Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Planet A
In occasione della XVIII Giornata del Contemporaneo, la Piccola Galleria Resistente apre al pubblico eccezionalmente dalle 11.00 alle 22.00 con la collettiva Planet A, a cura di Susanna Crispino, che riunisce i dipinti di Ciro D’Alessio e Antonio Conte e le installazioni di Veronica Rastelli.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sabato 8 ottobre 2022 in occasione della XVIII Giornata del Contemporaneo, la Piccola Galleria Resistente apre al pubblico eccezionalmente dalle 11.00 alle 22.00 con la collettiva Planet A, a cura di Susanna Crispino, che riunisce i dipinti di Ciro D'Alessio e Antonio Conte e le installazioni di Veronica Rastelli.
Il titolo della mostra riprende un noto slogan delle manifestazioni contro il Climate Change “There is no Planet B” e, in linea col filo conduttore della Giornata del Contemporaneo, che quest'anno è dedicata all’ecologia e alla sostenibilità, le opere ci parlano della necessità di salvaguardare l'ecosistema, ciascuno attraverso i propri mezzi e le proprie possibilità.
Ciro D'Alessio gioca su una dimensione locale e universale: in Regi Lagni i rifiuti sono l'ingombrante presenza che invade uno specchio d'acqua. Il titolo fa provocatoriamente riferimento all'ambiziosa opera di ingegneria idraulica, avviata in Campania durante il Viceregno e ampliata dai Borbone, per drenare le acque piovane e prevenire le alluvioni.
Sebbene la rete di canali dei Regi Lagni sia attualmente oggetto di un progetto di riqualificazione dell'architetto paesaggista tedesco Andreas Kipar, il suo stato di abbandono e di inquinamento è paradigmatico. La raffigurazione di D'Alessio è priva di riferimenti geografici dello specchio d'acqua rappresentato, che restituisce unicamente la sensazione del disastro ambientale causato dal passaggio umano.
Similmente, con Dissoluzione e Macerie, la dimensione dell'hic et nunc viene completamente abbandonata a favore di una sensazione di distruzione e abbandono: nei dipinti c'è un mondo in disfacimento, che ciascuno è chiamato a salvare.
L'acqua è protagonista anche dei lavori di Antonio Conte. Di mari mossi, approdi e altre incertezze, realizzato a Molfetta durante un'estemporanea di pittura, è il punto di partenza della sua riflessione, che comincia dal mare, cui l'acrilico è dedicato: “Come marinai, profeti ed eroi prima di me ho voluto mettermi lontano, su un pontile in mezzo al mare, ballavo con le onde, ballavo con l'orizzonte, ballavo anche da solo all'occorrenza che mai nessuno mi ha insegnato a ballare male. Tutto per guardare con occhio mosso la terra ferma, Molfetta, il Duomo e la capitaneria come non le avevo mai viste. Molfetta nel cuore, dipingere il mare con l'acqua di mare. Acqua salata, solo acqua salata intorno, tutto intorno e nient'altro da bere. Un sorso per favore, un sorso d'amore”.
Per arrivare a Gli ultimi sopravvissuti, in cui gli effetti tragici del cambiamento climatico trovano un simbolo nella familiare presenza degli scatoli di Amazon. Il consumismo, l'avidità, l'indifferenza verso le conseguenze dei singoli comportamenti si sommano fino ad avere un devastante impatto globale, simboleggiato da Lemmings – Forced to the new world in cui riecheggiano le scelte obbligate dei cosiddetti “migranti climatici”, ovvero di coloro che abbandonano le proprie case a causa dei disastri provocati dalla crisi climatica, come inondazioni, tempeste, cicloni, siccità e che, in accordo con quanto sostengono ActionAid e l'UNHCR sono destinati ad aumentare nei prossimi anni.
Le installazioni di Veronica Rastelli dialogano con i dipinti in mostra aprendo uno spiraglio di speranza, a partire dai materiali utilizzati. La sua ricerca l'ha condotta, partendo dal restauro dei tessuti, a sperimentare fibre naturali, sia antiche che nuove, con l'obiettivo di "prendere dalla natura e tornare alla natura".
Nei suoi lavori predilige la seta, perché è brillante e tenace, la lana perché è plasmabile e calda e facile da tingere con le tinture naturali, ma sperimenta ogni tipo di filato, scegliendolo per le sue caratteristiche intrinseche.
In Gun(a)é combina la parola Gunè, ovvero il termine greco che indica “il femminile” e quello sanscrito Guna, che indica l'energia che avvolge tutte le cose, per un'installazione che simboleggia la forza che accoglie e genera la vita. I molteplici fili intrecciati confluiscono in un unico filo che definisce la trama dell'esistenza, in un ciclo infinito che sta a noi proteggere. Ma nulla è facile o scontato: con Il futuro ha bisogno di sogni evidenzia che, per dare forza e forma al desiderio di cambiare, bisogna essere “impetuosi come il mare, liberi come il cielo”.
Il titolo della mostra riprende un noto slogan delle manifestazioni contro il Climate Change “There is no Planet B” e, in linea col filo conduttore della Giornata del Contemporaneo, che quest'anno è dedicata all’ecologia e alla sostenibilità, le opere ci parlano della necessità di salvaguardare l'ecosistema, ciascuno attraverso i propri mezzi e le proprie possibilità.
Ciro D'Alessio gioca su una dimensione locale e universale: in Regi Lagni i rifiuti sono l'ingombrante presenza che invade uno specchio d'acqua. Il titolo fa provocatoriamente riferimento all'ambiziosa opera di ingegneria idraulica, avviata in Campania durante il Viceregno e ampliata dai Borbone, per drenare le acque piovane e prevenire le alluvioni.
Sebbene la rete di canali dei Regi Lagni sia attualmente oggetto di un progetto di riqualificazione dell'architetto paesaggista tedesco Andreas Kipar, il suo stato di abbandono e di inquinamento è paradigmatico. La raffigurazione di D'Alessio è priva di riferimenti geografici dello specchio d'acqua rappresentato, che restituisce unicamente la sensazione del disastro ambientale causato dal passaggio umano.
Similmente, con Dissoluzione e Macerie, la dimensione dell'hic et nunc viene completamente abbandonata a favore di una sensazione di distruzione e abbandono: nei dipinti c'è un mondo in disfacimento, che ciascuno è chiamato a salvare.
L'acqua è protagonista anche dei lavori di Antonio Conte. Di mari mossi, approdi e altre incertezze, realizzato a Molfetta durante un'estemporanea di pittura, è il punto di partenza della sua riflessione, che comincia dal mare, cui l'acrilico è dedicato: “Come marinai, profeti ed eroi prima di me ho voluto mettermi lontano, su un pontile in mezzo al mare, ballavo con le onde, ballavo con l'orizzonte, ballavo anche da solo all'occorrenza che mai nessuno mi ha insegnato a ballare male. Tutto per guardare con occhio mosso la terra ferma, Molfetta, il Duomo e la capitaneria come non le avevo mai viste. Molfetta nel cuore, dipingere il mare con l'acqua di mare. Acqua salata, solo acqua salata intorno, tutto intorno e nient'altro da bere. Un sorso per favore, un sorso d'amore”.
Per arrivare a Gli ultimi sopravvissuti, in cui gli effetti tragici del cambiamento climatico trovano un simbolo nella familiare presenza degli scatoli di Amazon. Il consumismo, l'avidità, l'indifferenza verso le conseguenze dei singoli comportamenti si sommano fino ad avere un devastante impatto globale, simboleggiato da Lemmings – Forced to the new world in cui riecheggiano le scelte obbligate dei cosiddetti “migranti climatici”, ovvero di coloro che abbandonano le proprie case a causa dei disastri provocati dalla crisi climatica, come inondazioni, tempeste, cicloni, siccità e che, in accordo con quanto sostengono ActionAid e l'UNHCR sono destinati ad aumentare nei prossimi anni.
Le installazioni di Veronica Rastelli dialogano con i dipinti in mostra aprendo uno spiraglio di speranza, a partire dai materiali utilizzati. La sua ricerca l'ha condotta, partendo dal restauro dei tessuti, a sperimentare fibre naturali, sia antiche che nuove, con l'obiettivo di "prendere dalla natura e tornare alla natura".
Nei suoi lavori predilige la seta, perché è brillante e tenace, la lana perché è plasmabile e calda e facile da tingere con le tinture naturali, ma sperimenta ogni tipo di filato, scegliendolo per le sue caratteristiche intrinseche.
In Gun(a)é combina la parola Gunè, ovvero il termine greco che indica “il femminile” e quello sanscrito Guna, che indica l'energia che avvolge tutte le cose, per un'installazione che simboleggia la forza che accoglie e genera la vita. I molteplici fili intrecciati confluiscono in un unico filo che definisce la trama dell'esistenza, in un ciclo infinito che sta a noi proteggere. Ma nulla è facile o scontato: con Il futuro ha bisogno di sogni evidenzia che, per dare forza e forma al desiderio di cambiare, bisogna essere “impetuosi come il mare, liberi come il cielo”.
08
ottobre 2022
Planet A
08 ottobre 2022
arte contemporanea
Location
Studio di Antonio Conte
Napoli, Vico Santa Maria a Lanzati, 23, (NA)
Napoli, Vico Santa Maria a Lanzati, 23, (NA)
Orario di apertura
ore 11-22
Sito web
Autore
Curatore