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Pop. Yesterday and Now
Nella storia delle avanguardie del Novecento il Pop, nonostante sia trascorso oltre mezzo secolo dalla sua nascita ed esplosione, e nonostante l’età dell’oro si identifichi soprattutto con gli anni sessanta, continua a essere influente nella nostra società contemporanea.
Comunicato stampa
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Nella storia delle avanguardie del Novecento il Pop, nonostante sia trascorso oltre mezzo
secolo dalla sua nascita ed esplosione, e nonostante l’età dell’oro si identifichi soprattutto
con gli anni sessanta, continua a essere influente nella nostra società contemporanea.
A proposito di Pop non si parla solo di arte, ma anche di moda, musica, design e
architettura, letteratura, persino di cucina. Si tratta insomma di un aggettivo che può
essere tranquillamente usato come un nome. E ancora funziona la celebre definizione che
ne diede nel 1956 Richard Hamilton: una forma di arte “transitoria, popolare, economica,
spiritosa, sexy, giovane, e soprattutto capace di generare grossi introiti economici”.
Oggi, quindi, non è affatto improprio continuare a usare il termine Pop nell’arte,
considerando quante e quali mutazioni genetiche questo genere è stato in grado di
attraversare, a partire dagli anni Ottanta soprattutto negli Stati Uniti, quando la società
dell’economia si trasforma in finanza, continuando a Londra, negli anni Novanta, con la
“generazione arrabbiata” degli yBa.
Pop Yesterday and Now è la mostra presentata da Flora Bigai per l’estate 2016 e curata
da Luca Beatrice, che nel 2012 pubblicò per Rizzoli il saggio Pop. L’invenzione dell’artista
come star, e che al tema ha dedicato numerosi scritti.
Equamente ripartita tra ieri e oggi, la mostra non poteva non iniziare dall’icona pop per
eccellenza, la Marilyn che Andy Warhol rese mito immortale. Sono passati poco meno di
trent’anni dalla morte dell’artista ed esattamente novant’anni dalla nascita dell’attrice,
eppure le loro leggende sono rimaste immutate, indifferenti al passare del tempo.
New York, Londra e Roma sono le città in cui la Pop Art si sviluppa, a partire dagli anni
Sessanta e per i decenni successivi. Se in America si consuma il tripudio delle merci, dei
beni di consumo, dei miti di Hollywood (Andy Warhol), della pubblicità (Tom Wesselmann),
ma anche di messaggi dal forte significato politico (Robert Indiana), la capitale inglese
indica una strada diversa, intesa di un certo criticismo dal gusto ironico e teorico (Allen
Jones) che sfiora persino la Parigi del Nouveau Réalisme (Niki de Saint Phalle).
Sfumature certamente diverse che trovano una declinazione molto originale nella Roma di
piazza del Popolo, dove operano dei veri e propri miti della loro epoca, pittori intensi e
intrisi di esistenzialismo come Mario Schifano, Franco Angeli e Tano Festa.
Con un salto temporale di circa due decenni, è la generazione degli anni Ottanta, ormai
prossima alla globalizzazione, a rinverdire il concetto di Pop, soprattutto all’interno della
pittura che nel frattempo ha visto l’imporsi della Transavanguardia e della Graffiti Art.
Autori come David Salle e Donald Baechler, con sfumature peraltro diverse, si muovono
all’interno della figurazione dal clima postmoderno; Peter Halley è espressione del
movimento Neo Geo, un’astrazione in cui la teoria, il rapporto con lo spazio architettonico
e l’oggetto, divengono elementi fondamentali; Tony Oursler, invece, considera i new
media, in particolare il video, come strumento indispensabile per leggere la
contemporaneità.
Ultimi ribelli, eredi degli arrabbiati della Swinging London, sono gli artisti che con l’epocale
mostra Sensation mostrarono un nuovo volto dell’Inghilterra di fine secolo: Marc Quinn, in
particolare, con le sue provocazioni scioccanti ma anche con dipinti dal gusto floreale e
iperdecorativo. Julian Opie è peraltro tra i primi a rivolgere l’interesse verso le tecniche del
digitale, che qualcuno considera l’ultimo colpo mortale alla pittura tradizionale.
Né si poteva trascurare l’Italia, con l’ironia ficcante e tagliente di Bertozzi & Casoni,
autentici inventori di un uso contemporaneo della ceramica, con le loro cover di opere
famose: le Brillo Boxes di Warhol, la Merda d’artista di Piero Manzoni.
secolo dalla sua nascita ed esplosione, e nonostante l’età dell’oro si identifichi soprattutto
con gli anni sessanta, continua a essere influente nella nostra società contemporanea.
A proposito di Pop non si parla solo di arte, ma anche di moda, musica, design e
architettura, letteratura, persino di cucina. Si tratta insomma di un aggettivo che può
essere tranquillamente usato come un nome. E ancora funziona la celebre definizione che
ne diede nel 1956 Richard Hamilton: una forma di arte “transitoria, popolare, economica,
spiritosa, sexy, giovane, e soprattutto capace di generare grossi introiti economici”.
Oggi, quindi, non è affatto improprio continuare a usare il termine Pop nell’arte,
considerando quante e quali mutazioni genetiche questo genere è stato in grado di
attraversare, a partire dagli anni Ottanta soprattutto negli Stati Uniti, quando la società
dell’economia si trasforma in finanza, continuando a Londra, negli anni Novanta, con la
“generazione arrabbiata” degli yBa.
Pop Yesterday and Now è la mostra presentata da Flora Bigai per l’estate 2016 e curata
da Luca Beatrice, che nel 2012 pubblicò per Rizzoli il saggio Pop. L’invenzione dell’artista
come star, e che al tema ha dedicato numerosi scritti.
Equamente ripartita tra ieri e oggi, la mostra non poteva non iniziare dall’icona pop per
eccellenza, la Marilyn che Andy Warhol rese mito immortale. Sono passati poco meno di
trent’anni dalla morte dell’artista ed esattamente novant’anni dalla nascita dell’attrice,
eppure le loro leggende sono rimaste immutate, indifferenti al passare del tempo.
New York, Londra e Roma sono le città in cui la Pop Art si sviluppa, a partire dagli anni
Sessanta e per i decenni successivi. Se in America si consuma il tripudio delle merci, dei
beni di consumo, dei miti di Hollywood (Andy Warhol), della pubblicità (Tom Wesselmann),
ma anche di messaggi dal forte significato politico (Robert Indiana), la capitale inglese
indica una strada diversa, intesa di un certo criticismo dal gusto ironico e teorico (Allen
Jones) che sfiora persino la Parigi del Nouveau Réalisme (Niki de Saint Phalle).
Sfumature certamente diverse che trovano una declinazione molto originale nella Roma di
piazza del Popolo, dove operano dei veri e propri miti della loro epoca, pittori intensi e
intrisi di esistenzialismo come Mario Schifano, Franco Angeli e Tano Festa.
Con un salto temporale di circa due decenni, è la generazione degli anni Ottanta, ormai
prossima alla globalizzazione, a rinverdire il concetto di Pop, soprattutto all’interno della
pittura che nel frattempo ha visto l’imporsi della Transavanguardia e della Graffiti Art.
Autori come David Salle e Donald Baechler, con sfumature peraltro diverse, si muovono
all’interno della figurazione dal clima postmoderno; Peter Halley è espressione del
movimento Neo Geo, un’astrazione in cui la teoria, il rapporto con lo spazio architettonico
e l’oggetto, divengono elementi fondamentali; Tony Oursler, invece, considera i new
media, in particolare il video, come strumento indispensabile per leggere la
contemporaneità.
Ultimi ribelli, eredi degli arrabbiati della Swinging London, sono gli artisti che con l’epocale
mostra Sensation mostrarono un nuovo volto dell’Inghilterra di fine secolo: Marc Quinn, in
particolare, con le sue provocazioni scioccanti ma anche con dipinti dal gusto floreale e
iperdecorativo. Julian Opie è peraltro tra i primi a rivolgere l’interesse verso le tecniche del
digitale, che qualcuno considera l’ultimo colpo mortale alla pittura tradizionale.
Né si poteva trascurare l’Italia, con l’ironia ficcante e tagliente di Bertozzi & Casoni,
autentici inventori di un uso contemporaneo della ceramica, con le loro cover di opere
famose: le Brillo Boxes di Warhol, la Merda d’artista di Piero Manzoni.
02
luglio 2016
Pop. Yesterday and Now
Dal 02 luglio al 12 settembre 2016
arte contemporanea
Location
FLORA BIGAI ARTE CONTEMPORANEA – VIA GARIBALDI
Pietrasanta, Via Giuseppe Garibaldi, 37, (Lucca)
Pietrasanta, Via Giuseppe Garibaldi, 37, (Lucca)
Orario di apertura
tutti i giorni, 11:00 – 13:00/17:30 – 24:00
Autore
Curatore