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Premio Suzzara
Il 16 giugno verrà inaugurato un altro step del Premio Suzzara con la presentazione al pubblico di altri 6 progetti sviluppati dalla fine del 2018 dagli artisti Sabrina D’Alessandro, Carla Della Beffa, Nataly Maier, Chiara Pergola e Hannes Egger in collaborazione con altrettante aziende del territorio.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il 16 giugno verrà inaugurato un altro step del Premio Suzzara con la presentazione al
pubblico di altri 6 progetti sviluppati dalla fine del 2018 dagli artisti Sabrina
D’Alessandro, Carla Della Beffa, Nataly Maier, Chiara Pergola e Hannes Egger in
collaborazione con altrettante aziende del territorio.
Avviato lo scorso ottobre, con la presentazione della prima opera d’arte pubblica
realizzata dall’artista Sabrina D’Alessandro prodotta da TEA, prosegue la
sperimentazione del nuovo corso dello storico Premio Suzzara, che sta sviluppando una
struttura laboratoriale, che vede coinvolti gli artisti e le aziende del territorio nella
produzione comune di opere d’arte.
Questi 6 progetti saranno esposti in parte al Museo Galleria del Premio Suzzara e in parte
nell aziende da cui sono stati prodotti e, insieme ad altre opere degli artisti coinvolti nel
Premio Suzzara, andranno a formare una mostra collettiva che sarà aperta al Museo fino
al 29 settembre 2019.
IL PREMIO SUZZARA OGGI
Il 2018 ha segnato una tappa importante per il Premio Suzzara, uno tra i più longevi premi
d’arte in Italia; una lunga storia fatta di 49 edizioni e una collezione di oltre ottocento opere
che dal 2002 sono ospitate dal Museo Galleria del Premio Suzzara. Il Comune di Suzzara
attraverso il Museo ha deciso di celebrare questo importante traguardo ripensando il Premio
dalle sue fondamenta, proponendo una formula innovativa che non dimentica il suo passato
glorioso.
Per la prima volta il Museo Galleria del Premio Suzzara invade le aziende per consolidare il
rapporto tra il mondo dell’arte e quello dell’industria, coinvolgendo gli artisti e promuovendo
la progettualità di cui l’arte contemporanea è capace. Le aziende e gli artisti stanno quindi
trasformando il Premio Suzzara in un organismo fluido, basato su una pratica collaborativa e
virtuosa, secondo il binomio ormai collaudato “lavoro e lavoratori nell’arte”. Nel ruolo di
mediatore tra artisti e eccellenze industriali della città la Galleria del Premio promuove questo
progetto come potente veicolo di innovazione e integrazione tra la cultura d’impresa e la
poetica artistica contemporanea.
LA NUOVA FORMULA
La formula è molto semplice, ma senza precedenti: il Museo ha chiamato una serie di artisti a
partecipare a questa sperimentazione, chiedendo loro di riflettere su una serie di parole
chiave. Gli artisti si sono immersi in un work in progress rendendo disponibili alle aziende i
propri progetti e lavorando a nuove proposte che si formalizzeranno tutte nel corso di
quest’anno.
Un rapporto quindi di collaborazione totalmente alla pari tra aziende, artisti e il Museo
Galleria del Premio Suzzara, che da contenitore si fa contenuto e invade, nel vero senso della
parola, le aziende e il territorio, promuovendo l’arte pubblica e site specific come strumento di
valorizzazione territoriale.
Il Premio Suzzara vuole così diventare un nuovo paradigma, una pratica collaborativa e
virtuosa, una piattaforma in movimento costante, che possa continuare ad accogliere nuovi
artisti, idee, aziende e contributi con lo scopo di arricchire attraverso l’arte e la cultura un
territorio già di per sé ricco di storia, di dedizione al lavoro e di passione. Il resoconto completo
di questo nuovo corso sarà edito nel “Il p”, “Bollettino a periodicità stocastica a cura del
Premio Suzzara”.
LE 6 NUOVE OPERE
Il 16 giugno in una giornata di porte aperte saranno presentati - in parte al Museo Galleria del
Premio Suzzara, in parte nelle aziende da cui sono state prodotte - i 6 progetti sviluppati dalla
fine del 2018 dagli artisti Sabrina D’Alessandro, Carla Della Beffa, Nataly Maier, Chiara Pergola
e Hannes Egger in collaborazione con altrettante aziende del territorio.
Questi progetti, insieme ad altre opere degli artisti coinvolti nel Premio Suzzara, saranno
esposti in una mostra collettiva al Museo Galleria del Premio Suzzara fino al 29 settembre
2019.
Trailer Gallery
di Hannes Egger prodotta da Realtrailer
Il lavoro dell’artista concettuale Hannes Egger, in collaborazione con l’azienda Realtrailer che
si occupa della distribuzione di rimorchi, parte da una riflessione che individua nel Premio, sin
dalla sua costituzione nel 1948, la ricerca di un rapporto intenso con il pubblico, il territorio e la
volontà di far conoscere questa realtà in una dimensione più ampia. Partendo quindi da un
fatto realmente accaduto nel 1963, quando una serie di opere vincitrici del Premio presero la
via di Parigi per essere esposte al Salon Populiste ottenendo un riscontro internazionale,
l’artista ha deciso di creare un museo itinerante in uno dei rimorchi Realtrailer.
Hannes Egger vuole espandere il Premio e metterlo in movimento per farlo arrivare dove non è
mai stato prima: nelle aziende, in periferia, nelle scuole e in altre città. L’artista ha chiesto ai
dipendenti dell’azienda di scegliere opere rappresentative della collezione del Museo Galleria
del Premio Suzzara, ma anche del proprio lavoro legato ai trasporti, per allestire, attraverso
una trasposizione in immagini su teli, un trailer aziendale vuoto. All’interno del rimorchio ci
sarà un audio con la voce di Marco Panizza, direttore del museo, che racconta la storia del
premio, il progetto e le singole opere esposte nel trailer, e anche le voci dei dipendenti di
Realtrailer che spiegano le ragioni della scelta delle opere.
Fuoco, Aria, Acqua, Terra
di Carla Della Beffa prodotto da Sole Suzzara
La Sole Suzzara è un’azienda che produce componenti in plastica per veicoli e Carla Della
Beffa ha utilizzato i fondameni della medicina antica, riconducendoli agli elementi della realtà
quotidiana della fabbrica per riportare l’azienda e i suoi lavoratori, dalle materie prime alle
persone, fino a qualcosa di più grande: i quattro elementi appunto.
Lo scorso novembre Carla Della Beffa ha realizzato una performance in azienda dove, in uno
spazio predisposto, ha ricevuto i 180 dipendenti di Sole. L’artista ha presentato più selezioni di
foto, e i lavoratori hanno fatto una scelta in funzione delle emozioni evocate: ognuno di loro
dunque ha partecipato alla creazione dell’opera, proprio come avviene nel loro lavoro
quotidiano, e l’artista ha suggellato questo momento della scelta, firmando, dedicando e
consegnando la foto selezionata a ognuno di loro. L’opera finale è una serie fotografica
realizzata dall’artista e selezionata dai dipendenti della Sole Suzzara.
Scripta Volant
di Chiara Pergola prodotta da JASS Punto Ghiaccio e BRAR Elettromeccanica
Il progetto consiste nella realizzazione di quattro aforismi in ghiaccio, la cui natura effimera
viene enfatizzata dal momento in cui si fondono al variare della temperatura della lastra di
rame sui cui sono scritti. Il procedimento di scrittura, che richiama per assurdo la tecnica
calcografica, non lascia traccia e lascia intendere un diverso livello di azione del linguaggio.
Gli aforismi sono liberamente ispirati ad alcuni versi dei primi libri stampati a caratteri mobili in
oriente e in occidente: la Bibbia (23 febbraio 1453) ed in particolare l’incipit del Vangelo di
Giovanni, ed i versi conclusivi del Sutra del Diamante (11 maggio 868). L’azione poetica,
documentata tramite video, si traduce in opera verbo-visiva, i cui versi poetici si compongono
attraverso le sequenze ed il montaggio.
L’opera è realizzata grazie alla collaborazione di due aziende, Jass Punto Ghiaccio azienda
che produce, confeziona e distribuisce ghiaccio, per la parte delle lettere in ghiaccio
(l’inchiostro) e Brar Elettromeccanica specializzata in soluzioni integrate per alte correnti per
la lastra in rame (il supporto calcografico).
De humana corporis fabrica
di Chiara Pergola prodotta da Cablofil
Il sistema implementato da Cablofil per il controllo e la gestione delle installazioni dei cavi dati,
si basa sul linguaggio: ai tradizionali colori che permettono di riconoscere funzione e
destinazione dei cavi, è affiancato un sistema di codifica scritta estremamente flessibile, che
apre la possibilità di un intervento basato sulla narrazione.
Il progetto si è proposto di realizzare all’interno dell’azienda un codice alternativo a quello
alfanumerico già in uso, basato sulle parole dei dipendenti. Il codice potrebbe essere utilizzato
per il funzionamento della macchina di collaudo, potenziandone l’efficacia anche da un punto
di vista simbolico, come “macchina di autorizzazione”.
Il sistema di cablaggio, dove partono diversi impulsi che si diramano attraverso i cavi
informando effettori finali sulla funzione da svolgere, conquista in questo modo un ulteriore
livello di organizzazione attraverso la parola, umanizzandosi. Per questo il titolo trasforma il
significato del trattato sul corpo umano di Vesalio “la fabbrica del corpo umano”, in “la
fabbrica umana del corpo”, semplicemente modificando la lettera finale, che sposta l’accento
dal neutro al femminile, rispecchiando la composizione prevalente dell’azienda.
Il sistema di cavi - ritratto del “Corpo” della fabbrica umana, ed il “Codex” per il suo corretto
funzionamento, sono le due opere risultanti del progetto.
Hand Map
di Nataly Maier prodotta da Intertraco
Nataly Maier ha iniziato la sua ricerca sulle impronte della mano a metà degli anni ’90, elaborando
con il computer le informazioni delle linee della mano e trasformandole in ritratti moderni
dell’individuo, mappe immaginarie che si modificano nel corso della vita e in base alla propria
personalità e alle attività che si svolgono.
L’artista ha proposto le sue Hand Map a Intertraco azienda specializzata nella costruzione di
trasmissioni meccaniche e oleodinamiche, ha visitato la sede e scelto una dozzina di
dipendenti per il prelievo delle loro impronte tramite il colore. Le linee dell’inchiostro che
formano l’immagine vengono trasformate al computer, l’informazione iniziale rimane, ma allo
stesso tempo nasce una nuova immagine.
L’obiettivo dell’artista è stato riunire queste mani, alcune grandi e forti, altre gracili con linee
fitte e altre ancora con linee marcate, ottenendo come risultato finale delle mappe personali
che comunicano tra loro formando una immagine unica, un ritratto collettivo che verrà
installato all’ingresso della sede di Intertraco.
Ufficio Resurrezione Archivio IX
di Sabrina D’Alessandro prodotta da Paxxion
Con il video Ufficio Resurrezione Archivio IX (prodotto da PAXXION agenzia di comunicazione
di Suzzara) Sabrina D’Alessandro racconta Parole al balcone, la sua installazione nella piazza
principale realizzata grazie alla partecipazione degli abitanti, e Parole Suzzaresi, performance-
parata con il Dipartimento Rinascita Psicovocale (per l’occasione, la banda di Gonzaga) che ha
declamato le “parole dell’arte, dell’industria e del dialetto” in mostra sui balconi della città.
Grazie alla collaborazione degli abitanti l’artista ha allestito una mostra di “parole suzzaresi”
su finestre e balconi della piazza cittadina: parole dell’arte, dell’industria e del dialetto locale,
ma anche di lingue lontane, a rappresentare i tanti lavoratori che da tutto il mondo vivono nel
territorio. Queste parole, scelte e posizionate secondo sonorità e forza espressiva, hanno
operato mescolamenti, innescato cortocircuiti, creato scherzi e domande, diventando
occasione di relazione e di discussione fra gli abitanti.
Il lavoro di Sabrina D’Alessandro si è concluso con un’azione poetica, una “parata ordinaria
dell’Ufficio Resurrezione” per la quale l’artista ha coinvolto la banda di Gonzaga portando per
le vie della città le “parole suzzaresi” esposte sui balconi della piazza, declamandole a gran
voce e scandendole a tempo di marcia. I luoghi attraversati dalla parata e ripresi dal video che
documenta l’azione esprimono quello che per l’autrice è il genius loci di Suzzara, uno spirito
che vive nel contrasto tra l’operosità delle attività produttive e l’atmosfera sospesa di
campagne e vie cittadine, spesso deserte e immerse nel silenzio.
STORIA DEL PREMIO SUZZARA
La storia industriale di Suzzara risale alla fine dell’800, quando nel piccolo centro della provincia di
Mantova, arrivò la ferrovia e Francesco Casali diede il via al processo di industrializzazione della
città iniziando a costruire macchine agricole. Nello stesso periodo l’Ing. Piazzalunga fondò la
Scuola di Arti e Mestieri con l’obiettivo di educare la forza lavoro operaia, considerata il cuore dello
sviluppo sociale ed economico di Suzzara.
Il Premio Suzzara nasce nel 1948 grazie alla mente geniale del pubblicitario Dino Villani che,
appoggiato dalla lungimiranza dell’allora sindaco Tebe Mignoni e sostenuto dall’apporto
fondamentale di Cesare Zavattini, decise di organizzare il premio.
“Un vitello per un quadro, non abbassa il quadro: innalza il vitello”, questo lo slogan coniato da
Villani e che racchiude l’essenza stessa del Premio Suzzara, una competizione artistica
certamente, ma che subito si distinse per il particolare carattere della giuria giudicante, composta
non solo da galleristi, storici e critici d'arte, giornalisti specializzati, ma anche da un operaio, un
impiegato e un contadino. Gli artisti, oltre ad aggiudicarsi l’esposizione della propria opera in una
mostra, vincevano premi “messi a disposizione dai contadini e dagli operai di Suzzara”, compiendo
una sintesi simbolica ma quanto mai attuale, tra il lavoro artistico e i prodotti del lavoro contadino
e operaio.
Tanti sono gli artisti che in 70 anni e in 49 edizioni hanno partecipato al Premio Suzzara: Armando
Pizzinato, Renato Guttuso, Giuseppe Zigaina, Renato Birolli, Aligi Sassu, Domenico Cantatore,
Giulio Turcato, Franco Francese, Bepi Romagnoni, Titina Maselli negli anni Cinquanta e
successivamente a cavallo tra gli anni ’70 e ’80 le opere di molti altri autori come Mauro Staccioli,
Nicola Carrino, Giosetta Fioroni, Concetto Pozzati, Gianfranco Pardi, Gianni Colombo, furono
acquisite dalla Galleria Civica d’Arte Contemporanea, che nasce a metà degli anni Settanta.
pubblico di altri 6 progetti sviluppati dalla fine del 2018 dagli artisti Sabrina
D’Alessandro, Carla Della Beffa, Nataly Maier, Chiara Pergola e Hannes Egger in
collaborazione con altrettante aziende del territorio.
Avviato lo scorso ottobre, con la presentazione della prima opera d’arte pubblica
realizzata dall’artista Sabrina D’Alessandro prodotta da TEA, prosegue la
sperimentazione del nuovo corso dello storico Premio Suzzara, che sta sviluppando una
struttura laboratoriale, che vede coinvolti gli artisti e le aziende del territorio nella
produzione comune di opere d’arte.
Questi 6 progetti saranno esposti in parte al Museo Galleria del Premio Suzzara e in parte
nell aziende da cui sono stati prodotti e, insieme ad altre opere degli artisti coinvolti nel
Premio Suzzara, andranno a formare una mostra collettiva che sarà aperta al Museo fino
al 29 settembre 2019.
IL PREMIO SUZZARA OGGI
Il 2018 ha segnato una tappa importante per il Premio Suzzara, uno tra i più longevi premi
d’arte in Italia; una lunga storia fatta di 49 edizioni e una collezione di oltre ottocento opere
che dal 2002 sono ospitate dal Museo Galleria del Premio Suzzara. Il Comune di Suzzara
attraverso il Museo ha deciso di celebrare questo importante traguardo ripensando il Premio
dalle sue fondamenta, proponendo una formula innovativa che non dimentica il suo passato
glorioso.
Per la prima volta il Museo Galleria del Premio Suzzara invade le aziende per consolidare il
rapporto tra il mondo dell’arte e quello dell’industria, coinvolgendo gli artisti e promuovendo
la progettualità di cui l’arte contemporanea è capace. Le aziende e gli artisti stanno quindi
trasformando il Premio Suzzara in un organismo fluido, basato su una pratica collaborativa e
virtuosa, secondo il binomio ormai collaudato “lavoro e lavoratori nell’arte”. Nel ruolo di
mediatore tra artisti e eccellenze industriali della città la Galleria del Premio promuove questo
progetto come potente veicolo di innovazione e integrazione tra la cultura d’impresa e la
poetica artistica contemporanea.
LA NUOVA FORMULA
La formula è molto semplice, ma senza precedenti: il Museo ha chiamato una serie di artisti a
partecipare a questa sperimentazione, chiedendo loro di riflettere su una serie di parole
chiave. Gli artisti si sono immersi in un work in progress rendendo disponibili alle aziende i
propri progetti e lavorando a nuove proposte che si formalizzeranno tutte nel corso di
quest’anno.
Un rapporto quindi di collaborazione totalmente alla pari tra aziende, artisti e il Museo
Galleria del Premio Suzzara, che da contenitore si fa contenuto e invade, nel vero senso della
parola, le aziende e il territorio, promuovendo l’arte pubblica e site specific come strumento di
valorizzazione territoriale.
Il Premio Suzzara vuole così diventare un nuovo paradigma, una pratica collaborativa e
virtuosa, una piattaforma in movimento costante, che possa continuare ad accogliere nuovi
artisti, idee, aziende e contributi con lo scopo di arricchire attraverso l’arte e la cultura un
territorio già di per sé ricco di storia, di dedizione al lavoro e di passione. Il resoconto completo
di questo nuovo corso sarà edito nel “Il p”, “Bollettino a periodicità stocastica a cura del
Premio Suzzara”.
LE 6 NUOVE OPERE
Il 16 giugno in una giornata di porte aperte saranno presentati - in parte al Museo Galleria del
Premio Suzzara, in parte nelle aziende da cui sono state prodotte - i 6 progetti sviluppati dalla
fine del 2018 dagli artisti Sabrina D’Alessandro, Carla Della Beffa, Nataly Maier, Chiara Pergola
e Hannes Egger in collaborazione con altrettante aziende del territorio.
Questi progetti, insieme ad altre opere degli artisti coinvolti nel Premio Suzzara, saranno
esposti in una mostra collettiva al Museo Galleria del Premio Suzzara fino al 29 settembre
2019.
Trailer Gallery
di Hannes Egger prodotta da Realtrailer
Il lavoro dell’artista concettuale Hannes Egger, in collaborazione con l’azienda Realtrailer che
si occupa della distribuzione di rimorchi, parte da una riflessione che individua nel Premio, sin
dalla sua costituzione nel 1948, la ricerca di un rapporto intenso con il pubblico, il territorio e la
volontà di far conoscere questa realtà in una dimensione più ampia. Partendo quindi da un
fatto realmente accaduto nel 1963, quando una serie di opere vincitrici del Premio presero la
via di Parigi per essere esposte al Salon Populiste ottenendo un riscontro internazionale,
l’artista ha deciso di creare un museo itinerante in uno dei rimorchi Realtrailer.
Hannes Egger vuole espandere il Premio e metterlo in movimento per farlo arrivare dove non è
mai stato prima: nelle aziende, in periferia, nelle scuole e in altre città. L’artista ha chiesto ai
dipendenti dell’azienda di scegliere opere rappresentative della collezione del Museo Galleria
del Premio Suzzara, ma anche del proprio lavoro legato ai trasporti, per allestire, attraverso
una trasposizione in immagini su teli, un trailer aziendale vuoto. All’interno del rimorchio ci
sarà un audio con la voce di Marco Panizza, direttore del museo, che racconta la storia del
premio, il progetto e le singole opere esposte nel trailer, e anche le voci dei dipendenti di
Realtrailer che spiegano le ragioni della scelta delle opere.
Fuoco, Aria, Acqua, Terra
di Carla Della Beffa prodotto da Sole Suzzara
La Sole Suzzara è un’azienda che produce componenti in plastica per veicoli e Carla Della
Beffa ha utilizzato i fondameni della medicina antica, riconducendoli agli elementi della realtà
quotidiana della fabbrica per riportare l’azienda e i suoi lavoratori, dalle materie prime alle
persone, fino a qualcosa di più grande: i quattro elementi appunto.
Lo scorso novembre Carla Della Beffa ha realizzato una performance in azienda dove, in uno
spazio predisposto, ha ricevuto i 180 dipendenti di Sole. L’artista ha presentato più selezioni di
foto, e i lavoratori hanno fatto una scelta in funzione delle emozioni evocate: ognuno di loro
dunque ha partecipato alla creazione dell’opera, proprio come avviene nel loro lavoro
quotidiano, e l’artista ha suggellato questo momento della scelta, firmando, dedicando e
consegnando la foto selezionata a ognuno di loro. L’opera finale è una serie fotografica
realizzata dall’artista e selezionata dai dipendenti della Sole Suzzara.
Scripta Volant
di Chiara Pergola prodotta da JASS Punto Ghiaccio e BRAR Elettromeccanica
Il progetto consiste nella realizzazione di quattro aforismi in ghiaccio, la cui natura effimera
viene enfatizzata dal momento in cui si fondono al variare della temperatura della lastra di
rame sui cui sono scritti. Il procedimento di scrittura, che richiama per assurdo la tecnica
calcografica, non lascia traccia e lascia intendere un diverso livello di azione del linguaggio.
Gli aforismi sono liberamente ispirati ad alcuni versi dei primi libri stampati a caratteri mobili in
oriente e in occidente: la Bibbia (23 febbraio 1453) ed in particolare l’incipit del Vangelo di
Giovanni, ed i versi conclusivi del Sutra del Diamante (11 maggio 868). L’azione poetica,
documentata tramite video, si traduce in opera verbo-visiva, i cui versi poetici si compongono
attraverso le sequenze ed il montaggio.
L’opera è realizzata grazie alla collaborazione di due aziende, Jass Punto Ghiaccio azienda
che produce, confeziona e distribuisce ghiaccio, per la parte delle lettere in ghiaccio
(l’inchiostro) e Brar Elettromeccanica specializzata in soluzioni integrate per alte correnti per
la lastra in rame (il supporto calcografico).
De humana corporis fabrica
di Chiara Pergola prodotta da Cablofil
Il sistema implementato da Cablofil per il controllo e la gestione delle installazioni dei cavi dati,
si basa sul linguaggio: ai tradizionali colori che permettono di riconoscere funzione e
destinazione dei cavi, è affiancato un sistema di codifica scritta estremamente flessibile, che
apre la possibilità di un intervento basato sulla narrazione.
Il progetto si è proposto di realizzare all’interno dell’azienda un codice alternativo a quello
alfanumerico già in uso, basato sulle parole dei dipendenti. Il codice potrebbe essere utilizzato
per il funzionamento della macchina di collaudo, potenziandone l’efficacia anche da un punto
di vista simbolico, come “macchina di autorizzazione”.
Il sistema di cablaggio, dove partono diversi impulsi che si diramano attraverso i cavi
informando effettori finali sulla funzione da svolgere, conquista in questo modo un ulteriore
livello di organizzazione attraverso la parola, umanizzandosi. Per questo il titolo trasforma il
significato del trattato sul corpo umano di Vesalio “la fabbrica del corpo umano”, in “la
fabbrica umana del corpo”, semplicemente modificando la lettera finale, che sposta l’accento
dal neutro al femminile, rispecchiando la composizione prevalente dell’azienda.
Il sistema di cavi - ritratto del “Corpo” della fabbrica umana, ed il “Codex” per il suo corretto
funzionamento, sono le due opere risultanti del progetto.
Hand Map
di Nataly Maier prodotta da Intertraco
Nataly Maier ha iniziato la sua ricerca sulle impronte della mano a metà degli anni ’90, elaborando
con il computer le informazioni delle linee della mano e trasformandole in ritratti moderni
dell’individuo, mappe immaginarie che si modificano nel corso della vita e in base alla propria
personalità e alle attività che si svolgono.
L’artista ha proposto le sue Hand Map a Intertraco azienda specializzata nella costruzione di
trasmissioni meccaniche e oleodinamiche, ha visitato la sede e scelto una dozzina di
dipendenti per il prelievo delle loro impronte tramite il colore. Le linee dell’inchiostro che
formano l’immagine vengono trasformate al computer, l’informazione iniziale rimane, ma allo
stesso tempo nasce una nuova immagine.
L’obiettivo dell’artista è stato riunire queste mani, alcune grandi e forti, altre gracili con linee
fitte e altre ancora con linee marcate, ottenendo come risultato finale delle mappe personali
che comunicano tra loro formando una immagine unica, un ritratto collettivo che verrà
installato all’ingresso della sede di Intertraco.
Ufficio Resurrezione Archivio IX
di Sabrina D’Alessandro prodotta da Paxxion
Con il video Ufficio Resurrezione Archivio IX (prodotto da PAXXION agenzia di comunicazione
di Suzzara) Sabrina D’Alessandro racconta Parole al balcone, la sua installazione nella piazza
principale realizzata grazie alla partecipazione degli abitanti, e Parole Suzzaresi, performance-
parata con il Dipartimento Rinascita Psicovocale (per l’occasione, la banda di Gonzaga) che ha
declamato le “parole dell’arte, dell’industria e del dialetto” in mostra sui balconi della città.
Grazie alla collaborazione degli abitanti l’artista ha allestito una mostra di “parole suzzaresi”
su finestre e balconi della piazza cittadina: parole dell’arte, dell’industria e del dialetto locale,
ma anche di lingue lontane, a rappresentare i tanti lavoratori che da tutto il mondo vivono nel
territorio. Queste parole, scelte e posizionate secondo sonorità e forza espressiva, hanno
operato mescolamenti, innescato cortocircuiti, creato scherzi e domande, diventando
occasione di relazione e di discussione fra gli abitanti.
Il lavoro di Sabrina D’Alessandro si è concluso con un’azione poetica, una “parata ordinaria
dell’Ufficio Resurrezione” per la quale l’artista ha coinvolto la banda di Gonzaga portando per
le vie della città le “parole suzzaresi” esposte sui balconi della piazza, declamandole a gran
voce e scandendole a tempo di marcia. I luoghi attraversati dalla parata e ripresi dal video che
documenta l’azione esprimono quello che per l’autrice è il genius loci di Suzzara, uno spirito
che vive nel contrasto tra l’operosità delle attività produttive e l’atmosfera sospesa di
campagne e vie cittadine, spesso deserte e immerse nel silenzio.
STORIA DEL PREMIO SUZZARA
La storia industriale di Suzzara risale alla fine dell’800, quando nel piccolo centro della provincia di
Mantova, arrivò la ferrovia e Francesco Casali diede il via al processo di industrializzazione della
città iniziando a costruire macchine agricole. Nello stesso periodo l’Ing. Piazzalunga fondò la
Scuola di Arti e Mestieri con l’obiettivo di educare la forza lavoro operaia, considerata il cuore dello
sviluppo sociale ed economico di Suzzara.
Il Premio Suzzara nasce nel 1948 grazie alla mente geniale del pubblicitario Dino Villani che,
appoggiato dalla lungimiranza dell’allora sindaco Tebe Mignoni e sostenuto dall’apporto
fondamentale di Cesare Zavattini, decise di organizzare il premio.
“Un vitello per un quadro, non abbassa il quadro: innalza il vitello”, questo lo slogan coniato da
Villani e che racchiude l’essenza stessa del Premio Suzzara, una competizione artistica
certamente, ma che subito si distinse per il particolare carattere della giuria giudicante, composta
non solo da galleristi, storici e critici d'arte, giornalisti specializzati, ma anche da un operaio, un
impiegato e un contadino. Gli artisti, oltre ad aggiudicarsi l’esposizione della propria opera in una
mostra, vincevano premi “messi a disposizione dai contadini e dagli operai di Suzzara”, compiendo
una sintesi simbolica ma quanto mai attuale, tra il lavoro artistico e i prodotti del lavoro contadino
e operaio.
Tanti sono gli artisti che in 70 anni e in 49 edizioni hanno partecipato al Premio Suzzara: Armando
Pizzinato, Renato Guttuso, Giuseppe Zigaina, Renato Birolli, Aligi Sassu, Domenico Cantatore,
Giulio Turcato, Franco Francese, Bepi Romagnoni, Titina Maselli negli anni Cinquanta e
successivamente a cavallo tra gli anni ’70 e ’80 le opere di molti altri autori come Mauro Staccioli,
Nicola Carrino, Giosetta Fioroni, Concetto Pozzati, Gianfranco Pardi, Gianni Colombo, furono
acquisite dalla Galleria Civica d’Arte Contemporanea, che nasce a metà degli anni Settanta.
16
giugno 2019
Premio Suzzara
Dal 16 giugno al 29 settembre 2019
arte contemporanea
Location
GALLERIA DEL PREMIO SUZZARA – EX CASA DEL POPOLO
Suzzara, Piazza Arrigo Luppi, 10, (Mantova)
Suzzara, Piazza Arrigo Luppi, 10, (Mantova)
Orario di apertura
Lunedì chiuso
Martedì-mercoledì-giovedì-venerdì 9.00 - 13.00
Sabato 09.30 - 12.30 / 16.00 - 19.00
Domenica 16.00 - 19.00
(Agosto chiuso)
Vernissage
16 Giugno 2019, h 10
Autore