Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Portraits Imaginaires. Sculptures, peintures, gravures
Curata da Valerio Dehò, la mostra di Venezia presenta opere che partono dagli anni
Novanta e arrivano fino ai giorni nostri. Sculture in marmo e
in bronzo, incisioni, disegni e acrilici tracciano un percorso
personale e di ricerca tra i più originali nell’arte attuale.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il lavoro artistico di Henri Beaufour si è concentrato soprattutto nello studio del volto umano, del ritratto inteso in senso classico in quanto espressione delle individualità, delle caratteristiche e differenze tra gli individui. Ma nel caso dell’artista francese non si tratta di concentrarsi sulla descrizione di persone realistiche, quanto di lavorare sull’elaborazione di qualcosa che è situato a metà tra l’immaginazione e la realtà effettiva. Beaufour sia nella sua attività di scultore che in quella di pittore o di incisore, non aderisce mai completamente al reale, piuttosto lo elabora secondo quella che è la sua intuizione del momento e soprattutto attraverso la sua profonda cultura umanistica e letteraria. Se la sua opera può essere definita come un “viaggio al termine della materia”, è vero anche che il suo scavare nella psicologia umana fa emergere spesso consonanze con la letteratura, con quei personaggi che
appartengono ad una storia sospesa tra la verità della ragione e la vastità della fantasia. Quello di Henri Beaufour è
un lavoro artistico completamente originale, quasi fuori da
tempo, distante da mode o nostalgie. Un’ opera di grande
profondità ma anche spesso di ironia. Le deformazioni fisiche
possono ricordare le sculture dell’artista settecentesco
tedesco Franz Xaver Messerschmidt, però mettono insieme
drammaticità, intensità espressiva e anche talvolta una vena
sarcastica. L’oggetto della sua arte è quasi sempre andato
in direzione della rappresentazione di uomini o di donne,
anche se non mancano opere dedicate ad animali classici
della scultura come cani o cavalli, o bizzarri come i maiali.
I suoi “Portraits imaginaires” hanno la forza di analisi di una
“Comédie humaine” e l’ironia e la magia di Marcel Schwob
nelle sue “Vite immaginarie”. Probabilmente a mettere
insieme tutti i suoi ritratti ne verrebbe fuori un romanzo
straordinario. Ma l‘arte vive di episodi e per questo nella
poetica artistica di Beaufour le persone qualsiasi che ha
incontrato, le sue memorie personali o quelle letterarie,
diventano una galleria di ritratti unica in cui tutto entra a far
parte senza distinzioni del mondo dell’artista e della sua
visione.
Le sue fonti di ispirazioni sono molteplici. Un cavatore,
l’operaio delle cave di marmo, o un’operaia convivono in
questa sua “storia” con le creature del mito come il Centauro
o letterarie come Sancho Panza.
La tecnica di Henri Beaufour rende drammatica la materia,
agita la forma in una metamorfosi continua. Si può definir il
suo lavoro come “espressionismo barocco” per cercare di
dare il senso non solo dell’energia creativa messa nella
rappresentazione, ma anche del movimento continuo del
segno e del colore. Le sue opere appaiono sospese dentro
una metamorfosi continua. In certi quadri si avverte una
forma che è continuamente in tensione, che sembra poter
cambiare da un momento all’altro. Vi è un movimento
interiore che colpisce chi si pone di fronte all’opera. La forma
appare essere in una stasi provvisoria, anche la dura
materia del marmo sembra attraversata da una manualità
impetuosa, alla ricerca di un confine tra formale e informale.
Resta comunque un artista figurativo che ha centrato la sua
attenzione sulla figura umana, sui volti di personaggi che
sono creature partorite dal mito alla letteratura e che si
affiancano agli incontri del quotidiano. Beaufour è uno straordinario osservatore della realtà, ma la guarda con la
spiritualità di una ricerca assoluta e personale. Anche
Picasso realizzò a Mougins nel 1969 una serie memorabile di
“Portraits imaginaires” in cui con il suo stile metteva insieme
vari elementi della sua produzione artistica, dai miti
mediterranei alle ironie su personaggi realmente esistiti e da
lui incontrati.
La mostra di Venezia presenta opere che partono dagli anni
Novanta e arrivano fino ai giorni nostri. Sculture in marmo e
in bronzo, incisioni, disegni e acrilici tracciano un percorso
personale e di ricerca tra i più originali nell’arte attuale.
Alcune grandi sculture tracceranno una direzione al piano
terra di Palazzo Pisani Santa Marina mentre una serie di
lavori a parete daranno un panorama della complessa
produzione di Henri Beaufour. Una quarantina di lavori in
tutto anche per cercare di far comprendere al pubblico
l’ampiezza del lavoro dell’artista, la sperimentazione che ha
compiuto attraverso tutti i linguaggi dell’arte per delineare la
propria visione del mondo.
appartengono ad una storia sospesa tra la verità della ragione e la vastità della fantasia. Quello di Henri Beaufour è
un lavoro artistico completamente originale, quasi fuori da
tempo, distante da mode o nostalgie. Un’ opera di grande
profondità ma anche spesso di ironia. Le deformazioni fisiche
possono ricordare le sculture dell’artista settecentesco
tedesco Franz Xaver Messerschmidt, però mettono insieme
drammaticità, intensità espressiva e anche talvolta una vena
sarcastica. L’oggetto della sua arte è quasi sempre andato
in direzione della rappresentazione di uomini o di donne,
anche se non mancano opere dedicate ad animali classici
della scultura come cani o cavalli, o bizzarri come i maiali.
I suoi “Portraits imaginaires” hanno la forza di analisi di una
“Comédie humaine” e l’ironia e la magia di Marcel Schwob
nelle sue “Vite immaginarie”. Probabilmente a mettere
insieme tutti i suoi ritratti ne verrebbe fuori un romanzo
straordinario. Ma l‘arte vive di episodi e per questo nella
poetica artistica di Beaufour le persone qualsiasi che ha
incontrato, le sue memorie personali o quelle letterarie,
diventano una galleria di ritratti unica in cui tutto entra a far
parte senza distinzioni del mondo dell’artista e della sua
visione.
Le sue fonti di ispirazioni sono molteplici. Un cavatore,
l’operaio delle cave di marmo, o un’operaia convivono in
questa sua “storia” con le creature del mito come il Centauro
o letterarie come Sancho Panza.
La tecnica di Henri Beaufour rende drammatica la materia,
agita la forma in una metamorfosi continua. Si può definir il
suo lavoro come “espressionismo barocco” per cercare di
dare il senso non solo dell’energia creativa messa nella
rappresentazione, ma anche del movimento continuo del
segno e del colore. Le sue opere appaiono sospese dentro
una metamorfosi continua. In certi quadri si avverte una
forma che è continuamente in tensione, che sembra poter
cambiare da un momento all’altro. Vi è un movimento
interiore che colpisce chi si pone di fronte all’opera. La forma
appare essere in una stasi provvisoria, anche la dura
materia del marmo sembra attraversata da una manualità
impetuosa, alla ricerca di un confine tra formale e informale.
Resta comunque un artista figurativo che ha centrato la sua
attenzione sulla figura umana, sui volti di personaggi che
sono creature partorite dal mito alla letteratura e che si
affiancano agli incontri del quotidiano. Beaufour è uno straordinario osservatore della realtà, ma la guarda con la
spiritualità di una ricerca assoluta e personale. Anche
Picasso realizzò a Mougins nel 1969 una serie memorabile di
“Portraits imaginaires” in cui con il suo stile metteva insieme
vari elementi della sua produzione artistica, dai miti
mediterranei alle ironie su personaggi realmente esistiti e da
lui incontrati.
La mostra di Venezia presenta opere che partono dagli anni
Novanta e arrivano fino ai giorni nostri. Sculture in marmo e
in bronzo, incisioni, disegni e acrilici tracciano un percorso
personale e di ricerca tra i più originali nell’arte attuale.
Alcune grandi sculture tracceranno una direzione al piano
terra di Palazzo Pisani Santa Marina mentre una serie di
lavori a parete daranno un panorama della complessa
produzione di Henri Beaufour. Una quarantina di lavori in
tutto anche per cercare di far comprendere al pubblico
l’ampiezza del lavoro dell’artista, la sperimentazione che ha
compiuto attraverso tutti i linguaggi dell’arte per delineare la
propria visione del mondo.
07
settembre 2024
Portraits Imaginaires. Sculptures, peintures, gravures
Dal 07 settembre al 23 novembre 2024
arte contemporanea
Location
Palazzo Pisani Santa Marina
Venezia, Calle de le Erbe, 6104, (VE)
Venezia, Calle de le Erbe, 6104, (VE)
Orario di apertura
da mercoledì a domenica,
dalle 11.00 alle 14.00 e
dalle 15.00 alle 18.00
Sito web
Autore
Curatore
Allestimento
Progetto grafico
Produzione organizzazione
Trasporti