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Plasma, dissoluzione e forma
In questa mostra ci sono linguaggi franchi e inoppugnabili, ci sono allusioni che parlano alla cultura o, all’opposto, alle viscere. Ci sono diaframmi poetici per velare il troppo certo e verità scoperte per allontanare la compagnia dei tentennamenti
Comunicato stampa
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Questa occasione d'incontro possiede una valenza, quella di presentare al pubblico di Roma gli artisti Cristina Arbunescu (Romania), Francesco Astiaso Garcia e Cristiano Quagliozzi. In questa mostra ci sono linguaggi franchi e inoppugnabili, ci sono allusioni che parlano alla cultura o, all'opposto, alle viscere. Ci sono diaframmi poetici per velare il troppo certo e verità scoperte per allontanare la compagnia dei tentennamenti.
L'esperienza artistica di Cristiano Quagliozzi ha da sempre individuato nel disegno la tecnica più idonea per comunicare il vigore e l'audacia creativa che lo accompagnano. Volto alla ricerca di una propria identità stilistica, nella serie di disegni a grafite realizzati su carta decide di incentrare il suo lavoro proprio sul confronto tra la propria identità e i maestri del passato
Il deciso e consapevole tratto segnico dell'artista fa emergere rappresentazioni dei celebri angeli del Bernini a partire dai particolari del volto, delle braccia, delle mani, delle croci e degli strumenti che sostengono. Immagini ieratiche, eterne ed immutabili, consacrate dall'immaginario ad emblemi della nostra cultura vengono esaltate da un minuzioso tratto descrittivo. Le stesse si ritrovano appena accennate e quasi suggerite da schizzi, grafismi e cancellazioni che interferiscono con l'immagine conferendo all'insieme un sapore e un contenuto altamente lirico.
L'indefinitezza dell'immagine è il frutto di una sperimentazione sempre in atto e di un impulso creativo che l'artista riesce sapientemente a controllare dando valore e significato ad ogni segno o cancellazione apparentemente casuale. (Francesca Pardini)
Autoritratti, ritratti, maschere, volti. Osservando la vasta e variegata produzione artistica di Francesco Garcia che spazia nella sperimentazione di ogni mezzo espressivo : dal disegno a carboncino, alla fotografia, all'uso del ready made con valenza concettuale, alle sculture in bronzo e cera dove l'informale cede il posto alla classicità della figura, non si può non essere colpiti infine dall'immagine di questi volti trasparenti quasi eterei che lasciano trasalire attraverso lo spazio, attraverso l'aria che li attraversa, la leggera pienezza della loro presenza. (Francesca Cascino)
Cristina Arburescu sembra essersi posta il problema della figurazione riallacciandosi agli anni Settanta, quando il sipario sembrava essersi chiuso sul tramonto dell'arte. Come in chi non ha spezzato il filo del discorso con le avanguardie, sembra consapevole che una figura deve superare un esame: quali carte ha per dimostrare che non è solo illustrazione, esercizio di pura tecnica, ma ha un aggancio inequivocabile con la realtà attuale? Credo che la risposta stia nella scelta di utilizzare un supporto di immagine oggettiva, meccanica, fotografica. Questo punto di partenza, quindi, è neutrale, non pretende di illudere nè di stupire con l'abilità tecnica; quello che conta è il modo di lavorare su questo dato di partenza. Lì si esercita la sensibilità (e l'eleganza) dell'artista, lì è il luogo dove hanno occasione di imprimersi anche emozioni. Fotografia e pittura sono fra loro distinte. Oggi la fotografia ha maggior successo presso le sedi più prestigiose di promozione dell'arte proprio per la sua imparzialità, la sua qualitàdi testimonianza di fatti e caratteri. Cristina Arburescu pare aver introdotto la sua mano all'interno del meccanismo fotografico per cercare di essere, allo stesso tempo, d'avanguardia e capace di comunicare emozioni. (Gianluca Tedaldi)
L'esperienza artistica di Cristiano Quagliozzi ha da sempre individuato nel disegno la tecnica più idonea per comunicare il vigore e l'audacia creativa che lo accompagnano. Volto alla ricerca di una propria identità stilistica, nella serie di disegni a grafite realizzati su carta decide di incentrare il suo lavoro proprio sul confronto tra la propria identità e i maestri del passato
Il deciso e consapevole tratto segnico dell'artista fa emergere rappresentazioni dei celebri angeli del Bernini a partire dai particolari del volto, delle braccia, delle mani, delle croci e degli strumenti che sostengono. Immagini ieratiche, eterne ed immutabili, consacrate dall'immaginario ad emblemi della nostra cultura vengono esaltate da un minuzioso tratto descrittivo. Le stesse si ritrovano appena accennate e quasi suggerite da schizzi, grafismi e cancellazioni che interferiscono con l'immagine conferendo all'insieme un sapore e un contenuto altamente lirico.
L'indefinitezza dell'immagine è il frutto di una sperimentazione sempre in atto e di un impulso creativo che l'artista riesce sapientemente a controllare dando valore e significato ad ogni segno o cancellazione apparentemente casuale. (Francesca Pardini)
Autoritratti, ritratti, maschere, volti. Osservando la vasta e variegata produzione artistica di Francesco Garcia che spazia nella sperimentazione di ogni mezzo espressivo : dal disegno a carboncino, alla fotografia, all'uso del ready made con valenza concettuale, alle sculture in bronzo e cera dove l'informale cede il posto alla classicità della figura, non si può non essere colpiti infine dall'immagine di questi volti trasparenti quasi eterei che lasciano trasalire attraverso lo spazio, attraverso l'aria che li attraversa, la leggera pienezza della loro presenza. (Francesca Cascino)
Cristina Arburescu sembra essersi posta il problema della figurazione riallacciandosi agli anni Settanta, quando il sipario sembrava essersi chiuso sul tramonto dell'arte. Come in chi non ha spezzato il filo del discorso con le avanguardie, sembra consapevole che una figura deve superare un esame: quali carte ha per dimostrare che non è solo illustrazione, esercizio di pura tecnica, ma ha un aggancio inequivocabile con la realtà attuale? Credo che la risposta stia nella scelta di utilizzare un supporto di immagine oggettiva, meccanica, fotografica. Questo punto di partenza, quindi, è neutrale, non pretende di illudere nè di stupire con l'abilità tecnica; quello che conta è il modo di lavorare su questo dato di partenza. Lì si esercita la sensibilità (e l'eleganza) dell'artista, lì è il luogo dove hanno occasione di imprimersi anche emozioni. Fotografia e pittura sono fra loro distinte. Oggi la fotografia ha maggior successo presso le sedi più prestigiose di promozione dell'arte proprio per la sua imparzialità, la sua qualitàdi testimonianza di fatti e caratteri. Cristina Arburescu pare aver introdotto la sua mano all'interno del meccanismo fotografico per cercare di essere, allo stesso tempo, d'avanguardia e capace di comunicare emozioni. (Gianluca Tedaldi)
24
settembre 2008
Plasma, dissoluzione e forma
Dal 24 settembre al 16 ottobre 2008
arte contemporanea
Location
BIBLIOTECA COMUNALE ELSA MORANTE
Roma, Via Adolfo Cozza, 7, (Roma)
Roma, Via Adolfo Cozza, 7, (Roma)
Orario di apertura
lun, mar, mer: 9-13 e 15-19, gio, ven: 9-19, sab 9-13
Vernissage
24 Settembre 2008, ore 17
Autore
Curatore