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Premio Michetti 2010 / Omaggio a Carlo Verdecchia
61° edizione del Premio Michetti, dal titolo “Diorama Italiano. Arte e ambiente” a cura di Carlo Fabrizio Carli. Nella stessa occasione, nei locali di Palazzo San Domenico sarà aperta la mostra “Omaggio a Carlo Verdecchia” curata da Isabella Valente.
Comunicato stampa
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Il titolo prescelto per questa sessantunesima edizione del Premio Michetti, “Diorama letteraio. Arte e ambiente” curato da Carlo Fabrizio Carli, possiede una duplice valenza. Vuole indicare innanzitutto che italiani sono i trenta artisti, autorevoli e di vasta notorietà, che partecipano all'esposizione con opere quasi sempre realizzate appositamente per la mostra, ma anche che essi interpretano, spontaneamente e in assoluta libertà, altrettanti aspetti della creatività, della specificità, degli scenari esistenziali, in breve, dell'essere italiani. Estendendo all'intero settore dell'arte l'affermazione che Mina Gregori riservava recentemente all'ambito del collezionismo d'arte, questo equivale a dire che quello delle arti visive è un campo privilegiato per ritrovare l'identità italiana. Si tratta, come ciascuno può constatare, di un tema assai attuale, al centro del dibattito culturale, anche in vista delle pur difficili celebrazioni del centocinquantesimo anniversario dell'unità politica della nazione.
Difatti, se diorama racchiude il significato di vedere attraverso, sarà lecito auspicare che, tramite l'ampio spettro delle opere esposte al Michetti, si potrà recuperare un'immagine, parziale quanto si vuole, ma articolata e significativa, problematica e attuale, di una identità che sarà magari difficilissimo definire analiticamente, ma che un po' tutti, dentro e fuori il Paese, sanno, o quanto meno ritengono, di saper mettere a fuoco. Il paesaggio e le architetture; il recupero delle radici profonde, contadine e, più indietro ancora, primordiali e archetipiche, e l'impatto della contemporaneità; lo spazio della storia, della poesia e del folklore; l'immaginario mediterraneo, l'effettualità e la virtualità; l'elemento mitico e lo stesso confronto con culture e tradizioni altre, confronto comunque ineludibile in una società globalizzata.
Come si addice, appunto, ad un ideale diorama, che attiene, poi, in accezione estensiva, tanto alla veduta panoramica che ad una metaforica vetrina espositiva, gli artisti presenti sono differenti per linguaggi e tecniche impiegate (dalla pittura alla scultura, dalla ceramica all'installazione, dal video alla fotografia, perfino all'intervento sonoro), nonché per età e collocazione generazionale. Questa scelta di ricca e varia articolazione è ovviamente non casuale: il visitatore della mostra troverà, ad esempio, tra le opere proposte, una cospicua presenza di pittura e scultura, oggi spesso invece marginalizzate, se non addirittura bandite, in rassegne di arte contemporanea, alla stregua di linguaggi che si pretenderebbero ormai esauriti, a causa di una troppo gravosa e logorante pratica millenaria, in cui si sarebbe ormai detto e visto tutto. Come pure potrà riscontrare l'accostamento di artisti di diverse fasce generazionali, mentre in genere si preferisce circoscrivere l”attenzione ad ambiti cronologici ben definiti, soprattutto di giovani e giovanissimi, consegnando a una ingiusta trascuratezza artisti che stanno magari alla vitale scaturigine di esperienze attuali. La formula espositiva adottata, ovvero la scelta di accogliere ogni espositore con cinque opere (tre nel caso della sezione “Arte e Ambiente”), non è affatto casuale, ma finalizzata ad assicurare a ciascun artista una sorta di piccola sala personale, consentendo al visitatore interessato di approfondirne la conoscenza, come non permette invece la selezione abitualmente adottata di una o due opere. Parte integrante di questo Premio Michetti è la sezione “Arte e Ambiente”, che non soltanto affronta un tema centrale per l'esistenza dell'uomo contemporaneo, ma riprende un'antica vocazione del Michetti che significativamente, nel 1976, realizzò la trentesima edizione del Premio intitolata “L’uomo e il suo ambiente”. E' naturale – necessario, anzi – che l'arte non si rinchiuda in torri d'avorio, ma che invece si interessi ad argomenti così importanti e oggi tanto fortemente avvertiti dall'opinione pubblica, come quello del rispetto del pianeta, della tutela dell'ambiente, del ricorso a fonti di energia rinnovabile, della sostenibilità e della ecocompatibilità dei processi produttivi, delle perpetrate e non più tollerabili devastazioni da parte di una industrializzazione incontrollata, dello smaltimento dei rifiuti urbani e industriali, dei reimpiego degli scarti dei processi produttivi. Da un quarantennio a questa parte, con intensità sempre crescente, gli artisti e generalmente l'intero mondo dell'arte dimostrano di avere vivamente a cuore le tematiche ambientaliste, secondo un variatissimo spettro di accezioni. Oggi nessuno sarebbe disposto a negare il ruolo dell'arte contemporanea (in cui riveste un ruolo essenziale il ricorso a esperienze e tecniche nuove, dalla performance all'installazione, dalla fotografia, al video, alla dimensione concettuale) nell'accreditamento e nella diffusione di una coscienza ambientalista. Pure nella forzatamente ridotta, ma qualificata, selezione degli artisti coinvolti, il Michetti intende testimoniare proprio la vastità degli approcci e dei coinvolgimenti di un tema a cui vengono dedicate innumerevoli mostre e pubblicazioni: i verdissimi Tappeti Natura di Piero Gilardi, celebri in tutto il mondo, l'approccio esoterico di Immacolata Datti, la natura transgenica di artificiale candore di Carla Mattii, i fiori malati di Ettore Frani, il riutilizzo degli scarti di produzione proposto in dimensione estetica da Mariano Moroni, i fiori luminosi ed ecologici di Marco Appicciafuoco, la ricerca sui baccelli e i semi vegetali di Federica Luzzi, l'attitudine ecologica di Margherita del Balzo, che prepara da sé i fogli della speciale carta su cui interviene con il disegno, il rimpianto per la natura incontaminata di Isabella Ducrot, il vagheggiamento di una recuperata purezza primordiale dell'arte rupestre di Andrea Benetti.
Del resto, il tema ambientale è ampiamente testimoniato anche nellaltra sezione del Premio, così da costituire un motivo unificante dell'intera mostra.
Elenco artisti
Ubaldo Bartolini, Tommaso Cascella, Angelo Casciello, Francesco Cervelli, Marco Colazzo, Michele Cossyro, Alberto Di Fabio, Stefano di Stasio, Iginio Iurilli, Massimo Livadiotti, Salvatore Marrone, Andrea Martinelli, Alberto Mingotti, Cesare Mirabella, Mauro Reggio, Ruggero Savinio, Giancarlo Sciannella, Fabrizio Sclocchini, Giovanni Soccol, Ernesto Terlizzi.
Sezione "Arte e Ambiente"
Marco Appicciafuoco, Andrea Benetti, Immacolata Datti, Margherita del Balzo, Isabella Ducrot, Ettore Frani, Piero Gilardi, Federica Luzzi, Carla Mattii, Mariano Moroni.
OMAGGIO A CARLO VERDECCHIA
“Negli ultimi anni, in occasione de Premio, sono stati organizzati alcuni omaggi ad artisti che hanno caratterizzato, in modo significativo, la storia della rassegna francavillese. Tra i nomi più interessanti che si ricordano nelle prime edizioni, a cominciare da quella del 1949, Carlo Verdecchia occupa un posto di rilievo e ci sembra possa ben rappresentare una stagione dell’arte italiana del secolo scorso. Non a caso il nome di Verdecchia segue quelli di Lucio Fontana, Mario Ceroli e Pietro Cascella, amici della Fondazione ai quali abbiamo reso il degno tributo negli anni appena scorsi. Se Verdecchia fu artista tra i più legati alla vicenda del Premio Michetti, nel quale ebbe molteplici riconoscimenti, la sua presenza non mancò agli appuntamenti più importanti: dalla Biennale di Venezia fino alla Quadriennale di Roma.
La personalità di Verdecchia esprime in maniera esemplare la sensibilità di due città alle quali fu profondamente legato: Napoli ed Atri, la sua città natale. A Napoli come allievo dell’Accademia delle Belle Arti ed animatore del mondo artistico e nella città abruzzese dove lavorava nel suo studio non lontano dalla splendida cattedrale. Le sue opere ci parlano soprattutto di quei paesaggi e dei volti che gli erano ben familiari.
Un artista che merita di essere nuovamente al centro dell’interesse degli studiosi e degli appassionati per l’originalità della sua tempra artistica e per la fedeltà ad uno stile che lo ha caratterizzato e distinto in tutta a sua lunga stagione creativa.
Infine un ringraziamento agli eredi dell’artista, al titolare della Galleria Vincent, al professor Del Cimmuto, appassionato cultore dell’artista e, ultimo ma non ultimo, al preside Emilio Marcone che ha lavorato intelligentemente affinchè il progetto si realizzasse.”
Vincenzo Centorame
Presidente della Fondazione Michetti
Difatti, se diorama racchiude il significato di vedere attraverso, sarà lecito auspicare che, tramite l'ampio spettro delle opere esposte al Michetti, si potrà recuperare un'immagine, parziale quanto si vuole, ma articolata e significativa, problematica e attuale, di una identità che sarà magari difficilissimo definire analiticamente, ma che un po' tutti, dentro e fuori il Paese, sanno, o quanto meno ritengono, di saper mettere a fuoco. Il paesaggio e le architetture; il recupero delle radici profonde, contadine e, più indietro ancora, primordiali e archetipiche, e l'impatto della contemporaneità; lo spazio della storia, della poesia e del folklore; l'immaginario mediterraneo, l'effettualità e la virtualità; l'elemento mitico e lo stesso confronto con culture e tradizioni altre, confronto comunque ineludibile in una società globalizzata.
Come si addice, appunto, ad un ideale diorama, che attiene, poi, in accezione estensiva, tanto alla veduta panoramica che ad una metaforica vetrina espositiva, gli artisti presenti sono differenti per linguaggi e tecniche impiegate (dalla pittura alla scultura, dalla ceramica all'installazione, dal video alla fotografia, perfino all'intervento sonoro), nonché per età e collocazione generazionale. Questa scelta di ricca e varia articolazione è ovviamente non casuale: il visitatore della mostra troverà, ad esempio, tra le opere proposte, una cospicua presenza di pittura e scultura, oggi spesso invece marginalizzate, se non addirittura bandite, in rassegne di arte contemporanea, alla stregua di linguaggi che si pretenderebbero ormai esauriti, a causa di una troppo gravosa e logorante pratica millenaria, in cui si sarebbe ormai detto e visto tutto. Come pure potrà riscontrare l'accostamento di artisti di diverse fasce generazionali, mentre in genere si preferisce circoscrivere l”attenzione ad ambiti cronologici ben definiti, soprattutto di giovani e giovanissimi, consegnando a una ingiusta trascuratezza artisti che stanno magari alla vitale scaturigine di esperienze attuali. La formula espositiva adottata, ovvero la scelta di accogliere ogni espositore con cinque opere (tre nel caso della sezione “Arte e Ambiente”), non è affatto casuale, ma finalizzata ad assicurare a ciascun artista una sorta di piccola sala personale, consentendo al visitatore interessato di approfondirne la conoscenza, come non permette invece la selezione abitualmente adottata di una o due opere. Parte integrante di questo Premio Michetti è la sezione “Arte e Ambiente”, che non soltanto affronta un tema centrale per l'esistenza dell'uomo contemporaneo, ma riprende un'antica vocazione del Michetti che significativamente, nel 1976, realizzò la trentesima edizione del Premio intitolata “L’uomo e il suo ambiente”. E' naturale – necessario, anzi – che l'arte non si rinchiuda in torri d'avorio, ma che invece si interessi ad argomenti così importanti e oggi tanto fortemente avvertiti dall'opinione pubblica, come quello del rispetto del pianeta, della tutela dell'ambiente, del ricorso a fonti di energia rinnovabile, della sostenibilità e della ecocompatibilità dei processi produttivi, delle perpetrate e non più tollerabili devastazioni da parte di una industrializzazione incontrollata, dello smaltimento dei rifiuti urbani e industriali, dei reimpiego degli scarti dei processi produttivi. Da un quarantennio a questa parte, con intensità sempre crescente, gli artisti e generalmente l'intero mondo dell'arte dimostrano di avere vivamente a cuore le tematiche ambientaliste, secondo un variatissimo spettro di accezioni. Oggi nessuno sarebbe disposto a negare il ruolo dell'arte contemporanea (in cui riveste un ruolo essenziale il ricorso a esperienze e tecniche nuove, dalla performance all'installazione, dalla fotografia, al video, alla dimensione concettuale) nell'accreditamento e nella diffusione di una coscienza ambientalista. Pure nella forzatamente ridotta, ma qualificata, selezione degli artisti coinvolti, il Michetti intende testimoniare proprio la vastità degli approcci e dei coinvolgimenti di un tema a cui vengono dedicate innumerevoli mostre e pubblicazioni: i verdissimi Tappeti Natura di Piero Gilardi, celebri in tutto il mondo, l'approccio esoterico di Immacolata Datti, la natura transgenica di artificiale candore di Carla Mattii, i fiori malati di Ettore Frani, il riutilizzo degli scarti di produzione proposto in dimensione estetica da Mariano Moroni, i fiori luminosi ed ecologici di Marco Appicciafuoco, la ricerca sui baccelli e i semi vegetali di Federica Luzzi, l'attitudine ecologica di Margherita del Balzo, che prepara da sé i fogli della speciale carta su cui interviene con il disegno, il rimpianto per la natura incontaminata di Isabella Ducrot, il vagheggiamento di una recuperata purezza primordiale dell'arte rupestre di Andrea Benetti.
Del resto, il tema ambientale è ampiamente testimoniato anche nellaltra sezione del Premio, così da costituire un motivo unificante dell'intera mostra.
Elenco artisti
Ubaldo Bartolini, Tommaso Cascella, Angelo Casciello, Francesco Cervelli, Marco Colazzo, Michele Cossyro, Alberto Di Fabio, Stefano di Stasio, Iginio Iurilli, Massimo Livadiotti, Salvatore Marrone, Andrea Martinelli, Alberto Mingotti, Cesare Mirabella, Mauro Reggio, Ruggero Savinio, Giancarlo Sciannella, Fabrizio Sclocchini, Giovanni Soccol, Ernesto Terlizzi.
Sezione "Arte e Ambiente"
Marco Appicciafuoco, Andrea Benetti, Immacolata Datti, Margherita del Balzo, Isabella Ducrot, Ettore Frani, Piero Gilardi, Federica Luzzi, Carla Mattii, Mariano Moroni.
OMAGGIO A CARLO VERDECCHIA
“Negli ultimi anni, in occasione de Premio, sono stati organizzati alcuni omaggi ad artisti che hanno caratterizzato, in modo significativo, la storia della rassegna francavillese. Tra i nomi più interessanti che si ricordano nelle prime edizioni, a cominciare da quella del 1949, Carlo Verdecchia occupa un posto di rilievo e ci sembra possa ben rappresentare una stagione dell’arte italiana del secolo scorso. Non a caso il nome di Verdecchia segue quelli di Lucio Fontana, Mario Ceroli e Pietro Cascella, amici della Fondazione ai quali abbiamo reso il degno tributo negli anni appena scorsi. Se Verdecchia fu artista tra i più legati alla vicenda del Premio Michetti, nel quale ebbe molteplici riconoscimenti, la sua presenza non mancò agli appuntamenti più importanti: dalla Biennale di Venezia fino alla Quadriennale di Roma.
La personalità di Verdecchia esprime in maniera esemplare la sensibilità di due città alle quali fu profondamente legato: Napoli ed Atri, la sua città natale. A Napoli come allievo dell’Accademia delle Belle Arti ed animatore del mondo artistico e nella città abruzzese dove lavorava nel suo studio non lontano dalla splendida cattedrale. Le sue opere ci parlano soprattutto di quei paesaggi e dei volti che gli erano ben familiari.
Un artista che merita di essere nuovamente al centro dell’interesse degli studiosi e degli appassionati per l’originalità della sua tempra artistica e per la fedeltà ad uno stile che lo ha caratterizzato e distinto in tutta a sua lunga stagione creativa.
Infine un ringraziamento agli eredi dell’artista, al titolare della Galleria Vincent, al professor Del Cimmuto, appassionato cultore dell’artista e, ultimo ma non ultimo, al preside Emilio Marcone che ha lavorato intelligentemente affinchè il progetto si realizzasse.”
Vincenzo Centorame
Presidente della Fondazione Michetti
24
luglio 2010
Premio Michetti 2010 / Omaggio a Carlo Verdecchia
Dal 24 luglio al 31 agosto 2010
arte contemporanea
Location
MUMI – MUSEO MICHETTI
Francavilla Al Mare, Piazza San Domenico, 1, (Chieti)
Francavilla Al Mare, Piazza San Domenico, 1, (Chieti)
Orario di apertura
ore 18:00 - 23:00 chiuso il lunedì
Vernissage
24 Luglio 2010, ore 18
Editore
VALLECCHI
Autore
Curatore