Presentare oggi una nuova Galleria d’arte – una Galleria dedicata esclusivamente al Contemporaneo – è, di per sé, un azzardo. A maggior ragione se l’evento avviene in Sardegna, terra quanto mai parca e poco prolifica in tal senso. Difficile è, d’altronde, orientare il mercato attraverso ben meditate e qualificate scelte estetiche. Con questa consapevolezza vogliamo offrire ad alcuni artisti sardi delle ultime generazioni una sponda dalla quale, con qualche sicurezza in più, affrontare il mare magnum del Contemporaneo. Ma verso quali lidi? Una Galleria deve avere una rotta certa, facilmente identificabile, che giustifichi la scelta di un artista piuttosto che di un altro. In tal senso il recupero dell’insegna luminosa di un vecchio cinema, il “CAPITOL”, luogo deputato del racconto per immagini, è meno casuale e vintage di quanto possa apparire in un primo momento. Dà, invece, il senso, le preferenze, la direzione verso cui intende muoversi questa Galleria: la figurazione o, meglio, la “nuova figurazione”, a prescindere dalle tecniche adottate. Quella figurazione, insomma, distante anni luce dal “figurativo”, ma capace di raccontare gli umori torbidi della contemporaneità, di decodificarne i linguaggi e, al contempo, restituirli in forma semplificata, urticante e “antigraziosa”, contraddittoria eppure satura di valori testimoniali quanto mai “politicamente scorretti”. Questa è la rotta perché questa è la via più convincente e fertile dell’attuale ricerca artistica. In questo ambito si muovono, del resto, anche gli artisti e i critici che di volta in volta accompagneranno, in un confronto sempre più serrato e incisivo, le mostre monografiche dedicate ai nomi proposti dalla Galleria: per l’occasione – assieme a Cristian Chironi, Greta Frau, Pastorello, Pietrolio, Gianfranco Pintus, Giulia Sale, Graziano Salerno, Josephine Sassu, Gianfranco Setzu e Aldo Tilocca –, con una serie di video dedicati ad animali in condizione di stress estremo, gli artisti Armin Linke e Amedeo Martegani.

Ivo Serafino Fenu