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Pop design. Fuori luogo, fuori scala, fuori schema
La Mostra intende esprimere lo spirito “pop” e illustrare le invarianti di questo linguaggio che si ritrovano poi in oggetti di design attraverso otto temi trasversali e analoghe sezioni.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Dal 10 maggio al 14 settembre, al Filatoio di Caraglio, tutto ma proprio tutto, sarà sia “troppo” che “fuori”: fuori luogo, fuori scala, fuori schema, troppo colorato, troppo grande, troppo divertente. Tutto in una mostra che, sul filo dell’ironia e dell’autoironia, si propone di raccontare quel lungo, meraviglioso momento di sana follia nelle creazioni del design italiano che viene fatto rientrare sotto la definizione di “Pop Design”.
Questa spettacolare e sorprendente “rivisitazione”, ideata e curata da Luisa Bocchietto, è proposta dall’Associazione Culturale Marcovaldo in collaborazione con la Regione Piemonte e grazie al sostegno della Compagnia di San Paolo.
La mostra fa parte del Calendario di Torino 2008 World Design Capital
A ben vedere, la “colpa”, o meglio il merito, di questa piccola, enorme rivoluzione è da imputare alla plastica: nata per simulare altri materiali naturali, dagli anni Sessanta si afferma con la sua forza dirompente. Si presta a infiniti usi, si adatta a ogni pensiero creativo, offre tutti i possibili colori e, in più, è economica e riproducibile.
Il materiale giusto per dare dimensione allo sviluppo vitale del mercato e a un atteggiamento rivoluzionario a livello sociale. I vecchi schemi sono ribaltati; tutto viene messo in discussione da un diverso modo di vivere condizionato dal consumo, dalla moda, dalle possibilità che si aprono con i nuovi mezzi di trasporto, produzione e comunicazione.
Ciò che appare è, viene amato e subito consumato. Quindi tutto deve essere distintivo, immediato, visibile, comprensibile, accessibile.
Deve essere molto colorato, molto delineato, molto grande, per poter essere percepito come un’insegna, addirittura fuori scala; oppure il particolare, sottratto al suo contesto, deve essere ingigantito per poter essere “visto” per la prima volta nel dettaglio.
Immediato, visibile, parlante, colorato sono aggettivi del linguaggio “pop” e corrispondono alle caratteristiche del design pop che lo esprime. È un linguaggio semplice che può essere inteso anche dal passante, non c’è bisogno di spiegazione; spesso è la sorpresa che ci costringe a prestare attenzione.
Ogni cosa è, in sé, qualche cosa di più dell’oggetto banale di consumo che rappresenta; diventa il manifesto della nostra sensibilità consumistica, l’oggetto del desiderio, l’estensione della nostra identità, il nostro modo di comunicare.
Provocazione, gioco, divertimento si insinuano nel progetto in una sorta di vitale desiderio di sperimentare e sovvertire. Il consumo segue l’impulso e non la ragione; acquistiamo non per bisogno di funzioni ma seguendo sogni e sensazioni e gli oggetti diventano compagni rassicuranti delle nostre solitudini edonistiche; sono la nostra coperta di Linus. Il fumetto e le forme d’arte più popolari diventano espressione calzante del nostro essere al mondo, pur restando legati alla dimensione del sogno e dell’evasione.
La Mostra intende esprimere lo spirito “pop” e illustrare le invarianti di questo linguaggio che si ritrovano poi in oggetti di design attraverso otto temi trasversali e analoghe sezioni.
Ognuna di esse ha una parte didascalica, di racconto, che viene racchiusa in piccoli locali ricavati lungo il percorso, e una parte espositiva rappresentata dagli oggetti presenti in mostra.
Il percorso prende avvio dalla sezione “Il Fascino delle Lettere”, a indicare come dal riferimento alla letteratura (principalmente al futurismo, al dadaismo e al surrealismo) siano derivati concetti sovversivi e poetici e le lettere stesse siano fisicamente entrate negli oggetti.
“Lo sguardo Zoom” racconta il continuo muoversi dell’attenzione nel focalizzare dettagli, ingigantire e ridurre oggetti rendendoli icone di se stessi.
“Il Colore Rosso” accentua la forza degli oggetti parlanti, ironici e spiazzanti che usano il colore rosso assoluto ed il sesso, ad esso collegato, come agente di provocazione.
“Un Mondo di Plastica” illustra la presenza rivoluzionaria di questo materiale per la progettazione e diffusione degli oggetti d’uso quotidiano.
“Luci della Città” descrive l’approccio su scala urbana della riflessione sul futuro, i modelli rivoluzionari, le immagini della metropoli che si traducono in oggetti visionari ed infiniti e si declinano nei colori più variopinti delle luci della notte.
“Offerta Speciale” vuole porre l’attenzione su uno degli argomenti alla base della visione pop del reale: il duplice atteggiamento presente di critica e adesione viscerale agli oggetti del consumo.
“La Stanza dei Giochi” racconta il successo di un design ludico nato per rassicurare ed incentivare il consumo di oggetti divertenti che ci riportano all’infanzia.
“Animalia” introduce infine la presenza degli animali e della natura che vengono inseriti in un mondo assolutamente artificiale, con una rilettura estetica ed intellettualizzata.
Per chi è nato intorno al 1960 ogni oggetto che ha popolato l’adolescenza, dai colorati giradischi, alla musica, ai film, ai tessuti, agli abiti, ai casalinghi, ai mezzi di trasporto, agli oggetti più svariati è evidentemente pop. Per questo motivo lo si sente così naturale e famigliare e forse ogni altro fenomeno successivo viene distorto da questa lente di ingrandimento.
Il “pop” è sorpresa, empatia immediata ed interpretazione, ancora una volta poetica del mondo che ci circonda.
E c’è lo stupore di fronte alla quantità sempre rinnovata dell’ ”offerta speciale” della vita, le migliori opportunità di viaggio sugli scaffali. Lo spettacolo totale.
Questa spettacolare e sorprendente “rivisitazione”, ideata e curata da Luisa Bocchietto, è proposta dall’Associazione Culturale Marcovaldo in collaborazione con la Regione Piemonte e grazie al sostegno della Compagnia di San Paolo.
La mostra fa parte del Calendario di Torino 2008 World Design Capital
A ben vedere, la “colpa”, o meglio il merito, di questa piccola, enorme rivoluzione è da imputare alla plastica: nata per simulare altri materiali naturali, dagli anni Sessanta si afferma con la sua forza dirompente. Si presta a infiniti usi, si adatta a ogni pensiero creativo, offre tutti i possibili colori e, in più, è economica e riproducibile.
Il materiale giusto per dare dimensione allo sviluppo vitale del mercato e a un atteggiamento rivoluzionario a livello sociale. I vecchi schemi sono ribaltati; tutto viene messo in discussione da un diverso modo di vivere condizionato dal consumo, dalla moda, dalle possibilità che si aprono con i nuovi mezzi di trasporto, produzione e comunicazione.
Ciò che appare è, viene amato e subito consumato. Quindi tutto deve essere distintivo, immediato, visibile, comprensibile, accessibile.
Deve essere molto colorato, molto delineato, molto grande, per poter essere percepito come un’insegna, addirittura fuori scala; oppure il particolare, sottratto al suo contesto, deve essere ingigantito per poter essere “visto” per la prima volta nel dettaglio.
Immediato, visibile, parlante, colorato sono aggettivi del linguaggio “pop” e corrispondono alle caratteristiche del design pop che lo esprime. È un linguaggio semplice che può essere inteso anche dal passante, non c’è bisogno di spiegazione; spesso è la sorpresa che ci costringe a prestare attenzione.
Ogni cosa è, in sé, qualche cosa di più dell’oggetto banale di consumo che rappresenta; diventa il manifesto della nostra sensibilità consumistica, l’oggetto del desiderio, l’estensione della nostra identità, il nostro modo di comunicare.
Provocazione, gioco, divertimento si insinuano nel progetto in una sorta di vitale desiderio di sperimentare e sovvertire. Il consumo segue l’impulso e non la ragione; acquistiamo non per bisogno di funzioni ma seguendo sogni e sensazioni e gli oggetti diventano compagni rassicuranti delle nostre solitudini edonistiche; sono la nostra coperta di Linus. Il fumetto e le forme d’arte più popolari diventano espressione calzante del nostro essere al mondo, pur restando legati alla dimensione del sogno e dell’evasione.
La Mostra intende esprimere lo spirito “pop” e illustrare le invarianti di questo linguaggio che si ritrovano poi in oggetti di design attraverso otto temi trasversali e analoghe sezioni.
Ognuna di esse ha una parte didascalica, di racconto, che viene racchiusa in piccoli locali ricavati lungo il percorso, e una parte espositiva rappresentata dagli oggetti presenti in mostra.
Il percorso prende avvio dalla sezione “Il Fascino delle Lettere”, a indicare come dal riferimento alla letteratura (principalmente al futurismo, al dadaismo e al surrealismo) siano derivati concetti sovversivi e poetici e le lettere stesse siano fisicamente entrate negli oggetti.
“Lo sguardo Zoom” racconta il continuo muoversi dell’attenzione nel focalizzare dettagli, ingigantire e ridurre oggetti rendendoli icone di se stessi.
“Il Colore Rosso” accentua la forza degli oggetti parlanti, ironici e spiazzanti che usano il colore rosso assoluto ed il sesso, ad esso collegato, come agente di provocazione.
“Un Mondo di Plastica” illustra la presenza rivoluzionaria di questo materiale per la progettazione e diffusione degli oggetti d’uso quotidiano.
“Luci della Città” descrive l’approccio su scala urbana della riflessione sul futuro, i modelli rivoluzionari, le immagini della metropoli che si traducono in oggetti visionari ed infiniti e si declinano nei colori più variopinti delle luci della notte.
“Offerta Speciale” vuole porre l’attenzione su uno degli argomenti alla base della visione pop del reale: il duplice atteggiamento presente di critica e adesione viscerale agli oggetti del consumo.
“La Stanza dei Giochi” racconta il successo di un design ludico nato per rassicurare ed incentivare il consumo di oggetti divertenti che ci riportano all’infanzia.
“Animalia” introduce infine la presenza degli animali e della natura che vengono inseriti in un mondo assolutamente artificiale, con una rilettura estetica ed intellettualizzata.
Per chi è nato intorno al 1960 ogni oggetto che ha popolato l’adolescenza, dai colorati giradischi, alla musica, ai film, ai tessuti, agli abiti, ai casalinghi, ai mezzi di trasporto, agli oggetti più svariati è evidentemente pop. Per questo motivo lo si sente così naturale e famigliare e forse ogni altro fenomeno successivo viene distorto da questa lente di ingrandimento.
Il “pop” è sorpresa, empatia immediata ed interpretazione, ancora una volta poetica del mondo che ci circonda.
E c’è lo stupore di fronte alla quantità sempre rinnovata dell’ ”offerta speciale” della vita, le migliori opportunità di viaggio sugli scaffali. Lo spettacolo totale.
10
maggio 2008
Pop design. Fuori luogo, fuori scala, fuori schema
Dal 10 maggio al 15 settembre 2008
design
Location
CESAC – CENTRO SPERIMENTALE PER LE ARTI CONTEMPORANEE – IL FILATOIO
Caraglio, Via Giacomo Matteotti, 40, (Cuneo)
Caraglio, Via Giacomo Matteotti, 40, (Cuneo)
Biglietti
biglietto intero € 5,00; ridotto € 3,00 (7-14 anni; maggiori 65 anni; soci Marcovaldo; soci ACLI; Unitre Savigliano e Racconigi; docenti di Lettere, Architettura e Belle Arti; gruppi con più di 15 persone su prenotazione; possessori Conti Correnti Genius e Re-Play di UniCredit Banca, soci Touring Club); ingresso gratuito: fino a 6 anni, giornalisti, residenti in Caraglio (domenica mattina), possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte in corso di validità, possessori di Tessera Artea
Orario di apertura
dal martedì al sabato ore 14,30 – 19,00; domenica ore 10,00 – 19,00
Vernissage
10 Maggio 2008, ore 16
Editore
SILVANA EDITORIALE
Ufficio stampa
STUDIO ESSECI
Autore
Curatore