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Portraits of an (un)known world
Portraits of an (un)known world è la prima personale in Italia di Andrés Anza, artista messicano che ha scelto la ceramica come medium d’elezione, con cui realizza sculture dalle sembianze astratte, ma allo stesso tempo organiche, con l’intento di stimolare la percezione dello spettatore.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Galleria Anna Marra è lieta di presentare Portraits of an (un)known world, prima personale in Italia di Andrés Anza.
Nato a Monterrey, Messico, nel 1991, Andrés Anza ha scelto la ceramica come medium d’elezione, con cui realizza sculture dalle sembianze astratte, ma allo stesso tempo organiche, con l’intento di stimolare la percezione dello spettatore.
L’artista nel modellare le sue opere sembra far riferimento tanto al mondo animale quanto vegetale, come le spine delle rose o gli avvallamenti del terreno, ma anche al corpo umano. In realtà la forma è solo un pretesto per ottenere il coinvolgimento di chi osserva ed è chiamato a riconoscere e definire l’oggetto del suo sguardo.
Partendo da una profonda conoscenza della materia e una grande abilità artigiana, Anza costruisce dei veri e propri stimoli estetici e fa concludere la sua opera là dove iniziano le domande degli spettatori.
Il titolo stesso della mostra – Portraits of an (un)known world – rappresenta un ossimoro e racchiude un qualcosa di estremamente familiare, il “ritratto”, con il concetto di “sconosciuto”, quindi un qualcosa che al contrario è ignoto e misterioso.
Il dualismo continua quando gli spettatori sono chiamati a esplorare gli spazi della galleria e porsi in relazione con le opere osservandole da vari punti di vista per coglierne le diverse sfaccettature e le parti più nascoste. Le forme delle sculture celano infatti pieghe, angoli, anfratti e, in alcuni casi, impercettibili aperture che consentono di osservarne l’interno. Metaforicamente l’artista fa riferimento ai concetti di interiorità ed esteriorità così come vengono percepiti nella nostra società: come l’opera non è fatta solo della propria estetica, della propria apparenza, così l’essere umano mostra solo alcuni aspetti di sé, mentre altre parti, più profonde e intime, rimangono visibili solo a pochi o addirittura nascoste. Con le sue opere Anza invita lo spettatore ad andare oltre l’impatto del primo sguardo, libero da pregiudizi, per indagare più in profondità quello che lo circonda nel tentativo di conoscerlo nel modo più completo possibile, pur dichiarando fin dal titolo che i suoi “ritratti” provengono da un mondo sconosciuto.
L’artista appare molto affascinato dall’intervento dell’osservatore, dal suo agire in relazione alle opere, così come nel processo creativo si focalizza sull’interazione tra lui e la materia: “mi piace vedere il mio lavoro come una collaborazione tra le mie mani e l’argilla”, tanto che nel tempo ha conquistato una “memoria tattile” che gli consente di realizzare le sue opere in maniera intuitiva.
Monocromatiche, astratte e interamente ricoperte di aculei, in mostra circa venti sculture realizzate appositamente per l’occasione. Si intrecciano, disperdono, ammassano, sciolgono, creando un ecosistema surreale e ineffabile.
Le sculture di Andrés Anza rappresentano l’unione tra la tradizione artigiana della ceramica e lo sviluppo di pratiche e concetti più attuali. La terracotta infatti non è in questo caso smaltata, ma ha una finitura che quasi cela la reale natura della materia di cui è composta: opaca e dipinta con acrilici, l’opera di Anza anche nella tecnica mantiene dualismo e ambiguità.
Nato a Monterrey, Messico, nel 1991, Andrés Anza ha scelto la ceramica come medium d’elezione, con cui realizza sculture dalle sembianze astratte, ma allo stesso tempo organiche, con l’intento di stimolare la percezione dello spettatore.
L’artista nel modellare le sue opere sembra far riferimento tanto al mondo animale quanto vegetale, come le spine delle rose o gli avvallamenti del terreno, ma anche al corpo umano. In realtà la forma è solo un pretesto per ottenere il coinvolgimento di chi osserva ed è chiamato a riconoscere e definire l’oggetto del suo sguardo.
Partendo da una profonda conoscenza della materia e una grande abilità artigiana, Anza costruisce dei veri e propri stimoli estetici e fa concludere la sua opera là dove iniziano le domande degli spettatori.
Il titolo stesso della mostra – Portraits of an (un)known world – rappresenta un ossimoro e racchiude un qualcosa di estremamente familiare, il “ritratto”, con il concetto di “sconosciuto”, quindi un qualcosa che al contrario è ignoto e misterioso.
Il dualismo continua quando gli spettatori sono chiamati a esplorare gli spazi della galleria e porsi in relazione con le opere osservandole da vari punti di vista per coglierne le diverse sfaccettature e le parti più nascoste. Le forme delle sculture celano infatti pieghe, angoli, anfratti e, in alcuni casi, impercettibili aperture che consentono di osservarne l’interno. Metaforicamente l’artista fa riferimento ai concetti di interiorità ed esteriorità così come vengono percepiti nella nostra società: come l’opera non è fatta solo della propria estetica, della propria apparenza, così l’essere umano mostra solo alcuni aspetti di sé, mentre altre parti, più profonde e intime, rimangono visibili solo a pochi o addirittura nascoste. Con le sue opere Anza invita lo spettatore ad andare oltre l’impatto del primo sguardo, libero da pregiudizi, per indagare più in profondità quello che lo circonda nel tentativo di conoscerlo nel modo più completo possibile, pur dichiarando fin dal titolo che i suoi “ritratti” provengono da un mondo sconosciuto.
L’artista appare molto affascinato dall’intervento dell’osservatore, dal suo agire in relazione alle opere, così come nel processo creativo si focalizza sull’interazione tra lui e la materia: “mi piace vedere il mio lavoro come una collaborazione tra le mie mani e l’argilla”, tanto che nel tempo ha conquistato una “memoria tattile” che gli consente di realizzare le sue opere in maniera intuitiva.
Monocromatiche, astratte e interamente ricoperte di aculei, in mostra circa venti sculture realizzate appositamente per l’occasione. Si intrecciano, disperdono, ammassano, sciolgono, creando un ecosistema surreale e ineffabile.
Le sculture di Andrés Anza rappresentano l’unione tra la tradizione artigiana della ceramica e lo sviluppo di pratiche e concetti più attuali. La terracotta infatti non è in questo caso smaltata, ma ha una finitura che quasi cela la reale natura della materia di cui è composta: opaca e dipinta con acrilici, l’opera di Anza anche nella tecnica mantiene dualismo e ambiguità.
19
aprile 2023
Portraits of an (un)known world
Dal 19 aprile al 27 maggio 2023
arte contemporanea
Location
Galleria Anna Marra
Roma, Via di S. Angelo in Pescheria, 32, (RM)
Roma, Via di S. Angelo in Pescheria, 32, (RM)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì ore 15.30 - 19.30; sabato ore 10.00 - 14.00
Vernissage
19 Aprile 2023, ore 18.00 - 21.00
Sito web
Autore
Autore testo critico