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Primo Formenti – Vetri post-moderni
artista lombardo solitamente dedito alla pittura che sta sperimentando nuovi percorsi con il vetro
Comunicato stampa
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Inaugurano a Pesaro - domenica 18 dicembre - due eventi espositivi dedicati al vetro entrambi promossi dai Musei Civici. Si potranno ammirare in contemporanea la collezione di vetro “storico” della marchesa Vittoria Toschi Mosca e i vetri “post-moderni” di Primo Formenti; alla base del progetto l’idea costante dei musei pesaresi di legare la storia con l’attualità, la produzione del passato con quella odierna, e di ridare linfa al vecchio significato delle opere museali - operazione possibile solo con l’innesto di queste ultime con il presente - così che si possa trapassare dalle arti decorative e/o applicate al design.
Non è dunque un caso la scelta del vetro; questa antica “materia del fuoco” è infatti capace di testimoniare al meglio le arti decorative, espressione artistica che connota fortemente il patrimonio dei musei pesaresi - fatto anche di pittura, ceramica e scultura - ed è caratterizzato da una sapienza artigianale di valore altissimo. D’altra parte, proprio a Pesaro il vetro ha una tradizione risalente almeno al XV secolo che ha fatto da terreno fertile per la nascita di marchi prestigiosi e all’avanguardia, oggi leader a livello internazionale.
Si parte con la mostra ai Musei Civici - “I vetri della collezione Mosca e d’altre” - che espone per la prima volta al pubblico la collezione permanente di vetri dei musei pesaresi, conservata nei depositi e finora inedita. I 141 pezzi offrono una significativa panoramica delle forme, dei decori e delle tecniche tra i secoli XVI e XIX delineando un quadro pressoché completo delle più importanti aree di produzione, tra cui spiccano Murano e l’area tedesco-boema. Dei pezzi censiti, 64 appartengono alla raccolta della marchesa Vittoria Toschi Mosca, nobildonna illuminata che donò a Pesaro, a fine Ottocento, le sue collezioni di arti decorative caratterizzando da quel momento in modo forte l’dentità del patrimonio culturale cittadino. In mostra si potranno ammirare tre nuclei principali. Il primo comprende i vetri veneziani e quelli del periodo aureo della façon de Venise, tra l’inizio del Cinquecento e l’inizio del Settecento, quando in Europa si imitano i soffiati muranesi. Un altro gruppo è costituito dal cristallo di fattura tedesca, boema o “alla boema”; con l’inizio del Settecento, infatti, il predominio lagunare viene oscurato dal nuovo “cristallo” prodotto in Inghilterra e in Boemia. Il terzo gruppo riunisce vetri soffiati di produzione popolare da attribuire all’Europa centrale e a manifatture periferiche italiane, soprattutto toscane ed estensi.
Oltre che dalla bellezza intrinseca e dal fascino del materiale, l’interesse della mostra nasce dalla varietà dei pezzi proposti, che comprendono sia oggetti popolari di uso quotidiano, sia prodotti raffinati destinati alle tavole e alle credenze delle classi elevate, lungo un percorso di ben quattro secoli. Attraverso le forme e le decorazioni degli oggetti esposti presso i musei di Pesaro, è possibile ripercorrere l’evoluzione del gusto dal Cinquecento a tutto l’Ottocento in questo suggestivo settore delle arti decorative. Vale la pena di citare le coppe muranesi di inizio ‘500 in smalti policromi o i rari pezzi in vetro filigrana, ma gli esemplari di pregio o anche semplicemente curiosi che rendono la mostra godibile e degna d’attenzione sono veramente molti.
Il catalogo di mostra sarà pubblicato all’interno del secondo numero di “Report. rivista dei Musei Civici di Pesaro” edito dal Centro Di; la pubblicazione verrà presentata domenica 18 dicembre alle 16.30, a palazzo Mazzolari Mosca.
In contemporanea, lo scalone vanvitelliano - sempre nel centro storico della città - accoglie i vetri di carattere post-moderno di Primo Formenti, artista lombardo solitamente dedito alla pittura che sta sperimentando nuovi percorsi con il vetro appunto, scelto perché uno degli elementi più nobili e antichi. Formenti ha deciso ormai da alcuni anni di estendere la sua ricerca astratta - materica, coloristica e di gioco - non ad un vetro qualunque ma al vetro “magico” di Murano. Il carattere di gioco, di infingimento, di manipolazione della forma fondamentale del contenitore assume di volta in volta quasi indicazione metamorfica, allusiva, metaforica, per cui ha ben visto Vittorio Sgarbi quando ha fatto per l’opera di Formenti riferimenti a Klee. La leggerezza della forma, l’incanto dei colori, il grafismo dei contorni ne danno conferma anche nei vetri. Particolarmente affascinato dalla fornace - strumento di lavoro dotato di una propria specificità per cui è necessaria una profonda conoscenza tecnica - l’artista ha la capacità di trasmettere al vetraio la leggerezza e la trasparenza del suo disegno. Da una stretta collaborazione con il maestro vetraio Gianni Seguso, infatti, sono nate le sue ultime eleganti sculture in vetro intitolate perlopiù “Racconti”, dove la nuova creazione è il risultato della sinergia “riuscita” tra i disegni di Formenti e l’abilità manuale del vetraio.
I vetri di Primo Formenti, così, pur rimanendo in coerenza con la sua opera pittorica vengono ad inserirsi in una corrente “post-moderna”, che proprio nel vetro ha trovato modo di esprimersi in maniera eccellente. Ricordiamo Alessandro Mendini ed Ettore Sottsass, “Alchimia” e “Memphis” e i tanti altri che mascherando con l’ornamento e il colore le forme, hanno quasi riproposto in interfaccia l’era straordinaria barocca e rococò del vetro-capriccio.
Allo scalone verranno esposti una ventina di vetri - di cui due già donati ai Musei Civici di Pesaro - che documentano questa produzione recente di Formenti.
Non è dunque un caso la scelta del vetro; questa antica “materia del fuoco” è infatti capace di testimoniare al meglio le arti decorative, espressione artistica che connota fortemente il patrimonio dei musei pesaresi - fatto anche di pittura, ceramica e scultura - ed è caratterizzato da una sapienza artigianale di valore altissimo. D’altra parte, proprio a Pesaro il vetro ha una tradizione risalente almeno al XV secolo che ha fatto da terreno fertile per la nascita di marchi prestigiosi e all’avanguardia, oggi leader a livello internazionale.
Si parte con la mostra ai Musei Civici - “I vetri della collezione Mosca e d’altre” - che espone per la prima volta al pubblico la collezione permanente di vetri dei musei pesaresi, conservata nei depositi e finora inedita. I 141 pezzi offrono una significativa panoramica delle forme, dei decori e delle tecniche tra i secoli XVI e XIX delineando un quadro pressoché completo delle più importanti aree di produzione, tra cui spiccano Murano e l’area tedesco-boema. Dei pezzi censiti, 64 appartengono alla raccolta della marchesa Vittoria Toschi Mosca, nobildonna illuminata che donò a Pesaro, a fine Ottocento, le sue collezioni di arti decorative caratterizzando da quel momento in modo forte l’dentità del patrimonio culturale cittadino. In mostra si potranno ammirare tre nuclei principali. Il primo comprende i vetri veneziani e quelli del periodo aureo della façon de Venise, tra l’inizio del Cinquecento e l’inizio del Settecento, quando in Europa si imitano i soffiati muranesi. Un altro gruppo è costituito dal cristallo di fattura tedesca, boema o “alla boema”; con l’inizio del Settecento, infatti, il predominio lagunare viene oscurato dal nuovo “cristallo” prodotto in Inghilterra e in Boemia. Il terzo gruppo riunisce vetri soffiati di produzione popolare da attribuire all’Europa centrale e a manifatture periferiche italiane, soprattutto toscane ed estensi.
Oltre che dalla bellezza intrinseca e dal fascino del materiale, l’interesse della mostra nasce dalla varietà dei pezzi proposti, che comprendono sia oggetti popolari di uso quotidiano, sia prodotti raffinati destinati alle tavole e alle credenze delle classi elevate, lungo un percorso di ben quattro secoli. Attraverso le forme e le decorazioni degli oggetti esposti presso i musei di Pesaro, è possibile ripercorrere l’evoluzione del gusto dal Cinquecento a tutto l’Ottocento in questo suggestivo settore delle arti decorative. Vale la pena di citare le coppe muranesi di inizio ‘500 in smalti policromi o i rari pezzi in vetro filigrana, ma gli esemplari di pregio o anche semplicemente curiosi che rendono la mostra godibile e degna d’attenzione sono veramente molti.
Il catalogo di mostra sarà pubblicato all’interno del secondo numero di “Report. rivista dei Musei Civici di Pesaro” edito dal Centro Di; la pubblicazione verrà presentata domenica 18 dicembre alle 16.30, a palazzo Mazzolari Mosca.
In contemporanea, lo scalone vanvitelliano - sempre nel centro storico della città - accoglie i vetri di carattere post-moderno di Primo Formenti, artista lombardo solitamente dedito alla pittura che sta sperimentando nuovi percorsi con il vetro appunto, scelto perché uno degli elementi più nobili e antichi. Formenti ha deciso ormai da alcuni anni di estendere la sua ricerca astratta - materica, coloristica e di gioco - non ad un vetro qualunque ma al vetro “magico” di Murano. Il carattere di gioco, di infingimento, di manipolazione della forma fondamentale del contenitore assume di volta in volta quasi indicazione metamorfica, allusiva, metaforica, per cui ha ben visto Vittorio Sgarbi quando ha fatto per l’opera di Formenti riferimenti a Klee. La leggerezza della forma, l’incanto dei colori, il grafismo dei contorni ne danno conferma anche nei vetri. Particolarmente affascinato dalla fornace - strumento di lavoro dotato di una propria specificità per cui è necessaria una profonda conoscenza tecnica - l’artista ha la capacità di trasmettere al vetraio la leggerezza e la trasparenza del suo disegno. Da una stretta collaborazione con il maestro vetraio Gianni Seguso, infatti, sono nate le sue ultime eleganti sculture in vetro intitolate perlopiù “Racconti”, dove la nuova creazione è il risultato della sinergia “riuscita” tra i disegni di Formenti e l’abilità manuale del vetraio.
I vetri di Primo Formenti, così, pur rimanendo in coerenza con la sua opera pittorica vengono ad inserirsi in una corrente “post-moderna”, che proprio nel vetro ha trovato modo di esprimersi in maniera eccellente. Ricordiamo Alessandro Mendini ed Ettore Sottsass, “Alchimia” e “Memphis” e i tanti altri che mascherando con l’ornamento e il colore le forme, hanno quasi riproposto in interfaccia l’era straordinaria barocca e rococò del vetro-capriccio.
Allo scalone verranno esposti una ventina di vetri - di cui due già donati ai Musei Civici di Pesaro - che documentano questa produzione recente di Formenti.
18
dicembre 2005
Primo Formenti – Vetri post-moderni
Dal 18 dicembre 2005 all'otto gennaio 2006
arte contemporanea
Location
SCALONE VANVITELLIANO
Pesaro, Piazza Del Monte, (Pesaro E Urbino)
Pesaro, Piazza Del Monte, (Pesaro E Urbino)
Orario di apertura
martedì, mercoledì 9.30-12.30; giovedì, venerdì, sabato 9.30-12.30, 16.00-19.00; domenica 16.00-19.00
Vernissage
18 Dicembre 2005, ore 18.30
Autore
Curatore