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Play Station. Arte, giochi e tecnica
Una mostra dedicata a arte, gioco e videogioco e alle dinamiche che da questi scaturiscono.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
A partire dal prossimo 25 aprile, Merano arte ospiterà nelle sue sale espositive una mostra
dedicata a arte, gioco e videogioco e alle dinamiche che da questi scaturiscono. La mostra
curata da Valerio Dehò e realizzata in collaborazione con Treviso Ricerca Arte, che ospiterà
la mostra il prossimo ottobre, presenta una selezione di nove artisti, che attraverso visioni
diverse analizzano le tematiche proposte. Una piccola parte della sezione verrà presentata a
pochi passi da Merano arte, presso la Galleria Erwin Seppi (www.erwinseppi.org), sita in
via Portici,75 a Merano.
Giocare è un’attività molto seria. Ma in questo non vi è alcuna contraddizione perché il gioco
è alla base dell’apprendimento. I bambini, come i cuccioli degli animali, imparano a vivere, a
difendersi e a collaborare, attraverso l’attività ludica. Questa è la prima esperienza possibile,
la prima educazione alla vita. Tutto viene simulato, anche l’aggressività e la lotta per la
sopravvivenza. Per questo saper giocare vuol dire aver raggiunto una maturità e
consapevolezza nell’affrontare le esperienze della vita adulta. Gli artisti che partecipano a
questa mostra usano il linguaggio del gioco in modi assolutamente diversi, ma ne
conservano il principio. Del resto i giochi sono molti diversi tra di loro e spesso è quasi
impossibile trovare delle dirette affinità. I giochi di carte sono molto diversi da quelli con la
palla e questi sono un’altra cosa rispetto ai giochi di ruolo. Il filosofo austriaco Ludwig
Wittgenstein, si è occupato a lungo di questi problemi e ha sottolineato come i giochi
abbiamo delle somiglianze, possiedono un family feeling, a gruppi piuttosto possedere
elementi universali. Non esiste una caratteristica comune e questa particolarità è condivisa
con le opere d’arte che non possiedono tutte un comune denominatore che le differenzi e le
caratterizzi come arte. Riconosciamo i giochi e le opere d’arte per “somiglianze di famiglia”.
La mostra indaga la pratica del gioco e non si sofferma sul giocattolo in sé. Dal mondo
meccanico al mondo elettronico gli artisti hanno realizzato delle opere che spaziano dalla
poesia alla follia di giochi naif in metallo riciclato come nel caso di Francesco Bocchini, alle
simulazioni e gli spiazzamento di Marco di Giovanni o alle metafore scientifiche di Tomas
Eller. Le opere di Chiara Lecca hanno qualcosa d’inquietante essendo dei giocattoli che
portano in sé il mondo contadino e le ambiguità sessuali. Josef Rainer non solo crea un
Lauben ^ Portici 163 39012 Merano ^ Italy
tel. +39 0473 21 26 43 ^ fax +39 0473 27 61 47
e-mail: info@kunstmeranoarte.org ^ www.kunstmeranoarte.org
Öffnungszeiten ^ Orari Dienstag bis Sonntag ^ Da martedì a domenica 11.00 – 19.00
mondo lillipuziano ma realizza dei televisori colorati ma non rassicuranti. Enrico T. De Paris
con i suoi “cromosomi” sempre più grandi e complessi mette insieme passato e futuro,
giocattoli low cost e tecnologia digitale. Thomas Feuerstein con un progetto site specific
rielabora un gioco sud tirolese invitando il pubblico alla partecipazione.
E anche l’interazione ha un ruolo particolare e necessario. I videogames sono molto simili
all’arte interattiva e viene spontaneo chiedersi se il giocatore debba essere considerato un
performer. Nei videogames c’è molto della performance artistica: innanzitutto chi gioca si
trova immediatamente sbalzato in uno spazio estraneo, che appare come “altro da sé”, uno
spazio della rappresentazione di cui virtualmente si entra a far parte dal momento in cui
s’inizia a giocare. Il videogame di Antonio Riello parte dallo sbarco dei clandestini sulle coste
pugliesi per creare una vera e propria guerra simulata. Così anche il giovane gruppo
austriaco degli ZugZwangZukunft modificano dei videogames tradizionali, come il celebre
ping pong, per adattare dei propri software con dei nuovi giochi di simulazione.
La mostra PLAY ► STATION è quindi un’occasione per grandi e ragazzi non solo di
affrontare la visione che hanno gli artisti del giocare, ma anche per divertirsi a scoprire una
nuova esperienza del mondo .
dedicata a arte, gioco e videogioco e alle dinamiche che da questi scaturiscono. La mostra
curata da Valerio Dehò e realizzata in collaborazione con Treviso Ricerca Arte, che ospiterà
la mostra il prossimo ottobre, presenta una selezione di nove artisti, che attraverso visioni
diverse analizzano le tematiche proposte. Una piccola parte della sezione verrà presentata a
pochi passi da Merano arte, presso la Galleria Erwin Seppi (www.erwinseppi.org), sita in
via Portici,75 a Merano.
Giocare è un’attività molto seria. Ma in questo non vi è alcuna contraddizione perché il gioco
è alla base dell’apprendimento. I bambini, come i cuccioli degli animali, imparano a vivere, a
difendersi e a collaborare, attraverso l’attività ludica. Questa è la prima esperienza possibile,
la prima educazione alla vita. Tutto viene simulato, anche l’aggressività e la lotta per la
sopravvivenza. Per questo saper giocare vuol dire aver raggiunto una maturità e
consapevolezza nell’affrontare le esperienze della vita adulta. Gli artisti che partecipano a
questa mostra usano il linguaggio del gioco in modi assolutamente diversi, ma ne
conservano il principio. Del resto i giochi sono molti diversi tra di loro e spesso è quasi
impossibile trovare delle dirette affinità. I giochi di carte sono molto diversi da quelli con la
palla e questi sono un’altra cosa rispetto ai giochi di ruolo. Il filosofo austriaco Ludwig
Wittgenstein, si è occupato a lungo di questi problemi e ha sottolineato come i giochi
abbiamo delle somiglianze, possiedono un family feeling, a gruppi piuttosto possedere
elementi universali. Non esiste una caratteristica comune e questa particolarità è condivisa
con le opere d’arte che non possiedono tutte un comune denominatore che le differenzi e le
caratterizzi come arte. Riconosciamo i giochi e le opere d’arte per “somiglianze di famiglia”.
La mostra indaga la pratica del gioco e non si sofferma sul giocattolo in sé. Dal mondo
meccanico al mondo elettronico gli artisti hanno realizzato delle opere che spaziano dalla
poesia alla follia di giochi naif in metallo riciclato come nel caso di Francesco Bocchini, alle
simulazioni e gli spiazzamento di Marco di Giovanni o alle metafore scientifiche di Tomas
Eller. Le opere di Chiara Lecca hanno qualcosa d’inquietante essendo dei giocattoli che
portano in sé il mondo contadino e le ambiguità sessuali. Josef Rainer non solo crea un
Lauben ^ Portici 163 39012 Merano ^ Italy
tel. +39 0473 21 26 43 ^ fax +39 0473 27 61 47
e-mail: info@kunstmeranoarte.org ^ www.kunstmeranoarte.org
Öffnungszeiten ^ Orari Dienstag bis Sonntag ^ Da martedì a domenica 11.00 – 19.00
mondo lillipuziano ma realizza dei televisori colorati ma non rassicuranti. Enrico T. De Paris
con i suoi “cromosomi” sempre più grandi e complessi mette insieme passato e futuro,
giocattoli low cost e tecnologia digitale. Thomas Feuerstein con un progetto site specific
rielabora un gioco sud tirolese invitando il pubblico alla partecipazione.
E anche l’interazione ha un ruolo particolare e necessario. I videogames sono molto simili
all’arte interattiva e viene spontaneo chiedersi se il giocatore debba essere considerato un
performer. Nei videogames c’è molto della performance artistica: innanzitutto chi gioca si
trova immediatamente sbalzato in uno spazio estraneo, che appare come “altro da sé”, uno
spazio della rappresentazione di cui virtualmente si entra a far parte dal momento in cui
s’inizia a giocare. Il videogame di Antonio Riello parte dallo sbarco dei clandestini sulle coste
pugliesi per creare una vera e propria guerra simulata. Così anche il giovane gruppo
austriaco degli ZugZwangZukunft modificano dei videogames tradizionali, come il celebre
ping pong, per adattare dei propri software con dei nuovi giochi di simulazione.
La mostra PLAY ► STATION è quindi un’occasione per grandi e ragazzi non solo di
affrontare la visione che hanno gli artisti del giocare, ma anche per divertirsi a scoprire una
nuova esperienza del mondo .
24
aprile 2009
Play Station. Arte, giochi e tecnica
Dal 24 aprile al 21 giugno 2009
arte contemporanea
Location
KUNST MERAN/O ARTE
Merano, Via Portici, 163, (Bolzano)
Merano, Via Portici, 163, (Bolzano)
Biglietti
intero € 4,50; ridotto € 3
Orario di apertura
da martedì a domenica 10-18
Vernissage
24 Aprile 2009, ore 19.30
Editore
DAMIANI
Autore
Curatore