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Primo Pantoli – 1957-2009
La mostra ripercorre l’intero itinerario artistico di Primo Pantoli, tra i massimi esponenti della contemporaneità in Sardegna, dalla fine degli anni Cinquanta del ‘900 fino a questo primo scorcio del nuovo millennio. Oltre centocinquanta opere – dipinti, disegni, collages, sculture, manifesti e scenografie – raccontano l’inesausta ricerca di soluzioni creative sempre differenti e sempre coerenti nel porre al centro dell’universo estetico la persona umana.
Comunicato stampa
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Curata dalla storica dell’arte Simona Campus e organizzata dal Consorzio Camù in collaborazione con la società Sirai, l’esposizione sarà aperta al pubblico alla presenza dell’artista e dall’Assessore alla Cultura del Comune di Cagliari Giorgio Pellegrini.
Questa antologica dedicata a Primo Pantoli (Cesena 1932) è stata realizzata con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura Comune di Cagliari, e con il contributo dell’Assessorato della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport della Regione Autonoma della Sardegna e dell’Assessorato alla cultura della Provincia di Cagliari.
L’esposizione, visitabile sino al 6 settembre, è corredata da un catalogo a cura di Simona Campus, con testi e contributi di Simona Campus e Alessandra Corona, realizzato con il contributo di Arti Grafiche Pisano che ne ha curato la grafica, la stampa e l'allestimento.
La mostra ripercorre l’intero itinerario artistico di Primo Pantoli, tra i massimi esponenti della contemporaneità in Sardegna, dalla fine degli anni Cinquanta del ‘900 fino a questo primo scorcio del nuovo millennio.
Oltre centocinquanta opere - dipinti, disegni, collages, sculture, manifesti e scenografie - raccontano l’inesausta ricerca di soluzioni creative sempre differenti e sempre coerenti nel porre al centro dell’universo estetico la persona umana. La persona, anche quando assente, è, infatti, il soggetto dell’arte di Primo Pantoli: l’essere sociale che vive con dolorosa intensità il proprio tempo, opponendosi rabbiosamente alle iniquità e alla violenza; l’individuo che nulla può e nulla vuole occultare dei propri sentimenti più intimi e privati, talvolta delicati, talvolta disperati; la creatura dell’universo che inesorabilmente s’interroga intorno ai misteri più sacri: la divinità, la natura, l’amore, la maternità.
La mostra si apre con i dipinti ad olio risalenti agli ultimi anni Cinquanta e agli anni Sessanta, un periodo di grande impegno per Pantoli, oltre che artistico, anche civile e politico. Giunto in Sardegna nel 1957, diventa promotore e animatore dei gruppi d’avanguardia che aspirano a rinnovare l’arte isolana: Studio ’58 (1958), Gruppo di Iniziativa (1960); Centro di Cultura Democratica (1967). Dopo la prima adesione ad un linguaggio che potrebbe dirsi latamente espressionista, Pantoli elabora un’originale e potente cifra stilistica: la materia cromatica spessa, profonda, grumosa figura e trasfigura immagini di grande forza emotiva. Alle immagini si accostano progressivamente le parole, nella definizione di un messaggio quanto più possibile esplicito, che rifiuta una concezione elitaria dell’arte e della cultura. Uomo e militante di sinistra, Pantoli affida alla pittura l’urlo di speranza per un mondo più giusto e libero.
Agli anni compresi tra il 1957 e il 1965 appartengono i disegni realizzati a china e arricchiti da inserti di acquerello; con tratti sapienti e raffinati, sul bianco dei fogli sono annotati, come sulle pagine di un diario, impressioni ed emozioni, sogni e desideri.
A partire dalla seconda metà degli anni Sessanta datano i lavori a tempera su carta, per giungere fino al 1994. Anche in relazione alla rapidità d’esecuzione legata alla tecnica, in queste opere assume concretezza visiva l’identità di gesto, segno e colore.
L’esposizione prosegue con un’ampia rassegna dei grandi dipinti ad olio rappresentativi della vicenda artistica di Pantoli dagli anni Settanta fino ad oggi. Un’opera del 1974, Riflessi, segna il passaggio ad una meditazione più interna ai codici specifici della pittura: le dinamiche del colore e della luce si fanno funzionali a composizioni, ai limiti della non figurazione, che inseguono l’anelito di una spirituale consonanza con la natura.
L’identità di arte e vita, da sempre imperativo categorico per Pantoli, è suggellata, sul principio degli anni Novanta, dalla decisione di recarsi a vivere a Poggio dei Pini, in una casa arroccata direttamente sul bosco. La vita a Poggio diventa protagonista di tanta parte della produzione di Pantoli, che non cessa però di essere coinvolta nelle problematiche della società. Nel 1991, la scomposizione cromatica sui toni del giallo non allude al riverbero abbacinante del sole, richiama invece sulla tela la terrifica, spettacolare suggestione del cielo di Baghdad squarciato dalle bombe durante l’operazione militare Desert Storm.
Nei lavori dell’ultimo decennio i temi e le scelte stilistiche si avvicendano: attraverso una meditata alternanza di moduli espressivi, Pantoli interpreta lo sdegno per la perdita d’identità dell’uomo nell’epoca di globalizzazione così come per l’omologazione del pensiero perpetrata dalla televisione.
Ad ulteriore arricchimento di questa sezione della mostra si presentano i collages appartenenti al ciclo Innero, del 1996-97.
L’esposizione è completata da una selezione critica di sculture, alla creazione delle quali Pantoli attende dalla fine degli anni Novanta; dai manifesti (ne saranno esposti trenta su una produzione totale di circa centocinquanta) - commissionati all’artista nell’arco degli anni per la comunicazione di congressi politici e sindacali, convegni ed eventi culturali; da alcune maquette delle scenografie ideate per spettacoli teatrali e musicali e per trasmissioni televisive.
Oltre che nella pittura, nella grafica e nella scultura Pantoli ha trovato nell’incisione uno strumento espressivo fondamentale del suo talento: il corpus delle stampe, creato nel corso di molti decenni, sarà interamente fruibile grazie alla scelta di presentare le opere all’interno di appositi album.
BIO: Primo Pantoli è nato nel 1932 a Cesena, dove ha compiuto gli studi classici. Dal ’50 al ’55 è a Firenze, fra studi universitari e pittura. Nel ’57 si è trasferito a Cagliari, dove ha insegnato al Liceo artistico fino al ’90.
Pittore, incisore, scultore dal 1952 ha esposto un po’ ovunque in Italia all’estero. E’ stato fra i fondatori dei primi gruppi di avanguardia in Sardegna (Studio ’58; Gruppo di Iniziativa, 1961; centro di Cultura Democratica, 1967). Disegnatore satirico per Rinascita Sarda e Sardegna oggi, ha lavorato anche come grafico, realizzando numerosi manifesti e depliants per il teatro e per manifestazioni culturali, sindacali e politiche.
Per il teatro e la TV (Rai Tre) ha realizzato diverse scenografie.
Questa antologica dedicata a Primo Pantoli (Cesena 1932) è stata realizzata con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura Comune di Cagliari, e con il contributo dell’Assessorato della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport della Regione Autonoma della Sardegna e dell’Assessorato alla cultura della Provincia di Cagliari.
L’esposizione, visitabile sino al 6 settembre, è corredata da un catalogo a cura di Simona Campus, con testi e contributi di Simona Campus e Alessandra Corona, realizzato con il contributo di Arti Grafiche Pisano che ne ha curato la grafica, la stampa e l'allestimento.
La mostra ripercorre l’intero itinerario artistico di Primo Pantoli, tra i massimi esponenti della contemporaneità in Sardegna, dalla fine degli anni Cinquanta del ‘900 fino a questo primo scorcio del nuovo millennio.
Oltre centocinquanta opere - dipinti, disegni, collages, sculture, manifesti e scenografie - raccontano l’inesausta ricerca di soluzioni creative sempre differenti e sempre coerenti nel porre al centro dell’universo estetico la persona umana. La persona, anche quando assente, è, infatti, il soggetto dell’arte di Primo Pantoli: l’essere sociale che vive con dolorosa intensità il proprio tempo, opponendosi rabbiosamente alle iniquità e alla violenza; l’individuo che nulla può e nulla vuole occultare dei propri sentimenti più intimi e privati, talvolta delicati, talvolta disperati; la creatura dell’universo che inesorabilmente s’interroga intorno ai misteri più sacri: la divinità, la natura, l’amore, la maternità.
La mostra si apre con i dipinti ad olio risalenti agli ultimi anni Cinquanta e agli anni Sessanta, un periodo di grande impegno per Pantoli, oltre che artistico, anche civile e politico. Giunto in Sardegna nel 1957, diventa promotore e animatore dei gruppi d’avanguardia che aspirano a rinnovare l’arte isolana: Studio ’58 (1958), Gruppo di Iniziativa (1960); Centro di Cultura Democratica (1967). Dopo la prima adesione ad un linguaggio che potrebbe dirsi latamente espressionista, Pantoli elabora un’originale e potente cifra stilistica: la materia cromatica spessa, profonda, grumosa figura e trasfigura immagini di grande forza emotiva. Alle immagini si accostano progressivamente le parole, nella definizione di un messaggio quanto più possibile esplicito, che rifiuta una concezione elitaria dell’arte e della cultura. Uomo e militante di sinistra, Pantoli affida alla pittura l’urlo di speranza per un mondo più giusto e libero.
Agli anni compresi tra il 1957 e il 1965 appartengono i disegni realizzati a china e arricchiti da inserti di acquerello; con tratti sapienti e raffinati, sul bianco dei fogli sono annotati, come sulle pagine di un diario, impressioni ed emozioni, sogni e desideri.
A partire dalla seconda metà degli anni Sessanta datano i lavori a tempera su carta, per giungere fino al 1994. Anche in relazione alla rapidità d’esecuzione legata alla tecnica, in queste opere assume concretezza visiva l’identità di gesto, segno e colore.
L’esposizione prosegue con un’ampia rassegna dei grandi dipinti ad olio rappresentativi della vicenda artistica di Pantoli dagli anni Settanta fino ad oggi. Un’opera del 1974, Riflessi, segna il passaggio ad una meditazione più interna ai codici specifici della pittura: le dinamiche del colore e della luce si fanno funzionali a composizioni, ai limiti della non figurazione, che inseguono l’anelito di una spirituale consonanza con la natura.
L’identità di arte e vita, da sempre imperativo categorico per Pantoli, è suggellata, sul principio degli anni Novanta, dalla decisione di recarsi a vivere a Poggio dei Pini, in una casa arroccata direttamente sul bosco. La vita a Poggio diventa protagonista di tanta parte della produzione di Pantoli, che non cessa però di essere coinvolta nelle problematiche della società. Nel 1991, la scomposizione cromatica sui toni del giallo non allude al riverbero abbacinante del sole, richiama invece sulla tela la terrifica, spettacolare suggestione del cielo di Baghdad squarciato dalle bombe durante l’operazione militare Desert Storm.
Nei lavori dell’ultimo decennio i temi e le scelte stilistiche si avvicendano: attraverso una meditata alternanza di moduli espressivi, Pantoli interpreta lo sdegno per la perdita d’identità dell’uomo nell’epoca di globalizzazione così come per l’omologazione del pensiero perpetrata dalla televisione.
Ad ulteriore arricchimento di questa sezione della mostra si presentano i collages appartenenti al ciclo Innero, del 1996-97.
L’esposizione è completata da una selezione critica di sculture, alla creazione delle quali Pantoli attende dalla fine degli anni Novanta; dai manifesti (ne saranno esposti trenta su una produzione totale di circa centocinquanta) - commissionati all’artista nell’arco degli anni per la comunicazione di congressi politici e sindacali, convegni ed eventi culturali; da alcune maquette delle scenografie ideate per spettacoli teatrali e musicali e per trasmissioni televisive.
Oltre che nella pittura, nella grafica e nella scultura Pantoli ha trovato nell’incisione uno strumento espressivo fondamentale del suo talento: il corpus delle stampe, creato nel corso di molti decenni, sarà interamente fruibile grazie alla scelta di presentare le opere all’interno di appositi album.
BIO: Primo Pantoli è nato nel 1932 a Cesena, dove ha compiuto gli studi classici. Dal ’50 al ’55 è a Firenze, fra studi universitari e pittura. Nel ’57 si è trasferito a Cagliari, dove ha insegnato al Liceo artistico fino al ’90.
Pittore, incisore, scultore dal 1952 ha esposto un po’ ovunque in Italia all’estero. E’ stato fra i fondatori dei primi gruppi di avanguardia in Sardegna (Studio ’58; Gruppo di Iniziativa, 1961; centro di Cultura Democratica, 1967). Disegnatore satirico per Rinascita Sarda e Sardegna oggi, ha lavorato anche come grafico, realizzando numerosi manifesti e depliants per il teatro e per manifestazioni culturali, sindacali e politiche.
Per il teatro e la TV (Rai Tre) ha realizzato diverse scenografie.
02
luglio 2009
Primo Pantoli – 1957-2009
Dal 02 luglio al 06 settembre 2009
arte contemporanea
Location
CASTELLO DI SAN MICHELE
Cagliari, Via Sirai, (Cagliari)
Cagliari, Via Sirai, (Cagliari)
Orario di apertura
dal martedì alla domenica ore 10-13 e 15-18
Vernissage
2 Luglio 2009, ore 19
Ufficio stampa
CONSORZIO CAMU'
Autore
Curatore