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Progressive Nostalgia
Arte contemporanea dall’ex URSS
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato dal 27 maggio al 26 agosto 2007 presenta, “Progressive Nostalgia”, una grande mostra collettiva dedicata all’arte contemporanea dall’ex URSS curata da Viktor Misiano.
Sono oltre 100 le opere dei 43 artisti provenienti da Armenia, Azerbaidzhan, Byelorussia, Estonia, Kazakhstan, Kyrgyzstan, Georgia, Lettonia, Lithuania, Moldova, Russia, Ucraina, tra i quali figurano vari gruppi e collettivi, 10 i progetti speciali realizzati per questa ricca e articolata panoramica che oltre alle sale espositive invade tutti gli spazi del Centro Pecci, dalla facciata esterna al piano terra, dalla sala teatro all’ingresso.
A 17 anni dalla mostra “Artisti russi contemporanei”, la prima rassegna presentata in Europa pochi mesi dopo il crollo del Muro di Berlino, il Centro Pecci propone un nuovo appuntamento con l’arte contemporanea dell’est per cercare di capire, descrivere e illustrare la situazione delle arti dell’ultimo decennio in Russia e negli altri paesi dell’ex URSS dopo che questo smisurato spazio geo-politico si è frammentato in numerose repubbliche indipendenti.
Cosa è successo in questi territori dopo il dissolvimento di quella federazione? Che cosa produce, a quindici anni dalla così detta indipendenza, la scena artistica di quei paesi? Cosa stanno facendo i giovani artisti formatisi dopo la fine del socialismo reale? In che modo sentono affermata, forse troppo rapidamente, “la fine delle transizioni”, la “stabilizzazione” e la “normalizzazione”?
Sono questi gli interrogativi a cui la mostra “Progressive Nostalgia” tenta di rispondere sostenendo l’ipotesi che si possa ancora guardare alla coscienza artistica e culturale di quest’area gigantesca come a un unico contesto, nonostante la caduta dell’Unione Sovietica e le differenze che hanno contrassegnato i processi di indipendenza e sviluppo dei paesi che un tempo ne erano membri.
Nonostante il titolo possa trarre in inganno, “Progressive Nostalgia”, è una mostra che parla del presente e delle sue interazioni e inevitabili connessioni con la storia degli ultimi anni perché ogni definizione della contemporaneità presuppone un dibattito sul passato, ogni autodefinizione nel presente assume i contorni di una riflessione storica. Di conseguenza la nostalgia, oggi, “è una forma di riflessione sulla contemporaneità, è la capacità di assumere una posizione nel presente e di lanciare una sfida al futuro. Questa è una mostra sulla nostalgia progressista.” (Viktor Misiano)
A partire dal desiderio di accedere alle potenzialità utopiche che nel nostro presente latitano in maniera flagrante ma che hanno segnato un’epoca che troppo facilmente e prematuramente vuol essere dimenticata o svenduta, la mostra presenta attraverso i lavori degli artisti l’esperienza, spesso traumatica, di essere inclusi in un mondo globale; l’esperienza della ritrovata libertà ma anche il riconoscimento dei suoi aspetti condizionanti; l’esperienza di apertura ad un mondo Occidentale che, non essendo più un mito, può diventare motivo di infelicità e malcontento.
L’esperienza sovietica, con le sue criticità e problematicità, attrae ancora “per le dimensioni del progetto politico che ha generato (Osmolovsky), per la forza delle idee creative che stanno alla sua base (Budratskis, Galkina, Ter-Oganjan), per la sua sfera pubblica (Urbonas), per l’appartenenza alla cultura europea classica (Gutov), oppure per il suo romanticismo rivoluzionario (What is to be done?). Queste allusioni al passato riflettono la delusione verso la nuova situazione postsovietica e contengono un’accusa diretta alla corruzione politica e alla povertà di valori che caratterizza la contemporaneità.” (Misiano)
E ancora, sotto quale forma può, oggi, di nuovo riaffiorare alla mente il socialismo sovietico? “Come idillio collettivistico (Chernysheva) o sotto le spoglie di un’Arcadia pseudoantica (Stasiulyte).” (Misiano)
Mentre, l’universo materiale della modernity sovietica diviene oggetto di ricerche antropologiche anche in quell’occidente al quale si è sempre contrapposta (Arkhipov).
Guardare alle cose di oggi con una certa distanza significa capire che “la storia non è un monumento equestre, ma la pelle alla rovescia di un cavallo scuoiato (Meldibekov).” (Misiano)
Con il riso, la critica aspra, il sarcasmo intellettuale che hanno sempre caratterizzato l’arte di questi paesi, si torna anche oggi ad “opporsi al potere, qualsiasi forma esso assuma, dai brogli elettorali (Azat) all’ideologia nazionalistica (Chichkan) o a quella globalizzatrice (Braila), dall’industria dei media (Buldakov), a quella dei consumi (Rakauskaite) e dello svago (Bratkov).” (Viktor Misiano)
Come l’avanguardia non ufficiale ha smontato il mondo propagandistico e celebrativo dell’arte ufficiale sovietica, oggi l’arte contemporanea postsovietica smonta il mondo globale prospettando la dignità di ripensare la storia di fronte alla vacuità del semplice “qui e ora”.
Il filo conduttore della mostra è l’attualità della posizione di questi artisti, la loro sensibilità nei confronti di una ‘nostalgia’ che non riguarda soltanto questi paesi ma tutti noi perchè tende al progresso sociale, civile e culturale.
Una mostra che anche nel suo allestimento segue una vera e propria narrazione dividendosi in capitoli dal titolo evocativo: Addio alla grande narrrativa, La guerra vista dalla mia finestra, In cerca d’identità, Il mondo nuovo, L’urlo, Progetto umano, Nostalgia progressista, Che fare?, Nel futuro.
Gli artisti
Vaharam Aghasyan, Vladimir Arkhipov, AZAT (Azat Sargsyan), Babi Badalov, Pavel Braila, Sergey Bratkov, Ilya Budraitskis, Alexei Buldakov, Petr Bystrov, Olga Chernysheva, Ilya Chichkan, Ulan Djaparov, Factory of Found Clothes (FFC), Natalja Pershina-Yakimanskaya (Gluklya), Olga Egorova (Tsaplya), Yevgeniy Fiks, Alexandra Galkina, Dimitri Gutov, Maxim Karakulov, Gulnara Kasmalieva, Olga Kisseleva, Aleksander Komarov, Irina Korina, Vladimir Kupryanov, Erbossyn Meldibekov, Nokolay Oleynikov, Anatoly Osmolovsky, Kerim Ragimov, Koka Ramishvili, Egle Rakauskaite, Mark Raidpere, The ‘R.E.P.’ Group, Laura Stasiulyte, Konstantin Sulaberidze, Sophia Tabatadze, David Ter-Oganjan, Leonid Tishkov, Jaan Toomik, Nadia Tsulukidze, Nomeda & Gediminas Urbonas, Dmitry Vilensky, Yelena Vorobyeva, What is to be done? (A platform for engaged culture).
Il curatore
Viktor Misiano è nato nel 1957 a Mosca, dove vive e lavora. Fondatore e direttore della rivista “Moscow Art Magazine”, è stato uno dei più attivi curatori russi dal periodo della Perestroika sino ad oggi.
Dal 1980 al 1990 è stato curatore del dipartimento arte contemporanea presso il Museo Pushkin di Belle Arti e dal 1992 al 1997 direttore del Centro per l’Arte Contemporanea di Mosca. Oltre a numerose mostre realizzate presso molti musei europei, ha partecipato a diversi progetti curatoriali nell’ambito delle biennali di Istanbul (1992), Venezia (1995, 1997, 2003) e Valencia (1999), è stato membro del team curatoriale della prima edizione di Manifesta a Rotterdam (1996).
Il catalogo
La mostra è accompagnata da un catalogo edito dal Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, curato da Marco Bazzini e Viktor Misiano in edizione bilingue italiano/inglese. Il volume, oltre a presentare le opere esposte, raccoglie brevi, ma essenziali, testi firmati da tutti gli artisti e alcuni saggi critici di importanti intellettuali che contribuiscono a contestualizzare la scena artistica all’interno della società postsovietica.
Saggi di: Viktor Misiano, Teimur Daimi, Yevgeniy Fiks, Dmitry Vilensky, Keti Chukhrov, Boris Chukhovic e una lunga intervista a Boris Groys a cura di Viktor Misiano e Aleksej Penzin.
Visite guidate gratuite
Per tutta la durata della mostra la sezione didattica del Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci organizza il sabato mattina alle ore 11 visite guidate gratuite. Il servizio, che dà la possibilità di visitare la mostra con la guida di personale specializzato, è disponibile gratuitamente, con il solo pagamento del biglietto d´ingresso. Non è necessaria la prenotazione.
Inoltre la sezione didattica propone percorsi guidati per gruppi (minimo 15 persone) su prenotazione: Telefono 0574-531835 / 531825; email didattica@centropecci.it.
Mostra promossa da:
Regione Toscana
TRA ART rete regionale per l'arte contemporanea
Comune di Prato
Con il sostegno di
Fondazione Monte dei Paschi di Siena
e la partecipazione di
ASM SpA, Gruppo Consiag, CariPrato SpA e Unione Industriale Pratese
Sono oltre 100 le opere dei 43 artisti provenienti da Armenia, Azerbaidzhan, Byelorussia, Estonia, Kazakhstan, Kyrgyzstan, Georgia, Lettonia, Lithuania, Moldova, Russia, Ucraina, tra i quali figurano vari gruppi e collettivi, 10 i progetti speciali realizzati per questa ricca e articolata panoramica che oltre alle sale espositive invade tutti gli spazi del Centro Pecci, dalla facciata esterna al piano terra, dalla sala teatro all’ingresso.
A 17 anni dalla mostra “Artisti russi contemporanei”, la prima rassegna presentata in Europa pochi mesi dopo il crollo del Muro di Berlino, il Centro Pecci propone un nuovo appuntamento con l’arte contemporanea dell’est per cercare di capire, descrivere e illustrare la situazione delle arti dell’ultimo decennio in Russia e negli altri paesi dell’ex URSS dopo che questo smisurato spazio geo-politico si è frammentato in numerose repubbliche indipendenti.
Cosa è successo in questi territori dopo il dissolvimento di quella federazione? Che cosa produce, a quindici anni dalla così detta indipendenza, la scena artistica di quei paesi? Cosa stanno facendo i giovani artisti formatisi dopo la fine del socialismo reale? In che modo sentono affermata, forse troppo rapidamente, “la fine delle transizioni”, la “stabilizzazione” e la “normalizzazione”?
Sono questi gli interrogativi a cui la mostra “Progressive Nostalgia” tenta di rispondere sostenendo l’ipotesi che si possa ancora guardare alla coscienza artistica e culturale di quest’area gigantesca come a un unico contesto, nonostante la caduta dell’Unione Sovietica e le differenze che hanno contrassegnato i processi di indipendenza e sviluppo dei paesi che un tempo ne erano membri.
Nonostante il titolo possa trarre in inganno, “Progressive Nostalgia”, è una mostra che parla del presente e delle sue interazioni e inevitabili connessioni con la storia degli ultimi anni perché ogni definizione della contemporaneità presuppone un dibattito sul passato, ogni autodefinizione nel presente assume i contorni di una riflessione storica. Di conseguenza la nostalgia, oggi, “è una forma di riflessione sulla contemporaneità, è la capacità di assumere una posizione nel presente e di lanciare una sfida al futuro. Questa è una mostra sulla nostalgia progressista.” (Viktor Misiano)
A partire dal desiderio di accedere alle potenzialità utopiche che nel nostro presente latitano in maniera flagrante ma che hanno segnato un’epoca che troppo facilmente e prematuramente vuol essere dimenticata o svenduta, la mostra presenta attraverso i lavori degli artisti l’esperienza, spesso traumatica, di essere inclusi in un mondo globale; l’esperienza della ritrovata libertà ma anche il riconoscimento dei suoi aspetti condizionanti; l’esperienza di apertura ad un mondo Occidentale che, non essendo più un mito, può diventare motivo di infelicità e malcontento.
L’esperienza sovietica, con le sue criticità e problematicità, attrae ancora “per le dimensioni del progetto politico che ha generato (Osmolovsky), per la forza delle idee creative che stanno alla sua base (Budratskis, Galkina, Ter-Oganjan), per la sua sfera pubblica (Urbonas), per l’appartenenza alla cultura europea classica (Gutov), oppure per il suo romanticismo rivoluzionario (What is to be done?). Queste allusioni al passato riflettono la delusione verso la nuova situazione postsovietica e contengono un’accusa diretta alla corruzione politica e alla povertà di valori che caratterizza la contemporaneità.” (Misiano)
E ancora, sotto quale forma può, oggi, di nuovo riaffiorare alla mente il socialismo sovietico? “Come idillio collettivistico (Chernysheva) o sotto le spoglie di un’Arcadia pseudoantica (Stasiulyte).” (Misiano)
Mentre, l’universo materiale della modernity sovietica diviene oggetto di ricerche antropologiche anche in quell’occidente al quale si è sempre contrapposta (Arkhipov).
Guardare alle cose di oggi con una certa distanza significa capire che “la storia non è un monumento equestre, ma la pelle alla rovescia di un cavallo scuoiato (Meldibekov).” (Misiano)
Con il riso, la critica aspra, il sarcasmo intellettuale che hanno sempre caratterizzato l’arte di questi paesi, si torna anche oggi ad “opporsi al potere, qualsiasi forma esso assuma, dai brogli elettorali (Azat) all’ideologia nazionalistica (Chichkan) o a quella globalizzatrice (Braila), dall’industria dei media (Buldakov), a quella dei consumi (Rakauskaite) e dello svago (Bratkov).” (Viktor Misiano)
Come l’avanguardia non ufficiale ha smontato il mondo propagandistico e celebrativo dell’arte ufficiale sovietica, oggi l’arte contemporanea postsovietica smonta il mondo globale prospettando la dignità di ripensare la storia di fronte alla vacuità del semplice “qui e ora”.
Il filo conduttore della mostra è l’attualità della posizione di questi artisti, la loro sensibilità nei confronti di una ‘nostalgia’ che non riguarda soltanto questi paesi ma tutti noi perchè tende al progresso sociale, civile e culturale.
Una mostra che anche nel suo allestimento segue una vera e propria narrazione dividendosi in capitoli dal titolo evocativo: Addio alla grande narrrativa, La guerra vista dalla mia finestra, In cerca d’identità, Il mondo nuovo, L’urlo, Progetto umano, Nostalgia progressista, Che fare?, Nel futuro.
Gli artisti
Vaharam Aghasyan, Vladimir Arkhipov, AZAT (Azat Sargsyan), Babi Badalov, Pavel Braila, Sergey Bratkov, Ilya Budraitskis, Alexei Buldakov, Petr Bystrov, Olga Chernysheva, Ilya Chichkan, Ulan Djaparov, Factory of Found Clothes (FFC), Natalja Pershina-Yakimanskaya (Gluklya), Olga Egorova (Tsaplya), Yevgeniy Fiks, Alexandra Galkina, Dimitri Gutov, Maxim Karakulov, Gulnara Kasmalieva, Olga Kisseleva, Aleksander Komarov, Irina Korina, Vladimir Kupryanov, Erbossyn Meldibekov, Nokolay Oleynikov, Anatoly Osmolovsky, Kerim Ragimov, Koka Ramishvili, Egle Rakauskaite, Mark Raidpere, The ‘R.E.P.’ Group, Laura Stasiulyte, Konstantin Sulaberidze, Sophia Tabatadze, David Ter-Oganjan, Leonid Tishkov, Jaan Toomik, Nadia Tsulukidze, Nomeda & Gediminas Urbonas, Dmitry Vilensky, Yelena Vorobyeva, What is to be done? (A platform for engaged culture).
Il curatore
Viktor Misiano è nato nel 1957 a Mosca, dove vive e lavora. Fondatore e direttore della rivista “Moscow Art Magazine”, è stato uno dei più attivi curatori russi dal periodo della Perestroika sino ad oggi.
Dal 1980 al 1990 è stato curatore del dipartimento arte contemporanea presso il Museo Pushkin di Belle Arti e dal 1992 al 1997 direttore del Centro per l’Arte Contemporanea di Mosca. Oltre a numerose mostre realizzate presso molti musei europei, ha partecipato a diversi progetti curatoriali nell’ambito delle biennali di Istanbul (1992), Venezia (1995, 1997, 2003) e Valencia (1999), è stato membro del team curatoriale della prima edizione di Manifesta a Rotterdam (1996).
Il catalogo
La mostra è accompagnata da un catalogo edito dal Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, curato da Marco Bazzini e Viktor Misiano in edizione bilingue italiano/inglese. Il volume, oltre a presentare le opere esposte, raccoglie brevi, ma essenziali, testi firmati da tutti gli artisti e alcuni saggi critici di importanti intellettuali che contribuiscono a contestualizzare la scena artistica all’interno della società postsovietica.
Saggi di: Viktor Misiano, Teimur Daimi, Yevgeniy Fiks, Dmitry Vilensky, Keti Chukhrov, Boris Chukhovic e una lunga intervista a Boris Groys a cura di Viktor Misiano e Aleksej Penzin.
Visite guidate gratuite
Per tutta la durata della mostra la sezione didattica del Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci organizza il sabato mattina alle ore 11 visite guidate gratuite. Il servizio, che dà la possibilità di visitare la mostra con la guida di personale specializzato, è disponibile gratuitamente, con il solo pagamento del biglietto d´ingresso. Non è necessaria la prenotazione.
Inoltre la sezione didattica propone percorsi guidati per gruppi (minimo 15 persone) su prenotazione: Telefono 0574-531835 / 531825; email didattica@centropecci.it.
Mostra promossa da:
Regione Toscana
TRA ART rete regionale per l'arte contemporanea
Comune di Prato
Con il sostegno di
Fondazione Monte dei Paschi di Siena
e la partecipazione di
ASM SpA, Gruppo Consiag, CariPrato SpA e Unione Industriale Pratese
26
maggio 2007
Progressive Nostalgia
Dal 26 maggio al 26 agosto 2007
arte contemporanea
Location
CENTRO PER L’ARTE CONTEMPORANEA LUIGI PECCI
Prato, Viale Della Repubblica, 277, (Prato)
Prato, Viale Della Repubblica, 277, (Prato)
Biglietti
intero 5 euro, ridotto 4 euro
Orario di apertura
tutti i giorni, ore 11-19, chiuso martedì
Vernissage
26 Maggio 2007, ore 18
Autore
Curatore