Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
PoliArt Lab
Sono otto gli artisti invitatati alla prima edizione di PoliArt Lab, mostra collettiva che la PoliArt Contemporary dedicherà annualmente a poetiche contemporanee emergenti.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sono otto gli artisti invitatati alla prima edizione di PoliArt Lab, mostra collettiva che la PoliArt Contemporary dedicherà annualmente a poetiche contemporanee emergenti.
L’idea di una mostra-laboratorio nasce dalla volontà di coinvolgere il pubblico e i collezionisti nel processo di ricerca appassionata, che la galleria milanese conduce quotidianamente, anche grazie alle segnalazioni di artisti e critici d’arte.
Pittura, scultura, video, foto, oggetto, concetto, sono mezzi che l’evoluzione dell’arte ha messo a disposizione della ricerca artistica e, oggi, in ognuno di questi ambiti possono emergere poetiche affascinanti.
I curatori della galleria milanese incontrano numerosissimi artisti, giovani o meno, e, talvolta, in una specie di affinità, sono colti dalla fascinazione e dal bisogno di guardare ancora, approfondire, parlare, scrivere, curare.
Nell’incontro con lo sguardo di un artista, baldanzoso e titubante anche quando è già affermato, si coglie talvolta la vibrazione della conoscenza, quella che serve a sciogliere ogni sé negli altri: ci vuole coraggio per alzare un simile sguardo.
PoliArt Lab nasce dal desiderio di essere presenti a quello sguardo e a quel coraggio, concedendosi la presunzione di averci visto giusto, ancora una volta.
Le opere di Matteo Attruia, umoristiche in chiave pirandelliana, innescano spesso processi conoscitivi in grado di smascherare le apparenze, per una più consapevole presa sulla realtà.
Nei video di Matia Chincarini (giustapposti in dittico con ricami o disegni) le apparenti semplicità delle situazioni riprese, sapientemente integrate alla musica, raccolgono dalla memoria collettiva segni fugaci e sorgivi, come madeleine proustiane.
Le sculture di Mirko Della Bona, ora in marmo e ora in legno, realizzate per aggiunta di frammenti in “una danza del mettere e del togliere”, alludono sì ad una condizione beckettiana dell’esistenza, ma già ormai pronta a risalire la notte e il silenzio.
Negli sguardi femminili e brumali, dipinti da Marco Demis, appaiono personalità differite e dislocate negli oggetti, nelle nature e negli ambienti e negli spazi profondi, di cui s’intessono sino all’altro sguardo, il nostro.
Franco Fienga ribatte metalli, polisce gessi scavati, cola diafane cere, affinché ogni opera funzioni come fulcro di percezione nelle connessioni variabili di superficie profonda e luce riflessa.
È in misteriosi processi alchemici, che la milanese Grazia Gabbini trasforma le sue emozioni in carta appassionata, ora raccolta in nidi, ora distesa in larghi gesti, pronta a concedere rifugi e forme allo spazio anelante.
Le sculture di Alberto Mariani sono luoghi vitali. Nelle Nicchie, piccoli cubi metallici aperti su un lato, con essenziali quanto decisi tratti, quasi fendenti da samurai, costruisce architetture di pieni e vuoti, secondo le imprevedibili declinazioni armoniche del ritmo vitale.
Dalla frugalità dei cartoni ondulati e di un tratto di penna, Sandi Renko lascia sorgere, come dal nulla, immagini inedite in cui s’incontrano processi gestaltici, minimalismo e mutevolezza cinetica.
L’idea di una mostra-laboratorio nasce dalla volontà di coinvolgere il pubblico e i collezionisti nel processo di ricerca appassionata, che la galleria milanese conduce quotidianamente, anche grazie alle segnalazioni di artisti e critici d’arte.
Pittura, scultura, video, foto, oggetto, concetto, sono mezzi che l’evoluzione dell’arte ha messo a disposizione della ricerca artistica e, oggi, in ognuno di questi ambiti possono emergere poetiche affascinanti.
I curatori della galleria milanese incontrano numerosissimi artisti, giovani o meno, e, talvolta, in una specie di affinità, sono colti dalla fascinazione e dal bisogno di guardare ancora, approfondire, parlare, scrivere, curare.
Nell’incontro con lo sguardo di un artista, baldanzoso e titubante anche quando è già affermato, si coglie talvolta la vibrazione della conoscenza, quella che serve a sciogliere ogni sé negli altri: ci vuole coraggio per alzare un simile sguardo.
PoliArt Lab nasce dal desiderio di essere presenti a quello sguardo e a quel coraggio, concedendosi la presunzione di averci visto giusto, ancora una volta.
Le opere di Matteo Attruia, umoristiche in chiave pirandelliana, innescano spesso processi conoscitivi in grado di smascherare le apparenze, per una più consapevole presa sulla realtà.
Nei video di Matia Chincarini (giustapposti in dittico con ricami o disegni) le apparenti semplicità delle situazioni riprese, sapientemente integrate alla musica, raccolgono dalla memoria collettiva segni fugaci e sorgivi, come madeleine proustiane.
Le sculture di Mirko Della Bona, ora in marmo e ora in legno, realizzate per aggiunta di frammenti in “una danza del mettere e del togliere”, alludono sì ad una condizione beckettiana dell’esistenza, ma già ormai pronta a risalire la notte e il silenzio.
Negli sguardi femminili e brumali, dipinti da Marco Demis, appaiono personalità differite e dislocate negli oggetti, nelle nature e negli ambienti e negli spazi profondi, di cui s’intessono sino all’altro sguardo, il nostro.
Franco Fienga ribatte metalli, polisce gessi scavati, cola diafane cere, affinché ogni opera funzioni come fulcro di percezione nelle connessioni variabili di superficie profonda e luce riflessa.
È in misteriosi processi alchemici, che la milanese Grazia Gabbini trasforma le sue emozioni in carta appassionata, ora raccolta in nidi, ora distesa in larghi gesti, pronta a concedere rifugi e forme allo spazio anelante.
Le sculture di Alberto Mariani sono luoghi vitali. Nelle Nicchie, piccoli cubi metallici aperti su un lato, con essenziali quanto decisi tratti, quasi fendenti da samurai, costruisce architetture di pieni e vuoti, secondo le imprevedibili declinazioni armoniche del ritmo vitale.
Dalla frugalità dei cartoni ondulati e di un tratto di penna, Sandi Renko lascia sorgere, come dal nulla, immagini inedite in cui s’incontrano processi gestaltici, minimalismo e mutevolezza cinetica.
13
luglio 2011
PoliArt Lab
Dal 13 al 27 luglio 2011
arte contemporanea
Location
GALLERIA POLIART
Milano, Viale Gran Sasso, 35, (Milano)
Milano, Viale Gran Sasso, 35, (Milano)
Orario di apertura
da mercoledì a venerdì ore 16.30 - 19.30, sabato 10.30-13 e 16.30-19.30 gli altri giorni per appuntamento
Vernissage
13 Luglio 2011, ore 19.00
Autore
Curatore