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Private Dance
Ogni azione presente in Private Dance rappresenta un movimento personale, una performance coreutica dove ogni gesto, rappresentato dal lavoro dei singoli artisti, entra a far parte di una composizione a più sfaccettature. OMAR su OnlyFans si trasforma in una stanza privata, segreta ed intima.
Comunicato stampa
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PRIVATE DANCE
8 artisti invadono la piattaforma più chiacchierata di sempre, ONLYFANS!
A cura di Francesca Rossi Minelli
22 dicembre 2022 - 22 febbraio 2023
Official Account @omarprivatedance
Ai social il nudo non piace. Soprattutto quello erotico e, ancora meno, quello femminile. Ma su OnlyFans tutto è ammesso e la censura sembra aver perso il suo predominio digitale.
Private Dance è una libera espressione artistica di azioni che prendono vita sulla piattaforma più controversa di sempre.
Un non-luogo cresciuto esponenzialmente durante il periodo del Covid e che ha saputo soddisfare il piacere più intimo e nascosto delle persone. Porno, pop e kitsch hanno tutte un nuovo spazio dove poter esprimere la loro vera natura, trasformando il piacere umano in un’erotismo per l’homo digital.
Ogni azione presente in Private Dance rappresenta un movimento personale, una performance coreutica dove ogni gesto, rappresentato dal lavoro dei singoli artisti, entra a far parte di una composizione a più sfaccettature.
OMAR su OnlyFans si trasforma in una stanza privata, segreta ed intima dove la danza, intesa come disciplina del movimento, prende vita.
Le tematiche indagate e le azioni svolte irromperanno nella piattaforma che diventerà lo spazio espositivo di contenuti non censurabili, dove la libertà di espressione è libera autonomia dell’erotico. OnlyFans non è solo il contenitore ma è stato anche l’oggetto di ricerca che ogni artista ha sviluppato secondo la sua personale linea di indagine ed interesse.
Censura, erotismo, immagini pubbliche, strutture, codici, dati analitici, ironia e sessualità vengono così indagati attraverso lo sguardo di 8 artisti che, uniti dallo stesso luogo, si sono impossessati della piattaforma e ne hanno prodotto un lavoro personale, condiviso e sensuale.
La scelta di Omar di operare su OnlyFans è provocatoriamente conseguenza di un recente crollo del boom pandemico delle mostre online. Virtual exhibition e gallerie virtuali erano diventati puri ambienti di comunicazione, luoghi lontanissimi da quelli fisico - architettonici dove gli spazi erano banalmente definiti da video e da contenuti multimediali. Un’arte aleatoria che prediligeva un’estetica influenzata dai trend del momento e dall’instagrammabile” che ha piegato le ricerche artistiche ai meccanismi del mercato estetico social.
Inoltre, durante la pandemia, il consumo di prodotti virtuali sessualmente espliciti ed erotici è aumentato sensibilmente; ma quello che è aumentato è l’utilizzo della piattaforma OnlyFans da parte dei creators.
“creando un account OnlyFans, puoi, nel giro di pochi minuti e con un investimento iniziale praticamente nullo, monetizzare la tua “creatività”.
Questo il messaggio pubblicitario che la piattaforma aveva utilizzato per sponsorizzarsi e per invogliare i nuovi utenti ad iscriversi.
Omar, con questa azione, non vuole monetizzare ma sfruttare l’originaria identità di OnlyFans quale piattaforma per creativi e proporre un’azione artistica.
OMAR
OMAR è un programma estetico generato dalla coesione di alcuni artisti che, pur non costituendosi come collettivo, vuole sperimentare una pratica basata sull’ibridazione mantenendo l’eterogeneità delle singole ricerche presenti. La genesi di Omar avviene in seguito alla residenza artistica Ramo-Ritratto a mano del 2021 a Giulianova nelle Marche. La traccia di questo accadimento rimane custodita nelle lettere che compongono il nome del programma. La radice araba della parola OMAR contiene il significato di fiorente, pieno di vita, concetti aderenti agli obiettivi che il programma persegue e si prefigge, con la possibilità di costruire un equilibrio simbiotico, spesso precario, contraddittorio, ma costante nelle intenzioni e nell’intensità delle operazioni estetiche che genera. Omar è anche una presa di posizione consapevole in risposta al contesto storico. Saper lasciarsi cadere è anche lasciarsi accadere. Il rapporto instabile, precario, consente uno scambio vero e autentico, la partecipazione ad una realtà viva, discontinua, diversificata. Moltiplicando le possibilità affiora la presenza di un elemento imprevedibile, un potenziale catalizzatore e legante. I luoghi di OMAR costituiscono un paesaggio dalle coordinate materiali ed immateriali variabili, aderendo ad un decentramento, dove si rendono significativi tanto i luoghi “del quando sbagliamo strada” così come quelli chiaramente definiti da poter essere quindi, sovvertiti.
ARTISTI COINVOLTI
Sebastian Contreras
Nato a Buenos Aires nel 1972. In Argentina intraprende corsi di disegno e pittura presso il Centro Cultural Rojas, fotografia presso il FotoClub e scultura su pietra presso l’Accademia di Belle Arti di Buenos Aires. Collabora inizialmente come aiuto restauratore e poi come caposquadra in diversi cantieri di restauro edilizio in chiese e conventi della capitale argentina. Nel 2001 lascia la carriera di veterinaria dopo anni di studio all’Universidad de Buenos Aires per trasferirsi in Italia e laurearsi in Dams Arte all’Università di Bologna. In questa città segue il corso di scenografia tenuto da Davide Amidei all’Arena del Sole. Dal 2007 collabora per la Revista Habitat Argentina come corrispondente in Italia. Attualmente vive e lavora a Pescara. La ricerca poetica di Contreras viene condotta utilizzando mezzi espressivi vari e diversificati come fotografia, video, letteratura e pittura ed è sempre volta a coniugare ed equilibrare concettualità e piacere estetico, mai fini a se stessi. Nelle sue sculture/installazioni Contreras indaga principalmente l’idea di incompletezza e quindi il desiderio esistenziale della persona; in altri casi sonda l’interno dell’animo umano utilizzando prevalentemente materiali del mondo dell’edilizia. Tra le mostre più recenti: 2021 Tantaroba, Spazio Sei, Pescara; 2021 RAMO 6.0 (ritratto a mano) workshop/ residenza, mostra finale Hotel Royal, Giulianova; 2019 Synolon, Museo delle Genti d’Abruzzo, Pescara; 2019 Poiesi, Alviani Artspace Ex Aurum, Pescara; 2019 HERE 4. Temporary-Le città invisibili, Cavallerizza Reale, Torino; 2018 Predizioni: L’italiano nella rete tra Big Data e Intelligenza artificiale, Universidad Tadeo Lozano, Bogotà, Colombia; 2018 Italian Foodnet, Universidad CUN Bogotà, Colombia; 2017 vince il Mauto Price, Museo Nazionale dell’automobile, Torino; 2014 Una sedia per Setup, Setup Artfair, Bologna; 2012 Things, The Art Foundation, Atene, Grecia. www.sebastiancontreras.com
Matteo Costanzo
Nato a Roma nel 1985 vive tra Pesaro e Roma. Dopo il diploma all’istituto d’arte prosegue gli studi presso l’Accademia di Belle Arti di Urbino. Il suo incedere artistico si articola in un lavorio ossessivo. Un processo psicofisico di ricerca selezione e obversione di contenuti. Trasfigurati da uno sviluppo di manipolazione ed alterazione, esplorando la natura dell’immagine del taglio e dell’ibrido. I risultati vanno dalla messa in discussione del collage e della pittura a quello della scultura/installazione, dall’ideologia a quello dello spazio-tempo individuale, tracciando un percorso di morfogenesi in cui convivono schermi e appropriazione, videomaking e photoediting, procedimenti di arte generativa e performance. La tensione incessante di questo lavorio è quella di porre nuove domande incurante delle risposte, pretesto per una continua analisi della realtà, un’auto contestazione fondata sull’esperienza. In questo modo si configura un dis-farsi che è un’epistemologia della ricerca stessa. Tra le esposizioni più recenti si segnalano: 2022 mostra personale, Nessuno è padre ad un altro, TOMAV di Moresco; Tales from the inside_out: Wander the edge, collettiva presso Co_Atto, Milano; Can we still fell something?, mostra collettiva, Officine Brandimarte, Ascoli Piceno; Abbiamo seminato erba tra le pietre, mostra collettiva, Galleria Biffi, Piacenza; 2021 mostra personale, “La Maschera del Destino” SPAZIOSEI, Pescara; mostra personale Imago Ergo Sum, MOCA Feast, Monsano; RAMO 6.0 La Mostra, Royal Gallery Hotel, Giulianova; collettiva dei finalisti del Premio Francesco Fabbri per le arti contemporanee, Fondazione Francesco Fabbri, Pieve di Soligo; 2020 Anteprima, TOMAV di Moresco, Fermo; residenza artistica in VIAFARINI 35, Milano; 2019 Group Show, Viadellafucina16-Condominio Museo, Torino; residenza artistica BOCS_ART, Cosenza; Global Education-Welcome to Venice, Fondamenta Sant’Anna, Venezia; 2018 vince il Premio G.B. Salvi 68^edizione di Sassoferrato, Ancona; Display 2.0, O’Vascio room Gallery di Somma vesuviana, Napoli; 2017 Marche allo stato dell’arte, Ancona.
www.instagram.com/_matteocostanzo
Flavia Carolina D’Alessandro
Nata a Caracas (vzla) 1977, vive e lavora a Bari. Nel 1992 dopo il trasferimento definitivo in Italia , consegue il diploma di Maestro d’Arte applicata in disegnatori di Architettura e Arredamento presso ISA Istituto Statale d’Arte Pino Pascali di Bari, prosegue il percorso di studi, nella stessa città, presso ABA Accademia di Belle Arti, ottenendo il diploma di Laurea in Scenografia (2004). Negli anni a seguire si rende manifesto l’interesse verso la disciplina fotografica prendendo parte a seminari e workshop quali: fotografia documentaristica Architettura e Paesaggio, presso LAB – Bari, a cura di Michele Cera, e l’Alternative Processes Photography, Cyanotype, e Blue Botanics tenuto dall’artista Hannah Fletcher presso la BrightRoom a Londra. 2010-2015 è impegnata nella direzione artistica della rievocazione storica Gran Premio di Bari, diventandone reporter di riferimento con successive pubblicazioni in riviste del settore (La Manovella, Auto d’Epoca). La sua pratica artistica restituisce l’esperienza sensibile di indagine, sconfinamento e dialogo continuo tra varie tecniche e discipline, in diversi ambiti. Attraverso la Fotografia mette in scena ipotesi di ricerca, a partire dalle quali rilevare le tracce lasciate dalle intersezioni di azioni. Con altre modalità, quali collage a rilievo su tela, cerca soluzioni percettive di smarrimento visivo. Fonte di partenza è l’intuizione ricavata dal linguaggio pubblicitario. In particolare attinge dal meccanismo di finzione/fruizione, e dal modo in cui esso viene veicolato. Partecipazioni in evidenza sono: 2021 finalista premio Arte Mondadori, Palazzo Reale, Milano; 2021 workshop/ residenza RAMO 6.0 (ritratto a mano), Giulianova; 2021 premio acquisto LAB 17 Malamegi, viewing room; 2020 finalista Rosso Passione; 2019 Pop Now. Nuove Identità nelle arti pugliesi, Castello Svevo, Mesagne; 2014 Premio Malta, Malta.
Devin Kovach
Nato nel 1987 ad Arizona, negli Stati Uniti, Devin Kovach vive e lavora a Roma dal 2015. Consegue il diploma in incisione presso la Università di New Mexico e conclude il suo MFA presso la Tyler School of Art, Temple University, Filadelfia. Attualmente insegna incisione presso la Temple University Rome, sede internazionale della stessa università americana. La sua ricerca è volta ad indagare il rapporto che intercorre tra esperienza visiva e impressione psicologica, specialmente in relazione allo spazio architettonico. Questo tema viene elaborato attraverso diverse operazioni: fotografia anologica, serigrafia e incisione, proiezione filmiche, e installazioni site specific. Nel 2020 ha pubblicato un libro sull’incisione contemporanea a Roma, Force Fields: Rome and Contemporary Printmaking, insieme alla sua coeditrice, Dott.ssa Sarah Linford. Le sue opere sono state esibite sia in Europa che negli Stati Uniti; ha ricevuto diverse borse di studio e di ricerca, tra cui l’Anderson Ranch, la Kala Art Institute, il Printmaking Center di New Jersey, l’Officina Stamperia del Notaio, e Default 17 dell’ organizzazione culturale Ramdom. www.devinkovach.com
Tamara Marino
Tamara Marino Nata nel 1983 a Ragusa. Attualmente vive e lavora tra Vittoria (RG) e Staten Island (NY). Da bambina studia pianoforte e solfeggio, e dall’età di 13 anni si dedica completamente alle arti visive. Dopo il diploma di Maestro d’Arte e Arti Applicate in Ceramica, consegue il Diploma Accademico in Scultura all’Accademia di Belle Arti di Catania nel 2008, seguita da Martina Corgnati. Nel 2013 termina il Corso di Specializzazione in Scultura all’Accademia di Belle Arti di Carrara nella classe di Aron Demetz, durante il quale partecipa al Progetto Erasmus alla Royal Academy of Art, The Hague. Utilizza svariate tecniche e materiali per realizzare le sue opere, che sono principalmente costituite da installazioni site specific, sculture, pitture, performance/happening, documentazioni fotografiche e video. La sua ricerca si sviluppa attraverso l’analisi antropologica dei nuovi femminismi, cercando, attraverso vari tipi di approccio, di proporre nuovi quesiti. Nel 2020 collabora con la Fondazione Fiumara d’Arte diretta da Antonio Presti, per la realizzazione di un’opera monumentale per la Città di Catania. Dal 2012 collabora anche con l’artista Simon Troger proponendo installazioni site-specific, progetti attraverso i quali viene messo in discussione il dialogo fra opera e arte, e il loro valore economico all’interno del sistema dell’arte. Dal 2010 organizza workshop accademici e laboratori sperimentali. Tra gli eventi più recenti del suo percorso artistico: 2021 Ri.belle, Trento Art Festival; 2020 RAMO 6.0 Workshop/Residence, Royal Gallery Hotel, Giulianova (TE); 2019 Wedding, Performance con Simon Troger, Palazzo Municipale, Comiso (RG); 2019 Site Zero - Here 4, Art Residence, Cavallerizza Reale, Torino; 2018 Mavara / Performance-Happening, rito ispirato all’antica magherìa siciliana, Vizzini (CT); 2018 Disìo, Palazzo Trao Ventimiglia, Vizzini (CT); 2017 Pilgrim Bride, Performance / Happening in abito nuziale, 250 Km a piedi da Cattolica Eraclea a Kamarina, seguendo il tracciato delle mappe originali del 1100 sulle rotte di Edrisi; 2016 Amnios, Solo Exhibition, Ex Convento di Santa Maria delle Grazie, Vittoria RG; 2016 Cumulus, Torino Esposizioni; 2015 im-materiali, Museo Civico / Complesso Monumentale di San Francesco, Cuneo; 2014 Arte al metro, Galleria Quam, Scicli RG; 2013 X Premio Nazionale delle Arti, Teatro Margherita e Sala Murat, Bari. www.tamaramarino.com
Giorgia Mascitti
Nata a San Benedetto del Tronto (AP) nel 1995. Nel 2014 consegue il diploma di Grafica Pubblicitaria presso l’istituto d’arte O. Licini di Ascoli Piceno. Nel 2020 consegue il titolo di Diploma di Laurea di secondo livello in Decorazione con Lode presso l’Accademia di Belle Arti di Macerata. La sua ricerca -in continua evoluzione- tratta la speciale empatia che si crea fra immagine e memoria, attraverso figure provenienti dalla quotidianità, album di famiglia, immagini pubblicitarie e propri disegni. Tra gli eventi più recenti del suo percorso artistico: 2021 The Passing, Zamagni Art Gallery, Ravenna; Come colui che nove cose assaggia, MOCA FEAST, Monsano; 2021 Workshop/Residenza Ritratto a mano 6.0, Giulianova; 2021 opera vincitrice VI Giardini d’Arte, Yag Garage, Pescara; 2021 site specific atto 1 , Via Gulli 37, Torino; 2020 residenza Equidistanze, Magazzeno Art Gallery, Filetto, Ravenna; Come se il tempo si fosse tutto rannicchiato, da dietro in avanti e da avanti all’indietro, Galleria Centometriquadri, Santa Maria Capua Vetere; 2020 Ge.ne.re - sostantivo maschile, Booming Contemporary Art Show, Bologna; 2019 Gate 18, Tpico Tips, Macerata; 2019 On The Table, Spoleto; 2019 contemporaneaMENTI, Fondazione Iseo, Iseo. www.instagram.com/goldmascioNata a San Benedetto del Tronto (AP) nel 1995. Nel 2014 consegue il diploma di Grafica Pubblicitaria presso l’istituto d’arte O. Licini di Ascoli Piceno. Nel 2020 consegue il titolo di Diploma di Laurea di secondo livello in Decorazione con Lode presso l’Accademia di Belle Arti di Macerata. La sua ricerca -in continua evoluzione- tratta la speciale empatia che si crea fra immagine e memoria, attraverso figure provenienti dalla quotidianità, album di famiglia, immagini pubblicitarie e propri disegni. Tra gli eventi più recenti del suo percorso artistico: 2021 The Passing, Zamagni Art Gallery, Ravenna; Come colui che nove cose assaggia, MOCA FEAST, Monsano; 2021 Workshop/Residenza Ritratto a mano 6.0, Giulianova; 2021 opera vincitrice VI Giardini d’Arte, Yag Garage, Pescara; 2021 site specific atto 1 , Via Gulli 37, Torino; 2020 residenza Equidistanze, Magazzeno Art Gallery, Filetto, Ravenna; Come se il tempo si fosse tutto rannicchiato, da dietro in avanti e da avanti all’indietro, Galleria Centometriquadri, Santa Maria Capua Vetere; 2020 Ge.ne.re - sostantivo maschile, Booming Contemporary Art Show, Bologna; 2019 Gate 18, Tpico Tips, Macerata; 2019 On The Table, Spoleto; 2019 contemporaneaMENTI, Fondazione Iseo, Iseo.
www.instagram.com/goldmascio
CLAUDIA PETRAROLI
Claudia Petraroli è un’artista visiva nata a Teramo nel 1987.
Operatrice digitale nell’industria dell’immagine della moda, trasla nella propria ricerca riflessioni sui comportamenti collettivi nella società dei consumi, con particolare interesse pe ri processi di produzione di soggettività, incrociando approcci di taglio antropologico, trans-femminista e post-coloniale.
Il punto di partenza del suo lavoro è l’osservazione del dato reale che, veicolato per lo più attraverso immagini e fotografie, viene rielaborato e formalizzato con l’impiego di media diversi, come la ceramica, il disegno, la pittura e la stampa 3D. Le sue opere, molto spesso, si allontanano dalla figurazione e assumono sembianze essenziali e aniconiche. Alterando e condizionando le normali caratteristiche di informazioni, materiali e riti, l’artista mette in atto un processo di esasperazione mimetica, volto a decontestualizzare e astrarre significati anche al fine di aumentare ed espandere le possibilità interpretative. Le cose mutano il proprio statuto ontologico, pur mantenendo i propri riferimenti originari. In tal senso, l’oggettualità dell’opera diventa uno strumento per mettere in discussione la centralità del soggetto e rinegoziare i termini che definiscono la presenza dell’umano nel mondo.
Il principale interesse di Petraroli è lo studio delle connessioni tra il contemporaneo e le manifestazioni più arcaiche della vita dell’uomo, coinvolgendo riflessioni sull’evoluzione del sacro, sui processi di secolarizzazione, sulle relazioni con i non-umani intesi come agenti rivelatori, seguendo una prospettiva non antropocentrica.
GIULIA TARDITI
CURATRICE
Francesca Rossi Minelli (Brescia, 1998)
Francesca si occupa di produzione di eventi culturali e progettazione. Dopo una laurea in Comunicazione per le industrie creative all'Università di Parma, ha conseguito un master in Progettazione Culturale all'Università Cattolica del Sacro Cuore (Milano). Francesca ha collaborato con istituzioni e no- profit a progetti artistici e mostre, con residenze artistiche e collabora giornalmente con giovani artisti. Nel suo lavoro tende ad avere un processo multidisciplinare credendo fortemente che la cultura possa produrre sguardi differenti nel momento in cui differenti medium dialoghi tra di loro.
INFO
Private Dance sarà visibile dal 22 dicembre 2022 dalle ore 18:00 fino al 22 febbraio 2023.
L’accesso all’account è gratuito, a QUESTO link.
Per chi non avesse un’account Only Fans ma desidera vedere Private Dance può mandare un’email a francescarossiminelli@gmail.com
8 artisti invadono la piattaforma più chiacchierata di sempre, ONLYFANS!
A cura di Francesca Rossi Minelli
22 dicembre 2022 - 22 febbraio 2023
Official Account @omarprivatedance
Ai social il nudo non piace. Soprattutto quello erotico e, ancora meno, quello femminile. Ma su OnlyFans tutto è ammesso e la censura sembra aver perso il suo predominio digitale.
Private Dance è una libera espressione artistica di azioni che prendono vita sulla piattaforma più controversa di sempre.
Un non-luogo cresciuto esponenzialmente durante il periodo del Covid e che ha saputo soddisfare il piacere più intimo e nascosto delle persone. Porno, pop e kitsch hanno tutte un nuovo spazio dove poter esprimere la loro vera natura, trasformando il piacere umano in un’erotismo per l’homo digital.
Ogni azione presente in Private Dance rappresenta un movimento personale, una performance coreutica dove ogni gesto, rappresentato dal lavoro dei singoli artisti, entra a far parte di una composizione a più sfaccettature.
OMAR su OnlyFans si trasforma in una stanza privata, segreta ed intima dove la danza, intesa come disciplina del movimento, prende vita.
Le tematiche indagate e le azioni svolte irromperanno nella piattaforma che diventerà lo spazio espositivo di contenuti non censurabili, dove la libertà di espressione è libera autonomia dell’erotico. OnlyFans non è solo il contenitore ma è stato anche l’oggetto di ricerca che ogni artista ha sviluppato secondo la sua personale linea di indagine ed interesse.
Censura, erotismo, immagini pubbliche, strutture, codici, dati analitici, ironia e sessualità vengono così indagati attraverso lo sguardo di 8 artisti che, uniti dallo stesso luogo, si sono impossessati della piattaforma e ne hanno prodotto un lavoro personale, condiviso e sensuale.
La scelta di Omar di operare su OnlyFans è provocatoriamente conseguenza di un recente crollo del boom pandemico delle mostre online. Virtual exhibition e gallerie virtuali erano diventati puri ambienti di comunicazione, luoghi lontanissimi da quelli fisico - architettonici dove gli spazi erano banalmente definiti da video e da contenuti multimediali. Un’arte aleatoria che prediligeva un’estetica influenzata dai trend del momento e dall’instagrammabile” che ha piegato le ricerche artistiche ai meccanismi del mercato estetico social.
Inoltre, durante la pandemia, il consumo di prodotti virtuali sessualmente espliciti ed erotici è aumentato sensibilmente; ma quello che è aumentato è l’utilizzo della piattaforma OnlyFans da parte dei creators.
“creando un account OnlyFans, puoi, nel giro di pochi minuti e con un investimento iniziale praticamente nullo, monetizzare la tua “creatività”.
Questo il messaggio pubblicitario che la piattaforma aveva utilizzato per sponsorizzarsi e per invogliare i nuovi utenti ad iscriversi.
Omar, con questa azione, non vuole monetizzare ma sfruttare l’originaria identità di OnlyFans quale piattaforma per creativi e proporre un’azione artistica.
OMAR
OMAR è un programma estetico generato dalla coesione di alcuni artisti che, pur non costituendosi come collettivo, vuole sperimentare una pratica basata sull’ibridazione mantenendo l’eterogeneità delle singole ricerche presenti. La genesi di Omar avviene in seguito alla residenza artistica Ramo-Ritratto a mano del 2021 a Giulianova nelle Marche. La traccia di questo accadimento rimane custodita nelle lettere che compongono il nome del programma. La radice araba della parola OMAR contiene il significato di fiorente, pieno di vita, concetti aderenti agli obiettivi che il programma persegue e si prefigge, con la possibilità di costruire un equilibrio simbiotico, spesso precario, contraddittorio, ma costante nelle intenzioni e nell’intensità delle operazioni estetiche che genera. Omar è anche una presa di posizione consapevole in risposta al contesto storico. Saper lasciarsi cadere è anche lasciarsi accadere. Il rapporto instabile, precario, consente uno scambio vero e autentico, la partecipazione ad una realtà viva, discontinua, diversificata. Moltiplicando le possibilità affiora la presenza di un elemento imprevedibile, un potenziale catalizzatore e legante. I luoghi di OMAR costituiscono un paesaggio dalle coordinate materiali ed immateriali variabili, aderendo ad un decentramento, dove si rendono significativi tanto i luoghi “del quando sbagliamo strada” così come quelli chiaramente definiti da poter essere quindi, sovvertiti.
ARTISTI COINVOLTI
Sebastian Contreras
Nato a Buenos Aires nel 1972. In Argentina intraprende corsi di disegno e pittura presso il Centro Cultural Rojas, fotografia presso il FotoClub e scultura su pietra presso l’Accademia di Belle Arti di Buenos Aires. Collabora inizialmente come aiuto restauratore e poi come caposquadra in diversi cantieri di restauro edilizio in chiese e conventi della capitale argentina. Nel 2001 lascia la carriera di veterinaria dopo anni di studio all’Universidad de Buenos Aires per trasferirsi in Italia e laurearsi in Dams Arte all’Università di Bologna. In questa città segue il corso di scenografia tenuto da Davide Amidei all’Arena del Sole. Dal 2007 collabora per la Revista Habitat Argentina come corrispondente in Italia. Attualmente vive e lavora a Pescara. La ricerca poetica di Contreras viene condotta utilizzando mezzi espressivi vari e diversificati come fotografia, video, letteratura e pittura ed è sempre volta a coniugare ed equilibrare concettualità e piacere estetico, mai fini a se stessi. Nelle sue sculture/installazioni Contreras indaga principalmente l’idea di incompletezza e quindi il desiderio esistenziale della persona; in altri casi sonda l’interno dell’animo umano utilizzando prevalentemente materiali del mondo dell’edilizia. Tra le mostre più recenti: 2021 Tantaroba, Spazio Sei, Pescara; 2021 RAMO 6.0 (ritratto a mano) workshop/ residenza, mostra finale Hotel Royal, Giulianova; 2019 Synolon, Museo delle Genti d’Abruzzo, Pescara; 2019 Poiesi, Alviani Artspace Ex Aurum, Pescara; 2019 HERE 4. Temporary-Le città invisibili, Cavallerizza Reale, Torino; 2018 Predizioni: L’italiano nella rete tra Big Data e Intelligenza artificiale, Universidad Tadeo Lozano, Bogotà, Colombia; 2018 Italian Foodnet, Universidad CUN Bogotà, Colombia; 2017 vince il Mauto Price, Museo Nazionale dell’automobile, Torino; 2014 Una sedia per Setup, Setup Artfair, Bologna; 2012 Things, The Art Foundation, Atene, Grecia. www.sebastiancontreras.com
Matteo Costanzo
Nato a Roma nel 1985 vive tra Pesaro e Roma. Dopo il diploma all’istituto d’arte prosegue gli studi presso l’Accademia di Belle Arti di Urbino. Il suo incedere artistico si articola in un lavorio ossessivo. Un processo psicofisico di ricerca selezione e obversione di contenuti. Trasfigurati da uno sviluppo di manipolazione ed alterazione, esplorando la natura dell’immagine del taglio e dell’ibrido. I risultati vanno dalla messa in discussione del collage e della pittura a quello della scultura/installazione, dall’ideologia a quello dello spazio-tempo individuale, tracciando un percorso di morfogenesi in cui convivono schermi e appropriazione, videomaking e photoediting, procedimenti di arte generativa e performance. La tensione incessante di questo lavorio è quella di porre nuove domande incurante delle risposte, pretesto per una continua analisi della realtà, un’auto contestazione fondata sull’esperienza. In questo modo si configura un dis-farsi che è un’epistemologia della ricerca stessa. Tra le esposizioni più recenti si segnalano: 2022 mostra personale, Nessuno è padre ad un altro, TOMAV di Moresco; Tales from the inside_out: Wander the edge, collettiva presso Co_Atto, Milano; Can we still fell something?, mostra collettiva, Officine Brandimarte, Ascoli Piceno; Abbiamo seminato erba tra le pietre, mostra collettiva, Galleria Biffi, Piacenza; 2021 mostra personale, “La Maschera del Destino” SPAZIOSEI, Pescara; mostra personale Imago Ergo Sum, MOCA Feast, Monsano; RAMO 6.0 La Mostra, Royal Gallery Hotel, Giulianova; collettiva dei finalisti del Premio Francesco Fabbri per le arti contemporanee, Fondazione Francesco Fabbri, Pieve di Soligo; 2020 Anteprima, TOMAV di Moresco, Fermo; residenza artistica in VIAFARINI 35, Milano; 2019 Group Show, Viadellafucina16-Condominio Museo, Torino; residenza artistica BOCS_ART, Cosenza; Global Education-Welcome to Venice, Fondamenta Sant’Anna, Venezia; 2018 vince il Premio G.B. Salvi 68^edizione di Sassoferrato, Ancona; Display 2.0, O’Vascio room Gallery di Somma vesuviana, Napoli; 2017 Marche allo stato dell’arte, Ancona.
www.instagram.com/_matteocostanzo
Flavia Carolina D’Alessandro
Nata a Caracas (vzla) 1977, vive e lavora a Bari. Nel 1992 dopo il trasferimento definitivo in Italia , consegue il diploma di Maestro d’Arte applicata in disegnatori di Architettura e Arredamento presso ISA Istituto Statale d’Arte Pino Pascali di Bari, prosegue il percorso di studi, nella stessa città, presso ABA Accademia di Belle Arti, ottenendo il diploma di Laurea in Scenografia (2004). Negli anni a seguire si rende manifesto l’interesse verso la disciplina fotografica prendendo parte a seminari e workshop quali: fotografia documentaristica Architettura e Paesaggio, presso LAB – Bari, a cura di Michele Cera, e l’Alternative Processes Photography, Cyanotype, e Blue Botanics tenuto dall’artista Hannah Fletcher presso la BrightRoom a Londra. 2010-2015 è impegnata nella direzione artistica della rievocazione storica Gran Premio di Bari, diventandone reporter di riferimento con successive pubblicazioni in riviste del settore (La Manovella, Auto d’Epoca). La sua pratica artistica restituisce l’esperienza sensibile di indagine, sconfinamento e dialogo continuo tra varie tecniche e discipline, in diversi ambiti. Attraverso la Fotografia mette in scena ipotesi di ricerca, a partire dalle quali rilevare le tracce lasciate dalle intersezioni di azioni. Con altre modalità, quali collage a rilievo su tela, cerca soluzioni percettive di smarrimento visivo. Fonte di partenza è l’intuizione ricavata dal linguaggio pubblicitario. In particolare attinge dal meccanismo di finzione/fruizione, e dal modo in cui esso viene veicolato. Partecipazioni in evidenza sono: 2021 finalista premio Arte Mondadori, Palazzo Reale, Milano; 2021 workshop/ residenza RAMO 6.0 (ritratto a mano), Giulianova; 2021 premio acquisto LAB 17 Malamegi, viewing room; 2020 finalista Rosso Passione; 2019 Pop Now. Nuove Identità nelle arti pugliesi, Castello Svevo, Mesagne; 2014 Premio Malta, Malta.
Devin Kovach
Nato nel 1987 ad Arizona, negli Stati Uniti, Devin Kovach vive e lavora a Roma dal 2015. Consegue il diploma in incisione presso la Università di New Mexico e conclude il suo MFA presso la Tyler School of Art, Temple University, Filadelfia. Attualmente insegna incisione presso la Temple University Rome, sede internazionale della stessa università americana. La sua ricerca è volta ad indagare il rapporto che intercorre tra esperienza visiva e impressione psicologica, specialmente in relazione allo spazio architettonico. Questo tema viene elaborato attraverso diverse operazioni: fotografia anologica, serigrafia e incisione, proiezione filmiche, e installazioni site specific. Nel 2020 ha pubblicato un libro sull’incisione contemporanea a Roma, Force Fields: Rome and Contemporary Printmaking, insieme alla sua coeditrice, Dott.ssa Sarah Linford. Le sue opere sono state esibite sia in Europa che negli Stati Uniti; ha ricevuto diverse borse di studio e di ricerca, tra cui l’Anderson Ranch, la Kala Art Institute, il Printmaking Center di New Jersey, l’Officina Stamperia del Notaio, e Default 17 dell’ organizzazione culturale Ramdom. www.devinkovach.com
Tamara Marino
Tamara Marino Nata nel 1983 a Ragusa. Attualmente vive e lavora tra Vittoria (RG) e Staten Island (NY). Da bambina studia pianoforte e solfeggio, e dall’età di 13 anni si dedica completamente alle arti visive. Dopo il diploma di Maestro d’Arte e Arti Applicate in Ceramica, consegue il Diploma Accademico in Scultura all’Accademia di Belle Arti di Catania nel 2008, seguita da Martina Corgnati. Nel 2013 termina il Corso di Specializzazione in Scultura all’Accademia di Belle Arti di Carrara nella classe di Aron Demetz, durante il quale partecipa al Progetto Erasmus alla Royal Academy of Art, The Hague. Utilizza svariate tecniche e materiali per realizzare le sue opere, che sono principalmente costituite da installazioni site specific, sculture, pitture, performance/happening, documentazioni fotografiche e video. La sua ricerca si sviluppa attraverso l’analisi antropologica dei nuovi femminismi, cercando, attraverso vari tipi di approccio, di proporre nuovi quesiti. Nel 2020 collabora con la Fondazione Fiumara d’Arte diretta da Antonio Presti, per la realizzazione di un’opera monumentale per la Città di Catania. Dal 2012 collabora anche con l’artista Simon Troger proponendo installazioni site-specific, progetti attraverso i quali viene messo in discussione il dialogo fra opera e arte, e il loro valore economico all’interno del sistema dell’arte. Dal 2010 organizza workshop accademici e laboratori sperimentali. Tra gli eventi più recenti del suo percorso artistico: 2021 Ri.belle, Trento Art Festival; 2020 RAMO 6.0 Workshop/Residence, Royal Gallery Hotel, Giulianova (TE); 2019 Wedding, Performance con Simon Troger, Palazzo Municipale, Comiso (RG); 2019 Site Zero - Here 4, Art Residence, Cavallerizza Reale, Torino; 2018 Mavara / Performance-Happening, rito ispirato all’antica magherìa siciliana, Vizzini (CT); 2018 Disìo, Palazzo Trao Ventimiglia, Vizzini (CT); 2017 Pilgrim Bride, Performance / Happening in abito nuziale, 250 Km a piedi da Cattolica Eraclea a Kamarina, seguendo il tracciato delle mappe originali del 1100 sulle rotte di Edrisi; 2016 Amnios, Solo Exhibition, Ex Convento di Santa Maria delle Grazie, Vittoria RG; 2016 Cumulus, Torino Esposizioni; 2015 im-materiali, Museo Civico / Complesso Monumentale di San Francesco, Cuneo; 2014 Arte al metro, Galleria Quam, Scicli RG; 2013 X Premio Nazionale delle Arti, Teatro Margherita e Sala Murat, Bari. www.tamaramarino.com
Giorgia Mascitti
Nata a San Benedetto del Tronto (AP) nel 1995. Nel 2014 consegue il diploma di Grafica Pubblicitaria presso l’istituto d’arte O. Licini di Ascoli Piceno. Nel 2020 consegue il titolo di Diploma di Laurea di secondo livello in Decorazione con Lode presso l’Accademia di Belle Arti di Macerata. La sua ricerca -in continua evoluzione- tratta la speciale empatia che si crea fra immagine e memoria, attraverso figure provenienti dalla quotidianità, album di famiglia, immagini pubblicitarie e propri disegni. Tra gli eventi più recenti del suo percorso artistico: 2021 The Passing, Zamagni Art Gallery, Ravenna; Come colui che nove cose assaggia, MOCA FEAST, Monsano; 2021 Workshop/Residenza Ritratto a mano 6.0, Giulianova; 2021 opera vincitrice VI Giardini d’Arte, Yag Garage, Pescara; 2021 site specific atto 1 , Via Gulli 37, Torino; 2020 residenza Equidistanze, Magazzeno Art Gallery, Filetto, Ravenna; Come se il tempo si fosse tutto rannicchiato, da dietro in avanti e da avanti all’indietro, Galleria Centometriquadri, Santa Maria Capua Vetere; 2020 Ge.ne.re - sostantivo maschile, Booming Contemporary Art Show, Bologna; 2019 Gate 18, Tpico Tips, Macerata; 2019 On The Table, Spoleto; 2019 contemporaneaMENTI, Fondazione Iseo, Iseo. www.instagram.com/goldmascioNata a San Benedetto del Tronto (AP) nel 1995. Nel 2014 consegue il diploma di Grafica Pubblicitaria presso l’istituto d’arte O. Licini di Ascoli Piceno. Nel 2020 consegue il titolo di Diploma di Laurea di secondo livello in Decorazione con Lode presso l’Accademia di Belle Arti di Macerata. La sua ricerca -in continua evoluzione- tratta la speciale empatia che si crea fra immagine e memoria, attraverso figure provenienti dalla quotidianità, album di famiglia, immagini pubblicitarie e propri disegni. Tra gli eventi più recenti del suo percorso artistico: 2021 The Passing, Zamagni Art Gallery, Ravenna; Come colui che nove cose assaggia, MOCA FEAST, Monsano; 2021 Workshop/Residenza Ritratto a mano 6.0, Giulianova; 2021 opera vincitrice VI Giardini d’Arte, Yag Garage, Pescara; 2021 site specific atto 1 , Via Gulli 37, Torino; 2020 residenza Equidistanze, Magazzeno Art Gallery, Filetto, Ravenna; Come se il tempo si fosse tutto rannicchiato, da dietro in avanti e da avanti all’indietro, Galleria Centometriquadri, Santa Maria Capua Vetere; 2020 Ge.ne.re - sostantivo maschile, Booming Contemporary Art Show, Bologna; 2019 Gate 18, Tpico Tips, Macerata; 2019 On The Table, Spoleto; 2019 contemporaneaMENTI, Fondazione Iseo, Iseo.
www.instagram.com/goldmascio
CLAUDIA PETRAROLI
Claudia Petraroli è un’artista visiva nata a Teramo nel 1987.
Operatrice digitale nell’industria dell’immagine della moda, trasla nella propria ricerca riflessioni sui comportamenti collettivi nella società dei consumi, con particolare interesse pe ri processi di produzione di soggettività, incrociando approcci di taglio antropologico, trans-femminista e post-coloniale.
Il punto di partenza del suo lavoro è l’osservazione del dato reale che, veicolato per lo più attraverso immagini e fotografie, viene rielaborato e formalizzato con l’impiego di media diversi, come la ceramica, il disegno, la pittura e la stampa 3D. Le sue opere, molto spesso, si allontanano dalla figurazione e assumono sembianze essenziali e aniconiche. Alterando e condizionando le normali caratteristiche di informazioni, materiali e riti, l’artista mette in atto un processo di esasperazione mimetica, volto a decontestualizzare e astrarre significati anche al fine di aumentare ed espandere le possibilità interpretative. Le cose mutano il proprio statuto ontologico, pur mantenendo i propri riferimenti originari. In tal senso, l’oggettualità dell’opera diventa uno strumento per mettere in discussione la centralità del soggetto e rinegoziare i termini che definiscono la presenza dell’umano nel mondo.
Il principale interesse di Petraroli è lo studio delle connessioni tra il contemporaneo e le manifestazioni più arcaiche della vita dell’uomo, coinvolgendo riflessioni sull’evoluzione del sacro, sui processi di secolarizzazione, sulle relazioni con i non-umani intesi come agenti rivelatori, seguendo una prospettiva non antropocentrica.
GIULIA TARDITI
CURATRICE
Francesca Rossi Minelli (Brescia, 1998)
Francesca si occupa di produzione di eventi culturali e progettazione. Dopo una laurea in Comunicazione per le industrie creative all'Università di Parma, ha conseguito un master in Progettazione Culturale all'Università Cattolica del Sacro Cuore (Milano). Francesca ha collaborato con istituzioni e no- profit a progetti artistici e mostre, con residenze artistiche e collabora giornalmente con giovani artisti. Nel suo lavoro tende ad avere un processo multidisciplinare credendo fortemente che la cultura possa produrre sguardi differenti nel momento in cui differenti medium dialoghi tra di loro.
INFO
Private Dance sarà visibile dal 22 dicembre 2022 dalle ore 18:00 fino al 22 febbraio 2023.
L’accesso all’account è gratuito, a QUESTO link.
Per chi non avesse un’account Only Fans ma desidera vedere Private Dance può mandare un’email a francescarossiminelli@gmail.com
22
dicembre 2022
Private Dance
Dal 22 dicembre 2022 al 23 febbraio 2023
arte contemporanea
Evento online
Link di partecipazione
Orario di apertura
24-24
Vernissage
22 Dicembre 2022, 18.00
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Curatore
Autore testo critico