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Plaza 2009 Oltre il Limite
Milano museo a cielo aperto: l’arte contemporanea
per il XX anniversario della caduta del muro di Berlino. In un originale percorso espositivo nel centro storico di Milano, l’arte contemporanea diventa protagonista.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il Corpo Consolare di Milano e della Lombardia
con il patrocinio di
Comune di Milano – Assessorato alla Cultura
Provincia di Milano
Regione Lombardia
Presidenza del Consiglio
Ministro per le Politiche Europee
Partner
Gruppo FNM
in collaborazione con
Kallias – Centro Studi e Ricerca sulle Arti e la Comunicazione
A.I.S.E. – Associazione Italiana Studiosi di Estetica
presenta
PLAZA: OLTRE IL LIMITE 1989-2009
Milano museo a cielo aperto: l’arte contemporanea
per il XX Anniversario della caduta del muro di Berlino
Da lunedì 9 a domenica 22 novembre, in un originale percorso espositivo nel centro storico di Milano, l’arte contemporanea diventa protagonista di una manifestazione che trasforma la città in una esposizione collettiva e in un laboratorio creativo “a cielo aperto”: sculture, installazioni e opere di video arte ispirate al XX Anniversario della caduta del muro di Berlino. Un evento culturale promosso dal Corpo Consolare di Milano e della Lombardia, che guarda all’arte come un’occasione comunitaria per condividere, oltre ogni confine, i valori della libertà, del dialogo e dell’alleanza tra i popoli.
Il tuo browser potrebbe non supportare la visualizzazione di questa immagine. Milano, ottobre 2009 – Da lunedì 9 a domenica 22 novembre 2009 Milano capitale del contemporaneo celebra il ventesimo anniversario della caduta del muro di Berlino: Piazza Fontana, Piazza della Scala, Via Larga, Via Dante, Piazza San Babila, Corso Vittorio Emanuele, Galleria del Corso, Palazzo Reale, Piazza Cadorna, Piazza Duca D’Aosta, Piazza Castello si trasformano in un grande museo a cielo aperto per ospitare opere d’arte contemporanea, tra sculture, installazioni, Video Art e percorsi espositivi fotografici che parlano di muri e frontiere superate, di incontri e incomunicabilità, di unione e solitudine, di libertà e alleanza tra i popoli. Ognuna con un lessico originale, complesso e articolato, a volte impertinente e pungente, a volte riflessivo e concettuale.
Promosso e patrocinato dal Corpo Consolare di Milano e Lombardia, Plaza è un evento d’arte ‘open air’, ma soprattutto è un’occasione comunitaria per condividere, oltre tutti i confini, i valori della libertà e del dialogo tra i popoli. Milano che, dopo New York, vanta la più numerosa presenza di rappresentanze consolari al mondo – circa cento consolati stranieri - diventa per l’anniversario della caduta del Muro, luogo ‘per eccellenza’ di incontro, aggregazione e confronto tra le genti, oltre ogni frontiera.
“Sono felice che grazie agli ottimi rapporti con l’Assessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory e dalla stretta collaborazione tra il Comune di Milano e il Corpo Consolare della Città e della Regione - dichiara l’ambasciatore Gustavo A.Moreno, Decano del Corpo Consolare di Milano e Lombardia - possano nascere eventi come Plaza, in grado di coinvolgere la cittadinanza attraverso le più diverse manifestazioni culturali valorizzando i comuni sentimenti di libertà e pace”.
La prima edizione di Plaza, dedicata al XX Anniversario della caduta del Muro, si ispira in tal senso al suo straordinario significato simbolico per la costituzione di una unità internazionale, fondata sulla libertà, il dialogo e la cooperazione tra i popoli contro ogni forma di intolleranza ed oppressione. Ma anche al suo valore simbolico per il rispetto della dignità umana, dell’unione e comunicazione fra gli individui. Il tema, tra i più attuali e importanti nello scenario internazionale, vede nell’arte contemporanea il mezzo di espressione più libero e trasversale per interpretarlo, nella sensibilità umana.
‘Non esistono solo i muri di cemento e di mattoni’, recita una delle opere del percorso espositivo. I muri di Plaza si trasformano e diventano “prati, verdi come la nascita”, “pali attorcigliati da centinaia di bandiere delle più diverse nazioni”, “suoni e voci che parlano di tutte le piazze del mondo”, “frecce che travalicano come la forza della libertà” e “strade che comunicano”. Muri come matasse che si intrecciano di linguaggi e idiomi diversi. Muri come le scritte anonime di amore e odio che tutti i giorni si leggono sulle pareti della città. Muri di gomma, di silenzio e di incomunicabilità. Muri che si sciolgono e non ci sono più ed è l’acqua che scorre.
Con il supporto e l’autorevolezza della cooperazione internazionale, l’esposizione collettiva ‘open air’ è nata da un processo di selezione delle opere e degli artisti, affermati o emergenti nel vasto panorama dell’arte contemporanea. E si è svolta con il coinvolgimento di operatori, critici ed organizzatori del sistema arte contemporanea, in sinergia con gallerie d’arte nazionali e istituzioni formative cittadine. Un laboratorio artistico a cielo aperto che può contribuire a fare emergere un’attenzione condivisa e una voce disponibile nel confronto con gli altri, sia singoli individui che nazioni e popoli. Al termine della manifestazione verrà pubblicato un catalogo – Vanillaedizioni – con le immagini di tutte le opere ambientate in città.
Da un progetto ideato da Beatrice Mosca e Giancarlo Lacchin
Con la consulenza organizzativa di Sergio Radici
e la consulenza curatoriale di Leonardo Conti
Il Percorso espositivo
Sculture e installazioni ‘Open air’
In Piazza San Babila Alberto Biasi espone Fendente, una scultura in corten con una fascia di lamelle in torsione al centro che creano un ponte visivo tra le due parti dell’opera e provocano un effetto di mutevolezza percettiva: è il fendere, il passare al di là, oltre il limite dell'ultimo orizzonte visibile. Spezzerò le ali del destino di Bruno Pedrosa invece illustra il concetto di solido-diafano con un muro-non muro che lascia vedere, che non ha confini definiti e netti; un muro senza pareti vere e proprie, ma in grado comunque di ostacolare e fermare.
Tra le tappe del percorso espositivo che attraversa il centro della città, in Piazza della Scala, Federica Marangoni presenta una parete di vetro infranto in una cascata di rubini che evoca l’atto di liberazione e la fragilità del muro, sul quale campeggia la scritta luminosa “No More”; Angiola Tremonti con Ora costruiamo insieme la vita propone un muro di corten che si trasforma in prato e sostiene la maternità, simbolo di libertà, vita e pensiero.
In Piazza Fontana il SitArt Group allestisce un Site Specific Work in cui emergono il Muro di Gomma del Gruppo Anomala nel quale un monumentale bersaglio è posto di fronte a una fionda, evocazione di quanto un muro di gomma sia, nonostante le apparenze, più resistente del cemento armato; Intrecci di Angelo Caruso, una colonna strutturata con le bandiere intrecciate di tutti i paesi del mondo, un vero elemento architettonico passe-partout che non ferma, non blocca, ma apre e fa scoprire; Doppio Singolo, opera di Ruggero Maggi nella quale un letto matrimoniale è diviso da un muro di mattoni che evoca l'annullarsi degli affetti e dei legami fra le persone; Memoirs of a place di Carlo Dulla è la suggestiva installazione sonora, muro invisibile ma ben percettibile, attraverso la quale possono udirsi voci che parlano di tutte le piazze del mondo; un’opera dadaista, frutto di un gioco sulle assonanze di parole è quella di Mme Duplok con Ricordo del Mulo di Bellino: l’immagine di un mulo ritratto vent’anni fa in un prato di Bellino, paese della val Varaita al confine tra Francia e Italia.
In Via Dante Stefano Soddu presenta Caduta a Berlino 2009: un muro monumentale di legno rosso e di ferro nero, nel quale una fessura permette il passaggio della luce in contrapposizione al vermiglio denso e opaco della ferita causata dall’oppressione e dalla privazione di libertà. Marco Querin con Make love not walls presenta un muro di cemento sinuoso e difficile da aggirare. Lo scorrere orizzontale delle linee del tempo porta ad un nuovo inizio che evoca l’anno 1989.
In Galleria del Corso il Milan Art Center Artist Group presenta l’installazione site-specific collettiva Prima o poi ogni muro cade: opere d'arte mobili sviluppate in orizzontale come frammenti di un muro caduto dalle cui macerie, attraverso l’arte, si può ricostruire.
In Corso Vittorio Emanuele Paolo Conti scocca la sua Freccia della libertà attraverso una lastra di corten. L’inclinazione della lastra è tale da produrre una sensazione dinamica opposta, come di balestra caricata, pronta a lanciare il dardo; in una simile opposizione di forze, la freccia, metafora anche dell’arte, piega e oltrepassa la resistenza del “muro”. Adolfo Lugli edifica Muro di Berlino, un grande muro che crolla e rinasce contemporaneamente, una metafora degli avvenimenti in corso in tanti luoghi del mondo ancora oggi. Sul lato sinistro interventi di smantellamento e distruzione e, sul lato destro, la sua ricostruzione funzionale. Al centro uno stretto varco permette un difficoltoso attraversamento, simbolicamente illuminato dalla luce.
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Rudy Pulcinelli espone (S)confinare, due monoliti che, osservati da lontano, appaiono come un muro, mentre man
mano che ci si avvicina diventano sempre più leggibili e dal loro interno lasciano sgorgare simboli e grafemi, pronti ad aggregarsi in nuovi contenuti. Mariano Pieroni e Alberto Cropelli presentano La natura oltre il muro, opera che concilia il tema della libertà a quello dell’ecologia. Uno squarcio nel muro di polistirolo pieno permette infatti il passaggio dei Plasticoni ecologici, animali selvatici interamente realizzati con materiali buttati da vacanzieri in boschi, montagne e prati.
In Piazza Castello Matteo Pugliese erige Die Mauer attraverso Berlino. Un uomo-scultura di bronzo attraversa un monumentale muro di mattoni; la materia non può arginare l’aspirazione dell’uomo alla libertà. In Piazza Duca D’Aosta Abbattere per ri-costruire di Francesco Lussana rappresenta un muro di cemento che sta per essere distrutto da una gigantesca gru. La gru diviene simbolo di un moderno guardiano delle libertà.
Boutique MB Spot
Video Art Project
Dall’incontro visuale tra la città di Milano e quella di Berlino nasce un luogo di relazione chiamato MIBE. Cade il velo che separa le due realtà e si rendono così disponibili nuove esistenze. E’ Folk in MIBE il project video dell’artista Ansel Mansel, ospitato nella Boutique MB Spot in Galleria Vittorio Emanuele.
Progetto Berlinoventi
Il progetto Berlinoventi dell’artista Marcello De Angelis è composto da 20 mattoni che rappresentano i 20 anni dalla caduta del muro. Ogni mattone ha sulla sua superficie 20 fori, di cui 9 passanti e 11 ciechi a rappresentare la data in cui il muro è caduto: il 9 novembre (9/11). Ogni mattone ha impresso sulla superficie forata un’immagine in bianco e nero. Le immagini spaziano dal 13 agosto 1961 (data della sua costruzione) al 9 novembre 1989 (anno della sua caduta) con l’esclusione per un unico mattone intitolato Frontiera, che rappresenta invece una foto di Ralph Crane del 1953 (fotografo del Times), in cui una recinzione separa due gruppi di amici. Sui mattoni sono impresse immagini come quella di Willy Brandt: Premio Nobel per la pace e sindaco di Berlino dal 57 al 66 o come quella di Robert Kennedy (segretario di giustizia degli USA) in visita a Berlino il 23 febbraio del 1962. In Ich bin ein Berliner è invece raffigurata la visita del presidente JFK il 26 giugno del 1963, in Kiss il bacio tra Erich Honecker e Leonid Brezenev dipinto sul muro. Altri mattoni riproducono immagini di fotografi famosi come Henri Cartier Bresson o Dan Budnik.
Jump è forse l’immagine più significativa in cui è raffigurato Conrad Schumann, giovane soldato diciannovenne che il 15 agosto 1961 disertò saltando il filo spinato alla ricerca di libertà. In seguito dichiarò: “Solo dal 9 novembre 1989 mi sono sentito realmente libero”. Nel 1990 quando poté tornare a ritrovare i famigliari, scoprì che in molti non avevano mai perdonato il suo gesto. Il 20 giugno 1998, morì suicida, con un cappio attorno al collo nel frutteto dietro casa, senza lasciare alcun messaggio: “Sono ancora orgoglioso di quello che ho fatto, non c’era altra possibilità anche se ho corso un grande pericolo e ho tagliato ogni ponte col mio passato: ho perso la famiglia, gli amici, il lavoro, tutto.”
NABA - Nuova Accademia Belle Arti Milano
Photography Exhibition
Presso la NABA di via Darwin - Nuova Accademia di Belle Arti Milano - una mostra fotografica inedita sull’ultimo muro ancora esistente in Europa che divide una capitale ed uno stato: Cipro e la sua capitale Nicosia. “The Last Wall” di Carlo Bevilacqua, fotografo e regista, e installazione multimediale con slide show a cura del Laboratorio Scenografia NABA. Testi di Fabio Mario Santopietro, Saverio Paffumi, Alessandro Guerriero, Denis Curti. Curata da Stefania Vaccari e Carlo Bevilacqua.
Video Art e Installazioni
Sempre negli spazi della Nuova Accademia di Belle Arti sono allestiti i progetti degli studenti del Biennio Specialistico in Arti Visive e Studi Curatoriali dedicati al XX Anniversario della caduta del muro di Berlino.
Scheda Tecnica
Il percorso espositivo
Piazza della Scala
Angiola Tremonti
Ora costruiamo insieme la vita
Acciaio corten cm 400X300, tappeto erboso che si srotola per m 15
Sponsor tecnici Apar, Limonta www.limontasport.com, La Nuova Edilponteggi Snc Di Giaffreda Vito & C. – Monza
Non si è mai visto un muro che diventa un prato. Eccolo, come un tappeto volante fantastico si stende nelle vie della città, superamento di ostacoli, supporto alla maternità che è nascita e continuità, continuità di vita ma anche di pensiero e quindi di libertà.
Federica Marangoni
No More
Vetro stratificato, neon rosso, rottame di vetro rosso, cm 300Xh270
Courtesy Studio AS – Milano
La luce rischiara, filtra, si diffonde, sbreccia, scrive. Non c'è violenza in quest'opera perché anche l'atto di liberazione è una delle forme dell'illuminazione, della conoscenza, della comprensione. Ciò che divise, divide o potrà dividere, ogni muro, si mostra nella sua fragilità di vetro traslucido e già si sgretola in una rossa cascata di rubini luminosi. Anche la scritta "No more" si erge ieratica e luminosa sul magma indifferenziato delle quotidiane scritte murali metropolitane. C'è qualcosa in noi che trattiene questo muro e questa scritta, aggrappati l'uno all'altra sulla franata del tempo: è quella luce che ormai rischiara anche la nostra consapevolezza.
Piazza Fontana
Gruppo Anomala
Muro di gomma
Parallelepipedo di gomma piuma con disco-bersaglio, cm 700X150Xh250
Courtesy SitArt – Milano
La resistenza opposta ai Muri di Gomma di chi invoca senza requie la verità è il lavoro del sodalizio artistico Anomala, che ha realizzato un monolite in gommapiuma provvisto di bersaglio in direzione del quale è posizionata una grande fionda: il muro di gomma, forse più resistente del cemento armato e più pesante delle tonnellate di ideologia e omertà che hanno gravato e gravano sul mondo.
Mihailo Beli Karanovic
Blacklight #2
150 piccioni-sculture fatti di spazzatura mista, corda e filo di ferro; dimensioni di piccione naturale
Courtesy SitArt – Milano
“Blacklight #2” è una installazione di 150 piccioni/sculture di spazzatura mista, corda e fil di ferro, accompagnati alle relative scatole di imballaggio. L’operazione di recupero di rifiuti, travestiti da piccioni (vituperati e grigi uccelli di città), riflette sulla presenza tra noi, incombente e quasi clandestina, di quel muro di indifferenza che non cessiamo di erigere tra uomo e natura, ogni volta che ci disfiamo di ciò che crediamo già consumato ma che non cessa di inquinarci.
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Angelo Caruso
Intrecci
Stoffa, legno, ferro, cm 30Xh500, base in acciaio cm 100X100
Courtesy SitArt – Milano
“Intrecci” è un’opera fatta di bandiere attorcigliate: centinaia di bandiere di tutto il mondo abbracciate, indistinguibili l’una con l’altra. In una sorta di babele cromatica, una colonna si erge, un pilastro danzante su cui ogni colore issato richiama tutti gli altri, e finalmente, come d’incanto, si può cominciare a comprendersi.
Ruggero Maggi
Doppio Singolo
Tecnica mista, cm 200X180
Courtesy SitArt – Milano
Decontestualizzazione di una camera d’albergo dalla doppia valenza: l’annullarsi degli affetti e lo scioglimento improvviso e assurdo del vincolo solidale fra persone care, proiezione degli allontanamenti reali che furono effetto dell’edificazione del Muro. Ma anche raffigurazione simbolica di esistenze opponibili e non inclusive gravate dall’assordante silenzio dell’incomunicabilità fra ragioni inconciliabili.
Domenico Olmedi
A proposito della Libertà: si può toccare… va trattata con cura(!)
Tecnica mista, cm 220X39Xh275
Courtesy SitArt – Milano
La libertà è fragile e si preserva con una sorta di presidio democratico permanente, non per forza composto di tavoli, sedie e megafono, questo sembra dire l’installazione sonora, scultura che una volta percossa produce suoni armonici, a completarne il concetto occasionando nell’osservatore la suggestione dell’eco della libertà.
Carlo Dulla
Memoirs of a place
Tecnica mista, 6 tubi da cm 250 cad. tutti collegati alla base. All'interno dei tubi ci sarà un lettore audio che emetterà il suono
Courtesy SitArt – Milano
Nell'installazione sonora si ascoltano le voci delle Piazze del mondo, i desaparecidos argentini, le madri di Piazza Tiananmen, i cittadini all'interno della Banca dell'Agricoltura di Piazza Fontana e i berlinesi del settore occidentale che gridavano i nomi di amici e parenti di là dal Muro. L’intento è quello di raccogliere le testimonianze di queste Piazze che hanno vissuto eventi drammatici e storici che hanno cambiato il nostro modo di vivere o addirittura il mondo.
Mme Duplok
Ricordo del Mulo di Bellino
Manifesto cartaceo, cm 300X200
Courtesy SitArt – Milano
Il paese di Bellino si trova in val Varaita proprio al confine tra Francia e Italia, ha 156 abitanti e il messo comunale Bernardo Martin afferma che i muli a Bellino sono un ricordo da almeno venti anni. I Mme Duplok giocano con il Dadaismo e il surreale Ricordo del mulo di Bellino coniugando il divertissement linguistico con la verità dada.
Enrico Cazzaniga
Wall Street
Mattoni in asfalto, cm 700X350
Courtesy SitArt – Milano
La strada è simbolo di comunicazione, di collegamento, di libertà. Ponendola verticalmente, oltre che ostacolo innaturale, diviene l’esatto contrario nella valenza e nell’utilizzo. Il muro verrà innalzato trasversalmente ad una “strada-sentiero”, creatasi “naturalmente” dal continuo calpestio di uno spazio verde quale scorciatoia di un percorso leggermente più lungo. Vorrei inoltre intervenire sulla strada adiacente l’aiuola con una doppia fila di ciottoli che, come a Berlino Est, ricorda il percorso che il muro seguiva. L’intento è quello di rendere questa traccia permanente – proprio come a Berlino Est - per ricordare ciò che è esistito.
Corso Vittorio Emanuele
Gianfranco Meggiato
Totem, bronzo, cm 30X30Xh260
Sfera con Sfera, bronzo, diametro cm 120
Courtesy Meggiato Art Gallery - Venezia, St. Moritz
Oltre i limiti esteriori. Le sue opere scultoree si distinguono per il contrasto tra la forma geometrica pura (statico punto d’inizio) e la libertà e il disordine dei reticoli e dei grovigli interni.
Rudy Pulcinelli
(S)confinare
Cemento, bronzo e acciaio, cm 400Xh600
Courtesy Eleonora d’Andrea Contemporanea – Prato
Due monoliti che, osservati da lontano, appaiono come un muro mentre man mano che ci si avvicina diventano sempre più leggibili e dal loro interno lasciano sgorgare simboli e grafemi. Un grande libro, simbolo del libero fluire delle idee. Dalla molteplicità dei linguaggi e degli idiomi scaturisce quella forza impetuosa e travolgente in grado di divellere i “muri” dell’isolamento.
Paolo Conti
La freccia della libertà
Acciaio corten e acciaio inox cm 240X270Xh300
Courtesy PoliArt – Milano
Sponsor Tecnico Rösler
Si ringrazia l’Ing. Alessandro Giussani
Nella “Freccia della libertà” il muro è rappresentato metaforicamente da una lastra in corten, inclinata e trapassata dalla forza della libertà, una piramide a base quadrata in acciaio inox. L’inclinazione della lastra è tale da produrre una sensazione dinamica opposta, come di balestra caricata, pronta a lanciare il dardo. In una simile opposizione
di forze, ha la meglio la freccia (metafora anche dell’arte) che piega e oltrepassa la resistenza del “muro”.
Mariano Pieroni e Alberto Cropelli
La natura oltre il muro
Muro in polistirolo cm 100X0,50Xh300, animali in plastica di varie dimensioni
Courtesy Crono Arte Contemporanea – Brescia
Opera che concilia il tema della libertà a quello dell’ecologia. Uno squarcio nel muro di polistirolo pieno permette infatti il passaggio dei Plasticoni ecologici, animali selvatici interamente realizzati con materiali buttati da vacanzieri in boschi, montagne e prati.
Adolfo Lugli
Il muro di Berlino
10 blocchi di pietra serena all’interno dei quali sono inseriti dei tubi al neon, circa cm 530X80Xh250
Courtesy Colossi Arte Contemporanea – Brescia
Sponsor Tecnici La Borghigiana Srl, Publieuropa Srl Carpineon
Un simbolico muro che presenta sul lato sinistro interventi di smantellamento e distruzione e, contemporaneamente, sul lato destro, la sua ricostruzione funzionale. Al centro una stretta apertura permette un difficoltoso attraversamento, simbolicamente illuminato dalla luce. Un grande muro che crolla e rinasce contemporaneamente, una metafora degli avvenimenti in corso in tanti luoghi del mondo ancora oggi. Un muro che si sposta, ma resta stabile nella mente degli uomini di ogni razza e cultura, un muro simbolicamente universale.
Gioni David Parra
Erinni - Infranta Kore
Bronzo, cm 200X200
Courtesy Eleonora d’Andrea Contemporanea – Prato
Questa piccola sfera bronzea, immagine perfetta dell’Unità primigenia e finale, in cui ogni cosa trova inizio e fine, è là ad indicarci che tutto è destinato a ritornare all’energia principale che l’ha generato, riunendosi alla perfezione assoluta. La lettura finale di questa articolata installazione sarà allora un auspicio e una speranza di una riunificazione con l’Assoluto, con il Trascendente, con il Principio Primo che ha dato origine a tutta la creazione.
Piazza San Babila
Alberto Biasi
Fendente
Acciaio corten, cm 120X40Xh200
Courtesy PoliArt – Milano
Nel suo essere “fendente” la scultura diviene un solido in divenire, quasi fosse lo sguardo ad affilarlo, ad appuntirlo, uno sguardo che si trova infine ad essere attraversato attraversando. Fendere lo sguardo, passare di là, oltre il limite dell’ultimo orizzonte visibile.
Bruno Pedrosa
Spezzerò le ali del destino
Pietra vicentina bianca (cm 50X50), scultura in metallo rosso (massima altezza cm 300)
Courtesy Eleonora d’Andrea Contemporanea – Prato
Dal basso verso l’alto un nodoso viluppo di metallo rosso ruggente, un’intricata ragnatela di asticelle voluminose che, apparentemente incerte, affondano le radici nella base di ferro, fuggendo in corsa, l’una via l’altra, fino alla sommità della cima. Un’energia incontenibile, viscerale, si fa strada sgorgando dalla terra, incanalandosi, composta, nel basamento per poi prendere quota e gettarsi in corsa verso l’alto. Infine, esausta, si aggroviglia, tormentata, verso l’altezza massima, bruciando le ali della vittoria e oltrepassando il confine.
Galleria del Corso
Ruggero Maggi - Milan Art Center Artist Group
Prima o poi ogni muro cade
Tecnica mista, 1 mq cad.
Courtesy Milan Art Center Artist Group– Milano
Una città tagliata in due da un muro insuperabile che ha diviso per 28 anni, dal 1961 al 1989, le famiglie e ha tagliato la strada tra casa e posto di lavoro, scuola ed università: il simbolo più crudele della Guerra Fredda.
Una frase scritta proprio su quel muro di Berlino diventa l'emblema dell'installazione site-specific collettiva. “Prima o poi ogni muro cade”: un’asserzione che in sé circoscrive una speranza, un’azione diretta, un’immagine che si frantuma e disperde i propri frammenti a terra, ma che sottintende anche un’azione intima ed introspettiva che ogni individuo dovrebbe affrontare per demolire al proprio interno quelle sottili pareti che, inesorabilmente, si elevano.
Artisti: Donatella Baruzzi, Luisa Bergamini, Anna Boschi, Nirvana Bussadori, Maria Caboni, Angelo Caruso, F.Romana Corradini, Teo De Palma, Gianni De Tora, Marcello Diotallevi, Roberto Franzoni, Bruno Freddi, Fabrizio Galli, Salvatore Giunta, Isa Gorini, Claudio Grandinetti, Franca Lanni, Live Art, Fabrizio Martinelli, Gianni Marussi, Rita Mele, Franco Montemagno, Clara Paci, Giorgio Pahor, Armando Pelliccioni, Giovanna Pesenti, Renata Petti, Tiziana Priori, Claudio Rotta Loria, Jeannette Rütsche, Eugenia Serafini, Elena Sevi, Micaela Tornaghi.
Via Dante
Stefano Soddu
Caduta a Berlino 2009
Legno e ferro, cm 300X180X50
Courtesy Scoglio di Quarto – Milano
Alla base Rosso come il sangue
Rosso come una bandiera
Rosso come il tramonto
Al di sopra Ferro come Ia cortina
Ferro come invalicabilità
Ferro come arma
E inoltre Taglio come apertura Taglio
come spaccatura
Taglio come porta che si apre alla
speranza
Annamaria Gelmi
Oltre il reale
Tecnica mista, cm 200X200X200
Courtesy Scoglio di Quarto – Milano
Ogni reclusione delimita un non-luogo, che sovverte la realtà, non la risolve. Come la morte per la vita. Anche un fiore in gabbia non è più un fiore. Fare svanire ogni gabbia sarà come trovarsi in un prato fiorito.
Alessandro Dotti
From east to west
cm 600Xh400
Ad “est” del muro, l’intonaco scrostato di una parete urbana è il soggetto dello scatto fotografico.
Ad “ovest” del muro, l’artista porta alla luce, attraverso il medium della pittura digitale, un soggetto antropomorfo che, in bilico tra corsa e volo, pare voler evadere dai limiti della tela per proiettarsi verso il mondo esterno. L’opera evoca il passaggio dall’est all’ovest del Muro di Berlino ma tende anche a nobilitare e redimere il paesaggio urbano attraverso la rappresentazione della metamorfosi di muri che, attraverso l’occhio visionario dell’artista, diventano protagonisti viventi di un suggestivo e poetico microcosmo figurativo.
Marco Querin
Make love not walls
Cemento modellato e fili, cm 150Xh300
Courtesy Studiò di Giovanna Simonetta – Milano
J&G Art - Milano
Questo muro eretto non divide ed è facile da aggirare. La sua fluidità è dolcemente curva e lo scorrere orizzontale delle linee del tempo porta ad un nuovo inizio, il 1989. A Berlino, invece, c’era un muro canonico, dritto, rigido e limitante. Gli uomini e le donne di Berlino, armati di pensiero, l’hanno fatto cadere nel passato, un passato di vent’anni.
Piazza Cadorna
Marilù Cattaneo
Il muro di Berlino
Acciaio, altezza cm 300
Courtesy Scoglio di Quarto – Milano
Il filo di ferro si è spaccato
Si scorgono le stelle
La luna e il sole
La vita cambia nella libertà di sognare e
operare
Nella speranza di una vita nuova
Piazza Castello
Matteo Pugliese
Die Mauer attraverso Berlino
Mattoni, cemento, bronzo e acciaio, cm 400Xh600
Courtesy Imago Art Gallery - Londra
L’uomo attraversa il muro, come se la materia non potesse arginare la sua forza di libertà, che si manifesta senza rotture violente, ma naturalmente, come attraversando un velario che separa la notte e il giorno. Il volto, le braccia, le gambe, appaiono per primi, di là del muro, attivando un’energia contagiosa: l’energia della libertà da ogni forma di sudditanza.
Piazza Duca D’Aosta
Francesco Lussana
Abbattere per ri-costruire
Muro di legno trattato con materiale di rivestimento di tipo cementizio, cm 200Xh250
Courtesy Elleni Galleria d’Arte – Bergamo
Sponsor Tecnici Despe, Impresa Max
...Un moderno guardiano delle libertà (gru) che, di fronte al Male-fatto (muro di cemento), osserva, capisce e quindi ferisce. Distruggere per ri-costruire
Maryline JM-W
Piazza Duomo 12 c/o Palazzo Reale
Dario Milana DTAO
“Freedom” DTAO
200 sacchi che formano un muro m 22X2,20Xh5,50 e Kkann (acqua) che lo attraversa m 25X4
Courtesy DTAO
Sponsor Tecnici Graphos, Ordo, Remmert, Mea, Bodega, Atlantis, Nolostand, Cantoni
L’abbattimento del muro è il gesto che racchiude l’opera “Freedom “ di Dario Milana - DTao. La storia muta il corso degli eventi e l’artista conferisce ad una simbolica inconsistenza materica le fattezze di un muro come simbolo dell’incomunicabilità, del disagio, della diversità. DTao realizza l’opera e chiama altri a distruggerla come condivisione del gesto artistico in un processo di umanizzazione dell’arte. L’elemento dell’acqua, fondamentale nella concezione filosofica dell’artista che come un contemporaneo Talete identifica in essa l’origine e il fine delle cose, qui prende la forma del fiume che deborda dai suoi argini e rompe gli schemi precostituiti per disegnare nuove mappe e territori di relazione.
Via Vivaio 1 c/o Palazzo Isimbardi Provincia di Milano
Gianfranco Meggiato
Doppio Totem
Bronzo, cm 30X30Xh300
Courtesy Meggiato Art Gallery - Venezia, St. Moritz
Oltre i limiti esteriori. Le sue opere scultoree si distinguono per il contrasto tra la forma geometrica pura (statico punto d’inizio) e la libertà e il disordine dei reticoli e dei grovigli interni.
Galleria Vittorio Emanuele c/o Boutique MB Spot
Marcello De Angelis
Berlinoventi
20 mattoni, cm 130Xh160
Courtesy PoliArt – Milano
Berlinoventi è composto da venti mattoni che rappresentano i 20 anni dalla caduta del muro. Ogni mattone ha sulla sua superficie 20 fori, di cui 9 passanti e 11 ciechi a rappresentare la data in cui il muro è caduto: il 9 novembre (9/11). Le immagini spaziano dal 13 agosto 1961 (data della sua costruzione) al 9 novembre 1989 (anno della sua caduta) con l’esclusione per un unico mattone intitolato Frontiera, che rappresenta invece una foto di Ralph Crane del 1953 (fotografo del Times), in cui una recinzione separa due gruppi di amici.
Ansel Mansel
Folk in MIBE (MilanoBerlino ndr)
Video-proiezione
Raccordando per frammenti, la narrazione del passato, alla costruzione di macchine per immagini, si aprono accessi a nuove realtà che sostituiscono la nozione di “luogo temporale” con quella di “relazione”, come nuova dinamica da abitare. Le narrazioni si mescolano alle realtà evocate e a chi può vedere e sentire adesso, guardando ciò che resta in lui del muro, che non ha smesso di erigere per abbatterlo improvvisamente, come se farlo fosse uscire di sé, dal video, gioiosamente alla vita.
Via Darwin 20 c/o NABA – Nuova Accademia Belle Arti Milano
Carlo Bevilacqua
The Last Wall
Mostra fotografica e installazione multimediale con slideshow
Sponsor tecnici TRE60, XTV
Giorgio Massoni
Unbetitelt
Video-installazione interattiva
Gianmaria Zanda
Sammer und Thom
Video-installazione
Dario Leone
Brüder-Duell
Lastra in cemento incisione
Il Corpo Consolare di Milano e della Lombardia
Milano, dopo New York, vanta la più numerosa presenza di rappresentanze consolari al mondo, la cui attività è da sempre strettamente connessa con la realtà culturale e produttiva del territorio milanese e lombardo. Obiettivo del Corpo Consolare, in questa circostanza, è di promuovere lo scambio di conoscenze e il confronto nel mondo dell’arte e della cultura, attraverso il sostegno di eventi che mirino a coinvolgere tutti i protagonisti del sistema sia creativo che produttivo e formativo.
Le Rappresentanze Consolari a Milano e in Lombardia attualmente sono:
Albania - Algeria - Argentina - Armenia - Australia - Austria - Bahamas - Bangladesh - Belgio - Belize – Bosnia Erzegovina – Brasile - Bulgaria - Burkina Faso - Cile - Cina - Cipro - Colombia - Corea - Costa D’Avorio - Costa Rica - Croazia - Cuba - Danimarca - Ecuador - Egitto - El Salvador - Eritrea - Estonia - Etiopia - Filippine - Finlandia - Francia - Gambia - Germania - Ghana - Giappone - Giordania - Gran Bretagna - Grecia - Guatemala - Guinea - Haiti - Honduras - India - Iran - Irlanda - Islanda - Kazakhstan - Kuwait – Lettonia - Libano - Libia - Lituania - Lussemburgo - Malaysia - Malta - Marocco - Mauritius - Messico - Monaco – Mozambico - Namibia - Nicaragua - Norvegia - Nuova Zelanda - Paesi Bassi - Pakistan - Panama - Perù - Polonia - Portogallo - Repubblica Dominicana - Romania - Ruanda - Russia - San Marino - Senegal - Serbia - Seychelles - Sierra Leone - Siria - Slovacchia - Slovenia - Spagna - Stati Uniti d’America - Sud Africa – Svezia - Svizzera – Tanzania - Thailandia - Tunisia - Turchia - Ucraina - Ungheria - Uruguay - Venezuela.
Credits
Plaza 2009
Oltre il Limite
1989-2009 XX Anniversario della caduta del Muro di Berlino
Milano, 9-22 novembre 2009
Un progetto promosso e patrocinato da
Corpo Consolare di Milano e della Lombardia
Con il patrocinio di
Comune di Milano
Assessorato alla Cultura
Provincia di Milano
Regione Lombardia
Presidenza del Consiglio
Ministro per le Politiche Europee
Partner
Gruppo FNM
In collaborazione con
Kallias - Centro Studi e Ricerca sulle Arti e la Comunicazione
A.I.S.E. - Associazione Italiana Studiosi di Estetica
Da un progetto ideato da
Beatrice Mosca e Giancarlo Lacchin
Con la consulenza organizzativa di
Sergio Radici
e la consulenza curatoriale di
Leonardo Conti
Organizzazione
Mediamakers
Media Consulter
con il patrocinio di
Comune di Milano – Assessorato alla Cultura
Provincia di Milano
Regione Lombardia
Presidenza del Consiglio
Ministro per le Politiche Europee
Partner
Gruppo FNM
in collaborazione con
Kallias – Centro Studi e Ricerca sulle Arti e la Comunicazione
A.I.S.E. – Associazione Italiana Studiosi di Estetica
presenta
PLAZA: OLTRE IL LIMITE 1989-2009
Milano museo a cielo aperto: l’arte contemporanea
per il XX Anniversario della caduta del muro di Berlino
Da lunedì 9 a domenica 22 novembre, in un originale percorso espositivo nel centro storico di Milano, l’arte contemporanea diventa protagonista di una manifestazione che trasforma la città in una esposizione collettiva e in un laboratorio creativo “a cielo aperto”: sculture, installazioni e opere di video arte ispirate al XX Anniversario della caduta del muro di Berlino. Un evento culturale promosso dal Corpo Consolare di Milano e della Lombardia, che guarda all’arte come un’occasione comunitaria per condividere, oltre ogni confine, i valori della libertà, del dialogo e dell’alleanza tra i popoli.
Il tuo browser potrebbe non supportare la visualizzazione di questa immagine. Milano, ottobre 2009 – Da lunedì 9 a domenica 22 novembre 2009 Milano capitale del contemporaneo celebra il ventesimo anniversario della caduta del muro di Berlino: Piazza Fontana, Piazza della Scala, Via Larga, Via Dante, Piazza San Babila, Corso Vittorio Emanuele, Galleria del Corso, Palazzo Reale, Piazza Cadorna, Piazza Duca D’Aosta, Piazza Castello si trasformano in un grande museo a cielo aperto per ospitare opere d’arte contemporanea, tra sculture, installazioni, Video Art e percorsi espositivi fotografici che parlano di muri e frontiere superate, di incontri e incomunicabilità, di unione e solitudine, di libertà e alleanza tra i popoli. Ognuna con un lessico originale, complesso e articolato, a volte impertinente e pungente, a volte riflessivo e concettuale.
Promosso e patrocinato dal Corpo Consolare di Milano e Lombardia, Plaza è un evento d’arte ‘open air’, ma soprattutto è un’occasione comunitaria per condividere, oltre tutti i confini, i valori della libertà e del dialogo tra i popoli. Milano che, dopo New York, vanta la più numerosa presenza di rappresentanze consolari al mondo – circa cento consolati stranieri - diventa per l’anniversario della caduta del Muro, luogo ‘per eccellenza’ di incontro, aggregazione e confronto tra le genti, oltre ogni frontiera.
“Sono felice che grazie agli ottimi rapporti con l’Assessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory e dalla stretta collaborazione tra il Comune di Milano e il Corpo Consolare della Città e della Regione - dichiara l’ambasciatore Gustavo A.Moreno, Decano del Corpo Consolare di Milano e Lombardia - possano nascere eventi come Plaza, in grado di coinvolgere la cittadinanza attraverso le più diverse manifestazioni culturali valorizzando i comuni sentimenti di libertà e pace”.
La prima edizione di Plaza, dedicata al XX Anniversario della caduta del Muro, si ispira in tal senso al suo straordinario significato simbolico per la costituzione di una unità internazionale, fondata sulla libertà, il dialogo e la cooperazione tra i popoli contro ogni forma di intolleranza ed oppressione. Ma anche al suo valore simbolico per il rispetto della dignità umana, dell’unione e comunicazione fra gli individui. Il tema, tra i più attuali e importanti nello scenario internazionale, vede nell’arte contemporanea il mezzo di espressione più libero e trasversale per interpretarlo, nella sensibilità umana.
‘Non esistono solo i muri di cemento e di mattoni’, recita una delle opere del percorso espositivo. I muri di Plaza si trasformano e diventano “prati, verdi come la nascita”, “pali attorcigliati da centinaia di bandiere delle più diverse nazioni”, “suoni e voci che parlano di tutte le piazze del mondo”, “frecce che travalicano come la forza della libertà” e “strade che comunicano”. Muri come matasse che si intrecciano di linguaggi e idiomi diversi. Muri come le scritte anonime di amore e odio che tutti i giorni si leggono sulle pareti della città. Muri di gomma, di silenzio e di incomunicabilità. Muri che si sciolgono e non ci sono più ed è l’acqua che scorre.
Con il supporto e l’autorevolezza della cooperazione internazionale, l’esposizione collettiva ‘open air’ è nata da un processo di selezione delle opere e degli artisti, affermati o emergenti nel vasto panorama dell’arte contemporanea. E si è svolta con il coinvolgimento di operatori, critici ed organizzatori del sistema arte contemporanea, in sinergia con gallerie d’arte nazionali e istituzioni formative cittadine. Un laboratorio artistico a cielo aperto che può contribuire a fare emergere un’attenzione condivisa e una voce disponibile nel confronto con gli altri, sia singoli individui che nazioni e popoli. Al termine della manifestazione verrà pubblicato un catalogo – Vanillaedizioni – con le immagini di tutte le opere ambientate in città.
Da un progetto ideato da Beatrice Mosca e Giancarlo Lacchin
Con la consulenza organizzativa di Sergio Radici
e la consulenza curatoriale di Leonardo Conti
Il Percorso espositivo
Sculture e installazioni ‘Open air’
In Piazza San Babila Alberto Biasi espone Fendente, una scultura in corten con una fascia di lamelle in torsione al centro che creano un ponte visivo tra le due parti dell’opera e provocano un effetto di mutevolezza percettiva: è il fendere, il passare al di là, oltre il limite dell'ultimo orizzonte visibile. Spezzerò le ali del destino di Bruno Pedrosa invece illustra il concetto di solido-diafano con un muro-non muro che lascia vedere, che non ha confini definiti e netti; un muro senza pareti vere e proprie, ma in grado comunque di ostacolare e fermare.
Tra le tappe del percorso espositivo che attraversa il centro della città, in Piazza della Scala, Federica Marangoni presenta una parete di vetro infranto in una cascata di rubini che evoca l’atto di liberazione e la fragilità del muro, sul quale campeggia la scritta luminosa “No More”; Angiola Tremonti con Ora costruiamo insieme la vita propone un muro di corten che si trasforma in prato e sostiene la maternità, simbolo di libertà, vita e pensiero.
In Piazza Fontana il SitArt Group allestisce un Site Specific Work in cui emergono il Muro di Gomma del Gruppo Anomala nel quale un monumentale bersaglio è posto di fronte a una fionda, evocazione di quanto un muro di gomma sia, nonostante le apparenze, più resistente del cemento armato; Intrecci di Angelo Caruso, una colonna strutturata con le bandiere intrecciate di tutti i paesi del mondo, un vero elemento architettonico passe-partout che non ferma, non blocca, ma apre e fa scoprire; Doppio Singolo, opera di Ruggero Maggi nella quale un letto matrimoniale è diviso da un muro di mattoni che evoca l'annullarsi degli affetti e dei legami fra le persone; Memoirs of a place di Carlo Dulla è la suggestiva installazione sonora, muro invisibile ma ben percettibile, attraverso la quale possono udirsi voci che parlano di tutte le piazze del mondo; un’opera dadaista, frutto di un gioco sulle assonanze di parole è quella di Mme Duplok con Ricordo del Mulo di Bellino: l’immagine di un mulo ritratto vent’anni fa in un prato di Bellino, paese della val Varaita al confine tra Francia e Italia.
In Via Dante Stefano Soddu presenta Caduta a Berlino 2009: un muro monumentale di legno rosso e di ferro nero, nel quale una fessura permette il passaggio della luce in contrapposizione al vermiglio denso e opaco della ferita causata dall’oppressione e dalla privazione di libertà. Marco Querin con Make love not walls presenta un muro di cemento sinuoso e difficile da aggirare. Lo scorrere orizzontale delle linee del tempo porta ad un nuovo inizio che evoca l’anno 1989.
In Galleria del Corso il Milan Art Center Artist Group presenta l’installazione site-specific collettiva Prima o poi ogni muro cade: opere d'arte mobili sviluppate in orizzontale come frammenti di un muro caduto dalle cui macerie, attraverso l’arte, si può ricostruire.
In Corso Vittorio Emanuele Paolo Conti scocca la sua Freccia della libertà attraverso una lastra di corten. L’inclinazione della lastra è tale da produrre una sensazione dinamica opposta, come di balestra caricata, pronta a lanciare il dardo; in una simile opposizione di forze, la freccia, metafora anche dell’arte, piega e oltrepassa la resistenza del “muro”. Adolfo Lugli edifica Muro di Berlino, un grande muro che crolla e rinasce contemporaneamente, una metafora degli avvenimenti in corso in tanti luoghi del mondo ancora oggi. Sul lato sinistro interventi di smantellamento e distruzione e, sul lato destro, la sua ricostruzione funzionale. Al centro uno stretto varco permette un difficoltoso attraversamento, simbolicamente illuminato dalla luce.
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Rudy Pulcinelli espone (S)confinare, due monoliti che, osservati da lontano, appaiono come un muro, mentre man
mano che ci si avvicina diventano sempre più leggibili e dal loro interno lasciano sgorgare simboli e grafemi, pronti ad aggregarsi in nuovi contenuti. Mariano Pieroni e Alberto Cropelli presentano La natura oltre il muro, opera che concilia il tema della libertà a quello dell’ecologia. Uno squarcio nel muro di polistirolo pieno permette infatti il passaggio dei Plasticoni ecologici, animali selvatici interamente realizzati con materiali buttati da vacanzieri in boschi, montagne e prati.
In Piazza Castello Matteo Pugliese erige Die Mauer attraverso Berlino. Un uomo-scultura di bronzo attraversa un monumentale muro di mattoni; la materia non può arginare l’aspirazione dell’uomo alla libertà. In Piazza Duca D’Aosta Abbattere per ri-costruire di Francesco Lussana rappresenta un muro di cemento che sta per essere distrutto da una gigantesca gru. La gru diviene simbolo di un moderno guardiano delle libertà.
Boutique MB Spot
Video Art Project
Dall’incontro visuale tra la città di Milano e quella di Berlino nasce un luogo di relazione chiamato MIBE. Cade il velo che separa le due realtà e si rendono così disponibili nuove esistenze. E’ Folk in MIBE il project video dell’artista Ansel Mansel, ospitato nella Boutique MB Spot in Galleria Vittorio Emanuele.
Progetto Berlinoventi
Il progetto Berlinoventi dell’artista Marcello De Angelis è composto da 20 mattoni che rappresentano i 20 anni dalla caduta del muro. Ogni mattone ha sulla sua superficie 20 fori, di cui 9 passanti e 11 ciechi a rappresentare la data in cui il muro è caduto: il 9 novembre (9/11). Ogni mattone ha impresso sulla superficie forata un’immagine in bianco e nero. Le immagini spaziano dal 13 agosto 1961 (data della sua costruzione) al 9 novembre 1989 (anno della sua caduta) con l’esclusione per un unico mattone intitolato Frontiera, che rappresenta invece una foto di Ralph Crane del 1953 (fotografo del Times), in cui una recinzione separa due gruppi di amici. Sui mattoni sono impresse immagini come quella di Willy Brandt: Premio Nobel per la pace e sindaco di Berlino dal 57 al 66 o come quella di Robert Kennedy (segretario di giustizia degli USA) in visita a Berlino il 23 febbraio del 1962. In Ich bin ein Berliner è invece raffigurata la visita del presidente JFK il 26 giugno del 1963, in Kiss il bacio tra Erich Honecker e Leonid Brezenev dipinto sul muro. Altri mattoni riproducono immagini di fotografi famosi come Henri Cartier Bresson o Dan Budnik.
Jump è forse l’immagine più significativa in cui è raffigurato Conrad Schumann, giovane soldato diciannovenne che il 15 agosto 1961 disertò saltando il filo spinato alla ricerca di libertà. In seguito dichiarò: “Solo dal 9 novembre 1989 mi sono sentito realmente libero”. Nel 1990 quando poté tornare a ritrovare i famigliari, scoprì che in molti non avevano mai perdonato il suo gesto. Il 20 giugno 1998, morì suicida, con un cappio attorno al collo nel frutteto dietro casa, senza lasciare alcun messaggio: “Sono ancora orgoglioso di quello che ho fatto, non c’era altra possibilità anche se ho corso un grande pericolo e ho tagliato ogni ponte col mio passato: ho perso la famiglia, gli amici, il lavoro, tutto.”
NABA - Nuova Accademia Belle Arti Milano
Photography Exhibition
Presso la NABA di via Darwin - Nuova Accademia di Belle Arti Milano - una mostra fotografica inedita sull’ultimo muro ancora esistente in Europa che divide una capitale ed uno stato: Cipro e la sua capitale Nicosia. “The Last Wall” di Carlo Bevilacqua, fotografo e regista, e installazione multimediale con slide show a cura del Laboratorio Scenografia NABA. Testi di Fabio Mario Santopietro, Saverio Paffumi, Alessandro Guerriero, Denis Curti. Curata da Stefania Vaccari e Carlo Bevilacqua.
Video Art e Installazioni
Sempre negli spazi della Nuova Accademia di Belle Arti sono allestiti i progetti degli studenti del Biennio Specialistico in Arti Visive e Studi Curatoriali dedicati al XX Anniversario della caduta del muro di Berlino.
Scheda Tecnica
Il percorso espositivo
Piazza della Scala
Angiola Tremonti
Ora costruiamo insieme la vita
Acciaio corten cm 400X300, tappeto erboso che si srotola per m 15
Sponsor tecnici Apar, Limonta www.limontasport.com, La Nuova Edilponteggi Snc Di Giaffreda Vito & C. – Monza
Non si è mai visto un muro che diventa un prato. Eccolo, come un tappeto volante fantastico si stende nelle vie della città, superamento di ostacoli, supporto alla maternità che è nascita e continuità, continuità di vita ma anche di pensiero e quindi di libertà.
Federica Marangoni
No More
Vetro stratificato, neon rosso, rottame di vetro rosso, cm 300Xh270
Courtesy Studio AS – Milano
La luce rischiara, filtra, si diffonde, sbreccia, scrive. Non c'è violenza in quest'opera perché anche l'atto di liberazione è una delle forme dell'illuminazione, della conoscenza, della comprensione. Ciò che divise, divide o potrà dividere, ogni muro, si mostra nella sua fragilità di vetro traslucido e già si sgretola in una rossa cascata di rubini luminosi. Anche la scritta "No more" si erge ieratica e luminosa sul magma indifferenziato delle quotidiane scritte murali metropolitane. C'è qualcosa in noi che trattiene questo muro e questa scritta, aggrappati l'uno all'altra sulla franata del tempo: è quella luce che ormai rischiara anche la nostra consapevolezza.
Piazza Fontana
Gruppo Anomala
Muro di gomma
Parallelepipedo di gomma piuma con disco-bersaglio, cm 700X150Xh250
Courtesy SitArt – Milano
La resistenza opposta ai Muri di Gomma di chi invoca senza requie la verità è il lavoro del sodalizio artistico Anomala, che ha realizzato un monolite in gommapiuma provvisto di bersaglio in direzione del quale è posizionata una grande fionda: il muro di gomma, forse più resistente del cemento armato e più pesante delle tonnellate di ideologia e omertà che hanno gravato e gravano sul mondo.
Mihailo Beli Karanovic
Blacklight #2
150 piccioni-sculture fatti di spazzatura mista, corda e filo di ferro; dimensioni di piccione naturale
Courtesy SitArt – Milano
“Blacklight #2” è una installazione di 150 piccioni/sculture di spazzatura mista, corda e fil di ferro, accompagnati alle relative scatole di imballaggio. L’operazione di recupero di rifiuti, travestiti da piccioni (vituperati e grigi uccelli di città), riflette sulla presenza tra noi, incombente e quasi clandestina, di quel muro di indifferenza che non cessiamo di erigere tra uomo e natura, ogni volta che ci disfiamo di ciò che crediamo già consumato ma che non cessa di inquinarci.
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Angelo Caruso
Intrecci
Stoffa, legno, ferro, cm 30Xh500, base in acciaio cm 100X100
Courtesy SitArt – Milano
“Intrecci” è un’opera fatta di bandiere attorcigliate: centinaia di bandiere di tutto il mondo abbracciate, indistinguibili l’una con l’altra. In una sorta di babele cromatica, una colonna si erge, un pilastro danzante su cui ogni colore issato richiama tutti gli altri, e finalmente, come d’incanto, si può cominciare a comprendersi.
Ruggero Maggi
Doppio Singolo
Tecnica mista, cm 200X180
Courtesy SitArt – Milano
Decontestualizzazione di una camera d’albergo dalla doppia valenza: l’annullarsi degli affetti e lo scioglimento improvviso e assurdo del vincolo solidale fra persone care, proiezione degli allontanamenti reali che furono effetto dell’edificazione del Muro. Ma anche raffigurazione simbolica di esistenze opponibili e non inclusive gravate dall’assordante silenzio dell’incomunicabilità fra ragioni inconciliabili.
Domenico Olmedi
A proposito della Libertà: si può toccare… va trattata con cura(!)
Tecnica mista, cm 220X39Xh275
Courtesy SitArt – Milano
La libertà è fragile e si preserva con una sorta di presidio democratico permanente, non per forza composto di tavoli, sedie e megafono, questo sembra dire l’installazione sonora, scultura che una volta percossa produce suoni armonici, a completarne il concetto occasionando nell’osservatore la suggestione dell’eco della libertà.
Carlo Dulla
Memoirs of a place
Tecnica mista, 6 tubi da cm 250 cad. tutti collegati alla base. All'interno dei tubi ci sarà un lettore audio che emetterà il suono
Courtesy SitArt – Milano
Nell'installazione sonora si ascoltano le voci delle Piazze del mondo, i desaparecidos argentini, le madri di Piazza Tiananmen, i cittadini all'interno della Banca dell'Agricoltura di Piazza Fontana e i berlinesi del settore occidentale che gridavano i nomi di amici e parenti di là dal Muro. L’intento è quello di raccogliere le testimonianze di queste Piazze che hanno vissuto eventi drammatici e storici che hanno cambiato il nostro modo di vivere o addirittura il mondo.
Mme Duplok
Ricordo del Mulo di Bellino
Manifesto cartaceo, cm 300X200
Courtesy SitArt – Milano
Il paese di Bellino si trova in val Varaita proprio al confine tra Francia e Italia, ha 156 abitanti e il messo comunale Bernardo Martin afferma che i muli a Bellino sono un ricordo da almeno venti anni. I Mme Duplok giocano con il Dadaismo e il surreale Ricordo del mulo di Bellino coniugando il divertissement linguistico con la verità dada.
Enrico Cazzaniga
Wall Street
Mattoni in asfalto, cm 700X350
Courtesy SitArt – Milano
La strada è simbolo di comunicazione, di collegamento, di libertà. Ponendola verticalmente, oltre che ostacolo innaturale, diviene l’esatto contrario nella valenza e nell’utilizzo. Il muro verrà innalzato trasversalmente ad una “strada-sentiero”, creatasi “naturalmente” dal continuo calpestio di uno spazio verde quale scorciatoia di un percorso leggermente più lungo. Vorrei inoltre intervenire sulla strada adiacente l’aiuola con una doppia fila di ciottoli che, come a Berlino Est, ricorda il percorso che il muro seguiva. L’intento è quello di rendere questa traccia permanente – proprio come a Berlino Est - per ricordare ciò che è esistito.
Corso Vittorio Emanuele
Gianfranco Meggiato
Totem, bronzo, cm 30X30Xh260
Sfera con Sfera, bronzo, diametro cm 120
Courtesy Meggiato Art Gallery - Venezia, St. Moritz
Oltre i limiti esteriori. Le sue opere scultoree si distinguono per il contrasto tra la forma geometrica pura (statico punto d’inizio) e la libertà e il disordine dei reticoli e dei grovigli interni.
Rudy Pulcinelli
(S)confinare
Cemento, bronzo e acciaio, cm 400Xh600
Courtesy Eleonora d’Andrea Contemporanea – Prato
Due monoliti che, osservati da lontano, appaiono come un muro mentre man mano che ci si avvicina diventano sempre più leggibili e dal loro interno lasciano sgorgare simboli e grafemi. Un grande libro, simbolo del libero fluire delle idee. Dalla molteplicità dei linguaggi e degli idiomi scaturisce quella forza impetuosa e travolgente in grado di divellere i “muri” dell’isolamento.
Paolo Conti
La freccia della libertà
Acciaio corten e acciaio inox cm 240X270Xh300
Courtesy PoliArt – Milano
Sponsor Tecnico Rösler
Si ringrazia l’Ing. Alessandro Giussani
Nella “Freccia della libertà” il muro è rappresentato metaforicamente da una lastra in corten, inclinata e trapassata dalla forza della libertà, una piramide a base quadrata in acciaio inox. L’inclinazione della lastra è tale da produrre una sensazione dinamica opposta, come di balestra caricata, pronta a lanciare il dardo. In una simile opposizione
di forze, ha la meglio la freccia (metafora anche dell’arte) che piega e oltrepassa la resistenza del “muro”.
Mariano Pieroni e Alberto Cropelli
La natura oltre il muro
Muro in polistirolo cm 100X0,50Xh300, animali in plastica di varie dimensioni
Courtesy Crono Arte Contemporanea – Brescia
Opera che concilia il tema della libertà a quello dell’ecologia. Uno squarcio nel muro di polistirolo pieno permette infatti il passaggio dei Plasticoni ecologici, animali selvatici interamente realizzati con materiali buttati da vacanzieri in boschi, montagne e prati.
Adolfo Lugli
Il muro di Berlino
10 blocchi di pietra serena all’interno dei quali sono inseriti dei tubi al neon, circa cm 530X80Xh250
Courtesy Colossi Arte Contemporanea – Brescia
Sponsor Tecnici La Borghigiana Srl, Publieuropa Srl Carpineon
Un simbolico muro che presenta sul lato sinistro interventi di smantellamento e distruzione e, contemporaneamente, sul lato destro, la sua ricostruzione funzionale. Al centro una stretta apertura permette un difficoltoso attraversamento, simbolicamente illuminato dalla luce. Un grande muro che crolla e rinasce contemporaneamente, una metafora degli avvenimenti in corso in tanti luoghi del mondo ancora oggi. Un muro che si sposta, ma resta stabile nella mente degli uomini di ogni razza e cultura, un muro simbolicamente universale.
Gioni David Parra
Erinni - Infranta Kore
Bronzo, cm 200X200
Courtesy Eleonora d’Andrea Contemporanea – Prato
Questa piccola sfera bronzea, immagine perfetta dell’Unità primigenia e finale, in cui ogni cosa trova inizio e fine, è là ad indicarci che tutto è destinato a ritornare all’energia principale che l’ha generato, riunendosi alla perfezione assoluta. La lettura finale di questa articolata installazione sarà allora un auspicio e una speranza di una riunificazione con l’Assoluto, con il Trascendente, con il Principio Primo che ha dato origine a tutta la creazione.
Piazza San Babila
Alberto Biasi
Fendente
Acciaio corten, cm 120X40Xh200
Courtesy PoliArt – Milano
Nel suo essere “fendente” la scultura diviene un solido in divenire, quasi fosse lo sguardo ad affilarlo, ad appuntirlo, uno sguardo che si trova infine ad essere attraversato attraversando. Fendere lo sguardo, passare di là, oltre il limite dell’ultimo orizzonte visibile.
Bruno Pedrosa
Spezzerò le ali del destino
Pietra vicentina bianca (cm 50X50), scultura in metallo rosso (massima altezza cm 300)
Courtesy Eleonora d’Andrea Contemporanea – Prato
Dal basso verso l’alto un nodoso viluppo di metallo rosso ruggente, un’intricata ragnatela di asticelle voluminose che, apparentemente incerte, affondano le radici nella base di ferro, fuggendo in corsa, l’una via l’altra, fino alla sommità della cima. Un’energia incontenibile, viscerale, si fa strada sgorgando dalla terra, incanalandosi, composta, nel basamento per poi prendere quota e gettarsi in corsa verso l’alto. Infine, esausta, si aggroviglia, tormentata, verso l’altezza massima, bruciando le ali della vittoria e oltrepassando il confine.
Galleria del Corso
Ruggero Maggi - Milan Art Center Artist Group
Prima o poi ogni muro cade
Tecnica mista, 1 mq cad.
Courtesy Milan Art Center Artist Group– Milano
Una città tagliata in due da un muro insuperabile che ha diviso per 28 anni, dal 1961 al 1989, le famiglie e ha tagliato la strada tra casa e posto di lavoro, scuola ed università: il simbolo più crudele della Guerra Fredda.
Una frase scritta proprio su quel muro di Berlino diventa l'emblema dell'installazione site-specific collettiva. “Prima o poi ogni muro cade”: un’asserzione che in sé circoscrive una speranza, un’azione diretta, un’immagine che si frantuma e disperde i propri frammenti a terra, ma che sottintende anche un’azione intima ed introspettiva che ogni individuo dovrebbe affrontare per demolire al proprio interno quelle sottili pareti che, inesorabilmente, si elevano.
Artisti: Donatella Baruzzi, Luisa Bergamini, Anna Boschi, Nirvana Bussadori, Maria Caboni, Angelo Caruso, F.Romana Corradini, Teo De Palma, Gianni De Tora, Marcello Diotallevi, Roberto Franzoni, Bruno Freddi, Fabrizio Galli, Salvatore Giunta, Isa Gorini, Claudio Grandinetti, Franca Lanni, Live Art, Fabrizio Martinelli, Gianni Marussi, Rita Mele, Franco Montemagno, Clara Paci, Giorgio Pahor, Armando Pelliccioni, Giovanna Pesenti, Renata Petti, Tiziana Priori, Claudio Rotta Loria, Jeannette Rütsche, Eugenia Serafini, Elena Sevi, Micaela Tornaghi.
Via Dante
Stefano Soddu
Caduta a Berlino 2009
Legno e ferro, cm 300X180X50
Courtesy Scoglio di Quarto – Milano
Alla base Rosso come il sangue
Rosso come una bandiera
Rosso come il tramonto
Al di sopra Ferro come Ia cortina
Ferro come invalicabilità
Ferro come arma
E inoltre Taglio come apertura Taglio
come spaccatura
Taglio come porta che si apre alla
speranza
Annamaria Gelmi
Oltre il reale
Tecnica mista, cm 200X200X200
Courtesy Scoglio di Quarto – Milano
Ogni reclusione delimita un non-luogo, che sovverte la realtà, non la risolve. Come la morte per la vita. Anche un fiore in gabbia non è più un fiore. Fare svanire ogni gabbia sarà come trovarsi in un prato fiorito.
Alessandro Dotti
From east to west
cm 600Xh400
Ad “est” del muro, l’intonaco scrostato di una parete urbana è il soggetto dello scatto fotografico.
Ad “ovest” del muro, l’artista porta alla luce, attraverso il medium della pittura digitale, un soggetto antropomorfo che, in bilico tra corsa e volo, pare voler evadere dai limiti della tela per proiettarsi verso il mondo esterno. L’opera evoca il passaggio dall’est all’ovest del Muro di Berlino ma tende anche a nobilitare e redimere il paesaggio urbano attraverso la rappresentazione della metamorfosi di muri che, attraverso l’occhio visionario dell’artista, diventano protagonisti viventi di un suggestivo e poetico microcosmo figurativo.
Marco Querin
Make love not walls
Cemento modellato e fili, cm 150Xh300
Courtesy Studiò di Giovanna Simonetta – Milano
J&G Art - Milano
Questo muro eretto non divide ed è facile da aggirare. La sua fluidità è dolcemente curva e lo scorrere orizzontale delle linee del tempo porta ad un nuovo inizio, il 1989. A Berlino, invece, c’era un muro canonico, dritto, rigido e limitante. Gli uomini e le donne di Berlino, armati di pensiero, l’hanno fatto cadere nel passato, un passato di vent’anni.
Piazza Cadorna
Marilù Cattaneo
Il muro di Berlino
Acciaio, altezza cm 300
Courtesy Scoglio di Quarto – Milano
Il filo di ferro si è spaccato
Si scorgono le stelle
La luna e il sole
La vita cambia nella libertà di sognare e
operare
Nella speranza di una vita nuova
Piazza Castello
Matteo Pugliese
Die Mauer attraverso Berlino
Mattoni, cemento, bronzo e acciaio, cm 400Xh600
Courtesy Imago Art Gallery - Londra
L’uomo attraversa il muro, come se la materia non potesse arginare la sua forza di libertà, che si manifesta senza rotture violente, ma naturalmente, come attraversando un velario che separa la notte e il giorno. Il volto, le braccia, le gambe, appaiono per primi, di là del muro, attivando un’energia contagiosa: l’energia della libertà da ogni forma di sudditanza.
Piazza Duca D’Aosta
Francesco Lussana
Abbattere per ri-costruire
Muro di legno trattato con materiale di rivestimento di tipo cementizio, cm 200Xh250
Courtesy Elleni Galleria d’Arte – Bergamo
Sponsor Tecnici Despe, Impresa Max
...Un moderno guardiano delle libertà (gru) che, di fronte al Male-fatto (muro di cemento), osserva, capisce e quindi ferisce. Distruggere per ri-costruire
Maryline JM-W
Piazza Duomo 12 c/o Palazzo Reale
Dario Milana DTAO
“Freedom” DTAO
200 sacchi che formano un muro m 22X2,20Xh5,50 e Kkann (acqua) che lo attraversa m 25X4
Courtesy DTAO
Sponsor Tecnici Graphos, Ordo, Remmert, Mea, Bodega, Atlantis, Nolostand, Cantoni
L’abbattimento del muro è il gesto che racchiude l’opera “Freedom “ di Dario Milana - DTao. La storia muta il corso degli eventi e l’artista conferisce ad una simbolica inconsistenza materica le fattezze di un muro come simbolo dell’incomunicabilità, del disagio, della diversità. DTao realizza l’opera e chiama altri a distruggerla come condivisione del gesto artistico in un processo di umanizzazione dell’arte. L’elemento dell’acqua, fondamentale nella concezione filosofica dell’artista che come un contemporaneo Talete identifica in essa l’origine e il fine delle cose, qui prende la forma del fiume che deborda dai suoi argini e rompe gli schemi precostituiti per disegnare nuove mappe e territori di relazione.
Via Vivaio 1 c/o Palazzo Isimbardi Provincia di Milano
Gianfranco Meggiato
Doppio Totem
Bronzo, cm 30X30Xh300
Courtesy Meggiato Art Gallery - Venezia, St. Moritz
Oltre i limiti esteriori. Le sue opere scultoree si distinguono per il contrasto tra la forma geometrica pura (statico punto d’inizio) e la libertà e il disordine dei reticoli e dei grovigli interni.
Galleria Vittorio Emanuele c/o Boutique MB Spot
Marcello De Angelis
Berlinoventi
20 mattoni, cm 130Xh160
Courtesy PoliArt – Milano
Berlinoventi è composto da venti mattoni che rappresentano i 20 anni dalla caduta del muro. Ogni mattone ha sulla sua superficie 20 fori, di cui 9 passanti e 11 ciechi a rappresentare la data in cui il muro è caduto: il 9 novembre (9/11). Le immagini spaziano dal 13 agosto 1961 (data della sua costruzione) al 9 novembre 1989 (anno della sua caduta) con l’esclusione per un unico mattone intitolato Frontiera, che rappresenta invece una foto di Ralph Crane del 1953 (fotografo del Times), in cui una recinzione separa due gruppi di amici.
Ansel Mansel
Folk in MIBE (MilanoBerlino ndr)
Video-proiezione
Raccordando per frammenti, la narrazione del passato, alla costruzione di macchine per immagini, si aprono accessi a nuove realtà che sostituiscono la nozione di “luogo temporale” con quella di “relazione”, come nuova dinamica da abitare. Le narrazioni si mescolano alle realtà evocate e a chi può vedere e sentire adesso, guardando ciò che resta in lui del muro, che non ha smesso di erigere per abbatterlo improvvisamente, come se farlo fosse uscire di sé, dal video, gioiosamente alla vita.
Via Darwin 20 c/o NABA – Nuova Accademia Belle Arti Milano
Carlo Bevilacqua
The Last Wall
Mostra fotografica e installazione multimediale con slideshow
Sponsor tecnici TRE60, XTV
Giorgio Massoni
Unbetitelt
Video-installazione interattiva
Gianmaria Zanda
Sammer und Thom
Video-installazione
Dario Leone
Brüder-Duell
Lastra in cemento incisione
Il Corpo Consolare di Milano e della Lombardia
Milano, dopo New York, vanta la più numerosa presenza di rappresentanze consolari al mondo, la cui attività è da sempre strettamente connessa con la realtà culturale e produttiva del territorio milanese e lombardo. Obiettivo del Corpo Consolare, in questa circostanza, è di promuovere lo scambio di conoscenze e il confronto nel mondo dell’arte e della cultura, attraverso il sostegno di eventi che mirino a coinvolgere tutti i protagonisti del sistema sia creativo che produttivo e formativo.
Le Rappresentanze Consolari a Milano e in Lombardia attualmente sono:
Albania - Algeria - Argentina - Armenia - Australia - Austria - Bahamas - Bangladesh - Belgio - Belize – Bosnia Erzegovina – Brasile - Bulgaria - Burkina Faso - Cile - Cina - Cipro - Colombia - Corea - Costa D’Avorio - Costa Rica - Croazia - Cuba - Danimarca - Ecuador - Egitto - El Salvador - Eritrea - Estonia - Etiopia - Filippine - Finlandia - Francia - Gambia - Germania - Ghana - Giappone - Giordania - Gran Bretagna - Grecia - Guatemala - Guinea - Haiti - Honduras - India - Iran - Irlanda - Islanda - Kazakhstan - Kuwait – Lettonia - Libano - Libia - Lituania - Lussemburgo - Malaysia - Malta - Marocco - Mauritius - Messico - Monaco – Mozambico - Namibia - Nicaragua - Norvegia - Nuova Zelanda - Paesi Bassi - Pakistan - Panama - Perù - Polonia - Portogallo - Repubblica Dominicana - Romania - Ruanda - Russia - San Marino - Senegal - Serbia - Seychelles - Sierra Leone - Siria - Slovacchia - Slovenia - Spagna - Stati Uniti d’America - Sud Africa – Svezia - Svizzera – Tanzania - Thailandia - Tunisia - Turchia - Ucraina - Ungheria - Uruguay - Venezuela.
Credits
Plaza 2009
Oltre il Limite
1989-2009 XX Anniversario della caduta del Muro di Berlino
Milano, 9-22 novembre 2009
Un progetto promosso e patrocinato da
Corpo Consolare di Milano e della Lombardia
Con il patrocinio di
Comune di Milano
Assessorato alla Cultura
Provincia di Milano
Regione Lombardia
Presidenza del Consiglio
Ministro per le Politiche Europee
Partner
Gruppo FNM
In collaborazione con
Kallias - Centro Studi e Ricerca sulle Arti e la Comunicazione
A.I.S.E. - Associazione Italiana Studiosi di Estetica
Da un progetto ideato da
Beatrice Mosca e Giancarlo Lacchin
Con la consulenza organizzativa di
Sergio Radici
e la consulenza curatoriale di
Leonardo Conti
Organizzazione
Mediamakers
Media Consulter
09
novembre 2009
Plaza 2009 Oltre il Limite
Dal 09 al 22 novembre 2009
arte contemporanea
performance - happening
performance - happening
Location
CENTRO CITTADINO
Milano, -, (Milano)
Milano, -, (Milano)
Orario di apertura
da lunedì a domenica 0-24
Vernissage
9 Novembre 2009, 12.00
Sito web
www.milanoplaza.it
Editore
VANILLA
Autore
Curatore