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Premio Arti Visive San Fedele 2006/2007 – Il senso del male
Il Premio Artivisive San Fedele 2006-2007 è ormai giunto alle ultime battute. La giuria ha scelto i primi tre classificati
Comunicato stampa
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Il Premio Artivisive San Fedele 2006-2007 è ormai giunto alle ultime battute. La giuria ha scelto i primi tre classificati. I curatori-tutors, responsabili delle singole serate di presentazione dei lavori degli artisti in concorso, hanno poi selezionato le opere che saranno esposte in mostra.
Innumerevoli sono le modalità con cui il male è stato declinato dai giovani autori.
Nel caso del vincitore del premio, il video Animazione di Devis Venturelli il male è messo in relazione alla morte. Sullo sfondo di un mare che con le sue onde sembra entrare nel nostro mondo di spettatori, un uomo visto di spalle solleva ripetutamente un manichino appeso a una corda. L’uomo tenta di rianimarlo, gettandolo verso l’alto. Come se potesse riprendere fiato per un attimo. Ma il manichino non può riprendere vita. È forse la rappresentazione di un’umanità incapace di vivere, essendo come “impiccata”? Il male si dà attraverso l’impossibilità di dare vita. Non si può rianimare la morte.
Forse unico tra le tante opere in mostra, il video secondo classificato Il furto della zucca di Simone Saibene, si apre a una speranza. A partire dalle suggestioni delle Confessioni di Sant’Agostino, il protagonista ricorda un episodio della sua prima infanzia. Riflettendo sul suo passato, prende coscienza del male commesso. Il male è gratuito – non c’era alcun bisogno di compiere quel furto. Tuttavia, occorre prenderne coscienza, con dolore, perché possiamo affrontare con una nuova consapevolezza le nebbie che ci circondano.
Il terzo premio, una fotografia dal titolo Walk, di Matteo Cremonesi, ci riconduce alla terribilità della morte, attraverso la rappresentazione di un uomo in corsa mentre attraversa un ponte, senza accorgersi di dirigersi verso uno spazio di tenebra, sovrastato dalla presenza inquietante di un albero minaccioso, pieno di rami a forma di tentacoli, come in attesa di uccidere, quasi rivelasse l’ineluttabilità della morte. Ancora una riflessione sulla morte è l’opera di Gianni Moretti, Cronica (Jochen): il male è la condizione d’ombra di un giovane artista morto prematuramente di AIDS, simbolo di un progetto di vita disatteso, vago, solo accennato.
Male è perdersi, groviglio, impossibilità di trovare un senso, caos, erranza dello sguardo; lacerazione, visione parziale e frammentata del mondo, che rimanda a un vissuto pieno di interruzioni, blocchi, sospensioni; scenario desolato, fatto di luoghi ambigui e inquietanti. Il male è come un occhio che si affaccia sul buio, un vortice che inghiotte ogni cosa. Il male è esclusione, cancellazione della memoria, impossibilità di comunicare. Il male è intolleranza, come quando la religione si trasforma in ideologia. Il male rimanda all’interrogazione senza risposta sul perché delle continue tragedie della storia.
Innumerevoli sono le modalità con cui il male è stato declinato dai giovani autori.
Nel caso del vincitore del premio, il video Animazione di Devis Venturelli il male è messo in relazione alla morte. Sullo sfondo di un mare che con le sue onde sembra entrare nel nostro mondo di spettatori, un uomo visto di spalle solleva ripetutamente un manichino appeso a una corda. L’uomo tenta di rianimarlo, gettandolo verso l’alto. Come se potesse riprendere fiato per un attimo. Ma il manichino non può riprendere vita. È forse la rappresentazione di un’umanità incapace di vivere, essendo come “impiccata”? Il male si dà attraverso l’impossibilità di dare vita. Non si può rianimare la morte.
Forse unico tra le tante opere in mostra, il video secondo classificato Il furto della zucca di Simone Saibene, si apre a una speranza. A partire dalle suggestioni delle Confessioni di Sant’Agostino, il protagonista ricorda un episodio della sua prima infanzia. Riflettendo sul suo passato, prende coscienza del male commesso. Il male è gratuito – non c’era alcun bisogno di compiere quel furto. Tuttavia, occorre prenderne coscienza, con dolore, perché possiamo affrontare con una nuova consapevolezza le nebbie che ci circondano.
Il terzo premio, una fotografia dal titolo Walk, di Matteo Cremonesi, ci riconduce alla terribilità della morte, attraverso la rappresentazione di un uomo in corsa mentre attraversa un ponte, senza accorgersi di dirigersi verso uno spazio di tenebra, sovrastato dalla presenza inquietante di un albero minaccioso, pieno di rami a forma di tentacoli, come in attesa di uccidere, quasi rivelasse l’ineluttabilità della morte. Ancora una riflessione sulla morte è l’opera di Gianni Moretti, Cronica (Jochen): il male è la condizione d’ombra di un giovane artista morto prematuramente di AIDS, simbolo di un progetto di vita disatteso, vago, solo accennato.
Male è perdersi, groviglio, impossibilità di trovare un senso, caos, erranza dello sguardo; lacerazione, visione parziale e frammentata del mondo, che rimanda a un vissuto pieno di interruzioni, blocchi, sospensioni; scenario desolato, fatto di luoghi ambigui e inquietanti. Il male è come un occhio che si affaccia sul buio, un vortice che inghiotte ogni cosa. Il male è esclusione, cancellazione della memoria, impossibilità di comunicare. Il male è intolleranza, come quando la religione si trasforma in ideologia. Il male rimanda all’interrogazione senza risposta sul perché delle continue tragedie della storia.
30
maggio 2007
Premio Arti Visive San Fedele 2006/2007 – Il senso del male
Dal 30 maggio al 06 luglio 2007
giovane arte
Location
GALLERIA SAN FEDELE
Milano, Via Ulrico Hoepli, 3A-B, (Milano)
Milano, Via Ulrico Hoepli, 3A-B, (Milano)
Orario di apertura
16-19, mattino su richiesta, chiuso festivi e sabato
Vernissage
30 Maggio 2007, ore 18
Autore
Curatore