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Prima luce
Fotografie da Edward Weston a Mario Giacomelli
Comunicato stampa
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La rassegna, promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali e Spettacolo – Centro Nazionale di Fotografia, presenta una serie di splendidi originali reperiti in giro per il mondo nel corso di molti anni e realizzati da alcuni dei più grandi maestri tra gli anni trenta e il duemila. Nucleo centrale dell’esposizione è la luce come fenomeno estetico assoluto.
La luce e il suo contrario, l’oscurità, sono presentate come elementi fondatori, polarità primarie da cui scaturisce il tutto; la mostra fornisce spunti ed analisi sull’arte, sulla scienza e sulla tecnica.
Nel processo fotografico la luce si manifesta in tre modi: luce come sorgente, come veicolo e come mezzo plastico, ma essa si svela anche nell’ombra, in quella che consideriamo l’oscurità più assoluta; tutto è gradazione luminosa.
La fotografia è considerata la tecnica più consona a registrare i fenomeni luminosi che investono e condizionano il nostro guardare, esemplare della nostra condizione di vita che plasma, materializza e rende evanescenti, che esibisce nella massa e nel volume, infonde energia. Luce come linguaggio cosmico che comunica al di là di parole e ragionamenti.
La mostra proprio in questa direzione presenta immagini bellissime caratterizzate da mille trasformazioni della luce e dell’ombra quale risultato delle reazioni fisico-chimiche guidate dai maestri stampatori sui supporti fotografici.
Tra gli autori presenti alcuni sono entrati a pieno titolo nella storia di questo rivoluzionario mezzo di comunicazione di massa ma anche di rinnovata espressione artistica: Edward Weston, Minor White, Barbara Morgan, Luigi Veronesi, Giuseppe Cavalli, Paul Caponigro, Mario Giacomelli, Robert Doisneau, Edouard Boubat, Ralph Gibson, e molti altri.
Tra i capolavori in mostra sono da menzionare, tra gli altri, i fotogrammi di Luigi Veronesi, il famoso “Mushroom” realizzato nel 1931 da Edward Weston; una rarissima immagine di Ferruccio Leiss della
fine degli anni ’40; i fotomontaggi costruttivisti di Barbara Morgan; le ricerche sulla “luce” nella Valle della Morte di Mroczynski; e la prima stampa di “Rifabbricarmi il mio mondo, i ricordi di un bambino nato nel 1925” di Mario Giacomelli.
La luce e il suo contrario, l’oscurità, sono presentate come elementi fondatori, polarità primarie da cui scaturisce il tutto; la mostra fornisce spunti ed analisi sull’arte, sulla scienza e sulla tecnica.
Nel processo fotografico la luce si manifesta in tre modi: luce come sorgente, come veicolo e come mezzo plastico, ma essa si svela anche nell’ombra, in quella che consideriamo l’oscurità più assoluta; tutto è gradazione luminosa.
La fotografia è considerata la tecnica più consona a registrare i fenomeni luminosi che investono e condizionano il nostro guardare, esemplare della nostra condizione di vita che plasma, materializza e rende evanescenti, che esibisce nella massa e nel volume, infonde energia. Luce come linguaggio cosmico che comunica al di là di parole e ragionamenti.
La mostra proprio in questa direzione presenta immagini bellissime caratterizzate da mille trasformazioni della luce e dell’ombra quale risultato delle reazioni fisico-chimiche guidate dai maestri stampatori sui supporti fotografici.
Tra gli autori presenti alcuni sono entrati a pieno titolo nella storia di questo rivoluzionario mezzo di comunicazione di massa ma anche di rinnovata espressione artistica: Edward Weston, Minor White, Barbara Morgan, Luigi Veronesi, Giuseppe Cavalli, Paul Caponigro, Mario Giacomelli, Robert Doisneau, Edouard Boubat, Ralph Gibson, e molti altri.
Tra i capolavori in mostra sono da menzionare, tra gli altri, i fotogrammi di Luigi Veronesi, il famoso “Mushroom” realizzato nel 1931 da Edward Weston; una rarissima immagine di Ferruccio Leiss della
fine degli anni ’40; i fotomontaggi costruttivisti di Barbara Morgan; le ricerche sulla “luce” nella Valle della Morte di Mroczynski; e la prima stampa di “Rifabbricarmi il mio mondo, i ricordi di un bambino nato nel 1925” di Mario Giacomelli.
08
aprile 2006
Prima luce
Dall'otto aprile al 21 maggio 2006
fotografia
Location
PALAZZO DEL MONTE DI PIETA’
Padova, Piazza Del Duomo, 14, (Padova)
Padova, Piazza Del Duomo, 14, (Padova)
Biglietti
cumulativo con la mostra “Germaine Martin. Photographies”: 3 € (intero); 2 € (ridotto)
Orario di apertura
da martedì a domenica 10.00-13.00 e 15.00-18.00. Chiuso il lunedì
Vernissage
8 Aprile 2006, ore 19
Autore
Curatore