi il punto di rottura della cultura artistica italiana, proprio perché prendeva di petto quindici anni di arte concettuale, li ribaltava, aprendo la strada a nuove sperimentazioni e a nuovi linguaggi».
La pittura, quindi, come uno dei linguaggi che rappresentano a pieno titolo la cultura artistica italiana contemporanea.
Un ricorso alla pittura che le parole usate da Rebecca Horn, in una recente intervista2, aiutano ad analizzare: «Lo trovo un fenomeno positivo e negativo insieme. […] Capisco questo ritorno alla pittura come una voglia di ricominciare. D’altra parte la pittura vende bene, e penso che i giovani artisti oggi sentano il fascino del denaro più di prima». Bisogna, quindi, fare attenzione in quanto la pittura contiene in se un seme di unicità che costituisce un valore, ma che può trasformarsi anche in un condizionamento. Interrogarsi sul perché fare arte, sul perché scegliere il linguaggio visivo quale mezzo d’espressione, diventa fondamentale per sciogliere incertezze di senso e ambiguità. Ritorno alla Horn per concludere, perché ritengo che meglio di me riesca a mettere a fuoco il motivo che può spingere un artista ad esprimersi, in un mondo sovraccarico di immagini: «Penso che gli artisti debbano dare soprattutto indicazioni circa una prospettiva di libertà. Far vedere qualcosa che altre persone normalmente non vedono».
Ottobre 2009
Cristina Petrelli
07
novembre 2009
Pittura
Dal 07 al 19 novembre 2009
arte contemporanea
Location
L’IDIOMA CENTRO D’ARTE
Ascoli Piceno, Via Delle Torri, 23, (Ascoli Piceno)
Ascoli Piceno, Via Delle Torri, 23, (Ascoli Piceno)
Orario di apertura
feriali 18–20, festivi 10,30– 12,30
Vernissage
7 Novembre 2009, ore 18
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