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Porta bono
Un percorso espositivo che offre al visitatore, in chiave artistica e metaforica, una “fotografia” dell’attualissimo tema dei migranti e della ricerca del diritto a vivere con dignità, che coinvolge da decenni non solo la Sicilia, porta del Mediterraneo, ma l’intero territorio Europeo e non solo.
Comunicato stampa
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MOSTRA PORTA BONO
La Galleria Credito Siciliano di Acireale inaugura, mercoledì 22 giugno, la mostra “Porta Bono”, dedicata al tema dei flussi migratori dei popoli dai paesi in crisi di democrazia.
Un percorso espositivo che offre al visitatore, in chiave artistica e metaforica, una “fotografia” dell’attualissimo tema dei migranti e della ricerca del diritto a vivere con dignità, che coinvolge da decenni non solo la Sicilia, porta del Mediterraneo, ma l’intero territorio Europeo e non solo.
Questo è il tema focale della mostra la quale - partendo dalla materialità del suolo siciliano, del suo mare e del suo potente vulcano - mescola gli ingredienti essenziali del fenomeno geopolitico che l’Europa e il mondo stanno attraversando: da un lato le radici emblematizzate dall’utilizzo di materiali autoctoni e dall’altro il rifugio, ossia il riparo di fortuna del diverso, dello straniero.
La sua rappresentazione visiva, pensata dai curatori Leo Guerra e Cristina Quadrio Curzio, è intesa in senso etno- antropologico come anche in senso minerale ed infatti la mostra si sviluppa nella disposizione di cumuli di materiali inerti quali la sabbia basaltica, la pietra arenaria, il sale marino, la torba, il legname. Questi cumuli di materiali terreni autoctoni, di forma e volume variabile occupano interamente lo spazio espositivo creando un percorso obbligato per il visitatore il quale, attraverso piccole aperture potrà osservare l’interno degli stessi cogliendo l’atmosfera tipica di una grotta, di un bivacco, di un rifugio provvisorio disseminato di oggetti sparsi (un fornelletto da campo, un salvagente, un pentolino con avanzi di cibo, una coperta strappata, ecc..) che ben rappresentano il dramma del rifugiato, del nomade, dell’occupante una terra straniera e sconosciuta.
Il rifugio è il tema costante della mostra e tutti gli accessi alle sale espositive del secondo piano della Galleria sono tamponati con materiali edili quali tavole in legno, pannelli, mattoni in calcestruzzo, cataste di legname impilato. Questo a significare l’inaccessibilità e la preclusione e, non direttamente, la reclusione di chi sogna l’attraversamento di terre, continenti, aree geografiche, senza in realtà poterne realmente fruire; obbligato ad un percorso predeterminato dove possibili “varchi” sono spesso inaccessibili.
Lo spazio espositivo, convincente nella rappresentazione in chiave artistica di un’umanità in pericolo- diventa, al contempo, ricostruzione scenica e metaforica di speranza e di protezione. Il rifugio, rappresentato con forme e materiali diversi, simboleggia l’Europa, terra non facile ma certo garante dei diritti umanitari basilari della persona.
La mostra è corredata da un catalogo che contiene un testo di presentazione a firma Iba Dahlwaijiri, pseudonimo di una o più persone operanti in qualità di giornalisti e attivisti egiziani presumibilmente residenti nel Regno Unito con lo status di perseguitati politici per essersi opposti al regime del deposto presidente Hosni Mubarak. Con il ruolo di independent curator, Iba Dahlwahijri offre una lettura lucida e profonda dell’iniziativa voluta dal Credito Siciliano nella propria galleria di Acireale, iniziativa che si colloca all’interno di una costellazione di progetti installativi, performance e mostre site-specific di respiro internazionale che intendono affrontare, sensibilizzando il Paese, il pressante tema umanitario dei migranti.
La Galleria Credito Siciliano di Acireale inaugura, mercoledì 22 giugno, la mostra “Porta Bono”, dedicata al tema dei flussi migratori dei popoli dai paesi in crisi di democrazia.
Un percorso espositivo che offre al visitatore, in chiave artistica e metaforica, una “fotografia” dell’attualissimo tema dei migranti e della ricerca del diritto a vivere con dignità, che coinvolge da decenni non solo la Sicilia, porta del Mediterraneo, ma l’intero territorio Europeo e non solo.
Questo è il tema focale della mostra la quale - partendo dalla materialità del suolo siciliano, del suo mare e del suo potente vulcano - mescola gli ingredienti essenziali del fenomeno geopolitico che l’Europa e il mondo stanno attraversando: da un lato le radici emblematizzate dall’utilizzo di materiali autoctoni e dall’altro il rifugio, ossia il riparo di fortuna del diverso, dello straniero.
La sua rappresentazione visiva, pensata dai curatori Leo Guerra e Cristina Quadrio Curzio, è intesa in senso etno- antropologico come anche in senso minerale ed infatti la mostra si sviluppa nella disposizione di cumuli di materiali inerti quali la sabbia basaltica, la pietra arenaria, il sale marino, la torba, il legname. Questi cumuli di materiali terreni autoctoni, di forma e volume variabile occupano interamente lo spazio espositivo creando un percorso obbligato per il visitatore il quale, attraverso piccole aperture potrà osservare l’interno degli stessi cogliendo l’atmosfera tipica di una grotta, di un bivacco, di un rifugio provvisorio disseminato di oggetti sparsi (un fornelletto da campo, un salvagente, un pentolino con avanzi di cibo, una coperta strappata, ecc..) che ben rappresentano il dramma del rifugiato, del nomade, dell’occupante una terra straniera e sconosciuta.
Il rifugio è il tema costante della mostra e tutti gli accessi alle sale espositive del secondo piano della Galleria sono tamponati con materiali edili quali tavole in legno, pannelli, mattoni in calcestruzzo, cataste di legname impilato. Questo a significare l’inaccessibilità e la preclusione e, non direttamente, la reclusione di chi sogna l’attraversamento di terre, continenti, aree geografiche, senza in realtà poterne realmente fruire; obbligato ad un percorso predeterminato dove possibili “varchi” sono spesso inaccessibili.
Lo spazio espositivo, convincente nella rappresentazione in chiave artistica di un’umanità in pericolo- diventa, al contempo, ricostruzione scenica e metaforica di speranza e di protezione. Il rifugio, rappresentato con forme e materiali diversi, simboleggia l’Europa, terra non facile ma certo garante dei diritti umanitari basilari della persona.
La mostra è corredata da un catalogo che contiene un testo di presentazione a firma Iba Dahlwaijiri, pseudonimo di una o più persone operanti in qualità di giornalisti e attivisti egiziani presumibilmente residenti nel Regno Unito con lo status di perseguitati politici per essersi opposti al regime del deposto presidente Hosni Mubarak. Con il ruolo di independent curator, Iba Dahlwahijri offre una lettura lucida e profonda dell’iniziativa voluta dal Credito Siciliano nella propria galleria di Acireale, iniziativa che si colloca all’interno di una costellazione di progetti installativi, performance e mostre site-specific di respiro internazionale che intendono affrontare, sensibilizzando il Paese, il pressante tema umanitario dei migranti.
23
giugno 2016
Porta bono
Dal 23 giugno al primo ottobre 2016
arte contemporanea
Location
GALLERIA CREDITO SICILIANO
Acireale, Piazza Duomo, 12, (Catania)
Acireale, Piazza Duomo, 12, (Catania)
Orario di apertura
da mercoledì a domenica 18.30 – 22.00
aperture straordinarie su prenotazione
chiuso lunedì e martedì
Vernissage
23 Giugno 2016, 19.00
Autore
Curatore