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Post-dripping
Quattro artisti presentano la loro personale rivisitazione nei confronti della tecnica scoperta da Pollock. Attraverso la peculiare ricerca di ognuno di loro, il dripping cambia aspetto, contaminandosi con diversi materiali o conquistando le dimensioni spaziali.
Comunicato stampa
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Cercando oltre ciò che il dripping ha lasciato come eredità, i quattro artisti presenti in questa mostra presentano la loro personale poetica e sensibilità nei confronti dello stile scoperto da Pollock negli anni ’50, rileggendolo e cercando di approfondirne l’aspetto formale e le possibilità compositive. Attraverso la peculiare ricerca di ognuno di loro infatti, il dripping cambia aspetto, si contamina con la matericità di diversi elementi compositivi o conquista le dimensioni spaziali proliferando su diverse superfici fino a conquistare una sorta tridimensionalità. Decisivo quindi diventa il rapporto con la calligrafia del segno e del gesto pittorico che a seconda dei casi troviamo più o meno rarefatto, così come la sua disposizione e la sua struttura compositiva sulla superficie dell’oggetto su cui si sviluppa l’azione pittorica, poiché conquistando le dimensioni tridimensionali di spazi ed oggetti, alcune delle opere in questione possono considerarsi bassorilievi, combine-paintings, o vere e proprie sculture. E di sculture o quadri tridimensionali si può parlare riguardo le opere di Lorenzini e De Michele, il cui reticolo pittorico, articolando a sua volta una sorta di bassorilievo, ricopre superfici di oggetti inseriti in oggetti-supporti tridimensionali osservabili su più i lati ed angolazioni in una sorta di combine-paintings che strizza l’occhio a Duhamp, Rauschenberg ed in alcuni casi ad Isgrò; più simili a bassorilievi invece sono le opere di Pancera che costruendo spazi geometrici e monocromi di campiture di colore à plat, a loro volta compartimentati e costruiti quasi sempre con l’applicazione di una tela aggettante sulla superficie della tela di fondo, li invade con un dripping controllato, spesso monoscromo composto da pochi ma decisi elementi, tesi a sottolineare più le eleganti sinuosità delle linee e delle forme del gesto, che non alla violenza istintiva e rapida che solitamente caratterizza il dripping più classico; un’istintività ed una rapidità che si ritrovano invece in Mazzei, che orienta la sua indagine verso la contaminazione e la dialettica della pittura eseguita sia in dripping, che formando colature che generando macchie multicromatiche con le asperità, le rugosità, le geometriche strutture di materie extrapittoriche come reti metalliche, gesso, sabbie, che modificano forma, percorso, direzione e deposito del pigmento e della pittura sulla superficie dell’opera. Sono quindi composizioni queste che non si fermano a replicare un dripping di sessant’anni fa, ma si sforzano di indagarlo, di reinterpretarlo, di rileggerlo e di esprimerlo sotto una forma che possa ridisegnarsi nel contesto attuale ed evolversi in chiave contemporanea.
Davide Corsetti
Davide Corsetti
10
giugno 2009
Post-dripping
Dal 10 al 21 giugno 2009
arte contemporanea
Location
ZAMENHOF
Milano, Via Ludovico Lazzaro Zamenhof, 11, (Milano)
Milano, Via Ludovico Lazzaro Zamenhof, 11, (Milano)
Orario di apertura
da mercoledì a domenica ore 15-19
Vernissage
10 Giugno 2009, ore 18.30
Autore
Curatore