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Pittura figurativa di maestri italiani del Novecento
una serie di artisti che svilupparono ricerche interessanti ed innovative restando nell’ambito della rappresentazione della realtà
Comunicato stampa
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Per l’ormai immancabile appuntamento autunnale presso il Centro Culturale S. Bartolomeo, la Galleria Michelangelo ha selezionato una serie di artisti che svilupparono ricerche interessanti ed innovative restando nell’ambito della rappresentazione della realtà.
Dipinti come impronte di un secolo, il Novecento, che abbiamo lasciato alle spalle ma che ancora ci chiama, ci tenta, ci avvince, con quel sottile fascino che il tempo sempre più andrà tingendo di storia.
Un Novecento fatto di abili creatori, di eccellenti maestri del colore, delle forme e della materia che, osservata oggi, si dispiega in una produzione così varia, così raffinata ed intensa da far veramente, come si usa dire, “scuola”.
Autori che hanno trasmesso segni di sapienza antica in un mondo burrascoso, sempre nervosamente teso alla ricerca di una via verso la modernità e che hanno mostrato un ingegno libero e forte ad una generazione che ha patito oppressioni e guerre.
Tra i più interessanti il milanese Arnaldo Badodi (1913-1942) uno dei più singolari e profondi artisti del movimento di “Corrente”, acceso fautore della tendenza anti-impressionista. La suggestiva opera Scena di osteria (1940 ca.), caratterizzata da tipiche tonalità rosse e gialle è uno dei migliori esempi della sua pittura. Leonardo Bazzaro (Milano, 1853 – 1937), esponente della seconda Scapigliatura lombarda, è presente con un Ritratto di bambino e con Paesaggio notturno a Chioggia, luogo da cui si era lasciato affascinare già dagli anni ottanta dell’Ottocento.
Raoul Viviani (Firenze, 1883 – Rapallo, 1965) tornato in Italia nella seconda metà degli anni trenta dopo aver trascorso diversi anni in Uruguay per dirigere l’Accademia di pittura di Montevideo, è presente con due nature morte. Lorenzo Gignous (Modena, 1862 – Porto Ceresio, Varese, 1958) dopo aver frequentato l’Accademia di Brera si guadagna un’ottima fama come ricercato paesista; in mostra è esposta una veduta montana di notevole esecuzione.
Una vasta sezione dell’esposizione riguarda le opere di alcuni tra i più significativi artisti bergamaschi che si sono distinti anche in ambito europeo. Di Giuseppe Ugo Recchi (Bergamo, 1914 – Milano, 1961) - tra i più fedeli collaboratori della storica galleria milanese Del Milione, è esposta l’innovativa e modernissima Composizione del 1939, mentre Erminio Maffioletti (Bergamo, 1913) - allievo dell’Accademia Carrara di Bergamo e perfezionatosi a Parigi - è rappresentato dalla Marina di Ravenna eseguita nel 1955, sulla base di una stilizzata impostazione.
Alcuni dipinti degli anni Quaranta di Domenico Rossi (Seriate, 1911 – Bergamo, 1955) ben confermano la propensione dell'artista ad accogliere le novità in direzione “novecentista”; all’epoca è impegnativa la sua attività di decorazione di edifici pubblici bergamaschi.
Giacomo Manzù (Bergamo, 1908 – Roma 1991) è presente con l’opera Angelica relativa al ciclo per i costumi e le scenografie teatrali de "La follia di Orlando" di Petrassi, rappresentata nel 1967 al Teatro dell'Opera di Roma.
Sono opere selezionate con cura, di grande fascino, appartenenti a una generazione di artisti che ha condiviso la formazione di un nuovo linguaggio plastico, contribuendo a quelle forme d’avanguardia che, pur presentando elementi comuni alla pittura europea dei primi decenni del XX secolo, rendono originale e feconda l’arte del periodo.
Dipinti come impronte di un secolo, il Novecento, che abbiamo lasciato alle spalle ma che ancora ci chiama, ci tenta, ci avvince, con quel sottile fascino che il tempo sempre più andrà tingendo di storia.
Un Novecento fatto di abili creatori, di eccellenti maestri del colore, delle forme e della materia che, osservata oggi, si dispiega in una produzione così varia, così raffinata ed intensa da far veramente, come si usa dire, “scuola”.
Autori che hanno trasmesso segni di sapienza antica in un mondo burrascoso, sempre nervosamente teso alla ricerca di una via verso la modernità e che hanno mostrato un ingegno libero e forte ad una generazione che ha patito oppressioni e guerre.
Tra i più interessanti il milanese Arnaldo Badodi (1913-1942) uno dei più singolari e profondi artisti del movimento di “Corrente”, acceso fautore della tendenza anti-impressionista. La suggestiva opera Scena di osteria (1940 ca.), caratterizzata da tipiche tonalità rosse e gialle è uno dei migliori esempi della sua pittura. Leonardo Bazzaro (Milano, 1853 – 1937), esponente della seconda Scapigliatura lombarda, è presente con un Ritratto di bambino e con Paesaggio notturno a Chioggia, luogo da cui si era lasciato affascinare già dagli anni ottanta dell’Ottocento.
Raoul Viviani (Firenze, 1883 – Rapallo, 1965) tornato in Italia nella seconda metà degli anni trenta dopo aver trascorso diversi anni in Uruguay per dirigere l’Accademia di pittura di Montevideo, è presente con due nature morte. Lorenzo Gignous (Modena, 1862 – Porto Ceresio, Varese, 1958) dopo aver frequentato l’Accademia di Brera si guadagna un’ottima fama come ricercato paesista; in mostra è esposta una veduta montana di notevole esecuzione.
Una vasta sezione dell’esposizione riguarda le opere di alcuni tra i più significativi artisti bergamaschi che si sono distinti anche in ambito europeo. Di Giuseppe Ugo Recchi (Bergamo, 1914 – Milano, 1961) - tra i più fedeli collaboratori della storica galleria milanese Del Milione, è esposta l’innovativa e modernissima Composizione del 1939, mentre Erminio Maffioletti (Bergamo, 1913) - allievo dell’Accademia Carrara di Bergamo e perfezionatosi a Parigi - è rappresentato dalla Marina di Ravenna eseguita nel 1955, sulla base di una stilizzata impostazione.
Alcuni dipinti degli anni Quaranta di Domenico Rossi (Seriate, 1911 – Bergamo, 1955) ben confermano la propensione dell'artista ad accogliere le novità in direzione “novecentista”; all’epoca è impegnativa la sua attività di decorazione di edifici pubblici bergamaschi.
Giacomo Manzù (Bergamo, 1908 – Roma 1991) è presente con l’opera Angelica relativa al ciclo per i costumi e le scenografie teatrali de "La follia di Orlando" di Petrassi, rappresentata nel 1967 al Teatro dell'Opera di Roma.
Sono opere selezionate con cura, di grande fascino, appartenenti a una generazione di artisti che ha condiviso la formazione di un nuovo linguaggio plastico, contribuendo a quelle forme d’avanguardia che, pur presentando elementi comuni alla pittura europea dei primi decenni del XX secolo, rendono originale e feconda l’arte del periodo.
11
novembre 2006
Pittura figurativa di maestri italiani del Novecento
Dall'undici al 26 novembre 2006
arte contemporanea
Location
CENTRO CULTURALE SAN BARTOLOMEO
Bergamo, Largo Bortolo Belotti, 1, (Bergamo)
Bergamo, Largo Bortolo Belotti, 1, (Bergamo)
Orario di apertura
tutti i giorni 10-12.30 e 15.30-19.30
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