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Plenzio | Scherffifg | Sørensen
Tre artiste, di diversa nazionalità e formazione, che hanno esposto nelle più recenti mostre personali alla galleria Lakeside. Tre sensibilità femminili che superano canoni o categorie prestabilite.
Comunicato stampa
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La mostra permetterà un “confronto” tra Eva Sørensen, Elisabeth Scherffig e Antonella Plenzio, tre artiste, di diversa nazionalità e formazione, che hanno esposto nelle più recenti mostre personali alla galleria Lakeside. Il minimo comune denominatore è dato dalla rigorosa ricerca artistica e dall’analisi dei fenomeni naturali e/o artificiali della nostra realtà sviluppati però seguendo tre percorsi autonomi e con tecniche differenti. Tre sensibilità femminili che superano canoni o categorie prestabilite.
L’artista danese Eva Sørensen (1940) si trasferisce in Italia nel 1960 entrando in contatto con i protagonisti dell’avanguardia milanese: Piero Manzoni, Lucio Fontana, Vincenzo Agnetti e altri. Conosciuta a livello internazionale per le sue monumentali sculture in granito (esposte, insieme ai disegni, alla Biennale di Venezia del 1982), nel corso degli anni sviluppa un’idea del disegno che è sintesi di concentrazione e rigore esecutivo; le “linee” tracciate con inchiostro di china su carta diventano quasi “sculture bidimensionali” visivamente paragonabili alle venature della pietra, a fasci nervosi o a tavole cartografiche. L’essenzialità del segno è legata alla lucidità mentale ed esecutiva, metafora del suo lavoro artistico.
I disegni di Elisabeth Scherffig (Düsseldorf 1949) sono realizzati con un tratto energico e penetrante, diventando quasi delle microincisioni di pastello su carta di Arches; nella serie Vitrea l’artista tedesca è partita dall’analisi del vetro, materiale “artificiale” creato dall’uomo con forme e finalità diverse, per esprimere con le sue composizioni una metafora sul “vedere”. Il vetro è usato come filtro, confine, limite tra realtà esterna ed interna; i disegni della Scherffig possiedono una luce intrinseca e tentano di aprire gli occhi della mente per “vedere oltre”. Le opere stimolano metafore legate a superfici astrali o a microrganismi biologici, espressioni di un pensiero metamorfico.
La ricerca di Antonella Plenzio (1953) è condotta utilizzando materiali eterogenei; nelle opere più recenti come Lunaria (2009) l’artista ha sezionato fogli di plastica in sottili strisce poi ricomposte strato su strato ottenendo una superficie vibrante e apparentemente “minimalista”. La stratificazione è metafora del tempo e dei fenomeni naturali; infatti anche nelle Nuvole (2003) l’artista ha strofinato e compresso la polvere di pastello azzurro-bruno su una base di paraffina. Le composizioni finali, dalla struttura orizzontale, richiamano simbolicamente le nuvole del cielo e l’idea di un “percorso” fisico e concettuale.
L’artista danese Eva Sørensen (1940) si trasferisce in Italia nel 1960 entrando in contatto con i protagonisti dell’avanguardia milanese: Piero Manzoni, Lucio Fontana, Vincenzo Agnetti e altri. Conosciuta a livello internazionale per le sue monumentali sculture in granito (esposte, insieme ai disegni, alla Biennale di Venezia del 1982), nel corso degli anni sviluppa un’idea del disegno che è sintesi di concentrazione e rigore esecutivo; le “linee” tracciate con inchiostro di china su carta diventano quasi “sculture bidimensionali” visivamente paragonabili alle venature della pietra, a fasci nervosi o a tavole cartografiche. L’essenzialità del segno è legata alla lucidità mentale ed esecutiva, metafora del suo lavoro artistico.
I disegni di Elisabeth Scherffig (Düsseldorf 1949) sono realizzati con un tratto energico e penetrante, diventando quasi delle microincisioni di pastello su carta di Arches; nella serie Vitrea l’artista tedesca è partita dall’analisi del vetro, materiale “artificiale” creato dall’uomo con forme e finalità diverse, per esprimere con le sue composizioni una metafora sul “vedere”. Il vetro è usato come filtro, confine, limite tra realtà esterna ed interna; i disegni della Scherffig possiedono una luce intrinseca e tentano di aprire gli occhi della mente per “vedere oltre”. Le opere stimolano metafore legate a superfici astrali o a microrganismi biologici, espressioni di un pensiero metamorfico.
La ricerca di Antonella Plenzio (1953) è condotta utilizzando materiali eterogenei; nelle opere più recenti come Lunaria (2009) l’artista ha sezionato fogli di plastica in sottili strisce poi ricomposte strato su strato ottenendo una superficie vibrante e apparentemente “minimalista”. La stratificazione è metafora del tempo e dei fenomeni naturali; infatti anche nelle Nuvole (2003) l’artista ha strofinato e compresso la polvere di pastello azzurro-bruno su una base di paraffina. Le composizioni finali, dalla struttura orizzontale, richiamano simbolicamente le nuvole del cielo e l’idea di un “percorso” fisico e concettuale.
07
agosto 2010
Plenzio | Scherffifg | Sørensen
Dal 07 agosto al 15 settembre 2010
arte contemporanea
Location
GALLERIA LAKESIDE
Verbania, Via Antonio Tacchini, 26, (Verbano-cusio-ossola)
Verbania, Via Antonio Tacchini, 26, (Verbano-cusio-ossola)
Orario di apertura
da martedì a venerdì ore 15.30-19.30; sabato ore 10.30-19.30; domenica e mattina su appuntamento. Lunedì chiuso.
Vernissage
7 Agosto 2010, ore 18.00
Autore
Curatore