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Progetto italiano n. 3 / Azimuth / Libera dimensione
Terza collettiva di Progetto Italiano: in mostra artisti che hanno approcci con la superficie completamente differenti e che sono di fondamentale importanza per il processo creativo. La superficie non è associata unicamente alla materia ma diviene anzitutto una sorta di procedimento di lavorazione mentale atto a creare un mondo immaginale essenziale per l’artista stesso. Rappresentativo è l’approccio di Piero Manzoni, che rivoluzionò il concetto stesso di opera d’arte nella seconda metà del ’900
Comunicato stampa
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“Il verificarsi di nuove condizioni, il proporsi di nuovi problemi comportano, con la necessità di nuove soluzioni, nuovi metodi, nuove misure; non ci si stacca dalla terra correndo o saltando: occorrono le ali; le modificazioni non bastano; la trasformazione deve essere integrale.”
In questo scritto di Manzoni tratto dal secondo numero della rivista di arte «Azimuth», fondata nel 1959 da Piero Manzoni ed Enrico Castellani, uscita in soli due numeri (il n. 1 nel 1959 e il n. 2 nel gennaio 1960), l’artista pone ai lettori la questione del rapporto fra l’opera d’arte e lo spazio. Manzoni si chiede come facciano alcuni pittori, pur essendo interessati ai problemi moderni, a porsi di fronte al quadro vedendolo come una mera superficie da riempire con il colore e le forme. “Tracciano un segno, indietreggiano, guardano il loro operato inclinando il capo e socchiudendo un occhio, poi balzano di nuovo in avanti, aggiungono un altro segno, un altro colore della tavolozza, e continuano in questa ginnastica finché non hanno riempito il quadro, coperta la tela; il quadro è finito; una superficie d’illimitate possibilità è ora ridotta a una specie di recipiente in cui sono forzati e compressi colori innaturali, significati artificiali. Perché invece non vuotare questo recipiente? Perché non liberare questa superficie? Perché non cercare di scoprire il significato illimitato di uno spazio totale, di una luce pura e assoluta?”Manzoni va contro l’idea di abbinare semplicemente dei colori o delle tonalità, per l’artista l’opera vale solo in quanto essere totale, la superficie rispetto al colore è illimitata e dinamica, essa non ha nessun colore di riferimento, una linea si può solo tracciarla, lunghissima, all’infinito, al di fuori di ogni problema di composizione o di dimensione; nello spazio totale non esistono dimensioni.
Per questa terza collettiva di Progetto Italiano ho selezionato artisti che hanno approcci con la superficie completamente differenti e che sono di fondamentale importanza per il processo creativo. La superficie non è associata unicamente alla materia ma diviene anzitutto una sorta di procedimento di lavorazione mentale atto a creare un mondo immaginale essenziale per l’artista stesso.
Rappresentativo è l’approccio di Piero Manzoni, che rivoluzionò il concetto stesso di opera d’arte nella seconda metà del ’900.
In questo scritto di Manzoni tratto dal secondo numero della rivista di arte «Azimuth», fondata nel 1959 da Piero Manzoni ed Enrico Castellani, uscita in soli due numeri (il n. 1 nel 1959 e il n. 2 nel gennaio 1960), l’artista pone ai lettori la questione del rapporto fra l’opera d’arte e lo spazio. Manzoni si chiede come facciano alcuni pittori, pur essendo interessati ai problemi moderni, a porsi di fronte al quadro vedendolo come una mera superficie da riempire con il colore e le forme. “Tracciano un segno, indietreggiano, guardano il loro operato inclinando il capo e socchiudendo un occhio, poi balzano di nuovo in avanti, aggiungono un altro segno, un altro colore della tavolozza, e continuano in questa ginnastica finché non hanno riempito il quadro, coperta la tela; il quadro è finito; una superficie d’illimitate possibilità è ora ridotta a una specie di recipiente in cui sono forzati e compressi colori innaturali, significati artificiali. Perché invece non vuotare questo recipiente? Perché non liberare questa superficie? Perché non cercare di scoprire il significato illimitato di uno spazio totale, di una luce pura e assoluta?”Manzoni va contro l’idea di abbinare semplicemente dei colori o delle tonalità, per l’artista l’opera vale solo in quanto essere totale, la superficie rispetto al colore è illimitata e dinamica, essa non ha nessun colore di riferimento, una linea si può solo tracciarla, lunghissima, all’infinito, al di fuori di ogni problema di composizione o di dimensione; nello spazio totale non esistono dimensioni.
Per questa terza collettiva di Progetto Italiano ho selezionato artisti che hanno approcci con la superficie completamente differenti e che sono di fondamentale importanza per il processo creativo. La superficie non è associata unicamente alla materia ma diviene anzitutto una sorta di procedimento di lavorazione mentale atto a creare un mondo immaginale essenziale per l’artista stesso.
Rappresentativo è l’approccio di Piero Manzoni, che rivoluzionò il concetto stesso di opera d’arte nella seconda metà del ’900.
20
febbraio 2015
Progetto italiano n. 3 / Azimuth / Libera dimensione
Dal 20 febbraio all'undici marzo 2015
arte contemporanea
Location
THE WORKBENCH
Milano, Via Vespri Siciliani, 16/4, (Milano)
Milano, Via Vespri Siciliani, 16/4, (Milano)
Orario di apertura
su appuntamento dal lunedì al venerdì dalle ore 10:30 alle ore 18:30
Vernissage
20 Febbraio 2015, ore 18.30
Autore
Curatore