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Primordial finds
SHAREVOLUTION contemporary art inaugura la mostra collettiva Primordial finds curata da Gianluca Cappellazzo, con opere di Luisa Badino, Rob van den Berg e Nežka Zamar. La mostra rimarrà aperta fino al 5 gennaio 2021, dal martedì al sabato, dalle 16.00 alle 19.30.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il principale filo conduttore della mostra Primordial finds è il tema del simbolo. Secondo l’enciclopedia Treccani, “Il simbolo è qualsiasi cosa […] la cui percezione susciti un'idea diversa dal suo immediato aspetto sensibile […]”. Da un punto di vista più tangibile, il singolo simbolo è un'esperienza, talvolta inconsapevole, innescata dal cervello umano: vedere una cosa ed immaginare che essa sia qualcos'altro. Il compito degli artisti è dare una forma fisica a questa impressione.
Tuttavia, per ottenere questo gli artisti possono seguire strade molto diverse; una di esse è la ricerca di qualcosa di originario, primordiale. rob van den berg, Nežka Zamar e Luisa Badino affrontano la questione da punti di vista differenti, sebbene li unisca la volontà di fare una ricerca trasversale sulla natura umana azzerando al contempo la prospettiva temporale. La loro concezione originale è proprio questa, cioè che ogni prodotto umano, indipendentemente dal luogo, dal tempo o dalla cultura in cui è stato prodotto, appartenga allo stesso Homo Sapiens, dunque non è necessario soffermarsi a studiare i singoli fatti della vita ma piuttosto ricercare le condizioni profonde che hanno reso possibili tali fatti.
rob van den berg porta avanti questa ricerca attraverso lo studio della materia e delle sue reazioni. La sua indagine può talvolta ritenersi affine a quella di tipo alchemico: l’artista sceglie di sottoporre diversi oggetti a temperature molto elevate cercando di sublimare l’essenza della materia oppure palesa la natura alchemica del processo creando un’opera composta da due elementi dello stesso materiale, uno ossidato e l’altro lucido, che affiancandosi ricordano il simbolo dell’infinito.
Zamar, a sua volta, non cambia gli stati della materia ma traduce. La traduzione può avvenire da una lingua ad un’altra oppure da un medium ad un altro. La sua riflessione nasce dagli studi sulle origini delle lingue portati avanti da Noam Chomsky e altri generativisti, secondo i quali tutti gli alfabeti derivano da una serie di caratteri antichi comuni e secondo cui lo sviluppo simile dei segni grafici dei vari alfabeti non ha radici ambientali ma innate, quindi è la stessa mente umana ad essere portata a creare determinati segni piuttosto che altri.
“E come ci spiegheremmo un nodo se qualcuno a bruciapelo ce lo chiedesse? Un movimento così comune e semplice, ma così difficile da spiegare…”
Questa frase di Bruno Munari costituisce l’ouverture del portfolio di Luisa Badino ed è indice chiave della sua ricerca artistica che raccoglie il Simbolo mentre germoglia nella nostra mente, ancora prima della sua identificazione con qualcosa di conosciuto. La sua pittura trae spunto dalla poesia “dell’ordinario e inusitato”, consapevole che dietro all’ordinarietà c’è un meraviglioso mistero arcano.
SHAREVOLUTION contemporary art inaugura la nuova stagione artistica partecipando all’iniziativa START 2020.
Tuttavia, per ottenere questo gli artisti possono seguire strade molto diverse; una di esse è la ricerca di qualcosa di originario, primordiale. rob van den berg, Nežka Zamar e Luisa Badino affrontano la questione da punti di vista differenti, sebbene li unisca la volontà di fare una ricerca trasversale sulla natura umana azzerando al contempo la prospettiva temporale. La loro concezione originale è proprio questa, cioè che ogni prodotto umano, indipendentemente dal luogo, dal tempo o dalla cultura in cui è stato prodotto, appartenga allo stesso Homo Sapiens, dunque non è necessario soffermarsi a studiare i singoli fatti della vita ma piuttosto ricercare le condizioni profonde che hanno reso possibili tali fatti.
rob van den berg porta avanti questa ricerca attraverso lo studio della materia e delle sue reazioni. La sua indagine può talvolta ritenersi affine a quella di tipo alchemico: l’artista sceglie di sottoporre diversi oggetti a temperature molto elevate cercando di sublimare l’essenza della materia oppure palesa la natura alchemica del processo creando un’opera composta da due elementi dello stesso materiale, uno ossidato e l’altro lucido, che affiancandosi ricordano il simbolo dell’infinito.
Zamar, a sua volta, non cambia gli stati della materia ma traduce. La traduzione può avvenire da una lingua ad un’altra oppure da un medium ad un altro. La sua riflessione nasce dagli studi sulle origini delle lingue portati avanti da Noam Chomsky e altri generativisti, secondo i quali tutti gli alfabeti derivano da una serie di caratteri antichi comuni e secondo cui lo sviluppo simile dei segni grafici dei vari alfabeti non ha radici ambientali ma innate, quindi è la stessa mente umana ad essere portata a creare determinati segni piuttosto che altri.
“E come ci spiegheremmo un nodo se qualcuno a bruciapelo ce lo chiedesse? Un movimento così comune e semplice, ma così difficile da spiegare…”
Questa frase di Bruno Munari costituisce l’ouverture del portfolio di Luisa Badino ed è indice chiave della sua ricerca artistica che raccoglie il Simbolo mentre germoglia nella nostra mente, ancora prima della sua identificazione con qualcosa di conosciuto. La sua pittura trae spunto dalla poesia “dell’ordinario e inusitato”, consapevole che dietro all’ordinarietà c’è un meraviglioso mistero arcano.
SHAREVOLUTION contemporary art inaugura la nuova stagione artistica partecipando all’iniziativa START 2020.
08
ottobre 2020
Primordial finds
Dall'otto ottobre 2020 al 05 gennaio 2021
arte contemporanea
Location
SHAREVOLUTION CONTEMPORARY ART
Genova, Piazza di San Matteo, (GE)
Genova, Piazza di San Matteo, (GE)
Orario di apertura
martedì - sabato dalle 16.00 alle 19.30
Vernissage
8 Ottobre 2020, h 18.00 - 24.00
Autore
Curatore
Autore testo critico
Progetto grafico
Produzione organizzazione