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Premio Videoarte Tonino D’Erme
Con la decima edizione del “Festival Pontino del Cortometraggio” torna anche il “Premio Videoarte Tonino D’Erme” a cura di Massimo Palumbo e che vede anche la collaborazione di Fabio D’Achille, curatore di Mad Museo d’Arte Diffusa.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Dopo l’anteprima che si è svolta agli inizi del mese dunque, l’evento entrerà da domani, 12 novembre, nel vivo e ci terrà compagnia ogni sera alle 21 fino al 16 novembre. La location scelta è come sempre il Teatro Moderno di Latina, in Via Sisto V. La seconda parte della kermesse sarà incentrata sulle proiezioni dei lavori dei quattro finalisti ancora in gara, passati da una selezione di venti: "Planets" di Igor Imhoff (2012), "Dove era che non ero" di Salvatore Insana e Elisa Turco Liveri (2014), "Il mio corpo a maggio" di Matilde De Feo (2014), "Café Grimm" di Màrton Szirmai (2013). Conosciamo meglio gli autori delle riprese, per le quali non era previsto alcun tema. Italianissimo malgrado il nome di origine russa, Imhoff, pugliese di nascita, si è diplomato nel 2001 all’Accademia di Belle Arti di Foggia. Ha all'attivo numerose mostre in Italia e all’estero che gli hanno conferito importanti riconoscimenti. Nonostante le immagini e le tecniche che propone siano moderne, con Imhoff la memoria pesca negli archetipi dell’inconscio.
L’ispirazione, infatti, come egli stesso racconta, attinge ai dipinti rupestri della sua terra di origine, alle antiche leggende, ai microcosmi onirici pregni di simboli ambigui e mutevoli.
Ogni sua opera nasce da un gesto manuale: circa 300 disegni vergati a mano su carta, introiettati dall’hardware e digeriti dal software, riemergono sullo schermo mutati in un flusso vitale. Le immagini in movimento, frammenti di memorie collettive, mantengono la forza del graffito rupestre, adattandosi ai simboli ed alle suggestioni del linguaggio moderno.
Nel microcosmo di Igor in cui gli elementi si concatenano in modo lineare e, quasi naturalmente, consequenziale, tutto si tiene unito secondo le leggi delle costellazioni. In "Dove era che non ero" di Salvatore Insana ed Elisa Turco Liveri protagonisti sono la fotografia onirica, le frequenti riprese dal basso, e l’accompagnamento sonoro. Ogni componente della messa in scena converge verso la realizzazione di “… un immaginario che è descrizione dell’inafferrabile e dello smarrimento dell’essere umano di fronte all’immensità dell’Universo”.
Salvatore Insana ha frequentato il Dams dell’Università di Roma Tre concludendo il suo percorso magistrale nel 2010 con un elaborato sul concetto di inutile. Con Elisa Turco Liveri, attrice e performer ha creato nel 2011 la compagnia di ricerca ostinata e centrifuga DEHORS/AUDELA. Insanna ha portato avanti la sua ricerca tra immagini in movimento, fotografia e altre forme di revisione ed “erosione” dell’immaginario, in lotta sulla soglia tra lirismo visivo, dissoluzione dell’orizzonte più didascalico degli eventi e ricombinazione dei codici e delle strutture linguistiche. Ha collaborato con il filmmaker Roberto Nanni, con l’Atelier Meta-Teatro, con il Gruppo sperimentale Villanuccia e con la Socìetas Raffaello Sanzio per il festival Màntica 2013. Attualmente collabora con l’art label S.L.I.M (Simple Low Budget Interactive Multimedia) e con LYRIKS , laboratorio interdisciplinare di ricerche artistiche. Le sue opere, create in collaborazione con musicisti e sound artist, sono state selezionate per diversi festival in Italia e all’estero. “Il mio corpo a maggio" è un film di Matilde De Feo, Photography Raffaele Mariniello, Editing Marco Prato, Color Grading Simona Infante. Si tratta di un breve documentario sul corpo, nato all’interno di un ciclo di incontri diretti dal documentarista Silvano Agosti. La natura concettuale del lavoro nasce dalla sostanza videoperformativa; nessun effetto di postproduzione è stato applicato, il movimento di petali e foglie ad esempio, nasce dalla pressione naturale dei fiori sul corpo. La De Feo è interprete, regista, operatrice culturale. Si è laureata in regia, con una tesi in teatro e tecnologie, al Dams di Roma Tre. Si è diplomata all'Accademia d'Arte Drammatica del Teatro Bellini di Napoli, formandosi con Alvaro Piccardi, Paolo Giuranna e inoltre con Giulia Varley, Roberto Lun, Elena Bucci. Ha lavorato in teatro con Gerard Watkins, Marion Aubert, Guy Delamotte, Renato Carpentieri, Pierpaolo Sepe, Pierre Yves Chapelain e i videoartisti Milica Tomic, Lutz Gregor, Vanessa Beecroft, Paolo Rosa (Studio Azzurro), Silvano Agosti. E’ titolare dal 2003 del progetto mald’è che mette in relazione le arti visive a quelle sceniche, e con cui ha realizzato una serie di lavori a cavallo tra cinema, videoteatro, installazione interattive e spettacoli multimediali, presente in festival nazionali e internazionali: Festival del film di Roma, Short film Corner Festival di Cannes, Festival di Volterra, Milano in digitale, Caffè Fandango, Napolifilmfestival, Riccione TTV. Lavora, come docente di teatro e operatrice culturale, e inoltre come doppiatrice di documentari provenienti da tutto il mondo per la Rai, Radio Televisione Italiana.
Márton Szirmai è nato nel 1977 a Budapest, Ungheria. Lui è un regista e scrittore, noto tra gli altri lavori per aver firmato “Szalontüdö” (2006), e Legenda (2011). Al “Premio Videoarte Tonio D’Erme” corre “Grimm Café”. Dopo i quattro giorni di proiezione domenica 16 sarà reso noto il nome del vincitore che verrà nominato dalla giuria, della quale fanno parte Massimo Palumbo curatore del premio e Giacomo Ravesi, critico ed attento conoscitore della videoarte.
L’ispirazione, infatti, come egli stesso racconta, attinge ai dipinti rupestri della sua terra di origine, alle antiche leggende, ai microcosmi onirici pregni di simboli ambigui e mutevoli.
Ogni sua opera nasce da un gesto manuale: circa 300 disegni vergati a mano su carta, introiettati dall’hardware e digeriti dal software, riemergono sullo schermo mutati in un flusso vitale. Le immagini in movimento, frammenti di memorie collettive, mantengono la forza del graffito rupestre, adattandosi ai simboli ed alle suggestioni del linguaggio moderno.
Nel microcosmo di Igor in cui gli elementi si concatenano in modo lineare e, quasi naturalmente, consequenziale, tutto si tiene unito secondo le leggi delle costellazioni. In "Dove era che non ero" di Salvatore Insana ed Elisa Turco Liveri protagonisti sono la fotografia onirica, le frequenti riprese dal basso, e l’accompagnamento sonoro. Ogni componente della messa in scena converge verso la realizzazione di “… un immaginario che è descrizione dell’inafferrabile e dello smarrimento dell’essere umano di fronte all’immensità dell’Universo”.
Salvatore Insana ha frequentato il Dams dell’Università di Roma Tre concludendo il suo percorso magistrale nel 2010 con un elaborato sul concetto di inutile. Con Elisa Turco Liveri, attrice e performer ha creato nel 2011 la compagnia di ricerca ostinata e centrifuga DEHORS/AUDELA. Insanna ha portato avanti la sua ricerca tra immagini in movimento, fotografia e altre forme di revisione ed “erosione” dell’immaginario, in lotta sulla soglia tra lirismo visivo, dissoluzione dell’orizzonte più didascalico degli eventi e ricombinazione dei codici e delle strutture linguistiche. Ha collaborato con il filmmaker Roberto Nanni, con l’Atelier Meta-Teatro, con il Gruppo sperimentale Villanuccia e con la Socìetas Raffaello Sanzio per il festival Màntica 2013. Attualmente collabora con l’art label S.L.I.M (Simple Low Budget Interactive Multimedia) e con LYRIKS , laboratorio interdisciplinare di ricerche artistiche. Le sue opere, create in collaborazione con musicisti e sound artist, sono state selezionate per diversi festival in Italia e all’estero. “Il mio corpo a maggio" è un film di Matilde De Feo, Photography Raffaele Mariniello, Editing Marco Prato, Color Grading Simona Infante. Si tratta di un breve documentario sul corpo, nato all’interno di un ciclo di incontri diretti dal documentarista Silvano Agosti. La natura concettuale del lavoro nasce dalla sostanza videoperformativa; nessun effetto di postproduzione è stato applicato, il movimento di petali e foglie ad esempio, nasce dalla pressione naturale dei fiori sul corpo. La De Feo è interprete, regista, operatrice culturale. Si è laureata in regia, con una tesi in teatro e tecnologie, al Dams di Roma Tre. Si è diplomata all'Accademia d'Arte Drammatica del Teatro Bellini di Napoli, formandosi con Alvaro Piccardi, Paolo Giuranna e inoltre con Giulia Varley, Roberto Lun, Elena Bucci. Ha lavorato in teatro con Gerard Watkins, Marion Aubert, Guy Delamotte, Renato Carpentieri, Pierpaolo Sepe, Pierre Yves Chapelain e i videoartisti Milica Tomic, Lutz Gregor, Vanessa Beecroft, Paolo Rosa (Studio Azzurro), Silvano Agosti. E’ titolare dal 2003 del progetto mald’è che mette in relazione le arti visive a quelle sceniche, e con cui ha realizzato una serie di lavori a cavallo tra cinema, videoteatro, installazione interattive e spettacoli multimediali, presente in festival nazionali e internazionali: Festival del film di Roma, Short film Corner Festival di Cannes, Festival di Volterra, Milano in digitale, Caffè Fandango, Napolifilmfestival, Riccione TTV. Lavora, come docente di teatro e operatrice culturale, e inoltre come doppiatrice di documentari provenienti da tutto il mondo per la Rai, Radio Televisione Italiana.
Márton Szirmai è nato nel 1977 a Budapest, Ungheria. Lui è un regista e scrittore, noto tra gli altri lavori per aver firmato “Szalontüdö” (2006), e Legenda (2011). Al “Premio Videoarte Tonio D’Erme” corre “Grimm Café”. Dopo i quattro giorni di proiezione domenica 16 sarà reso noto il nome del vincitore che verrà nominato dalla giuria, della quale fanno parte Massimo Palumbo curatore del premio e Giacomo Ravesi, critico ed attento conoscitore della videoarte.
12
novembre 2014
Premio Videoarte Tonino D’Erme
Dal 12 al 16 novembre 2014
arte contemporanea
Location
SEDI VARIE – Latina
Latina, -, (Latina)
Latina, -, (Latina)
Orario di apertura
da mercoledì a domenica ore 21,00 – 23,00
Vernissage
12 Novembre 2014, ore 21,00
Autore
Curatore