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Prima e dopo l’immagine/Avant et aprés l’image
La rassegna propone al pubblico una selezione di opere dalle collezioni video del Castello di Rivoli in dialogo con alcuni capolavori del cinema contemporaneo, proponendo un’occasione di confronto aperto e di suggestioni attorno ai percorsi, sviluppatisi in anni recenti, delle immagini in movimento.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Rassegna di proiezioni al Castello di Rivoli in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema di Torino
La rassegna propone al pubblico una selezione di opere dalle collezioni video del Castello di Rivoli in dialogo con alcuni capolavori del cinema contemporaneo, proponendo un’occasione di confronto aperto e di suggestioni attorno ai percorsi, sviluppatisi in anni recenti, delle immagini in movimento.
Il programma offre una serie di percorsi che, richiamando assonanze visive e tematiche, lasciano emergere l’impressione di quanto forti siano state la reciproca attenzione e i parallelismi di ricerca fra diverse discipline. Suggestioni che rimandano alla storia dell’architettura, all’arte, alla scienza e alle realtà virtuali che sempre più spesso attraversano, dopo circa trenta anni di produzione video, molte forme audiovisive.
Prima e dopo l’immagine cerca di avvicinare mondi lontani e possibili, evidenziando la relazione tra le diverse aree e gli ambiti d’origine, attingendo a un immaginario condiviso e offrendo la possibilità di reinvestire col proprio sguardo esperienze diverse ma ugualmente proiettate verso forme più elastiche di immaginazione. Dice il curatore della rassegna “questo viaggio nelle possibilità della rappresentazione, come un viaggio nel tempo e nella mente, offre così sempre inedite possibilità di suggestione e di riflessione critica”.
Programma
Sabato 5 e domenica 6 giugno
1) Avventure interiori
Tra ascesa e caduta, un’esplorazione fra le ambiguità nascoste nell’intimità d’ogni giorno
Mirrored Reason (1979-‘80) di Stan Vanderbeek (1927-1984)
Video, 9’22”, colore, sonoro
In questo lavoro costruito sulla fascinazione per lo specchio, è presentato il racconto d’una donna ossessionata da un incontro con un’altra figura che si rivela essere poi proprio doppio.
The A ha! Experience (1988) di Julie Zando
Video, 4’32”, colore, sonoro
Una giovane donna, alla vigilia di un incontro amoroso, è spaventata dalla possibile apparizione della madre nel suo letto. La presenza immaginata del corpo materno ossessiona nel profondo lo stesso desiderio della ragazza, arrivando a condizionarne le proprie passioni. Con occhio attento sono indagate le dinamiche psicoanalitiche, sociali e personali dei rapporti intimi.
Eyes Wide Shut (USA,1999) di Stanley Kubrick (1928-1999)
35mm, colore, sonoro, 159’
L’ultima intensa fatica di Kubrick, raffinato apologo sulla natura mercenaria dei rapporti umani e sulle pulsioni che si nascondono nel profondo, racchiude una precisa e allusiva descrizione dei labili confini che esistono fra comprensione, fiducia e sospetto in ogni rapporto di coppia. Tom Cruise e Nicole Kidman sono i protagonisti di questo estremo, ma mai scoperto, richiamo a un lavoro di Arthur Schnitzler.
Sabato 12 e domenica 13 giugno
2)Piccole solitudini
Esistenze solitarie dove il senso e la capacità di vivere devono sapersi adattare a condizioni sempre più difficili
Possibly in Michigan (1983) di Cecelia Condit
Video, colore, sonoro, 11’40”
In una fascinosa reinterpretazione fantastica (ma moderna), questa fiaba goticheggiante racconta di due ragazze che si ribellano e vendicano del loro persecutore dall’aspetto bestiale.
Bestiaire (1985-’90) di Chris Marker (Neuilly sur Seine, 1921)
Video, colore, sonoro, 9’04” complessivi
Chat écoutant la musique, colore, sonoro, 2’47”
An Owl is an Owl is an Owl, colore, sonoro, 3’18”
Zoo Piece, colore, sonoro, 2’42”
Una serie di brevi ritratti dedicati rispettivamente a Guillaume-en-Egypte (il gatto prediletto dell’autore) e a un gufo, più uno sguardo attraverso uno zoo.
Intervento Divino (2002) di Elia Suleiman (Nazareth, 1960)
35mm, colore, sonoro, 92’
In un’attentissima e calibrata descrizione d’abitudini ripetitive, piccoli gesti d’ogni giorno e improvvise rivelazioni, il più recente lavoro di Suleiman indaga la difficile posizione di una figura in crisi, nel pieno di una situazione sociopolitica (quale l’ardua convivenza fra arabi ed israeliani) totalmente alla paralisi. Riuscendo a restituire un quadro sottilmente dolce-amaro e ricco di momenti di stralunata, perfino assurda ironia, il film alterna momenti più intimi a squarci più descrittivi, premiando le capacità d’osservazione dello spettatore e raramente ricorrendo a dialoghi parlati.
Sabato 19 e domenica 20 giugno
3) Strati del quotidiano
Scena dopo scena, attimo dopo attimo, il teatro del quotidiano rivela sempre impreviste e inquietanti sorprese
Double Blind/No Sex Last Night (US, 1992)
di Sophie Calle (Paris, 1953) & Greg Shephard,
video, 75’, colore, sonoro
Strutturato come doppio diario audiovisivo, si segue giorno dopo giorno il viaggio on the road, negli Stati Uniti, da costa a costa, della coppia formata dalla celebre artista francese e del suo collaboratore/partner. Provvisti entrambi di videocamere portatili, Calle e Shephard registrano e narrano l’evoluzione, allo stesso tempo, l’involuzione, di un rapporto personale, scontrandosi con incomprensioni, equivoci e difficoltà così come possono nascere da un lungo viaggio a due sulla stessa automobile.
Bella di giorno (F, 1967) di Luis Buñuel
35mm, colore, sonoro
Uno dei più celebri lavori della tarda maturità di Buñuel, è l’enigmatico ritratto di un’affascinante signora borghese divisa tra l’apparente rispettabilità e i propri insopprimibili desideri. L’occhio mai intrusivo del regista riesce, con abili tocchi e momenti onirici, ad offrire una ricca e sempre allusiva descrizione di sottile erotismo.
Sabato 26 e domenica 27 giugno
4) Body & Soul
Un programma dedicato alle complesse dinamiche -aspirazioni interiori, contrasti e resistenze fisiche oltre che mentali- fra intenzioni e risultati
Shoot (1974) di Vito Acconci (1940)
Video, colore, sonoro, 10’
Imitando i suoni di armi e di esplosioni belliche, Acconci spinge il volto o il suo corpo contro lo schermo. Questi suoni quasi infantili s’alternano a monologhi tramite cui l’artista, parlando di sè e delle proprie origini, si racconta e si definisce come “americano”, parodiando il tipico delirio d’onnipotenza maschile e implicando taglienti riferimenti a stereotipi culturali e di massa.
Dennis Oppenheim (Electric City, 1938)
Extended Armour (1970), trasferito da 16mm, bianco e nero, muto, 2’08”
Gingerbread Man (1970), trasf. da 16mm, bianco e nero, muto, 1’42”
Nail Sharpening (1970), trasf. da 16mm, bianco e nero, muto, 2’57”
Toward Becoming a Devil (1970), trasf. da 16mm, bianco e nero, muto, 2’20”
Rocked Stomach (1970), trasf. da 16mm, colore, muto, 2’48”
Fusion: Tooth and Nail (1970), trasf. da 16mm, colore, muto, 2’58”
In reazione agli spazi convenzionali delle gallerie, Oppenheim aveva già sviluppato negli anni sessanta le sue ricerche creando lavori nel mondo reale del paesaggio, e di lì a poco intraprende una vasta serie di lavori utilizzando il proprio corpo e lasciando registrazioni documentarie mute, ma di forte impatto visivo e comunicativo. Passando da un punto di vista su macroscala per uno quasi minimo, egli sfrutta il proprio corpo come sede privilegiata per sperimentare quasi come in forme di test, la sua tenuta e resistenza, sottoponendosi ad esperienze e sollecitazioni di varia natura, e creando un campionario di azioni, reazioni e resistenze a tutto campo.
Ordet – La parola (DK,1954) di Carl T.Dreyer (1889-1968)
35mm, bianco e nero, sonoro, 126’
Attraverso le sofferte presenze dei tre figli di uno stesso padre e dei loro differenti modi di rapportarsi col mondo, il grande regista danese offre una penetrante e distesa meditazione sui temi della follia e presunta normalità nella nostra vita, fino a spingersi prossimo ai misteri della vita, morte e resurrezione.
Sabato 3 e domenica 4 luglio
5) Dal vivo
un programma costruito sull’uso iterativo di frammenti musicali, visivi, performativi e gestuali
Beatles Electronique (1966-’69) di Nam June Paik (Seul, 1932)
Video, bianco e nero/colore, sonoro, 3’
Playing a note on the violin while I walk around the studio (1967-’68) di Bruce Nauman
16mm trasferito su video, bianco e nero, sonoro, 10’
Nauman, all’interno del suo studio, è registrato mentre si sottopone al compito di suonare -in realtà due note molto vicine tra loro- mentre cammina continuativamente entrando ed uscendo di campo e con il sonoro progressivamente fuori sincrono.
Three Frame Studies (1969) di Vito Acconci (1940)
Super 8 trasferito su video, bianco e nero, 10’
Acconci esegue una serie of azioni – correndo in circolo, saltando e cercando di spingere un’altra persona – in cui i limiti fisici delle azioni reali si riferiscono ai limiti stessi dell’inquadratura filmica.
To and Fro. Fro and To. And To and Fro. And Fro and To. (1972) di Lawrence Weiner
Video, bianco e nero, sonoro, 1’
Shifted from the side (1972) di Lawrence Weiner (New York, 1942)
Video, bianco e nero, sonoro, 1’
Tra le primissime realizzazioni audiovisive di uno dei maestri del Concettuale, due straordinari “corti” costruiti su alcune dei più celebri statements dell’artista statunitense.
Body Music II (1974) di Charlemagne Palestine (1945)
Video, bianco e nero, sonoro, 10’
Muovendosi velocemente e cantando all’interno degli spazi riverberanti dei saloni di un’antica villa, Palestine registra con una videocamera, ricreando un frenetico corrispettivo visivo ai suoi movimenti ed espressioni fisiche.
Minor Threat (1983) di Dan Graham (1942)
Video, colore, sonoro, 38’18”
Attraverso la registrazione di un concerto al CBGB di New York, dei Minor Threat, una delle primissime hardcore band di Washington D.C., Graham offre un intenso ritratto della dimensione di trasformazione collettiva, quasi tribale, che caratterizza il rito del concerto, momento-catalizzatore per lo sfogo energetico dell’insieme di frustrazioni del suo pubblico, essenzialmente maschile e adolescente.
Boulez/Répons (1985) di Robert Cahen (1945)
Video, colore, sonoro, 43’
Realizzato all’epoca della “prima” dell’omonima composizione del grande compositore contemporaneo francese, questa creazione video si basa sull’esecuzione dell’Ensemble InterContemporain, diretta dallo stesso Pierre Boulez, in un dialogo raffinato con immagini elettroniche di oceani, cieli e foreste, vere e proprie aperture visive sul tessuto musicale.
Il Rito (SW,1969) di Ingmar Bergman (Uppsala, 1918)
35mm, bianco e nero, sonoro, 72’
Appartenente alla stagione più feconda e visionaria del celebre regista svedese, quest’opera condensa e sintetizza in un affascinante e curatissimo controllo formale, temi di grande respiro politico e d’intenso significato morale: tre attori devono fronteggiare un giudice per sospetta oscenità riscontrata nella loro attività di scena.
Sabato 10 e domenica 11 luglio
6) Imponderabilia
Una selezione dedicata ai tentativi di superamento dei limiti, oltre i quali risulta difficile riuscire a prevedere o a controllarne le conseguenze
Three Adaptation Studies (1970) di Vito Acconci (1940)
Super 8 trasferito su video, bianco e nero, muto, 8’
In Blindfold Catching, Acconci, con gli occhi bendati cerca di reagire ad una palla di gomma che gli viene ripetutamente lanciata contro da fuori campo. In Soap & Eyes, eglitenta di mantenere gli occhi aperti mentre s’insapona il volto. In Hand and Mouth, infine, si sforza più volte di introdurre la sua mano all’interno della bocca.
Dennis Oppenheim (1938)
Brush (1973) 16mm trasferito su video, colore, sonoro, 4’56”
I'm Failing (1972-73) 16mm trasferito su video, colore, sonoro, 1’48”
My Father’s Socks (1972) bianco e nero, 5’50”
Mittens (1974) bianco e nero, 4’21”
Clockshower (1973) di Gordon Matta Clark (New York, 1943-1978)
16mm trasferito su video, colore, sonoro, 13’50”
In una delle sue più coraggiose performances, Matta-Clark si issa sulla cima della Clocktower a New York, e comincia a lavarsi, radersi e pulirsi i denti mentre è sospeso sopra le strade di fronte ad un immenso orologio pubblico.
Four Motion Studies (1974) di Charlemagne Palestine (1945)
Video, bianco e nero, sonoro, 13’
Girati con una videocamera a mano, sempre in soggettiva, a Coney Island, questi studi sono espressioni delle esperienze vissute anche dallo spettatore attraverso gli occhi e le situazioni in cui viene fisicamente a trovarsi Palestine.
Selected Works: Reel 2 (1972) di William Wegman (1943)
video, bianco e nero, sonoro, 14’19”
Una delle prime raccolte di brevi registrazioni, quasi comic strips, in cui attraverso l’impiego del weimaraner poi diventato celebre, Wegman elabora un’ironica rilettura di azioni d’impronta concettuale.
The Baby of Mâcon (NL-F-D,1993) di Peter Greenaway (Newport, 1942)
35mm, colore, sonoro, 122’
Ampio e sontuoso affresco storico, vero e proprio miracle-play, questo recente lavoro del regista inglese, elabora in un’ossessiva messa in scena meta-teatrale (e filmica) una riflessione sulla corruzione a tutti i livelli all’interno della società. Giochi di calcolo, orgoglio e cupidigia umana sono richiamati in una sorta di stilizzatissima parabola, in cui l’avvento di un bambino “sacro”, poiché nato da vergine, è destinato a scontrarsi con gli interessi, le invidie e gli odii del mondo circostante (in realtà il pubblico dello spettacolo nel suo stesso farsi).
Sabato 24 e domenica 25 luglio
7) Piccole solitudini (2)
Good Things and Bad Things (1979) di Tony Oursler (1957)
Video, bianco e nero & colore, sonoro, 11’51”
In uno dei suoi primissimi lavori, Oursler mette già in scena il dualismo di un mondo stretto fra il bene ed il male in una serie di scene, in cui l’artista stesso recita la parte di una giovane donna alle prese con un mondo violento.
Girl Power (1992) di Sadie Benning (1973)
Video, bianco e nero, sonoro, 15’
Dedicato alla band delle Bikini Kill, post-punk e neofemminista, l’autrice narra della sua rivolta verso la scuola, la famiglia e gli stereotipi femminili.
German Song (1995) di Sadie Benning
Video, bianco e nero, sonoro, 5’
The Judy Spots (1995) di Sadie Benning
Video, bianco e nero, sonoro, 15’
Ispirato al celebre Punch and Judy, questi cinque brevi episodi in animazione, descrivono le avventure ed i pensieri di una piccola bambola di carta, alter-ego dell’artista, alle prese con le irritazioni, le frustrazioni e i valori dell’amicizia d’ogni giorno.
“Au hasard Balthazar” (F,1966) di Robert Bresson (1901-1999)
35mm, bianco e nero, sonoro, 95’
Un distaccato e allo stesso tempo curatissimo bianco e nero descrive le vicende parallele dell’asino Balthazar e della ragazzina Marie, che seguono l’inesorabile linea di una discesa a confronto con l’indifferenza e la malvagità umana. Raramente un’opera filmica è riuscita a rendere in tale esemplare maniera, e allo stesso tempo estremamente concreta, tutta la sconcertante complessità della difficoltà di vivere.
Sabato 31 luglio e domenica 1 agosto
8) Soglie dell’Io
I passi e i sottili processi verso la graduale illuminazione
I Do Not Know What Is It I Am Like (1986) di Bill Viola (1951)
Video, colore, sonoro, 89’
Strutturato in cinque parti, Il Corpo Scuro, Il Linguaggio degli uccelli, la Notte del Senso, Stordito dal tamburo e la Fiamma vivente, questo lavoro di ampio respiro e di straordinarie immagini, racchiude in sè un viaggio metafisico fra il pensiero razionale e quello intuitivo, attraverso il mondo naturale e fino a forme di ritualità spirituali. Viola articola ed esprime qui una ricerca verso forme di autocoscienza che sono riconoscimento dell’Altro e della presenza vivente animale in una poetica e allo stesso tempo intensissima, e quasi sciamanica, sensibilità.
Je vous salue Marie (F-SWI,1983) di Jean Luc Godard (Paris, 1930)
35mm, colore, sonoro, 72’
Marie è la figlia d'un benzinaio, Joseph conducente di taxi. Per la disperazione di Joseph, la loro relazione amorosa è diventata platonica. Una sera, un fanciullo, Gabriel, si materializza davanti Marie. Dopo questa apparizione, qualcosa cambia nel corpo di Marie: ora aspetta un bambino che presto nascerà. Nonostante ciò, Joseph decide di sposare Marie.
Sabato 7 e domenica 8 agosto
9) On & Off the screen
Processual Video (1980) di Gary Hill (1951)
Video, bianco e nero, sonoro, 11’30”
Nato in occasione di una conferenza, Processual Video elabora un raffinato gioco formale a partire da alcune forme elettroniche minimali, portandole ad interagire con un testo discorsivo riguardo il movimento e la percezione delle forme, e accentuando risonanze, relazioni tra immagini e parole in un crescente effetto di feedback.
Happenstance (part one of many parts) (1982-’83) di Gary Hill
Video, bianco e nero, sonoro, 6’47”
In questo sofisticato lavoro, l’autore non presenta immagini dal mondo esterno. Le immagini racchiudono un movimento di lettere che dissolve altre lettere, in una continua sovrapposizione, formando parole che decadono e scompaiono nel loro stesso essere “pronunciabili”. Un’intensa meditazione sul carattere effimero del significato linguistico.
Lo stato delle cose (D-P, 1982) di Wim Wenders (Duesseldorf, 1945)
35mm, bianco e nero, sonoro, 120'
Estrema meditazione sulla fragilità e la transitorietà dei destini umani, questo film –spartiacque nella carriera di Wenders- dalla stupefacente fotografia, firmata Henri Alekan, allinea una serie d’indimenticabili ritratti, e concentrandosi sulla deriva di un gruppo d’attori e d’un regista abbandonati dal loro produttore, offre in realtà un’intensa meditazione sulla ricchezza delle possibilità che ogni istante schiude al futuro.
Sabato 21 e domenica 22 agosto
10) Il codice segreto
Attraverso una radicale rilettura di materiali eterogenei (simili a objectes trouvées) riassemblati con gusto satirico, si delineano nuove linee d’interpretazione sottilmente inquietanti
Kojak/Wang (1980) di Dara Birnbaum (New York, 1946)
Video, colore, sonoro, 3’
Ripetendo ad un ritmo crescente immagini dalla serie televisiva di Kojak, una pubblicità per la Wang Corporation e le celebri barre colore della TV, Birnbaum arriva a suggerire la sostanziale affinità tra la violenza dei “polizieschi” con la violenza dell?america delle grandi corporations, così come nota tramite l’industria delle telecomunicazioni. Chitarre elettriche e violenti colpi di pistola scandiscono il ritmo distintivo di questo intenso ma lavoro.
PM Magazine/Acid Rock (1982) di Dara Birnbaum
Video, colore, sonoro, 4’09”
Attraverso il campionamento di gestualità stereotipate televisive e di simboli di consumo di massa derivati dalla pubblicità commerciale, Birnbaum trasforma i materiali visivi originari (l’introduzione ad un programma TV serale -PM Magazine- ed un segmento di una pubblicità di computer) ricostruendoli in una frenetica e delirante operazione audiovisiva corredata di un aggressivo accompagnamento sonoro.
Tunic (Song for Karen) (1990) di Tony Oursler (1957)
colore, sonoro, 6’17”
Il risultato della collaborazione fra l’artista e la celebre band dei Sonic Youth.
Evil Pop (Italia, 1996) Cane Capovolto
Video, colore e ianco nero, sonoro, 16’
Messaggi segreti, rituali misteriosi e un simbolismo esoterico sono rivelati nella musica e nei video dei Take That, Abba ed Elvis.
Basic Autopsy Procedures, (Italia, 1996) di Cane Capovolto
Video, bianco e nero, sonoro, 8’50”,
Un denso viaggio alla ricerca della “terza – e pseudo-scientifica - dimensione del Plagiarismo”.
eXistenZ (Can,1999) di David Crononenberg (Toronto, 1943)
35mm, colore, sonoro, 97’
Quest’inquietante e recente opera di Cronenberg ha luogo in un non distante futuro dove hanno preso piede video-games iper-realistici (che abbattono ogni distinzione fra realtà e virtuale) a cui ci si connette attraverso il midollo spinale. Una delle più celebrate creatrici, interpretata da Jennifer J. Leigh, è perseguitata da una setta di fanatici che si oppongono a tale dominio, e deve vedersela contro sorprese inaspettate, aiutata soltanto da un casuale 'protettore', il giovane Jude Law.
Sabato 28 e domenica 29 agosto
11) Slittamenti progressivi del soggetto
Una ricognizione attorno alla centralità presunta ma sfuggente dell’Io narrante
Disturbances (1974) di Joan Jonas (New York, 1936)
Video, bianco e nero, sonoro, 11’
Questo evocativo lavoro è quasi uno studio fenomenologico dedicato ai riflessi sull’acqua ed i loro effetti, in modo tale da permettere all’artista d’istituire un parallelo fra gli effetti spaziali ed i giochi di rispecchiamento sulla superficie dell’acqua e quelli ottenuti grazie al video.
Script (1974) di John Baldessari (1931)
Video, colore e b/n, sonoro, 50’ (estratti)
Sette coppie d’attori interpretano dieci sequenze narrative.
Paranoid-Schizoid-Position (1992) di Tony Oursler (1957)
Video, colore, sonoro, 2’53”
"Paranoid Schizoid Position adotta una struttura poetica, per guidare l’osservatore attraverso quell’evoluzione psicologica che porta alla violenta persecuzione di sottoculture e gruppi nella nostra società." Tony Oursler
Giochi di fuoco (F, 1974) di Alain Robbe-Grillet (Brest, 1922)
35mm, colore, sonoro, 110'
In una girandola di situazioni che attingono a piene mani materiali narrativi volutamente “bassi” (il giallo, la letteratura e il cinema erotico, il gusto per l’intrigo), questo lavoro esemplare del celebre romanziere e regista, segue le vicende di un banchiere in crisi che organizza il rapimento della figlia stessa e la sua deriva in un elegante e decadente bordello. Il tono tutto del film è glacialmente affascinante, insolitamente ironico e impensabilmente vicino alle coeve celeberrime serie fotografiche di un Helmut Newton, restituite alla vita.
La rassegna propone al pubblico una selezione di opere dalle collezioni video del Castello di Rivoli in dialogo con alcuni capolavori del cinema contemporaneo, proponendo un’occasione di confronto aperto e di suggestioni attorno ai percorsi, sviluppatisi in anni recenti, delle immagini in movimento.
Il programma offre una serie di percorsi che, richiamando assonanze visive e tematiche, lasciano emergere l’impressione di quanto forti siano state la reciproca attenzione e i parallelismi di ricerca fra diverse discipline. Suggestioni che rimandano alla storia dell’architettura, all’arte, alla scienza e alle realtà virtuali che sempre più spesso attraversano, dopo circa trenta anni di produzione video, molte forme audiovisive.
Prima e dopo l’immagine cerca di avvicinare mondi lontani e possibili, evidenziando la relazione tra le diverse aree e gli ambiti d’origine, attingendo a un immaginario condiviso e offrendo la possibilità di reinvestire col proprio sguardo esperienze diverse ma ugualmente proiettate verso forme più elastiche di immaginazione. Dice il curatore della rassegna “questo viaggio nelle possibilità della rappresentazione, come un viaggio nel tempo e nella mente, offre così sempre inedite possibilità di suggestione e di riflessione critica”.
Programma
Sabato 5 e domenica 6 giugno
1) Avventure interiori
Tra ascesa e caduta, un’esplorazione fra le ambiguità nascoste nell’intimità d’ogni giorno
Mirrored Reason (1979-‘80) di Stan Vanderbeek (1927-1984)
Video, 9’22”, colore, sonoro
In questo lavoro costruito sulla fascinazione per lo specchio, è presentato il racconto d’una donna ossessionata da un incontro con un’altra figura che si rivela essere poi proprio doppio.
The A ha! Experience (1988) di Julie Zando
Video, 4’32”, colore, sonoro
Una giovane donna, alla vigilia di un incontro amoroso, è spaventata dalla possibile apparizione della madre nel suo letto. La presenza immaginata del corpo materno ossessiona nel profondo lo stesso desiderio della ragazza, arrivando a condizionarne le proprie passioni. Con occhio attento sono indagate le dinamiche psicoanalitiche, sociali e personali dei rapporti intimi.
Eyes Wide Shut (USA,1999) di Stanley Kubrick (1928-1999)
35mm, colore, sonoro, 159’
L’ultima intensa fatica di Kubrick, raffinato apologo sulla natura mercenaria dei rapporti umani e sulle pulsioni che si nascondono nel profondo, racchiude una precisa e allusiva descrizione dei labili confini che esistono fra comprensione, fiducia e sospetto in ogni rapporto di coppia. Tom Cruise e Nicole Kidman sono i protagonisti di questo estremo, ma mai scoperto, richiamo a un lavoro di Arthur Schnitzler.
Sabato 12 e domenica 13 giugno
2)Piccole solitudini
Esistenze solitarie dove il senso e la capacità di vivere devono sapersi adattare a condizioni sempre più difficili
Possibly in Michigan (1983) di Cecelia Condit
Video, colore, sonoro, 11’40”
In una fascinosa reinterpretazione fantastica (ma moderna), questa fiaba goticheggiante racconta di due ragazze che si ribellano e vendicano del loro persecutore dall’aspetto bestiale.
Bestiaire (1985-’90) di Chris Marker (Neuilly sur Seine, 1921)
Video, colore, sonoro, 9’04” complessivi
Chat écoutant la musique, colore, sonoro, 2’47”
An Owl is an Owl is an Owl, colore, sonoro, 3’18”
Zoo Piece, colore, sonoro, 2’42”
Una serie di brevi ritratti dedicati rispettivamente a Guillaume-en-Egypte (il gatto prediletto dell’autore) e a un gufo, più uno sguardo attraverso uno zoo.
Intervento Divino (2002) di Elia Suleiman (Nazareth, 1960)
35mm, colore, sonoro, 92’
In un’attentissima e calibrata descrizione d’abitudini ripetitive, piccoli gesti d’ogni giorno e improvvise rivelazioni, il più recente lavoro di Suleiman indaga la difficile posizione di una figura in crisi, nel pieno di una situazione sociopolitica (quale l’ardua convivenza fra arabi ed israeliani) totalmente alla paralisi. Riuscendo a restituire un quadro sottilmente dolce-amaro e ricco di momenti di stralunata, perfino assurda ironia, il film alterna momenti più intimi a squarci più descrittivi, premiando le capacità d’osservazione dello spettatore e raramente ricorrendo a dialoghi parlati.
Sabato 19 e domenica 20 giugno
3) Strati del quotidiano
Scena dopo scena, attimo dopo attimo, il teatro del quotidiano rivela sempre impreviste e inquietanti sorprese
Double Blind/No Sex Last Night (US, 1992)
di Sophie Calle (Paris, 1953) & Greg Shephard,
video, 75’, colore, sonoro
Strutturato come doppio diario audiovisivo, si segue giorno dopo giorno il viaggio on the road, negli Stati Uniti, da costa a costa, della coppia formata dalla celebre artista francese e del suo collaboratore/partner. Provvisti entrambi di videocamere portatili, Calle e Shephard registrano e narrano l’evoluzione, allo stesso tempo, l’involuzione, di un rapporto personale, scontrandosi con incomprensioni, equivoci e difficoltà così come possono nascere da un lungo viaggio a due sulla stessa automobile.
Bella di giorno (F, 1967) di Luis Buñuel
35mm, colore, sonoro
Uno dei più celebri lavori della tarda maturità di Buñuel, è l’enigmatico ritratto di un’affascinante signora borghese divisa tra l’apparente rispettabilità e i propri insopprimibili desideri. L’occhio mai intrusivo del regista riesce, con abili tocchi e momenti onirici, ad offrire una ricca e sempre allusiva descrizione di sottile erotismo.
Sabato 26 e domenica 27 giugno
4) Body & Soul
Un programma dedicato alle complesse dinamiche -aspirazioni interiori, contrasti e resistenze fisiche oltre che mentali- fra intenzioni e risultati
Shoot (1974) di Vito Acconci (1940)
Video, colore, sonoro, 10’
Imitando i suoni di armi e di esplosioni belliche, Acconci spinge il volto o il suo corpo contro lo schermo. Questi suoni quasi infantili s’alternano a monologhi tramite cui l’artista, parlando di sè e delle proprie origini, si racconta e si definisce come “americano”, parodiando il tipico delirio d’onnipotenza maschile e implicando taglienti riferimenti a stereotipi culturali e di massa.
Dennis Oppenheim (Electric City, 1938)
Extended Armour (1970), trasferito da 16mm, bianco e nero, muto, 2’08”
Gingerbread Man (1970), trasf. da 16mm, bianco e nero, muto, 1’42”
Nail Sharpening (1970), trasf. da 16mm, bianco e nero, muto, 2’57”
Toward Becoming a Devil (1970), trasf. da 16mm, bianco e nero, muto, 2’20”
Rocked Stomach (1970), trasf. da 16mm, colore, muto, 2’48”
Fusion: Tooth and Nail (1970), trasf. da 16mm, colore, muto, 2’58”
In reazione agli spazi convenzionali delle gallerie, Oppenheim aveva già sviluppato negli anni sessanta le sue ricerche creando lavori nel mondo reale del paesaggio, e di lì a poco intraprende una vasta serie di lavori utilizzando il proprio corpo e lasciando registrazioni documentarie mute, ma di forte impatto visivo e comunicativo. Passando da un punto di vista su macroscala per uno quasi minimo, egli sfrutta il proprio corpo come sede privilegiata per sperimentare quasi come in forme di test, la sua tenuta e resistenza, sottoponendosi ad esperienze e sollecitazioni di varia natura, e creando un campionario di azioni, reazioni e resistenze a tutto campo.
Ordet – La parola (DK,1954) di Carl T.Dreyer (1889-1968)
35mm, bianco e nero, sonoro, 126’
Attraverso le sofferte presenze dei tre figli di uno stesso padre e dei loro differenti modi di rapportarsi col mondo, il grande regista danese offre una penetrante e distesa meditazione sui temi della follia e presunta normalità nella nostra vita, fino a spingersi prossimo ai misteri della vita, morte e resurrezione.
Sabato 3 e domenica 4 luglio
5) Dal vivo
un programma costruito sull’uso iterativo di frammenti musicali, visivi, performativi e gestuali
Beatles Electronique (1966-’69) di Nam June Paik (Seul, 1932)
Video, bianco e nero/colore, sonoro, 3’
Playing a note on the violin while I walk around the studio (1967-’68) di Bruce Nauman
16mm trasferito su video, bianco e nero, sonoro, 10’
Nauman, all’interno del suo studio, è registrato mentre si sottopone al compito di suonare -in realtà due note molto vicine tra loro- mentre cammina continuativamente entrando ed uscendo di campo e con il sonoro progressivamente fuori sincrono.
Three Frame Studies (1969) di Vito Acconci (1940)
Super 8 trasferito su video, bianco e nero, 10’
Acconci esegue una serie of azioni – correndo in circolo, saltando e cercando di spingere un’altra persona – in cui i limiti fisici delle azioni reali si riferiscono ai limiti stessi dell’inquadratura filmica.
To and Fro. Fro and To. And To and Fro. And Fro and To. (1972) di Lawrence Weiner
Video, bianco e nero, sonoro, 1’
Shifted from the side (1972) di Lawrence Weiner (New York, 1942)
Video, bianco e nero, sonoro, 1’
Tra le primissime realizzazioni audiovisive di uno dei maestri del Concettuale, due straordinari “corti” costruiti su alcune dei più celebri statements dell’artista statunitense.
Body Music II (1974) di Charlemagne Palestine (1945)
Video, bianco e nero, sonoro, 10’
Muovendosi velocemente e cantando all’interno degli spazi riverberanti dei saloni di un’antica villa, Palestine registra con una videocamera, ricreando un frenetico corrispettivo visivo ai suoi movimenti ed espressioni fisiche.
Minor Threat (1983) di Dan Graham (1942)
Video, colore, sonoro, 38’18”
Attraverso la registrazione di un concerto al CBGB di New York, dei Minor Threat, una delle primissime hardcore band di Washington D.C., Graham offre un intenso ritratto della dimensione di trasformazione collettiva, quasi tribale, che caratterizza il rito del concerto, momento-catalizzatore per lo sfogo energetico dell’insieme di frustrazioni del suo pubblico, essenzialmente maschile e adolescente.
Boulez/Répons (1985) di Robert Cahen (1945)
Video, colore, sonoro, 43’
Realizzato all’epoca della “prima” dell’omonima composizione del grande compositore contemporaneo francese, questa creazione video si basa sull’esecuzione dell’Ensemble InterContemporain, diretta dallo stesso Pierre Boulez, in un dialogo raffinato con immagini elettroniche di oceani, cieli e foreste, vere e proprie aperture visive sul tessuto musicale.
Il Rito (SW,1969) di Ingmar Bergman (Uppsala, 1918)
35mm, bianco e nero, sonoro, 72’
Appartenente alla stagione più feconda e visionaria del celebre regista svedese, quest’opera condensa e sintetizza in un affascinante e curatissimo controllo formale, temi di grande respiro politico e d’intenso significato morale: tre attori devono fronteggiare un giudice per sospetta oscenità riscontrata nella loro attività di scena.
Sabato 10 e domenica 11 luglio
6) Imponderabilia
Una selezione dedicata ai tentativi di superamento dei limiti, oltre i quali risulta difficile riuscire a prevedere o a controllarne le conseguenze
Three Adaptation Studies (1970) di Vito Acconci (1940)
Super 8 trasferito su video, bianco e nero, muto, 8’
In Blindfold Catching, Acconci, con gli occhi bendati cerca di reagire ad una palla di gomma che gli viene ripetutamente lanciata contro da fuori campo. In Soap & Eyes, eglitenta di mantenere gli occhi aperti mentre s’insapona il volto. In Hand and Mouth, infine, si sforza più volte di introdurre la sua mano all’interno della bocca.
Dennis Oppenheim (1938)
Brush (1973) 16mm trasferito su video, colore, sonoro, 4’56”
I'm Failing (1972-73) 16mm trasferito su video, colore, sonoro, 1’48”
My Father’s Socks (1972) bianco e nero, 5’50”
Mittens (1974) bianco e nero, 4’21”
Clockshower (1973) di Gordon Matta Clark (New York, 1943-1978)
16mm trasferito su video, colore, sonoro, 13’50”
In una delle sue più coraggiose performances, Matta-Clark si issa sulla cima della Clocktower a New York, e comincia a lavarsi, radersi e pulirsi i denti mentre è sospeso sopra le strade di fronte ad un immenso orologio pubblico.
Four Motion Studies (1974) di Charlemagne Palestine (1945)
Video, bianco e nero, sonoro, 13’
Girati con una videocamera a mano, sempre in soggettiva, a Coney Island, questi studi sono espressioni delle esperienze vissute anche dallo spettatore attraverso gli occhi e le situazioni in cui viene fisicamente a trovarsi Palestine.
Selected Works: Reel 2 (1972) di William Wegman (1943)
video, bianco e nero, sonoro, 14’19”
Una delle prime raccolte di brevi registrazioni, quasi comic strips, in cui attraverso l’impiego del weimaraner poi diventato celebre, Wegman elabora un’ironica rilettura di azioni d’impronta concettuale.
The Baby of Mâcon (NL-F-D,1993) di Peter Greenaway (Newport, 1942)
35mm, colore, sonoro, 122’
Ampio e sontuoso affresco storico, vero e proprio miracle-play, questo recente lavoro del regista inglese, elabora in un’ossessiva messa in scena meta-teatrale (e filmica) una riflessione sulla corruzione a tutti i livelli all’interno della società. Giochi di calcolo, orgoglio e cupidigia umana sono richiamati in una sorta di stilizzatissima parabola, in cui l’avvento di un bambino “sacro”, poiché nato da vergine, è destinato a scontrarsi con gli interessi, le invidie e gli odii del mondo circostante (in realtà il pubblico dello spettacolo nel suo stesso farsi).
Sabato 24 e domenica 25 luglio
7) Piccole solitudini (2)
Good Things and Bad Things (1979) di Tony Oursler (1957)
Video, bianco e nero & colore, sonoro, 11’51”
In uno dei suoi primissimi lavori, Oursler mette già in scena il dualismo di un mondo stretto fra il bene ed il male in una serie di scene, in cui l’artista stesso recita la parte di una giovane donna alle prese con un mondo violento.
Girl Power (1992) di Sadie Benning (1973)
Video, bianco e nero, sonoro, 15’
Dedicato alla band delle Bikini Kill, post-punk e neofemminista, l’autrice narra della sua rivolta verso la scuola, la famiglia e gli stereotipi femminili.
German Song (1995) di Sadie Benning
Video, bianco e nero, sonoro, 5’
The Judy Spots (1995) di Sadie Benning
Video, bianco e nero, sonoro, 15’
Ispirato al celebre Punch and Judy, questi cinque brevi episodi in animazione, descrivono le avventure ed i pensieri di una piccola bambola di carta, alter-ego dell’artista, alle prese con le irritazioni, le frustrazioni e i valori dell’amicizia d’ogni giorno.
“Au hasard Balthazar” (F,1966) di Robert Bresson (1901-1999)
35mm, bianco e nero, sonoro, 95’
Un distaccato e allo stesso tempo curatissimo bianco e nero descrive le vicende parallele dell’asino Balthazar e della ragazzina Marie, che seguono l’inesorabile linea di una discesa a confronto con l’indifferenza e la malvagità umana. Raramente un’opera filmica è riuscita a rendere in tale esemplare maniera, e allo stesso tempo estremamente concreta, tutta la sconcertante complessità della difficoltà di vivere.
Sabato 31 luglio e domenica 1 agosto
8) Soglie dell’Io
I passi e i sottili processi verso la graduale illuminazione
I Do Not Know What Is It I Am Like (1986) di Bill Viola (1951)
Video, colore, sonoro, 89’
Strutturato in cinque parti, Il Corpo Scuro, Il Linguaggio degli uccelli, la Notte del Senso, Stordito dal tamburo e la Fiamma vivente, questo lavoro di ampio respiro e di straordinarie immagini, racchiude in sè un viaggio metafisico fra il pensiero razionale e quello intuitivo, attraverso il mondo naturale e fino a forme di ritualità spirituali. Viola articola ed esprime qui una ricerca verso forme di autocoscienza che sono riconoscimento dell’Altro e della presenza vivente animale in una poetica e allo stesso tempo intensissima, e quasi sciamanica, sensibilità.
Je vous salue Marie (F-SWI,1983) di Jean Luc Godard (Paris, 1930)
35mm, colore, sonoro, 72’
Marie è la figlia d'un benzinaio, Joseph conducente di taxi. Per la disperazione di Joseph, la loro relazione amorosa è diventata platonica. Una sera, un fanciullo, Gabriel, si materializza davanti Marie. Dopo questa apparizione, qualcosa cambia nel corpo di Marie: ora aspetta un bambino che presto nascerà. Nonostante ciò, Joseph decide di sposare Marie.
Sabato 7 e domenica 8 agosto
9) On & Off the screen
Processual Video (1980) di Gary Hill (1951)
Video, bianco e nero, sonoro, 11’30”
Nato in occasione di una conferenza, Processual Video elabora un raffinato gioco formale a partire da alcune forme elettroniche minimali, portandole ad interagire con un testo discorsivo riguardo il movimento e la percezione delle forme, e accentuando risonanze, relazioni tra immagini e parole in un crescente effetto di feedback.
Happenstance (part one of many parts) (1982-’83) di Gary Hill
Video, bianco e nero, sonoro, 6’47”
In questo sofisticato lavoro, l’autore non presenta immagini dal mondo esterno. Le immagini racchiudono un movimento di lettere che dissolve altre lettere, in una continua sovrapposizione, formando parole che decadono e scompaiono nel loro stesso essere “pronunciabili”. Un’intensa meditazione sul carattere effimero del significato linguistico.
Lo stato delle cose (D-P, 1982) di Wim Wenders (Duesseldorf, 1945)
35mm, bianco e nero, sonoro, 120'
Estrema meditazione sulla fragilità e la transitorietà dei destini umani, questo film –spartiacque nella carriera di Wenders- dalla stupefacente fotografia, firmata Henri Alekan, allinea una serie d’indimenticabili ritratti, e concentrandosi sulla deriva di un gruppo d’attori e d’un regista abbandonati dal loro produttore, offre in realtà un’intensa meditazione sulla ricchezza delle possibilità che ogni istante schiude al futuro.
Sabato 21 e domenica 22 agosto
10) Il codice segreto
Attraverso una radicale rilettura di materiali eterogenei (simili a objectes trouvées) riassemblati con gusto satirico, si delineano nuove linee d’interpretazione sottilmente inquietanti
Kojak/Wang (1980) di Dara Birnbaum (New York, 1946)
Video, colore, sonoro, 3’
Ripetendo ad un ritmo crescente immagini dalla serie televisiva di Kojak, una pubblicità per la Wang Corporation e le celebri barre colore della TV, Birnbaum arriva a suggerire la sostanziale affinità tra la violenza dei “polizieschi” con la violenza dell?america delle grandi corporations, così come nota tramite l’industria delle telecomunicazioni. Chitarre elettriche e violenti colpi di pistola scandiscono il ritmo distintivo di questo intenso ma lavoro.
PM Magazine/Acid Rock (1982) di Dara Birnbaum
Video, colore, sonoro, 4’09”
Attraverso il campionamento di gestualità stereotipate televisive e di simboli di consumo di massa derivati dalla pubblicità commerciale, Birnbaum trasforma i materiali visivi originari (l’introduzione ad un programma TV serale -PM Magazine- ed un segmento di una pubblicità di computer) ricostruendoli in una frenetica e delirante operazione audiovisiva corredata di un aggressivo accompagnamento sonoro.
Tunic (Song for Karen) (1990) di Tony Oursler (1957)
colore, sonoro, 6’17”
Il risultato della collaborazione fra l’artista e la celebre band dei Sonic Youth.
Evil Pop (Italia, 1996) Cane Capovolto
Video, colore e ianco nero, sonoro, 16’
Messaggi segreti, rituali misteriosi e un simbolismo esoterico sono rivelati nella musica e nei video dei Take That, Abba ed Elvis.
Basic Autopsy Procedures, (Italia, 1996) di Cane Capovolto
Video, bianco e nero, sonoro, 8’50”,
Un denso viaggio alla ricerca della “terza – e pseudo-scientifica - dimensione del Plagiarismo”.
eXistenZ (Can,1999) di David Crononenberg (Toronto, 1943)
35mm, colore, sonoro, 97’
Quest’inquietante e recente opera di Cronenberg ha luogo in un non distante futuro dove hanno preso piede video-games iper-realistici (che abbattono ogni distinzione fra realtà e virtuale) a cui ci si connette attraverso il midollo spinale. Una delle più celebrate creatrici, interpretata da Jennifer J. Leigh, è perseguitata da una setta di fanatici che si oppongono a tale dominio, e deve vedersela contro sorprese inaspettate, aiutata soltanto da un casuale 'protettore', il giovane Jude Law.
Sabato 28 e domenica 29 agosto
11) Slittamenti progressivi del soggetto
Una ricognizione attorno alla centralità presunta ma sfuggente dell’Io narrante
Disturbances (1974) di Joan Jonas (New York, 1936)
Video, bianco e nero, sonoro, 11’
Questo evocativo lavoro è quasi uno studio fenomenologico dedicato ai riflessi sull’acqua ed i loro effetti, in modo tale da permettere all’artista d’istituire un parallelo fra gli effetti spaziali ed i giochi di rispecchiamento sulla superficie dell’acqua e quelli ottenuti grazie al video.
Script (1974) di John Baldessari (1931)
Video, colore e b/n, sonoro, 50’ (estratti)
Sette coppie d’attori interpretano dieci sequenze narrative.
Paranoid-Schizoid-Position (1992) di Tony Oursler (1957)
Video, colore, sonoro, 2’53”
"Paranoid Schizoid Position adotta una struttura poetica, per guidare l’osservatore attraverso quell’evoluzione psicologica che porta alla violenta persecuzione di sottoculture e gruppi nella nostra società." Tony Oursler
Giochi di fuoco (F, 1974) di Alain Robbe-Grillet (Brest, 1922)
35mm, colore, sonoro, 110'
In una girandola di situazioni che attingono a piene mani materiali narrativi volutamente “bassi” (il giallo, la letteratura e il cinema erotico, il gusto per l’intrigo), questo lavoro esemplare del celebre romanziere e regista, segue le vicende di un banchiere in crisi che organizza il rapimento della figlia stessa e la sua deriva in un elegante e decadente bordello. Il tono tutto del film è glacialmente affascinante, insolitamente ironico e impensabilmente vicino alle coeve celeberrime serie fotografiche di un Helmut Newton, restituite alla vita.
05
giugno 2004
Prima e dopo l’immagine/Avant et aprés l’image
Dal 05 giugno al 29 agosto 2004
arte contemporanea
Location
CASTELLO DI RIVOLI – MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA
Rivoli, Piazza Mafalda Di Savoia, (Torino)
Rivoli, Piazza Mafalda Di Savoia, (Torino)
Orario di apertura
Sabato e domenica ore 16.30
Autore
Curatore