Il Premio Alinovi per il 2003 è stato assegnato all’unanimità dai membri della Giuria (Renato Barilli, Roberto Daolio, Alessandro Mendini, Loredana Parmesani, Franco Quadri) a Sissi, nome d’arte dietro cui si cela una giovane non ancora trentenne vivente a Bologna.
Al solito, la proclamazione del Premio avverrà in due occasioni distinte, una delle quali il 1° dicembre a Milano, nel quadro dei Premi che il Patalogo assegna ogni anno a esponenti del mondo dello spettacolo, l’altra alla GAM di Bologna, lunedì 15 dicembre, ore 17, in cui la premiata riceverà il premio materiale, consistente, seconda la tradizione, in un’opera elaborata dai vincitori della scorsa edizione, il Gruppo teatrale Masque. Seguirà una conferenza tenuta da Fabio Cavallucci, Direttore della galleria civica di arte contemporanea di Trento, sui problemi della ricerca di oggi. Infine Sissi offrirà a tutti gli intervenuti un singolare banchetto elaborato con le sue stesse mani a titolo di opera d’arte “totale” fruibile con tutti i sensi.
Sissi appartiene senza dubbio al mondo dell’arte, in cui ha già riportato autorevoli consensi, come il Premio internazionale Furla che le è stato assegnato nel 2002, e inviti a operare nelle più importanti Gallerie del nostro Paese (Roma, Bologna, Trento), ma la sua attività risulta particolarmente congeniale agli intenti del Premio Alinovi perché si esplica soprattutto attraverso la modalità della performance, che può ben essere considerata come la cellula originaria della spettacolarità.

Nelle sue performances Sissi conduce una sorta di parodia o di esasperazione del sistema della moda, e quindi dell’arredo del corpo, considerandone imprescindibile il bisogno di puntare sui valori ornamentali e del decoro, ma appunto trattandoli in modo volutamente esasperato ed eccessivo, così da raggiungere un grado di enfasi barocca. Per esempio, in un suo lavoro iniziale l’artista aveva elaborato, con materiali plastici di risulta, una gonna vistosa e monumentale che in sostanza la impacciava nei movimenti, ma le conferiva pure una straordinaria imponenza, benché al limite col grottesco. Nello stesso spirito Sissi ha confezionato copricapi, scialli, vesti espanse, procedendo come un insetto che emette fibre, bave, tessuti in cui finisce per rimanere avvolto e prigioniero. A questo modo, Sissi ha riportato l’accento sui valori della manualità e di una fattura neoartigianale dei propri abiti, indicando così una precisa e consapevole reazione al clima freddo e rarefatto secondo cui negli anni scorsi, e sotto il regime del cosiddetto “postconcettuale”, l’arte si era svolta, coltivando soprattutto mezzi asettici di provenienza tecnologica, dalla foto al video (e il Premio Alinovi, sempre attento allo spirito dei tempi, non aveva certo mancato di registrare un tale fenomeno attraverso Premi conferiti a Marisaldi, Viel, Premiata Ditta, Vitone). Si può ben dire che con Sissi rinasce, in modi efficaci e altamente emotivi, una sorta di “opera d’arte totale”.