Primarosa Cesarini Sforza – Geografie per interni

La biografia di Primarosa Cesarini Sforza parla di un ‘artista che ha molto lavorato, dipinge dall’età di quattordici anni, ed ha spesso sentito il bisogno di farlo lontano dall’Italia. Descriverla come una viaggiatrice non sarebbe, però, esaustivo: Primarosa è piuttosto un’artista itinerante che si muove attraverso il mondo con un bagaglio leggero e l’idea che i materiali e gli strumenti per realizzare le sue opere saranno reperiti nei luoghi in cui deciderà di fermarsi e poco importa se si tratterà di materiali poveri, di fortuna, magari oggetti di recupero, dei quali solo l’occhio attivo di chi per mestiere produce arte può svelare la segreta poesia.
L’ultima stagione della sua intensa carriera artistica nasce, ad esempio, dalla folgorazione per certe apparentemente anonime carte geografiche abbandonate da qualcuno per strada. In quell’episodio va rintracciata la genesi della più recente fra le tante esposizioni che, un po’ dovunque in Europa, Stati Uniti, Medio Oriente ed Africa del Nord, sono state dedicate ai suoi lavori. La mostra, che si inaugurerà lunedì 28 Aprile presso lo Studio di via Bodoni, proporrà al pubblico romano l’invenzione di una privata geografia della memoria costruita rielaborando e talvolta stravolgendo quelle prime carte trovate tra i rifiuti e tante altre arrivate chissà da dove, ma delle quali in alcuni casi si può indovinare la storia. Le più commoventi sono quelle passate attraverso un’aula scolastica, con le ingenue parolacce dei bambini graffite sul retro o ai margini all’indirizzo del compagno secchione o della prof. di matematica. Ognuna delle carte sulle quali l’artista è intervenuta è diventata la pagina di un diario di viaggio, quel viaggio ininterrotto che lei ha voluto fosse la sua vita. Come gli antichi cartografi Primarosa ricostruisce il globo terracqueo rappresentando i paesi e le città raggiunti duranti le sue peregrinazioni e sostituendo quelli che non sono entrati nella sua sfera conoscitiva con la descrizione del nulla geografico o di certi luoghi mitici frutto di pura fantasia. Il metodo è applicato con dissacratoria ironia soprattutto alla topografia della penisola italiana, con il risultato di scardinare ogni radicata certezza del visitatore in materia.
Anche questi ultimi lavori sono contrassegnati dalla presenza delle sigle simboliche che rappresentano uno dei tratti distintivi della sua pittura: la mano, la ciotola, la casetta, la conchiglia, la sagoma della bimba e gli insetti. Si tratta, è evidente, di una scrittura geroglifica della memoria che conferma come, per questa artista, la pittura e tutte le altre tecniche con le quali il suo innato eclettismo costantemente si confronta siano soprattutto uno strumento di rielaborazione e riaffioramento dei tanti ricordi di cose viste e esperienze vissute nel corso di un’esistenza in cui tutto si è voluto vedere, sperimentare e raccogliere.
Non è un caso che, interrogata sul significato di ognuno di quegli ideogrammi, Primarosa laconicamente risponda: “Li dipingo perché sono come me, dei contenitori”

 
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28 aprile 2003

Primarosa Cesarini Sforza – Geografie per interni

Dal 28 aprile al 23 maggio 2003
Location
STUDIO MORBIDUCCI
Roma, Via Giovanni Battista Bodoni, 83, (Roma)
Orario di apertura
lun-ven 18-20
Vernissage
28 Aprile 2003, ore 18

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