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Politically Incorrect I
Il termine “politically incorrect” ha origine da uno show radiofonico condotto da Bill Maher negli Stati Uniti, prima a New York e poi a Los Angeles, durante gli anni ’90.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Maher, dopo un monologo all’inizio del programma, intervistava quattro personaggi provenienti dal mondo della politica, dello spettacolo e della cultura. I temi dell’attualità, anche i più controversi, venivano trattati, in modo libero e diretto. A seguito di alcune opinioni espresse sugli attentati dell’11 settembre da parte dello stesso conduttore, lo show è stato interrotto, per il venir meno degli sponsors.
L’idea che ci sia una possibile diversa interpretazione dietro a fatti, in rapporto ai quali l’opinione pubblica si è già schierata, si può ottenere solo grazie al dibattito. La presa di coscienza di un episodio passa attraverso la sua narrazione per arrivare all’interpretazione dello stesso, senza per forza seguire i dettami del pensiero comune.
L’arte così acquisisce una funzione e l’artista, attraverso i suoi lavori, ora mostra, ora nasconde la sua posizione, ma sempre crea un dubbio o una possibile nuova porta interpretativa, forse soluzione alla banalità del pensiero comune. I lavori in mostra originano da fatti di attualità oppure da precisi momenti storici.
“La zattera di Lampedusa” di Pierre Poggi, come “Damn the very first emigrant” di Vénera Kastrati si legano al tema dell’immigrazione. Il lavoro pittorico “Gendarmi” di Domenico Piccolo e le foto della “Stecca degli artigiani” di Paola di Bello parlano di libertà fisica e di espressione.
“La primavera di Praga” trittico fotografico di Radomir Damnjan e “i viandanti” di Giuseppe Armenia, che ritraggono il quarto stato che se ne sta andando sconfitto, hanno forti implicazioni politiche sulle dinamiche ideologiche nella storia contemporanea.
I lavori fotografici di Jacopo Prina affrontano il tema della disoccupazione e della spersonalizzazione dell’individuo, mentre il trittico delle lenzuola di Ania Orlikowska tratta il tema della violenza. Infine “Guernica” di Bert Theis è straniante nell’identificare una tragedia contemporanea sotto mentite spoglie, come il lavoro video di Magda Thótová indaga sulle coincidenze politiche e sociali ponendo domande imbarazzanti come in un talk-show di Bill Maher.
Federico Bianchi
L’idea che ci sia una possibile diversa interpretazione dietro a fatti, in rapporto ai quali l’opinione pubblica si è già schierata, si può ottenere solo grazie al dibattito. La presa di coscienza di un episodio passa attraverso la sua narrazione per arrivare all’interpretazione dello stesso, senza per forza seguire i dettami del pensiero comune.
L’arte così acquisisce una funzione e l’artista, attraverso i suoi lavori, ora mostra, ora nasconde la sua posizione, ma sempre crea un dubbio o una possibile nuova porta interpretativa, forse soluzione alla banalità del pensiero comune. I lavori in mostra originano da fatti di attualità oppure da precisi momenti storici.
“La zattera di Lampedusa” di Pierre Poggi, come “Damn the very first emigrant” di Vénera Kastrati si legano al tema dell’immigrazione. Il lavoro pittorico “Gendarmi” di Domenico Piccolo e le foto della “Stecca degli artigiani” di Paola di Bello parlano di libertà fisica e di espressione.
“La primavera di Praga” trittico fotografico di Radomir Damnjan e “i viandanti” di Giuseppe Armenia, che ritraggono il quarto stato che se ne sta andando sconfitto, hanno forti implicazioni politiche sulle dinamiche ideologiche nella storia contemporanea.
I lavori fotografici di Jacopo Prina affrontano il tema della disoccupazione e della spersonalizzazione dell’individuo, mentre il trittico delle lenzuola di Ania Orlikowska tratta il tema della violenza. Infine “Guernica” di Bert Theis è straniante nell’identificare una tragedia contemporanea sotto mentite spoglie, come il lavoro video di Magda Thótová indaga sulle coincidenze politiche e sociali ponendo domande imbarazzanti come in un talk-show di Bill Maher.
Federico Bianchi
26
marzo 2010
Politically Incorrect I
Dal 26 marzo all'otto maggio 2010
arte contemporanea
Location
FEDERICO BIANCHI CONTEMPORARY ART
Lecco, Piazza Alessandro Manzoni, 2, (Lecco)
Lecco, Piazza Alessandro Manzoni, 2, (Lecco)
Orario di apertura
da martedi a sabato ore 15.30 - 19
Vernissage
26 Marzo 2010, ore 18.30
Autore
Curatore