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Project Room. A show without works
I sogni, le ambizioni, l’indagine degli artisti internazionali sono racchiusi in 10 monitor disposti nei tre ambienti di Spazio Lima. Le loro voci narranti aiuteranno il pubblico ad immaginare futuri scenari estetici.
Comunicato stampa
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La mostra Project Room. A show without works / Una mostra senza opere, curata da Daniele Perra, mette a nudo il nervo creativo dell’arte, svela i processi che sono alla base di un’opera, ne racconta e spiega la genesi.
Quando visitiamo una mostra d’arte contemporanea, ci troviamo di fronte a delle opere, molto spesso difficili da interpretare, e le osserviamo senza conoscere il processo che le ha generate. Tra una mucca squartata e messa in formaldeide e la riproduzione di un Papa colpito da un meteorite, è legittimo farsi qualche domanda.
Project Room sfida la routine delle esposizioni e decide di non esibire opere d’arte compiute, ma propone dieci auto video interviste di altrettanti artisti, che parlano liberamente di un’opera su cui stanno lavorando o di un progetto utopico che vorrebbero realizzare, o della loro ricerca creativa.
I sogni, le ambizioni, l’indagine degli artisti internazionali Marc Bauer (CH), Whitney Bedford (USA), Yael Davids (NL), Jean-Pascal Flavien (FR), Annalisa Furnari (I), Ryan Gander (UK), Jérémie Gindre (CH), Loredana Longo (I), Bas Louter (NL) e Christian Rainer (I) sono racchiusi in 10 monitor disposti nei tre ambienti di Spazio Lima. Le loro voci narranti aiuteranno il pubblico ad immaginare futuri scenari estetici.
Project Room è anche l’occasione per tracciare una mappatura della creatività internazionale di una generazione di artisti nati fra il 1968 e il 1978, provenienti da Olanda, Italia, Regno Unito, Svizzera, Francia e Stati Uniti. I racconti sottolineano analogie e differenze, sia fra le identità culturali delle aree geografiche coinvolte, sia nell’uso dei diversi media: fotografia, disegno, pittura, video, scultura, suono e performance. Tra queste differenze spicca però un elemento comune e significativo: la forte progettualità che accomuna il metodo di lavoro di questi artisti.
Project Room potrebbe essere inoltre uno spunto per una futura mostra “tradizionale”, un’idea per committenti in cerca di nuovi talenti, ma scopo ultimo del progetto è alimentare la curiosità del visitatore, spingendolo a riflettere sui complessi meccanismi che sono alla base di un’opera d’arte.
L’evento si terrà in occasione della fiera MICAM The shoe event e sarà finanziato dal calzaturificio ROBERTO DEL CARLO, che per la prima volta sponsorizza una manifestazione legata all’arte contemporanea. Un significativo esempio di come la migliore realtà imprenditoriale italiana dia un forte contributo alla crescita e alla diffusione dell’arte contemporanea presso un pubblico ampio.
Quando visitiamo una mostra d’arte contemporanea, ci troviamo di fronte a delle opere, molto spesso difficili da interpretare, e le osserviamo senza conoscere il processo che le ha generate. Tra una mucca squartata e messa in formaldeide e la riproduzione di un Papa colpito da un meteorite, è legittimo farsi qualche domanda.
Project Room sfida la routine delle esposizioni e decide di non esibire opere d’arte compiute, ma propone dieci auto video interviste di altrettanti artisti, che parlano liberamente di un’opera su cui stanno lavorando o di un progetto utopico che vorrebbero realizzare, o della loro ricerca creativa.
I sogni, le ambizioni, l’indagine degli artisti internazionali Marc Bauer (CH), Whitney Bedford (USA), Yael Davids (NL), Jean-Pascal Flavien (FR), Annalisa Furnari (I), Ryan Gander (UK), Jérémie Gindre (CH), Loredana Longo (I), Bas Louter (NL) e Christian Rainer (I) sono racchiusi in 10 monitor disposti nei tre ambienti di Spazio Lima. Le loro voci narranti aiuteranno il pubblico ad immaginare futuri scenari estetici.
Project Room è anche l’occasione per tracciare una mappatura della creatività internazionale di una generazione di artisti nati fra il 1968 e il 1978, provenienti da Olanda, Italia, Regno Unito, Svizzera, Francia e Stati Uniti. I racconti sottolineano analogie e differenze, sia fra le identità culturali delle aree geografiche coinvolte, sia nell’uso dei diversi media: fotografia, disegno, pittura, video, scultura, suono e performance. Tra queste differenze spicca però un elemento comune e significativo: la forte progettualità che accomuna il metodo di lavoro di questi artisti.
Project Room potrebbe essere inoltre uno spunto per una futura mostra “tradizionale”, un’idea per committenti in cerca di nuovi talenti, ma scopo ultimo del progetto è alimentare la curiosità del visitatore, spingendolo a riflettere sui complessi meccanismi che sono alla base di un’opera d’arte.
L’evento si terrà in occasione della fiera MICAM The shoe event e sarà finanziato dal calzaturificio ROBERTO DEL CARLO, che per la prima volta sponsorizza una manifestazione legata all’arte contemporanea. Un significativo esempio di come la migliore realtà imprenditoriale italiana dia un forte contributo alla crescita e alla diffusione dell’arte contemporanea presso un pubblico ampio.
18
marzo 2005
Project Room. A show without works
Dal 18 al 24 marzo 2005
arte contemporanea
Location
SPAZIO LIMA
Milano, Via Giovanni Masera, (Milano)
Milano, Via Giovanni Masera, (Milano)
Orario di apertura
19-20 marzo ore 18-21; dal 21 al 24 marzo ore 14,30-19,30
Vernissage
18 Marzo 2005, ore 18,30. Alle 18 Christian Rainer presenta il video "No Name's Riot"
Autore
Curatore