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Pop Art Italia 1958 – 1968
L’Italia della “dolce vita” e del “boom economico” si rispecchia nelle opere dei protagonisti della stagione pop: Enrico Baj, Mimmo Rotella, Mario Schifano, Tano Festa, Lucio Del Pezzo, Domenico Gnoli, Valerio Adami, Giosetta Fioroni e altri ancora. Un percorso che segue idealmente la mostra POP ART UK.
Comunicato stampa
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Prodotta dalla Galleria Civica e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, sponsorizzata da WP Store e da EasyBloom, con il mediapartnership di Leonardo Sky TV, la mostra è curata da Walter Guadagnini, storico dell’arte e docente presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, in collaborazione con Luca Massimo Barbero, Associate Curator per la Guggenheim Collection.
POP ART ITALIA 1958-1968 si incentra sulla storia e sui protagonisti della Pop Art italiana e si propone come il seguito ideale di POP ART UK, British Pop Art 1956-1972, una delle mostre di arte contemporanea di maggiore successo della scorsa stagione.
Se per l'Inghilterra si poteva parlare di una "Swinging London", in questo caso si potrà parlare di un'arte della "dolce vita" o del "boom economico", momenti cruciali nell'evoluzione della società e del costume italiano del XX secolo. La pittura e la scultura, lo strano connubio tra Michelangelo e la Coca Cola, dunque, ma anche il più ampio contesto culturale nel quale queste opere sono nate, saranno i protagonisti di una mostra e di un catalogo che uniscono il rigore scientifico degli studi a una spettacolare presentazione di alcune delle opere più sorprendenti dell'arte italiana del dopoguerra.
Fenomeno prevalentemente anglo-americano, la Pop Art trova radici in tempi precoci anche in Italia, come storicamente testimoniato dalla Biennale di Venezia del 1964. Questa importante vetrina che fa conoscere il fenomeno Pop all’Europa, e che premia per la prima volta un artista americano quale Robert Rauschenberg, ospita al Padiglione Italia opere di artisti come Mimmo Rotella, Franco Angeli, Tano Festa, Giosetta Fioroni, Concetto Pozzati e Mario Schifano.
Attraverso un centinaio di opere di oltre trenta artisti, la mostra ricostruisce le vicende e il clima che nel corso degli anni Sessanta hanno dato vita a una "via italiana", autonoma e originale, al linguaggio Pop.
Gli artisti selezionati rappresentano al meglio la Pop italiana e contribuiscono a definire modi e tempi della sua evoluzione. Si va da precorritori come Mimmo Rotella ed Enrico Baj (tra le loro opere esposte, si ricordano il celeberrimo decollages “Il Punto e Mezzo” del primo e le straniate visioni kitsch del secondo, come le strepitose rielaborazioni delle cartoline della fine degli anni Cinquanta o le altrettanto sorprendenti citazioni dai rotocalchi dell’epoca come “Des êtres d’autres planètes violaient nos femmes” del 1959) ai grandi protagonisti della stagione romana come Mario Schifano, Franco Angeli, e Tano Festa, tutti presenti con opere primarie degli anni Sessanta, come “Quarter Dollar” di Angeli, opera esposta alla Biennale del 1964, e “Futurismo rivisitato” di Schifano, del 1966; Cesare Tacchi (“La poltrona gialla”), Umberto Bignardi, Giosetta Fioroni, Sergio Lombardo (del quale saranno presentati alcuni dei “Gesti tipici” dedicati ai grandi politici dell’epoca, da Kruscev a Kennedy), Renato Mambor, Fabio Mauri, Mario Ceroli, del quale verrà esposto, tra gli altri, “Il telefono”, grande scultura in legno del 1964.
Accanto a questi nomi, va ricordato poi il gruppo milanese, vicino allo Studio Marconi - uno dei luoghi centrali di diffusione e affermazione della Pop nel nostro Paese, assieme alle storiche gallerie romane come La Tartaruga e La Salita - tra i quali spiccano i nomi di Valerio Adami, Emilio Tadini e Lucio Del Pezzo, autori di una Pop tesa a dialogare più con le coeve esperienze europee che con quelle americane. E ancora la cosiddetta “Scuola di Pistoia”, che ha avuto la sua figura di punta in Gianni Ruffi, presente con alcune sculture, come “Intervallo” del 1965, dove un televisore scolpito nel legno rievoca nello schermo una visione ideale della celebre immagine del Carosello. Accanto a questi saranno presenti figure anomale ma estremamente significative come quelle del toscano Alberto Moretti (sarà in mostra lo storico “Vegé” del 1964, pubblicato nel fondamentale volume di Mario Amaya “Pop as Art” già nel 1965), del milanese Silvio Pasotti, autore di assemblages capaci di giocare ironicamente con il nuovo gusto “medio” italiano del tempo, del bolognese Concetto Pozzati, tutti in diverso modo testimoni di un cambiamento fondamentale nella storia e nel costume dell’Italia del dopoguerra.
Accanto a questi nomi, unanimemente considerati protagonisti di questa stagione e di questo stile, saranno in mostra anche opere di autori che attraverso il linguaggio Pop sono passati solo per una breve stagione della loro vicenda creativa, ma che hanno contribuito a determinare le sorti e le immagini di questo periodo e di questa tendenza. Si tratta di artisti come Domenico Gnoli, Michelangelo Pistoletto (del quale verrà esposto uno straordinario “Specchio” del 1960), Jannis Kounellis, Aldo Mondino, Pino Pascali, artisti tra i più noti dell’arte italiana della seconda metà del secolo, le cui figure sono divenute, a loro volta, icone del mondo artistico contemporaneo.
Nelle nove sale si susseguono le opere di questi autori divise secondo grandi nuclei tematici ideali, che rispondono alle caratteristiche primarie della Pop italiana.
Una sezione sarà dedicata al rapporto con l'arte del passato, punto di riferimento quasi ineludibile per gli artisti italiani; un'altra sarà dedicata invece ai rapporti con i nuovi media e in particolare con il nuovo paesaggio - domestico e pubblico - con il quale gli artisti si confrontano in questo periodo; un altro ancora sarà dedicato all'aspetto più esplicitamente ironico e divertito presente in molte delle opere selezionate.
Le opere in mostra provengono da importanti gallerie e collezioni private italiane ed estere.
La mostra sarà accompagnata da un catalogo edito da Silvana Editoriale, contenente la riproduzione a colori di tutte le opere esposte, i saggi di Walter Guadagnini e Luca Massimo Barbero, le biografie curate da Alberto Zanchetta.
La Galleria Civica aderisce alla Settimana della Cultura, indetta dal Ministero Beni e Attività culturali, consentendo l’ingresso gratuito alla mostra.
Le visite guidate alla mostra, a pagamento, sono accessibili su prenotazione al numero 059/206919. I laboratori didattici per bambini accompagnati dai genitori sono gratuiti e si terranno a Palazzo Santa Margherita il 23 e 30 aprile, il 7 e 14 maggio, dalle 15 alle 18. Nei festivi 17, 24, 25 aprile e 1 e 8 maggio dalle ore 10,30 alle 12,30 e dalle 15 alle 18 (il 17 aprile, giornata inaugurale, il laboratorio apre alle 11).
La mostra resterà allestita fino al 3 luglio 2005.
POP ART ITALIA 1958-1968 si incentra sulla storia e sui protagonisti della Pop Art italiana e si propone come il seguito ideale di POP ART UK, British Pop Art 1956-1972, una delle mostre di arte contemporanea di maggiore successo della scorsa stagione.
Se per l'Inghilterra si poteva parlare di una "Swinging London", in questo caso si potrà parlare di un'arte della "dolce vita" o del "boom economico", momenti cruciali nell'evoluzione della società e del costume italiano del XX secolo. La pittura e la scultura, lo strano connubio tra Michelangelo e la Coca Cola, dunque, ma anche il più ampio contesto culturale nel quale queste opere sono nate, saranno i protagonisti di una mostra e di un catalogo che uniscono il rigore scientifico degli studi a una spettacolare presentazione di alcune delle opere più sorprendenti dell'arte italiana del dopoguerra.
Fenomeno prevalentemente anglo-americano, la Pop Art trova radici in tempi precoci anche in Italia, come storicamente testimoniato dalla Biennale di Venezia del 1964. Questa importante vetrina che fa conoscere il fenomeno Pop all’Europa, e che premia per la prima volta un artista americano quale Robert Rauschenberg, ospita al Padiglione Italia opere di artisti come Mimmo Rotella, Franco Angeli, Tano Festa, Giosetta Fioroni, Concetto Pozzati e Mario Schifano.
Attraverso un centinaio di opere di oltre trenta artisti, la mostra ricostruisce le vicende e il clima che nel corso degli anni Sessanta hanno dato vita a una "via italiana", autonoma e originale, al linguaggio Pop.
Gli artisti selezionati rappresentano al meglio la Pop italiana e contribuiscono a definire modi e tempi della sua evoluzione. Si va da precorritori come Mimmo Rotella ed Enrico Baj (tra le loro opere esposte, si ricordano il celeberrimo decollages “Il Punto e Mezzo” del primo e le straniate visioni kitsch del secondo, come le strepitose rielaborazioni delle cartoline della fine degli anni Cinquanta o le altrettanto sorprendenti citazioni dai rotocalchi dell’epoca come “Des êtres d’autres planètes violaient nos femmes” del 1959) ai grandi protagonisti della stagione romana come Mario Schifano, Franco Angeli, e Tano Festa, tutti presenti con opere primarie degli anni Sessanta, come “Quarter Dollar” di Angeli, opera esposta alla Biennale del 1964, e “Futurismo rivisitato” di Schifano, del 1966; Cesare Tacchi (“La poltrona gialla”), Umberto Bignardi, Giosetta Fioroni, Sergio Lombardo (del quale saranno presentati alcuni dei “Gesti tipici” dedicati ai grandi politici dell’epoca, da Kruscev a Kennedy), Renato Mambor, Fabio Mauri, Mario Ceroli, del quale verrà esposto, tra gli altri, “Il telefono”, grande scultura in legno del 1964.
Accanto a questi nomi, va ricordato poi il gruppo milanese, vicino allo Studio Marconi - uno dei luoghi centrali di diffusione e affermazione della Pop nel nostro Paese, assieme alle storiche gallerie romane come La Tartaruga e La Salita - tra i quali spiccano i nomi di Valerio Adami, Emilio Tadini e Lucio Del Pezzo, autori di una Pop tesa a dialogare più con le coeve esperienze europee che con quelle americane. E ancora la cosiddetta “Scuola di Pistoia”, che ha avuto la sua figura di punta in Gianni Ruffi, presente con alcune sculture, come “Intervallo” del 1965, dove un televisore scolpito nel legno rievoca nello schermo una visione ideale della celebre immagine del Carosello. Accanto a questi saranno presenti figure anomale ma estremamente significative come quelle del toscano Alberto Moretti (sarà in mostra lo storico “Vegé” del 1964, pubblicato nel fondamentale volume di Mario Amaya “Pop as Art” già nel 1965), del milanese Silvio Pasotti, autore di assemblages capaci di giocare ironicamente con il nuovo gusto “medio” italiano del tempo, del bolognese Concetto Pozzati, tutti in diverso modo testimoni di un cambiamento fondamentale nella storia e nel costume dell’Italia del dopoguerra.
Accanto a questi nomi, unanimemente considerati protagonisti di questa stagione e di questo stile, saranno in mostra anche opere di autori che attraverso il linguaggio Pop sono passati solo per una breve stagione della loro vicenda creativa, ma che hanno contribuito a determinare le sorti e le immagini di questo periodo e di questa tendenza. Si tratta di artisti come Domenico Gnoli, Michelangelo Pistoletto (del quale verrà esposto uno straordinario “Specchio” del 1960), Jannis Kounellis, Aldo Mondino, Pino Pascali, artisti tra i più noti dell’arte italiana della seconda metà del secolo, le cui figure sono divenute, a loro volta, icone del mondo artistico contemporaneo.
Nelle nove sale si susseguono le opere di questi autori divise secondo grandi nuclei tematici ideali, che rispondono alle caratteristiche primarie della Pop italiana.
Una sezione sarà dedicata al rapporto con l'arte del passato, punto di riferimento quasi ineludibile per gli artisti italiani; un'altra sarà dedicata invece ai rapporti con i nuovi media e in particolare con il nuovo paesaggio - domestico e pubblico - con il quale gli artisti si confrontano in questo periodo; un altro ancora sarà dedicato all'aspetto più esplicitamente ironico e divertito presente in molte delle opere selezionate.
Le opere in mostra provengono da importanti gallerie e collezioni private italiane ed estere.
La mostra sarà accompagnata da un catalogo edito da Silvana Editoriale, contenente la riproduzione a colori di tutte le opere esposte, i saggi di Walter Guadagnini e Luca Massimo Barbero, le biografie curate da Alberto Zanchetta.
La Galleria Civica aderisce alla Settimana della Cultura, indetta dal Ministero Beni e Attività culturali, consentendo l’ingresso gratuito alla mostra.
Le visite guidate alla mostra, a pagamento, sono accessibili su prenotazione al numero 059/206919. I laboratori didattici per bambini accompagnati dai genitori sono gratuiti e si terranno a Palazzo Santa Margherita il 23 e 30 aprile, il 7 e 14 maggio, dalle 15 alle 18. Nei festivi 17, 24, 25 aprile e 1 e 8 maggio dalle ore 10,30 alle 12,30 e dalle 15 alle 18 (il 17 aprile, giornata inaugurale, il laboratorio apre alle 11).
La mostra resterà allestita fino al 3 luglio 2005.
17
aprile 2005
Pop Art Italia 1958 – 1968
Dal 17 aprile al 03 luglio 2005
arte contemporanea
Location
GALLERIA CIVICA DI MODENA – PALAZZO SANTA MARGHERITA
Modena, Corso Canalgrande, 103, (Modena)
Modena, Corso Canalgrande, 103, (Modena)
Biglietti
€ 5,00, ridotto € 2,50,
gratuito per minori di 18 anni e maggiori di 60
giovedì ingresso gratuito
Settimana della Cultura ingresso gratuito
Orario di apertura
Da martedì a venerdì dalle 11-13, 16-19 sabato, domenica e festivi 10,30-19
lunedì non festivo chiuso
Vernissage
17 Aprile 2005, ore 11
Editore
SILVANA EDITORIALE
Ufficio stampa
STUDIO ESSECI
Autore
Curatore