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Presentazione del libro – Brancusi. Indicazioni sull’opera leggera
E’ un libro che parla di Brancusi, della sua opera in gesso, tanto vasta quanto fin’ora ignorata, e della sua opera in fotografia, ben più nota, ma qui proposta come punto d’arrivo, esito finale della scultura stessa.
Comunicato stampa
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Paola Mola, Brancusi. Indicazioni sull’opera leggera, Scalpendi, Milano 2003.
Pagine 192, ill. 85, prezzo 33 euro
Paola Mola è nel campo della scultura una specialista senza specializzazione. Ha prodotto i testi scientifici su Adolfo Wildt, indagato su Medardo Rosso, pubblicato lezioni come Scultura e antiscultura, e insieme studi mobili da un capo all’altro della storia, sull’iconografia d’origine greca del Cuore degli amanti, sui militi di marmo del dopoguerra, Nudi con l’elmetto, è intervenuta sulla fotografia di Sebastiao Salgado, e sulla Paolina di Canova. Su Brancusi lavora da quasi dieci anni (edito da «Solchi» gli Studi su Brancusi, da Abscondita gli Aforismi), ha partecipato ai convegni Unesco-Cnr di Bucarest, nel ’96 e 2001.
In questo libro costruisce un singolare congegno di scrittura e immagine per vedere la scultura di Brancusi. Non è una monografia, e non è un’antologia di saggi: è uno strumento diverso. Esito di anni di riflessione sul metodo nella Storia dell’arte è un singolare insieme, apparentemente asistematico di parole e immagini, di lingua e figure, di didascalie e poesia. L’esperimento di un metodo basato sulla coerenza di dimostrazioni non contigue. Una macchina che funziona fuori schema.
E’ un libro che parla di Brancusi, della sua opera in gesso, tanto vasta quanto fin’ora ignorata, e della sua opera in fotografia, ben più nota, ma qui proposta come punto d’arrivo, esito finale della scultura stessa.
Un libro di rilessione spregiudicata su quello snodo centrale per l’arte moderna che fu il rapporto Brancusi-Duchamp.
Un libro che parla di Brancusi e delle origini del suo pensiero, da Pitagora a Zalmoxis, a Bisanzio.
Un libro sulle avanguardie, su Pound, Joyce, Satie.
Un libro circolare, che si può leggere cominciando da qualunque parte, o passando da un capo all’altro guardando le immagini sul filo delle didascalie.
Un libro di letteratura e di poesia.
Un libro di figure straordinarie. Un libro che è un altro modo di pensare la scultura.
Indicazioni sull’opera leggera che apre con il testo L’esposizione immaginaria è il contributo italiano a un interesse del mondo attuale rivolto a Brancusi, come scultore dell’immateriale.
A Cambridge si è aperta il 17 gennaio la mostra Immaterial: Brancusi / Gabo / Moholy Naghy. Alla Tate di Londra è stata inaugurata il 3 febbraio la mostra Constantin Brancusi: the essence of the things poi destinata al Guggenheim di New York.
Un caso raro in cui la ricerca in Italia nel campo della Storia dell’arte è allineata, senza ritardi, e se mai con lieve anticipo, e con autonomia di pensiero, ai portati europei e statunitensi.
Scalpendi è un editore nuovo. Ma non un editore nato ora: ha ideato, reso possibile e realizzato la ricercatissima rivista «Solchi», a distribuzione gratuita, che da ormai otto anni convoglia i fondi dell’Università Statale di Milano in pagine e pagine di studi di Storia dell’Arte: da un lato ricerche sul filo dell’attualità più aggiornata, dall’altro edizioni di testi importanti ma ignorati o dimenticati (La Colonna Infinita di Eliade, Gli Impressionisti ed Edouard Manet di Mallarmé, Gli Impressionisti nel 1886 di Felix Fénéon, Degas: il pittore della vita moderna (1890) di G. Moore, tutti gli scritti su Lucio Fontana di Emilio Villa, l’album fotografico con le foto dell’allestimento delle sale della mostra Arte lombarda dai Visconti agli Sforza con testi di Roberto Longhi, ed altro).
Scalpendi è uno spazio, all’ombra della letteratura che si compra e si vende, per riunire,«des hommes à l’écart», forze scostate d’invenzione, importanti spesso a loro insaputa. Uno spazio per prodotti intellettuali senza commercio, del pensiero in fieri, della più disinteressata ricerca del domani.
Ricerca autentica, fondata, dunque anche difficile. «Durus est hic sermo, sta per dire il lettore, ma in simili materie chi non è vago è difficile, e chi non è difficile è nullo. Andiamo ancora un po’ avanti», diceva Paul Valéry. Ma ricerca viva, dunque anche seducente, capace di divertire, proprio nel senso di portare altrove. Fuori dall’accademia, incurante del consenso, ma non del pubblico cui si rivolge, e che stima molto più di quanto sia correntemente in uso.
Pagine 192, ill. 85, prezzo 33 euro
Paola Mola è nel campo della scultura una specialista senza specializzazione. Ha prodotto i testi scientifici su Adolfo Wildt, indagato su Medardo Rosso, pubblicato lezioni come Scultura e antiscultura, e insieme studi mobili da un capo all’altro della storia, sull’iconografia d’origine greca del Cuore degli amanti, sui militi di marmo del dopoguerra, Nudi con l’elmetto, è intervenuta sulla fotografia di Sebastiao Salgado, e sulla Paolina di Canova. Su Brancusi lavora da quasi dieci anni (edito da «Solchi» gli Studi su Brancusi, da Abscondita gli Aforismi), ha partecipato ai convegni Unesco-Cnr di Bucarest, nel ’96 e 2001.
In questo libro costruisce un singolare congegno di scrittura e immagine per vedere la scultura di Brancusi. Non è una monografia, e non è un’antologia di saggi: è uno strumento diverso. Esito di anni di riflessione sul metodo nella Storia dell’arte è un singolare insieme, apparentemente asistematico di parole e immagini, di lingua e figure, di didascalie e poesia. L’esperimento di un metodo basato sulla coerenza di dimostrazioni non contigue. Una macchina che funziona fuori schema.
E’ un libro che parla di Brancusi, della sua opera in gesso, tanto vasta quanto fin’ora ignorata, e della sua opera in fotografia, ben più nota, ma qui proposta come punto d’arrivo, esito finale della scultura stessa.
Un libro di rilessione spregiudicata su quello snodo centrale per l’arte moderna che fu il rapporto Brancusi-Duchamp.
Un libro che parla di Brancusi e delle origini del suo pensiero, da Pitagora a Zalmoxis, a Bisanzio.
Un libro sulle avanguardie, su Pound, Joyce, Satie.
Un libro circolare, che si può leggere cominciando da qualunque parte, o passando da un capo all’altro guardando le immagini sul filo delle didascalie.
Un libro di letteratura e di poesia.
Un libro di figure straordinarie. Un libro che è un altro modo di pensare la scultura.
Indicazioni sull’opera leggera che apre con il testo L’esposizione immaginaria è il contributo italiano a un interesse del mondo attuale rivolto a Brancusi, come scultore dell’immateriale.
A Cambridge si è aperta il 17 gennaio la mostra Immaterial: Brancusi / Gabo / Moholy Naghy. Alla Tate di Londra è stata inaugurata il 3 febbraio la mostra Constantin Brancusi: the essence of the things poi destinata al Guggenheim di New York.
Un caso raro in cui la ricerca in Italia nel campo della Storia dell’arte è allineata, senza ritardi, e se mai con lieve anticipo, e con autonomia di pensiero, ai portati europei e statunitensi.
Scalpendi è un editore nuovo. Ma non un editore nato ora: ha ideato, reso possibile e realizzato la ricercatissima rivista «Solchi», a distribuzione gratuita, che da ormai otto anni convoglia i fondi dell’Università Statale di Milano in pagine e pagine di studi di Storia dell’Arte: da un lato ricerche sul filo dell’attualità più aggiornata, dall’altro edizioni di testi importanti ma ignorati o dimenticati (La Colonna Infinita di Eliade, Gli Impressionisti ed Edouard Manet di Mallarmé, Gli Impressionisti nel 1886 di Felix Fénéon, Degas: il pittore della vita moderna (1890) di G. Moore, tutti gli scritti su Lucio Fontana di Emilio Villa, l’album fotografico con le foto dell’allestimento delle sale della mostra Arte lombarda dai Visconti agli Sforza con testi di Roberto Longhi, ed altro).
Scalpendi è uno spazio, all’ombra della letteratura che si compra e si vende, per riunire,«des hommes à l’écart», forze scostate d’invenzione, importanti spesso a loro insaputa. Uno spazio per prodotti intellettuali senza commercio, del pensiero in fieri, della più disinteressata ricerca del domani.
Ricerca autentica, fondata, dunque anche difficile. «Durus est hic sermo, sta per dire il lettore, ma in simili materie chi non è vago è difficile, e chi non è difficile è nullo. Andiamo ancora un po’ avanti», diceva Paul Valéry. Ma ricerca viva, dunque anche seducente, capace di divertire, proprio nel senso di portare altrove. Fuori dall’accademia, incurante del consenso, ma non del pubblico cui si rivolge, e che stima molto più di quanto sia correntemente in uso.
18
febbraio 2004
Presentazione del libro – Brancusi. Indicazioni sull’opera leggera
18 febbraio 2004
presentazione
Location
LIBRERIA HOEPLI
Milano, Via Ulrico Hoepli, 5, (Milano)
Milano, Via Ulrico Hoepli, 5, (Milano)
Orario di apertura
ore 18