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Première del film – l’altro degli ultimi giorni
Il lungometraggio sperimentale L’ALTRO DEGLI ULTIMI GIORNI vede riuniti come co-autori l’attore teatrale Andrea Neami, il regista Giovanni Pianigiani e il video artista Davide Skerlj.
Comunicato stampa
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Mercoledì 7 novembre Trieste Contemporanea (Studio Tommaseo, via del Monte 2/1, ore 19) propone un evento speciale dalla duplice valenza: la presentazione in prima assoluta di un’opera filmica autoriale triestina sperimentale e la riflessione su uno dei testi letterari di più acre disvelamento di ipocrisia e assurdità mai scritti nel Novecento.
L’atipicità connota entrambi i lati di questa proposta. Da una parte il concetto di anti-regia che attraversa tutto il film con l’anomalo mescolamento di questo ruolo che diventa cifra linguistica della struttura narrativa. Dall’altra lo spirito anti-celebrativo che accompagna questo omaggio ad un autore come Karl Kraus, e al suo Gli ultimi giorni dell’umanità in particolare, anch’esso centenario, a pochi giorni dalle celebrazioni per il centenario della fine della grande guerra.
Il lungometraggio sperimentale L’ALTRO DEGLI ULTIMI GIORNI vede riuniti come co-autori l’attore teatrale Andrea Neami, il regista Giovanni Pianigiani e il video artista Davide Skerlj.
Mossa audace e omaggio volontario, l’opera filmica è un progetto corale dei tre autori triestini, frutto di un lavoro di studio di quasi tre anni sul testo Die letzten Tage der Menschheit (gli ultimi giorni dell’umanità) di Karl Kraus, dal quale è liberamente ispirata.
Quanto al capolavoro dello scrittore austriaco (tragedia in cinque atti con preludio ed epilogo), immensa, profonda e provocatoria opera letteraria in risposta all’assurdità e agli orrori della prima guerra mondiale e sulla decadenza della società austriaca, esso esce in diversi numeri speciali della rivista "Die Fackel" (la torcia), pubblicata a Vienna dalla stesso Kraus – il primo di questi esattamente 100 anni fa, nel dicembre 1918 – per poi diventare un libro nel 1922.
Nella complessità dell’opera di Kraus gli autori hanno individuato per il film due personaggi archetipici: l’Ottimista e il Pessimista, interpretati da un solo attore. Il primo inneggia alla guerra come purificazione e stimolo alla coesione nazionale. Il secondo la demolisce dimostrandone il carattere di disumano sfruttamento capitalistico. I due borghesi sono protagonisti di un grande numero di scene nelle quali viene messo a nudo il carattere terribile della guerra “moderna”.
Il testo di Kraus evidenzia con grandissima lucidità il carattere economico della guerra moderna e parla in definitiva di tutte le guerre – gli interessi economici che creano le guerre attuali non sono infatti dissimili da quelli indagati dall’autore austriaco. L'illusione di una guerra pulita, intelligente e chirurgica si scioglie sotto lo sguardo impietoso di Kraus che individua nel cinismo del mercato il movente dell'assurdo massacro della Prima Guerra Mondiale.
“Il film è una sorta di improvvisazione jazz su temi molto strutturati tratti dall'opera di Kraus – dicono gli autori – e spesso ad avere l'ultima parola è stato il corpo-regia di Andrea Neami che se ne andava per i fatti suoi e che noi eravamo contenti di assecondare”. Il progetto iniziale del film doveva essere una performance in trincea, poi un video d'arte di quindici minuti (2016), ma alla fine è diventato un ambizioso film di narrazione che mescola tutte le ipotesi precedenti. Un'opera anche ironica e dissacrante, dall'estetica anni Settanta, con voluti errori di fabbrica. La camera in movimento, l'alternanza di esterni, interni e dissolvenze nere e l'inserimento di filmati storici originali aumentano nello spettatore un ricercato senso di spaesamento.
Il risultato, che verrà mostrato per la prima volta allo Studio Tommaseo, è una analisi/decostruzione del testo di Kraus condotta attraverso una struttura a tre capitoli che analizza i vari punti nodali del testo della tragedia, tra fedeltà testuale e derive sperimentali e performative. Il primo segmento, I Poeti, è recitato in modo tradizionale e deriva dall'esperienza attoriale di Andrea Neami, che interpreta entrambi i ruoli in un dialogo serrato fatto di botta e risposta tra i due personaggi; Il secondo, entra nel campo della performance e della video arte e si avvicina maggiormente all'esperienza artistica di Davide Skerlj; chiude l’opera il terzo segmento a cura di Giovanni Pianigiani, che usando un traduttore automatico elimina ogni forma di recitazione e l’attore si limita a camminare di spalle in una trincea.
Il film è realizzato in collaborazione con Compagnia La Fa Bù APS (Staranzano), ArteCom (Trieste), TriesteContemporanea – Studio Tommaseo, Bunker-Museum Wurzenpass (Arnoldstein).
Andrea Neami si dedica al teatro dal 1994, tra i fondatori della compagnia Petit Soleil di Trieste, con cui partecipa ad importanti festival italiani (Santarcangelo dei Teatri, Mercantia Certaldo, Iblabuskers, Pennabilli, etc.) e a tournée in Francia, Spagna e Inghilterra. Il lavoro teatrale si concentra sui testi shakespeariani (tra cui il Sogno di una notte di mezza estate e King Lear), ma anche su improvvisazione, clowneries e teatro di strada (con lo spettacolo Babele). Dal ’98 lavora anche con la compagnia Furclap di Udine. L’incontro con il teatro per ragazzi avviene nel 2002, con la co-fondazione della Compagnia La Fa Bù.
Giovanni Pianigiani un regista che ha lavorato molto come documentarista per la Rai, con lavori sulla nascita della Croazia e della Slovenia, sulla comunità serba di Trieste, e su quella mussulmana, e infine sulle sub-culture giovanili di Trieste e Roma. Ha insegnato sceneggiatura nelle scuole medie. Esordisce nel lungometraggio di finzione con Nella Notte a cui sono seguiti altri quattro film.
Davide Skerlj si laurea in pittura all’Accademia di Belle Arti di Venezia nel 1986. Nel 1991 si trasferisce a New York e lavora per associazioni non-profit di video e arte contemporanea. Dal 1996 al 2000 lavora per Downtown Community -TV, 817 Film/VideoArts, New York - Soho Art Magazine, 8th Floor Gallery. Vive a Trieste dal 2002 dove lavora a progetti di arte contemporanea.
L’atipicità connota entrambi i lati di questa proposta. Da una parte il concetto di anti-regia che attraversa tutto il film con l’anomalo mescolamento di questo ruolo che diventa cifra linguistica della struttura narrativa. Dall’altra lo spirito anti-celebrativo che accompagna questo omaggio ad un autore come Karl Kraus, e al suo Gli ultimi giorni dell’umanità in particolare, anch’esso centenario, a pochi giorni dalle celebrazioni per il centenario della fine della grande guerra.
Il lungometraggio sperimentale L’ALTRO DEGLI ULTIMI GIORNI vede riuniti come co-autori l’attore teatrale Andrea Neami, il regista Giovanni Pianigiani e il video artista Davide Skerlj.
Mossa audace e omaggio volontario, l’opera filmica è un progetto corale dei tre autori triestini, frutto di un lavoro di studio di quasi tre anni sul testo Die letzten Tage der Menschheit (gli ultimi giorni dell’umanità) di Karl Kraus, dal quale è liberamente ispirata.
Quanto al capolavoro dello scrittore austriaco (tragedia in cinque atti con preludio ed epilogo), immensa, profonda e provocatoria opera letteraria in risposta all’assurdità e agli orrori della prima guerra mondiale e sulla decadenza della società austriaca, esso esce in diversi numeri speciali della rivista "Die Fackel" (la torcia), pubblicata a Vienna dalla stesso Kraus – il primo di questi esattamente 100 anni fa, nel dicembre 1918 – per poi diventare un libro nel 1922.
Nella complessità dell’opera di Kraus gli autori hanno individuato per il film due personaggi archetipici: l’Ottimista e il Pessimista, interpretati da un solo attore. Il primo inneggia alla guerra come purificazione e stimolo alla coesione nazionale. Il secondo la demolisce dimostrandone il carattere di disumano sfruttamento capitalistico. I due borghesi sono protagonisti di un grande numero di scene nelle quali viene messo a nudo il carattere terribile della guerra “moderna”.
Il testo di Kraus evidenzia con grandissima lucidità il carattere economico della guerra moderna e parla in definitiva di tutte le guerre – gli interessi economici che creano le guerre attuali non sono infatti dissimili da quelli indagati dall’autore austriaco. L'illusione di una guerra pulita, intelligente e chirurgica si scioglie sotto lo sguardo impietoso di Kraus che individua nel cinismo del mercato il movente dell'assurdo massacro della Prima Guerra Mondiale.
“Il film è una sorta di improvvisazione jazz su temi molto strutturati tratti dall'opera di Kraus – dicono gli autori – e spesso ad avere l'ultima parola è stato il corpo-regia di Andrea Neami che se ne andava per i fatti suoi e che noi eravamo contenti di assecondare”. Il progetto iniziale del film doveva essere una performance in trincea, poi un video d'arte di quindici minuti (2016), ma alla fine è diventato un ambizioso film di narrazione che mescola tutte le ipotesi precedenti. Un'opera anche ironica e dissacrante, dall'estetica anni Settanta, con voluti errori di fabbrica. La camera in movimento, l'alternanza di esterni, interni e dissolvenze nere e l'inserimento di filmati storici originali aumentano nello spettatore un ricercato senso di spaesamento.
Il risultato, che verrà mostrato per la prima volta allo Studio Tommaseo, è una analisi/decostruzione del testo di Kraus condotta attraverso una struttura a tre capitoli che analizza i vari punti nodali del testo della tragedia, tra fedeltà testuale e derive sperimentali e performative. Il primo segmento, I Poeti, è recitato in modo tradizionale e deriva dall'esperienza attoriale di Andrea Neami, che interpreta entrambi i ruoli in un dialogo serrato fatto di botta e risposta tra i due personaggi; Il secondo, entra nel campo della performance e della video arte e si avvicina maggiormente all'esperienza artistica di Davide Skerlj; chiude l’opera il terzo segmento a cura di Giovanni Pianigiani, che usando un traduttore automatico elimina ogni forma di recitazione e l’attore si limita a camminare di spalle in una trincea.
Il film è realizzato in collaborazione con Compagnia La Fa Bù APS (Staranzano), ArteCom (Trieste), TriesteContemporanea – Studio Tommaseo, Bunker-Museum Wurzenpass (Arnoldstein).
Andrea Neami si dedica al teatro dal 1994, tra i fondatori della compagnia Petit Soleil di Trieste, con cui partecipa ad importanti festival italiani (Santarcangelo dei Teatri, Mercantia Certaldo, Iblabuskers, Pennabilli, etc.) e a tournée in Francia, Spagna e Inghilterra. Il lavoro teatrale si concentra sui testi shakespeariani (tra cui il Sogno di una notte di mezza estate e King Lear), ma anche su improvvisazione, clowneries e teatro di strada (con lo spettacolo Babele). Dal ’98 lavora anche con la compagnia Furclap di Udine. L’incontro con il teatro per ragazzi avviene nel 2002, con la co-fondazione della Compagnia La Fa Bù.
Giovanni Pianigiani un regista che ha lavorato molto come documentarista per la Rai, con lavori sulla nascita della Croazia e della Slovenia, sulla comunità serba di Trieste, e su quella mussulmana, e infine sulle sub-culture giovanili di Trieste e Roma. Ha insegnato sceneggiatura nelle scuole medie. Esordisce nel lungometraggio di finzione con Nella Notte a cui sono seguiti altri quattro film.
Davide Skerlj si laurea in pittura all’Accademia di Belle Arti di Venezia nel 1986. Nel 1991 si trasferisce a New York e lavora per associazioni non-profit di video e arte contemporanea. Dal 1996 al 2000 lavora per Downtown Community -TV, 817 Film/VideoArts, New York - Soho Art Magazine, 8th Floor Gallery. Vive a Trieste dal 2002 dove lavora a progetti di arte contemporanea.
07
novembre 2018
Première del film – l’altro degli ultimi giorni
07 novembre 2018
Location
STUDIO TOMMASEO
Trieste, Via Del Monte, 2/1, (Trieste)
Trieste, Via Del Monte, 2/1, (Trieste)
Orario di apertura
martedì - sabato ore 17-20
Vernissage
7 Novembre 2018, ore 19.00
Autore