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Presentazione di una tavola storica apparecchiata
La tovaglia proviene dal patrimonio di uno degli ultimi discendenti della casata dei Romanov, che visse a Rapallo nella prima metà del Novecento fino alla sua morte
Comunicato stampa
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Sarà inaugurata sabato 17 dicembre 2005 alle ore 17.30 l’Esposizione “Invito al Museo – Presentazione di una tavola storica apparecchiata” alla presenza delle Autorità, del Sindaco di Rapallo Armando Ezio Capurro, del Vice-Sindaco Silvano Mele, dell’Assessore alla Cultura Giovanni Arena, del Consigliere delegato ai Musei Luigi Canessa e dei rappresentanti della Regione Liguria e della Provincia di Genova.
Le conquiste prodigiose nelle arti e nelle scienze che caratterizzano la nuova società ottocentesca, sviluppata a seguito della Rivoluzione Francese e dell’Impero napoleonico, determinano una fusione con le tradizioni di eleganza, buon gusto e alta politica dell’aristocrazia. Nell’Ottocento il lusso grandioso delle corti e dei signori è pressoché finito e inizia un mondo borghese fondato sul risparmio, il controllo e la sobrietà. Già durante la Restaurazione a Parigi, che pure rimane la capitale indiscussa della mondanità, il lavoro e la casa sono il regno dell’uomo e della donna e in mezzo la città che offre una serie di passatempi per tutti: giardini e parchi, caffè e, per la sera, teatri, balli, concerti e opere liriche. Il lusso borghese prende, quindi, altre strade rispetto a quello tradizionale e aristocratico, l’eleganza e il comfort inglese si inseriscono facilmente nella cultura della casa, del privato e del buon ricevere. Lussi privati e funzionali che possono realizzarsi in una società che mira alla tecnologia, che crede nello sviluppo delle scienze e che, con la rivoluzione industriale, mette a disposizione della casa i veri lussi della borghesia: l’acqua corrente, il gas, l’elettricità. Si afferma contemporaneamente il mito dell’eleganza: nel 1830 Honoré de Balzac scrive il “Trattato della vita elegante”.
La trasformazione del ruolo femminile iniziata sotto Napoleone è compiuta; la donna borghese rientra in questo disegno, non svolge più alcun ruolo pubblico e il suo campo d’azione è limitato alla famiglia e alla casa. Virtuosa e casta non rinuncia, però, alla vanità che è anche un nuovo modo per l’uomo borghese di mostrare potere e ricchezza. Ecco comparire, infatti, verso la metà del secolo la donna di mondo, il cui compito è valorizzare toilettes da fata, indossare costosissimi e improbabili cappelli, folleggiando fra cene e balli di beneficenza. La nascita dei grandi magazzini a Parigi e a Londra e a seguire un po’ dappertutto in Europa, le riviste di moda e soprattutto i cataloghi di pubblicità e di vendita con scene e figurini di “interni” insegnano alle donne a vestirsi, arredare e organizzare la casa. Gli stimoli differenti, che, però, non garantiscono sulla qualità delle scelte, determinano il nascere di quello stile eclettico che contraddistingue l’architettura e l’arredamento della casa e investe, quindi, tutta la produzione artistico-tecnologica e industriale dell’epoca.
La contemporanea presenza a Rapallo del Museo del Merletto e del Museo Attilio e Cleofe Gaffoglio – l’uno custodisce, tra gli altri, manufatti tessili d’arredamento e collezioni storiche di abiti dell’Ottocento, l’altro raccoglie preziose porcellane ed argenti – invita all’esposizione di una tavola storica apparecchiata da una signora virtuale, che ha senz’altro letto le riviste di moda del tempo, ma ha contemporaneamente osservato le signore e le case eleganti della vecchia aristocrazia.
La tovaglia proviene dal patrimonio di uno degli ultimi discendenti della casata dei Romanov, che visse a Rapallo nella prima metà del Novecento fino alla sua morte.
Fa bella mostra di sé un centro tavola degli inizi dell’Ottocento della Manifattura di Meissen: si tratta di un vero e proprio trionfo da tavola in porcellana policroma da porre al centro della mensa durante i banchetti di gala. Un esemplare simile di dimensioni più ridotte e privo dell’alzata superiore è esposto nel percorso della Reggia di Caserta.
Della Manifattura di Dresda - Carl Thieme, 1872-1901 – è il servizio di piatti in porcellana policroma di Sassonia, decorata con il motivo cosiddetto “deutsche Blumen”.
Sempre di Meissen è la deliziosa saliera con figura di bambina della seconda metà dell’Ottocento.
E’ di manifattura italiana la coppia di “amanti” mollemente adagiati su un prato ai bordi di una vasca lavadita.
Le posate, realizzate nel 1797, sono di Genova: il servizio in argento porta il prestigioso punzone “torretta”che ha contraddistinto la produzione dell’argenteria genovese dalla fine del XV secolo al 1824.
E’ stata eseguita a Parigi – Pierre-Jacques Meunier, 1809-1819 – la confetturiera
in argento in stile neoclassico dalla linea particolarmente raffinata che veniva usata per marmellate o composte di frutta.
Le due coppie di candelieri, l’una eseguita a Milano alla metà dell’Ottocento e l’altra a Londra nel 1909, realizzati in argento, completano la tavola.
Le conquiste prodigiose nelle arti e nelle scienze che caratterizzano la nuova società ottocentesca, sviluppata a seguito della Rivoluzione Francese e dell’Impero napoleonico, determinano una fusione con le tradizioni di eleganza, buon gusto e alta politica dell’aristocrazia. Nell’Ottocento il lusso grandioso delle corti e dei signori è pressoché finito e inizia un mondo borghese fondato sul risparmio, il controllo e la sobrietà. Già durante la Restaurazione a Parigi, che pure rimane la capitale indiscussa della mondanità, il lavoro e la casa sono il regno dell’uomo e della donna e in mezzo la città che offre una serie di passatempi per tutti: giardini e parchi, caffè e, per la sera, teatri, balli, concerti e opere liriche. Il lusso borghese prende, quindi, altre strade rispetto a quello tradizionale e aristocratico, l’eleganza e il comfort inglese si inseriscono facilmente nella cultura della casa, del privato e del buon ricevere. Lussi privati e funzionali che possono realizzarsi in una società che mira alla tecnologia, che crede nello sviluppo delle scienze e che, con la rivoluzione industriale, mette a disposizione della casa i veri lussi della borghesia: l’acqua corrente, il gas, l’elettricità. Si afferma contemporaneamente il mito dell’eleganza: nel 1830 Honoré de Balzac scrive il “Trattato della vita elegante”.
La trasformazione del ruolo femminile iniziata sotto Napoleone è compiuta; la donna borghese rientra in questo disegno, non svolge più alcun ruolo pubblico e il suo campo d’azione è limitato alla famiglia e alla casa. Virtuosa e casta non rinuncia, però, alla vanità che è anche un nuovo modo per l’uomo borghese di mostrare potere e ricchezza. Ecco comparire, infatti, verso la metà del secolo la donna di mondo, il cui compito è valorizzare toilettes da fata, indossare costosissimi e improbabili cappelli, folleggiando fra cene e balli di beneficenza. La nascita dei grandi magazzini a Parigi e a Londra e a seguire un po’ dappertutto in Europa, le riviste di moda e soprattutto i cataloghi di pubblicità e di vendita con scene e figurini di “interni” insegnano alle donne a vestirsi, arredare e organizzare la casa. Gli stimoli differenti, che, però, non garantiscono sulla qualità delle scelte, determinano il nascere di quello stile eclettico che contraddistingue l’architettura e l’arredamento della casa e investe, quindi, tutta la produzione artistico-tecnologica e industriale dell’epoca.
La contemporanea presenza a Rapallo del Museo del Merletto e del Museo Attilio e Cleofe Gaffoglio – l’uno custodisce, tra gli altri, manufatti tessili d’arredamento e collezioni storiche di abiti dell’Ottocento, l’altro raccoglie preziose porcellane ed argenti – invita all’esposizione di una tavola storica apparecchiata da una signora virtuale, che ha senz’altro letto le riviste di moda del tempo, ma ha contemporaneamente osservato le signore e le case eleganti della vecchia aristocrazia.
La tovaglia proviene dal patrimonio di uno degli ultimi discendenti della casata dei Romanov, che visse a Rapallo nella prima metà del Novecento fino alla sua morte.
Fa bella mostra di sé un centro tavola degli inizi dell’Ottocento della Manifattura di Meissen: si tratta di un vero e proprio trionfo da tavola in porcellana policroma da porre al centro della mensa durante i banchetti di gala. Un esemplare simile di dimensioni più ridotte e privo dell’alzata superiore è esposto nel percorso della Reggia di Caserta.
Della Manifattura di Dresda - Carl Thieme, 1872-1901 – è il servizio di piatti in porcellana policroma di Sassonia, decorata con il motivo cosiddetto “deutsche Blumen”.
Sempre di Meissen è la deliziosa saliera con figura di bambina della seconda metà dell’Ottocento.
E’ di manifattura italiana la coppia di “amanti” mollemente adagiati su un prato ai bordi di una vasca lavadita.
Le posate, realizzate nel 1797, sono di Genova: il servizio in argento porta il prestigioso punzone “torretta”che ha contraddistinto la produzione dell’argenteria genovese dalla fine del XV secolo al 1824.
E’ stata eseguita a Parigi – Pierre-Jacques Meunier, 1809-1819 – la confetturiera
in argento in stile neoclassico dalla linea particolarmente raffinata che veniva usata per marmellate o composte di frutta.
Le due coppie di candelieri, l’una eseguita a Milano alla metà dell’Ottocento e l’altra a Londra nel 1909, realizzati in argento, completano la tavola.
17
dicembre 2005
Presentazione di una tavola storica apparecchiata
Dal 17 dicembre 2005 al 07 gennaio 2006
arti decorative e industriali
Location
MUSEO ATTILIO E CLEOFE GAFFOGLIO
Rapallo, Piazzale Libia, (Genova)
Rapallo, Piazzale Libia, (Genova)
Orario di apertura
martedì, mercoledì, venerdì e sabato 15-18,30; giovedì e domenica 10-12. Lunedì chiuso
Vernissage
17 Dicembre 2005, ore 17.30