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Profumo di donna
La mostra, curata da Mina Tarantino, mette insieme le opere di 36 artisti di diverse generazioni e tendenze, provenienti da Puglia, Calabria, Campania, Lazio ed Emilia Romagna
Comunicato stampa
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Fu Rosa Luxemburg a proporre, in ricordo della tragedia, la data dell’8 marzo come giornata internazionale della DONNA e questa mostra, che sarà inaugurata mercoledì 8 marzo 2006 alle ore 19,30, ha l’obiettivo di ricordare le origini di questa ricorrenza e di diffondere una cultura di parità uomo-donna, celebrare il coraggio delle donne e l’impegno femminile a riscattarsi dalle vessazioni subite nel corso dei secoli e a rivendicare i propri diritti.
La mostra, curata da Mina Tarantino, mette insieme le opere di 36 artisti di diverse generazioni e tendenze, provenienti da Puglia, Calabria, Campania, Lazio ed Emilia Romagna, che, a seconda delle proprie scelte personali, tenteranno di ricostituire l’Enigma della Femminilità.
Nel testo di presentazione della mostra, Santa Fizzarotti Selvaggi (scrittrice, psicologa-psicoterapeuta, testimone indiscussa e fine osservatrice delle vicende artistiche degli ultimi vent’anni) scrive:
«Ed è il vento che in primavera facilita la fecondazione degli alberi e dei fiori, rigenera la natura, appare colmo del profumo del fuoco, del mare, di popoli diversi, di uomini e donne, di tutti gli esseri viventi. Il vento è la metafora del senso e dell’amore.
Platone, nel Simposio, affida a Diotima, una sacerdotessa, la teoria dell'amore. In tale teoria, " il desiderio, da un piano erotico, può giungere ad altri piani, può cioè diventare desiderio di sapere": il Soggetto che si muove verso questo amore fa valere la "fecondità della sua anima, della sua psychè". ( G. Duby- M. Perrot, 1992) Diotima dice, tra l'altro, che l'anima che si occupa del sapere "è incinta fin dall' infanzia". C’è un'analogia tra concepimento intellettuale e parto. Immaginare, pensare, partorire
Non a caso tutti sappiamo che sia l'atto del pensare che l'atto del procreare sono attraversati dalla sofferenza. L’Arte è per principio femminile.
Con la mostra Profumo di donna, ancora una volta gli Artisti raccontano l'enigma della femminilità, di quella particolare seduzione fatta di sottili percezioni, sensazioni olfattive, arcaici ricordi nascosti in fondo al cuore. Non è un caso che la donna sia sempre stata associata alla Luna, l'astro notturno che presiede alle maree, alle colture ed alla crescita. Nel cielo della conoscenza la Luna rappresenta l'enigma della nascita.
Nell'Ecclesiaste (XLIII, 6-8) è scritto: "Quanto alla Luna sempre esatta/ essa indica il tempo./ È un segno di eternità./ Dalla Luna viene il segno della festa/ quando l'astro decresce dopo la pienezza./ Dal suo nome viene quello del mese/ essa cresce meravigliosamente nella sua trasformazione." Un'antica leggenda della città di Babilonia racconta che la creazione dell'uomo avvenne nell'attimo in cui sorgeva la Luna Nuova. Per i popoli australiani fu la Luna a creare la donna, generatrice di vita e dunque anche di morte. ( M. Comerci, 1982)
L'Arte, dunque, quale riflesso della immagine immaginata della Madre, quale immagine sognata è in relazione al desiderio nostalgico di quello spazio virtuale in cui si tocca e si è toccati, a quell’ odore di latte che in noi evoca un corpo a corpo di straordinaria intensità e che si trasforma in profumo di donna che non risparmia nessuno. Il seno materno che nutre il bambino è all’origine dell’ amore e dell’odio che accompagna e tesse la vita dell’adulto. Ed è in tale complessa dinamica – come da ipotesi kleiniane - che possiamo incontrare le sorgenti dell’Arte quale riparazione dell’Oggetto d’amore primario fortemente desiderato e fantasmaticamente danneggiato. D'altra parte attraverso le Arti si pone in scena il proprio teatro interno in relazione con il teatro del mondo. Nel fondo dell'inconscio, quale grande memoria del tempo, la donna è, comunque, la Madre: amata, odiata, rifiutata, desiderata...
La donna è, ancora oggi, angelo e demone, strega e fata, maga e madonna... Immaginazione e realtà. La Cultura, dunque, si nutre di quell’ineludibile legame con la Madre, fatto di carne, sangue, corpo e pensiero, odori e sapori.
E sono gli artisti che attraverso la parola dell’Arte tentano di ricomporre l’antico mosaico della beatitudine scendendo nel “ regno delle madri” e offrendo nuove visioni del Sé e dell’Altro, dimensioni altre del mondo. L’ enigma della femminilità raccontato da Mimmo Avellis, Luigi Billi, Uccio Biondi, Beppe Capasso, Camillo Capolongo, Vito Capone, Miki Carone, Claudio Cusatelli, Tullio De Gennaro, Franco Dell’erba, Giulio De Mitri, Michele De Palma, Vincenzo De Simone, Mario Di Candia, Giovanni Di Capua, Pietro Di Terlizzi, Benito Gallo Maresca, Lello Gelao, Giulio Giancaspro, Enzo Guaricci, Iginio Iurilli, Corrado Lorenzo, Salvatore Lovaglio, Franco Menolascina, Antonio Noia, Vincenzo Paonessa, Mario Parentela, Pippo Patruno, Pasquale Polidori, Riccardo Righini,Massimo Ruiu, Beppe Sylos Labini, Tarshito, Giuseppe Teofilo, Alberto Vannetti, Giuseppe Verga rappresenta il nucleo del senso della ricerca artistica e la sua irraggiungibile meta.»
La mostra, curata da Mina Tarantino, mette insieme le opere di 36 artisti di diverse generazioni e tendenze, provenienti da Puglia, Calabria, Campania, Lazio ed Emilia Romagna, che, a seconda delle proprie scelte personali, tenteranno di ricostituire l’Enigma della Femminilità.
Nel testo di presentazione della mostra, Santa Fizzarotti Selvaggi (scrittrice, psicologa-psicoterapeuta, testimone indiscussa e fine osservatrice delle vicende artistiche degli ultimi vent’anni) scrive:
«Ed è il vento che in primavera facilita la fecondazione degli alberi e dei fiori, rigenera la natura, appare colmo del profumo del fuoco, del mare, di popoli diversi, di uomini e donne, di tutti gli esseri viventi. Il vento è la metafora del senso e dell’amore.
Platone, nel Simposio, affida a Diotima, una sacerdotessa, la teoria dell'amore. In tale teoria, " il desiderio, da un piano erotico, può giungere ad altri piani, può cioè diventare desiderio di sapere": il Soggetto che si muove verso questo amore fa valere la "fecondità della sua anima, della sua psychè". ( G. Duby- M. Perrot, 1992) Diotima dice, tra l'altro, che l'anima che si occupa del sapere "è incinta fin dall' infanzia". C’è un'analogia tra concepimento intellettuale e parto. Immaginare, pensare, partorire
Non a caso tutti sappiamo che sia l'atto del pensare che l'atto del procreare sono attraversati dalla sofferenza. L’Arte è per principio femminile.
Con la mostra Profumo di donna, ancora una volta gli Artisti raccontano l'enigma della femminilità, di quella particolare seduzione fatta di sottili percezioni, sensazioni olfattive, arcaici ricordi nascosti in fondo al cuore. Non è un caso che la donna sia sempre stata associata alla Luna, l'astro notturno che presiede alle maree, alle colture ed alla crescita. Nel cielo della conoscenza la Luna rappresenta l'enigma della nascita.
Nell'Ecclesiaste (XLIII, 6-8) è scritto: "Quanto alla Luna sempre esatta/ essa indica il tempo./ È un segno di eternità./ Dalla Luna viene il segno della festa/ quando l'astro decresce dopo la pienezza./ Dal suo nome viene quello del mese/ essa cresce meravigliosamente nella sua trasformazione." Un'antica leggenda della città di Babilonia racconta che la creazione dell'uomo avvenne nell'attimo in cui sorgeva la Luna Nuova. Per i popoli australiani fu la Luna a creare la donna, generatrice di vita e dunque anche di morte. ( M. Comerci, 1982)
L'Arte, dunque, quale riflesso della immagine immaginata della Madre, quale immagine sognata è in relazione al desiderio nostalgico di quello spazio virtuale in cui si tocca e si è toccati, a quell’ odore di latte che in noi evoca un corpo a corpo di straordinaria intensità e che si trasforma in profumo di donna che non risparmia nessuno. Il seno materno che nutre il bambino è all’origine dell’ amore e dell’odio che accompagna e tesse la vita dell’adulto. Ed è in tale complessa dinamica – come da ipotesi kleiniane - che possiamo incontrare le sorgenti dell’Arte quale riparazione dell’Oggetto d’amore primario fortemente desiderato e fantasmaticamente danneggiato. D'altra parte attraverso le Arti si pone in scena il proprio teatro interno in relazione con il teatro del mondo. Nel fondo dell'inconscio, quale grande memoria del tempo, la donna è, comunque, la Madre: amata, odiata, rifiutata, desiderata...
La donna è, ancora oggi, angelo e demone, strega e fata, maga e madonna... Immaginazione e realtà. La Cultura, dunque, si nutre di quell’ineludibile legame con la Madre, fatto di carne, sangue, corpo e pensiero, odori e sapori.
E sono gli artisti che attraverso la parola dell’Arte tentano di ricomporre l’antico mosaico della beatitudine scendendo nel “ regno delle madri” e offrendo nuove visioni del Sé e dell’Altro, dimensioni altre del mondo. L’ enigma della femminilità raccontato da Mimmo Avellis, Luigi Billi, Uccio Biondi, Beppe Capasso, Camillo Capolongo, Vito Capone, Miki Carone, Claudio Cusatelli, Tullio De Gennaro, Franco Dell’erba, Giulio De Mitri, Michele De Palma, Vincenzo De Simone, Mario Di Candia, Giovanni Di Capua, Pietro Di Terlizzi, Benito Gallo Maresca, Lello Gelao, Giulio Giancaspro, Enzo Guaricci, Iginio Iurilli, Corrado Lorenzo, Salvatore Lovaglio, Franco Menolascina, Antonio Noia, Vincenzo Paonessa, Mario Parentela, Pippo Patruno, Pasquale Polidori, Riccardo Righini,Massimo Ruiu, Beppe Sylos Labini, Tarshito, Giuseppe Teofilo, Alberto Vannetti, Giuseppe Verga rappresenta il nucleo del senso della ricerca artistica e la sua irraggiungibile meta.»
08
marzo 2006
Profumo di donna
Dall'otto marzo al 30 aprile 2006
arte contemporanea
Location
GALLERIA SPAZIOSEI
Monopoli, Via Sant'anna, 6, (Bari)
Monopoli, Via Sant'anna, 6, (Bari)
Orario di apertura
tutti i giorni ore 17.30 - 20.30 (lunedì chiuso)
Vernissage
8 Marzo 2006, ore 19,30
Autore
Curatore