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Premio Agazzi 2005
Due mostre in occasione dell’edizione 2005 del Premio Agazzi
Comunicato stampa
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Ritorna l’atteso appuntamento con il Premio nazionale di pittura acquerello e grafica intitolato ad “Ermenegildo e Rinaldo Agazzi”, che giunge quest’anno alla XXI edizione, proponendo al pubblico un’offerta espositiva ricca di ben sei mostre : alle esposizioni delle opere partecipanti al concorso si affiancherà infatti un prezioso omaggio espositivo ai due fratelli Agazzi, in occasione del 60° anniversario della morte di Ermenegildo, ma anche la mostra dell’artista bergamasco Franco Bianchetti, con le sue raffinate sculture in vetro.
Organizzato dall’Associazione Culturale “Agazzi Ars”di Mapello (Bg) , il concorso, che anche quest’anno ha registrato la partecipazione di più di mille artisti provenienti da tutte le regioni italiane, si conferma ancora una volta come uno “spazio”, unico nel panorama artistico nazionale, di confronto libero e diretto tra giovani emergenti e artisti già noti, molti dei quali si sono affermati sulla scena artistica italiana e internazionale proprio grazie alla visibilità data dal premio e dalle sue mostre itineranti in Italia e all’estero.
Il Premio Agazzi 2005, tuttavia, è ancora più ricco di opportunità grazie al coinvolgimento nell’organizzazione di ben 27 comuni della Bergamasca e , per la prima volta, anche del comune di Orani (Nu): 80 premi acquisto e quattro sezioni distinte dedicate all’ indirizzo impressionistico, figurativo, ”Indirizzo figurativo e paesaggistico riservato ai nati e/o residenti nei comuni dell’Isola Bergamasca” e un nuovo premio del Comune di Serina intitolato a Palma il Vecchio. Anche in questa edizione non mancano il premio nazionale per la pittura sacra intitolato al Beato Papa Giovanni XXIII, la borsa di studio riservata agli studenti delle scuole d’arte dai 15 ai 25 anni e l’”Estemporanea da Internet” che consente agli artisti di tutta Italia di ispirarsi ai tesori culturali e paesaggistici della città di Bergamo e dell’Isola bergamasca attraverso la galleria fotografica presente sul sito del premio.
La prestigiosa giuria internazionale, composta da Eugene Jouanno (BrianÇon – Francia), Kurt Degen (Sasbach – Germania), Angelo Urbani (Vicenza), Jos Van De Kerkhof (Budel – Olanda) e Pietro Gasperini (Milano) ha già selezionato le opere vincitrici, assegnando il Premio Agazzi 2005 al dipinto “Il nemico viene dal mare” dell’artista Pasquale Di Fazio di Monte S. Savino (Arezzo), un’ opera intensa per suggestione emotiva e indagine interiore. Se nella sezione arte sacra si è distinto Luigi Marcarini di Castelleone (Cremona), si è aggiudicato il primo premio per l’”Estemporanea da Internet” il pittore Franco Chiarani di Arco (Trento). E ancora: borsa di studio allo studente Enea Chersicola di Trieste; primo premio per l’acquerello a Luisella Cottino di Riva Presso Chieri (Torino) e primo premio della Provincia di Bergamo per la grafica a Renè Galassi di Ventimiglia (Imperia).
Ancora una volta, dunque, maestri e giovani promesse si sono liberamente misurati nei temi e nella tecnica (pittura, acquerello e grafica) dando vita a una galleria che restituisce una panoramica interessante di tendenze e percorsi della pittura contemporanea italiana. La si potrà apprezzare, dal 23 al 25 aprile, visitando l’esposizione del concorso nazionale allestita alle Scuole Medie Statali di Mapello nell’ambito della quale, lunedì 25 aprile alle 15.30, si terrà la premiazione della sezione pittura. Si prosegue all’ex chiesa S. Fedele di Calusco d’Adda con l’esposizione degli acquerelli, al palazzo Furietti Carrara di Presezzo con la mostra delle opere grafiche e al Centro Culturale Rosmini di Medolago dove saranno riunite le opere partecipanti all’Estemporanea da Internet e dove sarà allestita anche la mostra “Fatti d’arte” di un gruppo di studenti delle scuole d’arte di Bergamo
Ma la proposta espositiva del Premio Agazzi 2005 è ancora più interessante. In occasione dei 60 anni dalla morte di Ermenegildo Agazzi (Mapello 1866 – Bergamo 1945), infatti, l’organizzazione del premio, nato proprio dal legato testamentario dell’artista, intende ricordarlo insieme al fratello Rinaldo attraverso la mostra “Ermenegildo e Rinaldo Agazzi. Visioni di colore”, allestita dal 23 aprile al 1° maggio nell’ex Chiesa San Fedele di Calusco d’Adda. A 27 anni dall’ultima grande mostra dedicata ad Ermenegildo Agazzi al Palazzo della Ragione in Città Alta, l’esposizione di Calusco ospiterà una ventina di dipinti dei fratelli Agazzi, tra cui numerose delle opere che portarono ai due artisti importanti riconoscimenti nelle più prestigiose esposizioni nazionali e internazionali dell’epoca. Si tratta di un’ occasione unica per ammirare un nucleo importante di opere conservate all’Accademia Carrara di Bergamo ma non visibili al pubblico, ma anche per apprezzare preziosi dipinti provenienti dalle quadrerie della Banca Popolare di Bergamo e della Banca di Credito Cooperativo Orobica di Cologno al Serio, in un percorso che consentirà al visitatore di ripercorrere l’itinerario artistico dei due fratelli artisti, di apprezzare i temi più frequentati e di confrontare l’impeto cromatico e materico che rese celebre Ermenegildo con la “bella” pittura, più tradizionale e accademica, di Rinaldo.
Dalla modernità aspra della pittura di Ermenegildo Agazzi alle opere in vetro di Franco Bianchetti, che saranno esposte in contemporanea ai dipinti dei fratelli Agazzi: la mostra “…Traluce…” riunirà nell’abside dell’ex Chiesa San Fedele di Calusco una serie di sculture e disegni che illustrano la poetica raffinata e visionaria dell’artista bergamasco, capace di imbrigliare in una superficie di vetro e colore le magie e il mistero della luce.
In programma per la XXI edizione del Premio Agazzi anche una serie di iniziative correlate. Tutte le opere premiate saranno inserite in catalogo e andranno a costituire una mostra itinerante che, nell’arco di un anno, porterà il Premio Agazzi all’attenzione del pubblico di numerose città italiane ma anche straniere (Germania, Francia e Olanda). Senza dimenticare le visite guidate e i laboratori didattici specificamente dedicati al mondo della scuola, realizzati in collaborazione con l’Istituto Comprensivo di Mapello, cui sarà riservata una specifica sezione espositiva e nell’ambito dei quali quest’anno la Provincia di Bergamo ha messo a disposizione tre borse di studio per studenti delle scuole medie. Per ulteriori informazioni sui laboratori didattici contattare l’Istituto Comprensivo di Mapello, tel. 035.908003.
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In occasione del 60° anniversario della morte del pittore Ermeneglido Agazzi (Mapello 1866 – Bergamo 1945), l’Associazione Culturale “Agazzi Ars” di Mapello - che da 21 anni organizza il “Premio Agazzi”, concorso nazionale di pittura, acquerello e grafica nato dal legato testamentario dell’artista - propone al pubblico un prezioso omaggio espositivo alla pittura di Ermenegildo e del fratello Rinaldo (Mapello 1857 – Bergamo 1939).
Dal 23 aprile al 1° maggio la mostra “Ermenegildo e Rinaldo Agazzi. Visioni di colore”, riunirà nell’ex Chiesa San Fedele di Calusco d’Adda una ventina di opere dei due fratelli artisti che provengono da alcune delle più prestigiose collezioni , pubbliche e private, bergamasche e che nella maggior parte dei casi non sono normalmente visibili al pubblico.
Oltre ad un significativo nucleo di opere provenienti dalle collezioni dell’Accademia Carrara, si potranno ammirare dipinti dalle quadrerie della Banca Popolare di Bergamo, della Banca di Credito Cooperativo Orobica di Cologno al Serio e di alcune collezioni private.
A 27 anni dall’ultima grande esposizione dedicata ad Ermenegildo Agazzi in uno spazio pubblico, che si tenne al Palazzo della Ragione di Bergamo nel 1978, tornano in mostra le opere degli Agazzi per raccontare il contributo dato, sia pure con percorsi differenti, all’arte lombarda a cavallo tra Ottocento e Novecento.
I fratelli Agazzi sono cresciuti nel vivace ambiente creativo che caratterizzava Bergamo alla fine dell’Ottocento, formandosi sui banchi dell’Accademia Carrara. Accomunati in gioventù da uno spirito “ribelle”, anche dal punto di vista artistico, ben presto presero tuttavia strade diverse.
Rinaldo visse intensamente, anche da contestatore, l’acceso dibattito tra le esigenze della tradizione, quale a Bergamo si identificava nell’insegnamento di Enrico Scuri, e le sollecitazioni della modernità, che intendeva superare i residui romantici di un tempo definitivamente tramontato. L’artista è insofferente nei confronti delle valutazioni del suo ormai anziano maestro sulle sue espressioni di verismo che invece vengono salutate, fuori dall’ambiente provinciale, come originali e autentiche espressioni di modernità: lo testimonia in mostra “La Colazione del modello”, opera presentata nel 1887 all’Esposizione di Brera.
Tuttavia, dopo una formazione e un esordio così impetuosi, Rinaldo diradò le sue presenze fuori da Bergamo e, esaurita negli anni giovanili la vivacità della sua fede verista, si orientò, sia pure con una produzione sempre di qualità, verso le tematiche più dolci e convenzionali del ritratto e della pittura di genere, tanto cara ai salotti borghesi. Dal suo ritiro bergamasco Rinaldo realizza compiti ritratti (interessante in mostra il pendant dei ritratti del signor e della signora Gazzaniga) e un’accattivante serie di immagini tenere e languide di giovani donne, portando avanti con ostinazione, al di là delle mode e dei tempi, la sua passione per il “mestiere” di dipingere.
Il più giovane Ermenegildo, invece, allievo alla Carrara di Cesare Tallone, imbocca ben presto una strada tutta sua di pittore spigliato e aggressivo, diventando inconfondibile per quella sua furia compositiva e cromatica che non lo rendeva omologabile a nessuna corrente o movimento e su cui la critica fin dall’inizio si divide. Incompreso in patria dalla critica più conservatrice, che è perplessa e a volte persino rabbrividisce (“Brr..che il cielo ce ne scampi”) di fronte a quella sua “libertà sdegnosa dei contorni”, per quei “benedetti colori buttati giù alla rinfusa” e per quel “menar giù botte di pennello”, Ermenegildo si trasferisce nel 1894 a Milano, dove la critica più avveduta riconosce in lui l’estro del puro pittore d’istinto. Se Carlo Carrà non esita a includerlo nella corrente coloristica dei Fauves, Raffaello Giolli descrive in maniera esemplare la sua gioia selvaggia e quasi fisica di sfidare il mondo con il colore: “Colori accesi come fuochi, toni densi come smalti, toni saturi come cieli tempestosi, ombre improvvise e inconsuete, forme cercate nel colore”. Ermenegildo cominciò ad esporre e ottenere importanti riconoscimenti nelle più prestigiose rassegne nazionali e internazionali. Basti osservare in mostra opere come “Il Fortino” (esposto nel 1888 alla Triennale di Brera e vincitore nel 1915 del Premio Baragiola alla Permanente di Milano), “Pesci” (medaglia d’argento all’Esposizione Universale di Parigi nel 1935) o il “Ritratto dell’arch. Gattermayer” (medaglia d’oro del Ministero dell’Educazione Nazionale nel 1937).
Ma non manca nell’esposizione di Calusco d’Adda, un itinerario, sia pure sintetico, tra la materia aspra e i colori sfavillanti che trasformano i suoi paesaggi prediletti in vere e proprie “visioni”: dai casolari di montagna abbagliati dal sole ai febbrili tocchi di pennello delle Chioggie fino alle vedute montane e i cieli tersi di Gressoney.
Alla sua morte Ermengildo non solò destinò parte del suo patrimonio per l’istituzione di un Premio d’arte da intitolarsi ai “Fratelli Rinaldo ed Ermenegildo Agazzi”, invito raccolto appunto dall’Associazione Culturale “Agazzi Ars” di Mapello, ma lasciò un gruppo di dipinti all’Accademia Carrara, anch’essi presentati in questa occasione espositiva.
Nel 1946 l’amico Carlo Carrà volle ricordare l’artista sulle pagine del Corriere della Sera auspicando che “una più generosa giustizia di quella che l’accompagnò nella vita metterà Ermenegildo Agazzi a quel posto che gli spetta nella moderna pittura lombarda”. Un auspicio che ancora oggi non si è completamente realizzato e che questa mostra, senza la pretesa di essere in alcun modo esaustiva, vuole rinnovare.
ERMENEGILDO AGAZZI : Nato a Mapello (Bg) il 3 luglio 1866 e rimasto prematuramente orfano del padre( 1884) si iscrive, nell’anno successivo, all’Accademia Carrara dove si tratterrà, sotto la direzione di Cesare Tallone, per ben nove anni ottenendo riconoscimenti significativi. Nel 1894 si trasferisce a Milano nel desiderio di staccarsi da un ambiente provinciale poco comprensivo verso la sua pittura impetuosa. Nell’ambiente milanese si inserisce nel cuore del dibattito artistico, frequentando il Caffè Biffi, dove attorno a Filippo Carcano si riunivano ogni sera numerosi artisti. Palermo (1891), Milano (Galleria Permanente e Galleria Vercesi), Lugano (1892), Torino (1895), sono altrettante tappe di esposizioni significative, che concorrono a fra apprezzare la modernità aspra della sua pittura. Partecipa alla Quadriennale di Torino, alla Esposizione Internazionale di Monaco, a varie edizioni delle Biennali di Venezia (dal 1899), all’ Esposizione Internazionale di Bruxelles. Nel 1926 è invitato alla Prima Mostra del Novecento Italiano, organizzata da Margherita Sarfatti alla Permanente di Milano. Il successivo viaggio in Francia del 1931 lo portano a diversificare la sua produzione verso tematiche lacustri, paesaggi montani , Venezie e Chioggie, alpeggi e vedute valligiane da Macugnaga a Gressoney alle valli bergamasche. Dopo il ritorno a Bergamo del 1942, la morte lo sorprende nel suo studio, in condizioni che allora parvero misteriose ma che un processo all’uopo istituito ricondusse a cause naturali, il 15 ottobre del 1945. Nel suo testamento lascia dei beni all’Accademia di Brera, all’Accademia Carrara, all’Ospedale di Bergamo come atto di riconoscenza e come invito a promuovere l’arte dei giovani artisti e l’arricchimento delle pubbliche raccolte. Giolli, Carrà , Marangoni, Zucchelli, sono stati i critici che meglio di altri hanno saputo leggere e presentare la sua pittura.
RINALDO AGAZZI: Nasce a Mapello il 30 ottobre 1857 e nel 1873 si iscrive ai cordi dell’Accademia Carrara sotto la guida di Enrico Scuri. Limitato dalle valutazioni dello Scuri nelle sue espressioni di verismo, appena gliene si presenta l’occasione, se ne va da Bergamo e si avvia al servizio militare che svolgerà in Sicilia dal 1879 al 1880. Dopo il rientro in patria, ottiene di poter continuare gli studi a Roma , in compagnia dell’amico Giovanni Cavalleri, all’Accademia Libera di via Ripetta, sotto gli insegnamenti di Cesare Maccari. Da Bergamo intanto, lo Scuri si compiaceva, di aver favorito l’allontanamento dei due studenti ritenuti “un pernicioso esempio” per i compagni con la loro insofferenza ai canoni troppo accademici. Partecipa all’esposizione di Brera e all’Esposizione Nazionale di Torino e nel 1885 ritorna definitivamente a Bergamo dove si sposa e continua nella collaborazione con la ditta Gaffuri (poi Arti Grafiche). Negli anni successivi è periodicamente presente alle esposizioni bergamsche e milanesi ma anche all’Esposizione di Parigi (1889), dove riceve la medaglia d’oro per “Aria e luce”, a diverse edizioni della Biennale di Venezia (dal 1899) e alla Quadriennale di Monaco (1905). Dall’inizio del nuovo secolo la sua vita artistica si svolge sostanzialmente a Bergamo. Muore a Bergamo il 24 maggio del 1939, nella sua casa di via Pelabrocco.
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L’Associazione Culturale “Agazzi Ars” di Mapello organizza nell’ambito delle premiazioni ed esposizioni del Premio Agazzi 2005 – XXI edizione del Concorso nazionale di pittura, acquerello e grafica, la mostra “…Traluce…” che dal 22 aprile al 1 maggio riunirà nell’abside dell’ex Chiesa San Fedele di Calusco d’Adda sculture in vetro e opere su carta dell’artista bergamasco Franco Bianchetti.
Negli intendimenti del Premio Agazzi è anche quello di valorizzare e promuovere artisti emergenti nel panorama dell’arte contemporanea: quest’anno, in collegamento con il concorso, si è deciso di proporre al pubblico uno degli artisti più originali sulla scena attuale dell’arte bergamasca ma che ha già ricevuto importanti riconoscimenti in Italia e all’estero.
Franco Bianchetti ha scelto infatti il vetro come medium privilegiato per riuscire a dare visibilità ai fenomeni della percezione, con tutta la loro mutevolezza e immaterialità.
Intrecciando un sottile dialogo con lo spazio raccolto dell’abside dell’ex Chiesa di San Fedele, e con tutti i significati che questo ambiente evoca, Bianchetti espone sette sculture, anche di grandi dimensioni, e una serie di opere su carta, che raccontano il suo immaginario poetico e visionario.
Due delle sculture esposte – “…Traluce…”, da cui prende il titolo la mostra, e “Trans” - sono tra le opere con cui Franco Bianchetti ha vinto di recente il concorso per la realizzazione di dieci sculture da collocare nella “MariaHilf” di Passau in Germania, cui era stato invitato con altri dieci artisti europei.
Da una parte, dunque, le raffinate lastre vitree dove il colore, di volta in volta liquido, grumoso, graffiato o corroso dall’acido fluoridrico, diventa elemento rivelatore di universi segreti, luoghi dello “spirito” celati da abissi notturni o racchiusi in grembi di luce. La luce, poi, irrora i colori e si insinua nei vuoti per generare ombre, rifrazioni, aloni, evocazioni, trasformando la scultura in un’opera mai uguale a se stessa, pronta a cambiare al mutare delle ore del giorno, del succedersi delle stagioni, della luce atmosferica, secondo una variabilità infinita.
Nei dipinti su carta, invece, l’artista sembra voler rivelare frammenti di un mondo minerale e sotterraneo, brulicante di segnali visivi, ombre liquide e atmosfere brumose. “Una materia singolare e suggestiva – scrive Domenico Montalto – che appare nel medesimo momento sia come precipitato e sedimento fisico di ciò che è ineffabile (il cielo?) sia come estenuazione e svaporazione di ciò che è solido (la terra?)”.
La personale di Bianchetti è allestita in contemporanea alla mostra “Ermenegildo e Rinaldo Agazzi. Visioni di colore”, dedicata dal Premio Agazzi ai due fratelli artisti cui il concorso è intitolato, in occasione del 60° anniversario della morte di Ermenegildo Agazzi (Mapello 1866 – Bergamo 1945).
Franco Bianchetti si diploma al Liceo Artistico di Bergamo negli anni ’70, in seguito studia storia dell’arte al D.A.M.S di Bologna. All’inizio degli anni ’80, in collaborazione con Riccardo Casati e Renato Roberti, inizia l’attività nell’Officina Santhomé di Stezzano dove si sviluppa una ricerca, soprattutto sul vetro, che si concretizza in numerose esposizione e realizzazioni in Italia e all’estero.
Nel 2002 partecipa alla Biennale d’Arte Sacra di Isola del Gran Sasso (Te) e nel 2004 alla Biennale di Pilsen (Rep. Ceca).
Nel 2005 si aggiudica il concorso, cui è stato Invitato con altri dieci artisti europei, per la realizzazione di dieci sculture da collocare nella “MariaHilf” di Passau in Germania.
Tra le esposizioni più significative: Galleria Cavour, Milano, 1983; Palazzo dei Diamanti, Ferrara, 1986; Antico Oratorio della Passione in Sant’Ambrogio, Milano, 1989, Centro Arte Galeter, Adro (Bs), 1991; Palazzo Todeschini, Desenzano sul Garda, 1992; Centro Culturale S. Alessandro, Bergamo, 1997; Musée Suisse du Vitrail, Romont (Ch), 1998-1999;Cripta di Vedeseta (Bg), 2000; Sala Camozzi, Bergamo, 2002; Galleria La Quadra, Iseo, 2003.
Sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private tra cui: Palazzo Bellini di Comacchio, Musée Suisse du Vitrail, Romont (Ch); Collezione A.P.A.S. di Ginevra; Fondazione Stauros di Isola del Gran Sasso (Te); Fondazione Arte e Spiritualità di Brescia.
Organizzato dall’Associazione Culturale “Agazzi Ars”di Mapello (Bg) , il concorso, che anche quest’anno ha registrato la partecipazione di più di mille artisti provenienti da tutte le regioni italiane, si conferma ancora una volta come uno “spazio”, unico nel panorama artistico nazionale, di confronto libero e diretto tra giovani emergenti e artisti già noti, molti dei quali si sono affermati sulla scena artistica italiana e internazionale proprio grazie alla visibilità data dal premio e dalle sue mostre itineranti in Italia e all’estero.
Il Premio Agazzi 2005, tuttavia, è ancora più ricco di opportunità grazie al coinvolgimento nell’organizzazione di ben 27 comuni della Bergamasca e , per la prima volta, anche del comune di Orani (Nu): 80 premi acquisto e quattro sezioni distinte dedicate all’ indirizzo impressionistico, figurativo, ”Indirizzo figurativo e paesaggistico riservato ai nati e/o residenti nei comuni dell’Isola Bergamasca” e un nuovo premio del Comune di Serina intitolato a Palma il Vecchio. Anche in questa edizione non mancano il premio nazionale per la pittura sacra intitolato al Beato Papa Giovanni XXIII, la borsa di studio riservata agli studenti delle scuole d’arte dai 15 ai 25 anni e l’”Estemporanea da Internet” che consente agli artisti di tutta Italia di ispirarsi ai tesori culturali e paesaggistici della città di Bergamo e dell’Isola bergamasca attraverso la galleria fotografica presente sul sito del premio.
La prestigiosa giuria internazionale, composta da Eugene Jouanno (BrianÇon – Francia), Kurt Degen (Sasbach – Germania), Angelo Urbani (Vicenza), Jos Van De Kerkhof (Budel – Olanda) e Pietro Gasperini (Milano) ha già selezionato le opere vincitrici, assegnando il Premio Agazzi 2005 al dipinto “Il nemico viene dal mare” dell’artista Pasquale Di Fazio di Monte S. Savino (Arezzo), un’ opera intensa per suggestione emotiva e indagine interiore. Se nella sezione arte sacra si è distinto Luigi Marcarini di Castelleone (Cremona), si è aggiudicato il primo premio per l’”Estemporanea da Internet” il pittore Franco Chiarani di Arco (Trento). E ancora: borsa di studio allo studente Enea Chersicola di Trieste; primo premio per l’acquerello a Luisella Cottino di Riva Presso Chieri (Torino) e primo premio della Provincia di Bergamo per la grafica a Renè Galassi di Ventimiglia (Imperia).
Ancora una volta, dunque, maestri e giovani promesse si sono liberamente misurati nei temi e nella tecnica (pittura, acquerello e grafica) dando vita a una galleria che restituisce una panoramica interessante di tendenze e percorsi della pittura contemporanea italiana. La si potrà apprezzare, dal 23 al 25 aprile, visitando l’esposizione del concorso nazionale allestita alle Scuole Medie Statali di Mapello nell’ambito della quale, lunedì 25 aprile alle 15.30, si terrà la premiazione della sezione pittura. Si prosegue all’ex chiesa S. Fedele di Calusco d’Adda con l’esposizione degli acquerelli, al palazzo Furietti Carrara di Presezzo con la mostra delle opere grafiche e al Centro Culturale Rosmini di Medolago dove saranno riunite le opere partecipanti all’Estemporanea da Internet e dove sarà allestita anche la mostra “Fatti d’arte” di un gruppo di studenti delle scuole d’arte di Bergamo
Ma la proposta espositiva del Premio Agazzi 2005 è ancora più interessante. In occasione dei 60 anni dalla morte di Ermenegildo Agazzi (Mapello 1866 – Bergamo 1945), infatti, l’organizzazione del premio, nato proprio dal legato testamentario dell’artista, intende ricordarlo insieme al fratello Rinaldo attraverso la mostra “Ermenegildo e Rinaldo Agazzi. Visioni di colore”, allestita dal 23 aprile al 1° maggio nell’ex Chiesa San Fedele di Calusco d’Adda. A 27 anni dall’ultima grande mostra dedicata ad Ermenegildo Agazzi al Palazzo della Ragione in Città Alta, l’esposizione di Calusco ospiterà una ventina di dipinti dei fratelli Agazzi, tra cui numerose delle opere che portarono ai due artisti importanti riconoscimenti nelle più prestigiose esposizioni nazionali e internazionali dell’epoca. Si tratta di un’ occasione unica per ammirare un nucleo importante di opere conservate all’Accademia Carrara di Bergamo ma non visibili al pubblico, ma anche per apprezzare preziosi dipinti provenienti dalle quadrerie della Banca Popolare di Bergamo e della Banca di Credito Cooperativo Orobica di Cologno al Serio, in un percorso che consentirà al visitatore di ripercorrere l’itinerario artistico dei due fratelli artisti, di apprezzare i temi più frequentati e di confrontare l’impeto cromatico e materico che rese celebre Ermenegildo con la “bella” pittura, più tradizionale e accademica, di Rinaldo.
Dalla modernità aspra della pittura di Ermenegildo Agazzi alle opere in vetro di Franco Bianchetti, che saranno esposte in contemporanea ai dipinti dei fratelli Agazzi: la mostra “…Traluce…” riunirà nell’abside dell’ex Chiesa San Fedele di Calusco una serie di sculture e disegni che illustrano la poetica raffinata e visionaria dell’artista bergamasco, capace di imbrigliare in una superficie di vetro e colore le magie e il mistero della luce.
In programma per la XXI edizione del Premio Agazzi anche una serie di iniziative correlate. Tutte le opere premiate saranno inserite in catalogo e andranno a costituire una mostra itinerante che, nell’arco di un anno, porterà il Premio Agazzi all’attenzione del pubblico di numerose città italiane ma anche straniere (Germania, Francia e Olanda). Senza dimenticare le visite guidate e i laboratori didattici specificamente dedicati al mondo della scuola, realizzati in collaborazione con l’Istituto Comprensivo di Mapello, cui sarà riservata una specifica sezione espositiva e nell’ambito dei quali quest’anno la Provincia di Bergamo ha messo a disposizione tre borse di studio per studenti delle scuole medie. Per ulteriori informazioni sui laboratori didattici contattare l’Istituto Comprensivo di Mapello, tel. 035.908003.
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In occasione del 60° anniversario della morte del pittore Ermeneglido Agazzi (Mapello 1866 – Bergamo 1945), l’Associazione Culturale “Agazzi Ars” di Mapello - che da 21 anni organizza il “Premio Agazzi”, concorso nazionale di pittura, acquerello e grafica nato dal legato testamentario dell’artista - propone al pubblico un prezioso omaggio espositivo alla pittura di Ermenegildo e del fratello Rinaldo (Mapello 1857 – Bergamo 1939).
Dal 23 aprile al 1° maggio la mostra “Ermenegildo e Rinaldo Agazzi. Visioni di colore”, riunirà nell’ex Chiesa San Fedele di Calusco d’Adda una ventina di opere dei due fratelli artisti che provengono da alcune delle più prestigiose collezioni , pubbliche e private, bergamasche e che nella maggior parte dei casi non sono normalmente visibili al pubblico.
Oltre ad un significativo nucleo di opere provenienti dalle collezioni dell’Accademia Carrara, si potranno ammirare dipinti dalle quadrerie della Banca Popolare di Bergamo, della Banca di Credito Cooperativo Orobica di Cologno al Serio e di alcune collezioni private.
A 27 anni dall’ultima grande esposizione dedicata ad Ermenegildo Agazzi in uno spazio pubblico, che si tenne al Palazzo della Ragione di Bergamo nel 1978, tornano in mostra le opere degli Agazzi per raccontare il contributo dato, sia pure con percorsi differenti, all’arte lombarda a cavallo tra Ottocento e Novecento.
I fratelli Agazzi sono cresciuti nel vivace ambiente creativo che caratterizzava Bergamo alla fine dell’Ottocento, formandosi sui banchi dell’Accademia Carrara. Accomunati in gioventù da uno spirito “ribelle”, anche dal punto di vista artistico, ben presto presero tuttavia strade diverse.
Rinaldo visse intensamente, anche da contestatore, l’acceso dibattito tra le esigenze della tradizione, quale a Bergamo si identificava nell’insegnamento di Enrico Scuri, e le sollecitazioni della modernità, che intendeva superare i residui romantici di un tempo definitivamente tramontato. L’artista è insofferente nei confronti delle valutazioni del suo ormai anziano maestro sulle sue espressioni di verismo che invece vengono salutate, fuori dall’ambiente provinciale, come originali e autentiche espressioni di modernità: lo testimonia in mostra “La Colazione del modello”, opera presentata nel 1887 all’Esposizione di Brera.
Tuttavia, dopo una formazione e un esordio così impetuosi, Rinaldo diradò le sue presenze fuori da Bergamo e, esaurita negli anni giovanili la vivacità della sua fede verista, si orientò, sia pure con una produzione sempre di qualità, verso le tematiche più dolci e convenzionali del ritratto e della pittura di genere, tanto cara ai salotti borghesi. Dal suo ritiro bergamasco Rinaldo realizza compiti ritratti (interessante in mostra il pendant dei ritratti del signor e della signora Gazzaniga) e un’accattivante serie di immagini tenere e languide di giovani donne, portando avanti con ostinazione, al di là delle mode e dei tempi, la sua passione per il “mestiere” di dipingere.
Il più giovane Ermenegildo, invece, allievo alla Carrara di Cesare Tallone, imbocca ben presto una strada tutta sua di pittore spigliato e aggressivo, diventando inconfondibile per quella sua furia compositiva e cromatica che non lo rendeva omologabile a nessuna corrente o movimento e su cui la critica fin dall’inizio si divide. Incompreso in patria dalla critica più conservatrice, che è perplessa e a volte persino rabbrividisce (“Brr..che il cielo ce ne scampi”) di fronte a quella sua “libertà sdegnosa dei contorni”, per quei “benedetti colori buttati giù alla rinfusa” e per quel “menar giù botte di pennello”, Ermenegildo si trasferisce nel 1894 a Milano, dove la critica più avveduta riconosce in lui l’estro del puro pittore d’istinto. Se Carlo Carrà non esita a includerlo nella corrente coloristica dei Fauves, Raffaello Giolli descrive in maniera esemplare la sua gioia selvaggia e quasi fisica di sfidare il mondo con il colore: “Colori accesi come fuochi, toni densi come smalti, toni saturi come cieli tempestosi, ombre improvvise e inconsuete, forme cercate nel colore”. Ermenegildo cominciò ad esporre e ottenere importanti riconoscimenti nelle più prestigiose rassegne nazionali e internazionali. Basti osservare in mostra opere come “Il Fortino” (esposto nel 1888 alla Triennale di Brera e vincitore nel 1915 del Premio Baragiola alla Permanente di Milano), “Pesci” (medaglia d’argento all’Esposizione Universale di Parigi nel 1935) o il “Ritratto dell’arch. Gattermayer” (medaglia d’oro del Ministero dell’Educazione Nazionale nel 1937).
Ma non manca nell’esposizione di Calusco d’Adda, un itinerario, sia pure sintetico, tra la materia aspra e i colori sfavillanti che trasformano i suoi paesaggi prediletti in vere e proprie “visioni”: dai casolari di montagna abbagliati dal sole ai febbrili tocchi di pennello delle Chioggie fino alle vedute montane e i cieli tersi di Gressoney.
Alla sua morte Ermengildo non solò destinò parte del suo patrimonio per l’istituzione di un Premio d’arte da intitolarsi ai “Fratelli Rinaldo ed Ermenegildo Agazzi”, invito raccolto appunto dall’Associazione Culturale “Agazzi Ars” di Mapello, ma lasciò un gruppo di dipinti all’Accademia Carrara, anch’essi presentati in questa occasione espositiva.
Nel 1946 l’amico Carlo Carrà volle ricordare l’artista sulle pagine del Corriere della Sera auspicando che “una più generosa giustizia di quella che l’accompagnò nella vita metterà Ermenegildo Agazzi a quel posto che gli spetta nella moderna pittura lombarda”. Un auspicio che ancora oggi non si è completamente realizzato e che questa mostra, senza la pretesa di essere in alcun modo esaustiva, vuole rinnovare.
ERMENEGILDO AGAZZI : Nato a Mapello (Bg) il 3 luglio 1866 e rimasto prematuramente orfano del padre( 1884) si iscrive, nell’anno successivo, all’Accademia Carrara dove si tratterrà, sotto la direzione di Cesare Tallone, per ben nove anni ottenendo riconoscimenti significativi. Nel 1894 si trasferisce a Milano nel desiderio di staccarsi da un ambiente provinciale poco comprensivo verso la sua pittura impetuosa. Nell’ambiente milanese si inserisce nel cuore del dibattito artistico, frequentando il Caffè Biffi, dove attorno a Filippo Carcano si riunivano ogni sera numerosi artisti. Palermo (1891), Milano (Galleria Permanente e Galleria Vercesi), Lugano (1892), Torino (1895), sono altrettante tappe di esposizioni significative, che concorrono a fra apprezzare la modernità aspra della sua pittura. Partecipa alla Quadriennale di Torino, alla Esposizione Internazionale di Monaco, a varie edizioni delle Biennali di Venezia (dal 1899), all’ Esposizione Internazionale di Bruxelles. Nel 1926 è invitato alla Prima Mostra del Novecento Italiano, organizzata da Margherita Sarfatti alla Permanente di Milano. Il successivo viaggio in Francia del 1931 lo portano a diversificare la sua produzione verso tematiche lacustri, paesaggi montani , Venezie e Chioggie, alpeggi e vedute valligiane da Macugnaga a Gressoney alle valli bergamasche. Dopo il ritorno a Bergamo del 1942, la morte lo sorprende nel suo studio, in condizioni che allora parvero misteriose ma che un processo all’uopo istituito ricondusse a cause naturali, il 15 ottobre del 1945. Nel suo testamento lascia dei beni all’Accademia di Brera, all’Accademia Carrara, all’Ospedale di Bergamo come atto di riconoscenza e come invito a promuovere l’arte dei giovani artisti e l’arricchimento delle pubbliche raccolte. Giolli, Carrà , Marangoni, Zucchelli, sono stati i critici che meglio di altri hanno saputo leggere e presentare la sua pittura.
RINALDO AGAZZI: Nasce a Mapello il 30 ottobre 1857 e nel 1873 si iscrive ai cordi dell’Accademia Carrara sotto la guida di Enrico Scuri. Limitato dalle valutazioni dello Scuri nelle sue espressioni di verismo, appena gliene si presenta l’occasione, se ne va da Bergamo e si avvia al servizio militare che svolgerà in Sicilia dal 1879 al 1880. Dopo il rientro in patria, ottiene di poter continuare gli studi a Roma , in compagnia dell’amico Giovanni Cavalleri, all’Accademia Libera di via Ripetta, sotto gli insegnamenti di Cesare Maccari. Da Bergamo intanto, lo Scuri si compiaceva, di aver favorito l’allontanamento dei due studenti ritenuti “un pernicioso esempio” per i compagni con la loro insofferenza ai canoni troppo accademici. Partecipa all’esposizione di Brera e all’Esposizione Nazionale di Torino e nel 1885 ritorna definitivamente a Bergamo dove si sposa e continua nella collaborazione con la ditta Gaffuri (poi Arti Grafiche). Negli anni successivi è periodicamente presente alle esposizioni bergamsche e milanesi ma anche all’Esposizione di Parigi (1889), dove riceve la medaglia d’oro per “Aria e luce”, a diverse edizioni della Biennale di Venezia (dal 1899) e alla Quadriennale di Monaco (1905). Dall’inizio del nuovo secolo la sua vita artistica si svolge sostanzialmente a Bergamo. Muore a Bergamo il 24 maggio del 1939, nella sua casa di via Pelabrocco.
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L’Associazione Culturale “Agazzi Ars” di Mapello organizza nell’ambito delle premiazioni ed esposizioni del Premio Agazzi 2005 – XXI edizione del Concorso nazionale di pittura, acquerello e grafica, la mostra “…Traluce…” che dal 22 aprile al 1 maggio riunirà nell’abside dell’ex Chiesa San Fedele di Calusco d’Adda sculture in vetro e opere su carta dell’artista bergamasco Franco Bianchetti.
Negli intendimenti del Premio Agazzi è anche quello di valorizzare e promuovere artisti emergenti nel panorama dell’arte contemporanea: quest’anno, in collegamento con il concorso, si è deciso di proporre al pubblico uno degli artisti più originali sulla scena attuale dell’arte bergamasca ma che ha già ricevuto importanti riconoscimenti in Italia e all’estero.
Franco Bianchetti ha scelto infatti il vetro come medium privilegiato per riuscire a dare visibilità ai fenomeni della percezione, con tutta la loro mutevolezza e immaterialità.
Intrecciando un sottile dialogo con lo spazio raccolto dell’abside dell’ex Chiesa di San Fedele, e con tutti i significati che questo ambiente evoca, Bianchetti espone sette sculture, anche di grandi dimensioni, e una serie di opere su carta, che raccontano il suo immaginario poetico e visionario.
Due delle sculture esposte – “…Traluce…”, da cui prende il titolo la mostra, e “Trans” - sono tra le opere con cui Franco Bianchetti ha vinto di recente il concorso per la realizzazione di dieci sculture da collocare nella “MariaHilf” di Passau in Germania, cui era stato invitato con altri dieci artisti europei.
Da una parte, dunque, le raffinate lastre vitree dove il colore, di volta in volta liquido, grumoso, graffiato o corroso dall’acido fluoridrico, diventa elemento rivelatore di universi segreti, luoghi dello “spirito” celati da abissi notturni o racchiusi in grembi di luce. La luce, poi, irrora i colori e si insinua nei vuoti per generare ombre, rifrazioni, aloni, evocazioni, trasformando la scultura in un’opera mai uguale a se stessa, pronta a cambiare al mutare delle ore del giorno, del succedersi delle stagioni, della luce atmosferica, secondo una variabilità infinita.
Nei dipinti su carta, invece, l’artista sembra voler rivelare frammenti di un mondo minerale e sotterraneo, brulicante di segnali visivi, ombre liquide e atmosfere brumose. “Una materia singolare e suggestiva – scrive Domenico Montalto – che appare nel medesimo momento sia come precipitato e sedimento fisico di ciò che è ineffabile (il cielo?) sia come estenuazione e svaporazione di ciò che è solido (la terra?)”.
La personale di Bianchetti è allestita in contemporanea alla mostra “Ermenegildo e Rinaldo Agazzi. Visioni di colore”, dedicata dal Premio Agazzi ai due fratelli artisti cui il concorso è intitolato, in occasione del 60° anniversario della morte di Ermenegildo Agazzi (Mapello 1866 – Bergamo 1945).
Franco Bianchetti si diploma al Liceo Artistico di Bergamo negli anni ’70, in seguito studia storia dell’arte al D.A.M.S di Bologna. All’inizio degli anni ’80, in collaborazione con Riccardo Casati e Renato Roberti, inizia l’attività nell’Officina Santhomé di Stezzano dove si sviluppa una ricerca, soprattutto sul vetro, che si concretizza in numerose esposizione e realizzazioni in Italia e all’estero.
Nel 2002 partecipa alla Biennale d’Arte Sacra di Isola del Gran Sasso (Te) e nel 2004 alla Biennale di Pilsen (Rep. Ceca).
Nel 2005 si aggiudica il concorso, cui è stato Invitato con altri dieci artisti europei, per la realizzazione di dieci sculture da collocare nella “MariaHilf” di Passau in Germania.
Tra le esposizioni più significative: Galleria Cavour, Milano, 1983; Palazzo dei Diamanti, Ferrara, 1986; Antico Oratorio della Passione in Sant’Ambrogio, Milano, 1989, Centro Arte Galeter, Adro (Bs), 1991; Palazzo Todeschini, Desenzano sul Garda, 1992; Centro Culturale S. Alessandro, Bergamo, 1997; Musée Suisse du Vitrail, Romont (Ch), 1998-1999;Cripta di Vedeseta (Bg), 2000; Sala Camozzi, Bergamo, 2002; Galleria La Quadra, Iseo, 2003.
Sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private tra cui: Palazzo Bellini di Comacchio, Musée Suisse du Vitrail, Romont (Ch); Collezione A.P.A.S. di Ginevra; Fondazione Stauros di Isola del Gran Sasso (Te); Fondazione Arte e Spiritualità di Brescia.
23
aprile 2005
Premio Agazzi 2005
Dal 23 aprile al primo maggio 2005
arte moderna e contemporanea
Location
EX CHIESA DI SAN FEDELE
Calusco D'adda, Piazza San Fedele, (Bergamo)
Calusco D'adda, Piazza San Fedele, (Bergamo)
Orario di apertura
feriali 18-21; sabato e domenica 9-12 e 14-19
Vernissage
23 Aprile 2005, ore 10.30
Sito web
www.premioagazzi.it
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