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Proportio
L’esposizione esplora l’onnipresenza delle proporzioni universali nell’arte, nella scienza, nella musica e nell’architettura
Comunicato stampa
Segnala l'evento
PROPORTIO, l’esposizione organizzata dalla Fondazione Axel e May Vervoordt
e la Fondazione Musei Civici di Venezia aprirà il prossimo maggio in
concomitanza della 56° Esposizione Internazionale – La Biennale di Venezia.
Curata da Axel Vervoordt e Daniela Ferretti ed allestita nell’imponente Palazzo
Fortuny, l’esposizione esplora l’onnipresenza delle proporzioni universali nell’arte,
nella scienza, nella musica e nell’architettura. PROPORTIO segue l’acclamata
trilogia di mostre: Artempo (2007), In-finitum (2009) e TRA (2011) e la più recente
Tàpies. Lo Sguardo dell’artista (2013).
Durante l’intero corso della storia umana a noi noto, civiltà diverse hanno
impiegato il sapere relativo alle proporzioni. Le nozioni estremamente avanzate e
complesse legate ai principi della geometria sacra e, in particolar modo, della
sezione aurea sono confluite all’interno di esoteriche conoscenze spirituali e
tradizioni religiose. Per centinaia di anni il mondo occidentale si è dedicato
segretamente alla geometria sacra, e le conoscenze sono state così (forse
intenzionalmente) dimenticate o abbandonate.
PROPORTIO mira a riavviare un dialogo contemporaneo attorno alla conoscenza
perduta delle proporzioni e della geometria sacra. Artisti, scienziati, architetti,
filosofi (e non solo) ci offrono una lente che ci permetterà di capire come le
proporzioni possano farci penetrare nella struttura essenziale del presente e
possano fornirci una matrice per il futuro. Proportio ci offre l’occasione di
esplorare le proporzioni universali invitandoci a riflettere sulle
interconnessioni che innervano il nostro universo. PROPORTIO presenta
opere espressamente commissionate ad artisti del calibro di Marina
Abramovic, Massimo Bartolini, Michael Borremans, Maurizio Donzelli,
Riccardo De Marchi, Arthur Duff, Anish Kapoor e Izhar Patkin, e le quali
saranno esposte accanto a lavori di Carl André, Berlinde De Bruyckere, Luciano Fabro, Alberto Giacometti, Ellsworth Kelly, Sol Lewitt, , Agnes Martin, Fausto Melotti, Mario Merz, Ad Ryman e Bill Viola, oltre ad alcuni reperti egiziani, ad una serie di dipinti architettonici degli antichi maestri olandesi, ad uno splendido ritratto di Botticelli ed una scultura monumentale di Antonio Canova.
Cinque grandi padiglioni architettonici, progettati da Axel Vervoordt e
dall’architetto Tatsuro Miki in collaborazione con l’ingegnere Jorgen Hempel e
costruiti unicamente con l’utilizzo di materiali organici, trasformeranno la Sala
Gondola al piano terra del Palazzo. Ogni padiglione è progettato secondo le
“sacre” dimensioni, fornendo una rappresentazione concreta degli aspetti
proporzionali che i visitatori potranno provare attraverso il percorso negli spazi
vuoti.
Il corridoio dietro la Sala Gondola presenta una serie di fotografie giganti
raffiguranti cattedrali medievali di Markus Brunetti in un dialogo con una scultura
di Eduardo Chillida un’enorme scultura di Renato Nicolodi, un’installazione
imponente di Heinz Mack e un video di Susan Kleinberg basato su una statua di
Kairos del Louvre dove ha lavorato con il loro microscopio più potente aprendo un
dialogo con il “cosmo in proporzione ad un piccolo ma potente segno della
natura”.
L’ultima sala prima di accedere al piano superiore ospita la performance ed
installazione dello “Space of Signs Selfie Studio” di Shuji Mukai studiando come i
visitatori vivono gli spazi artistici nell’era dell’autorappresentazione e degli
onnipresenti social media.
Il mezzanino presenta una scultura non rifinita di Antony Gormley il quale
dimostra che Il corpo è esso stesso la prima forma di architettura, accanto al
dipinto di Anselm Kiefer in cui come nel cosmo, si è sempre in costruzione,
demolizione, ricostruzione.
Il piano nobile, o “Piano Fortuny” da spazio a molte opere architettoniche, inclusi
modelli di Le Corbusier, Erwin Heerich, Ilya e Emilia Kabakov e Richard Meier, tra
diverse forme di investigazione artistica delle proporzioni da parte di artisti
minimalisti e artisti ZERO appartenenti al ventesimo secolo, ma anche da parte
degli antichi maestri. Anche questa stanza presenta una grande biblioteca
“ideale” con edizioni antiche di trattati di Vitruvio, Dürer, Alberti, Serlio, Palladio e
altri. Le quattro stanze laterali del salone principale hanno un’atmosfera raccolta
e silenziosa e sono dedicate a Hans Op de Beek con il suo video “Night Time”
(versione estesa); Anish Kapoor vicino alla splendida opera di Alberto Giacometti;
e Fred Sandback insieme a Raoul De Keyser e Brice Marden. L’ultima delle quali
dedicata alle proporzioni nel corpo con una nuova opera di Berlinde de
Bruyckere, Marta Dell’Angelo ed un video di Henri Foucault.
Il laboratorio di Mariano Fortuny con i suoi dipinti originali alle pareti presenta la
sua ricerca sui modelli teatrali con un’opera di Anne-Karin Furunes
appositamente pensata per l’esposizione e una scultura di Marisa Merz.
Il secondo piano espone principalmente opere bianche come quelle di Ad
Ryman, Agnes Martin, Kees Goudzwaard, Ann Veronica Janssens e Norio
Imai, grandi installazioni come una serie di disegni di Massimo Bartolini,
una scultura di Lucia Bru e un disegno murale di Sol Lewitt. Nelle sale adiacenti:
un’opera di German Otto Boll e un’opera al neon di Francesco Candeloro.
L’ultimo piano, con il padiglione wabi, si concentra sulle proporzioni nel cosmo e
nello spazio intergalattico oltre che sulla meditazione e sul silenzio, presentando
alcuni artisti coreani Tansaekwa come per esempio Chang-Sup Chung e Chong
Hyun Ha. Per questo piano, Marian Abramovic ha creato un’installazione Sonora
per questo specifico sito, “Ten thousand stars”, attraverso la quale il pubblico, con
delle cuffiette, può intraprendere un viaggio asonico nell’universo, confrontandosi
con l’infinito del cielo notturno. L’installazione è anche un invito aperto alla
riflessione sulla domanda senza risposta: c’è uno scopo più alto dietro l’ordine
delle cose e le proporzioni che regolano l’universo? In che modo gli esseri umani
si collocano all’interno di questo ordine?
e la Fondazione Musei Civici di Venezia aprirà il prossimo maggio in
concomitanza della 56° Esposizione Internazionale – La Biennale di Venezia.
Curata da Axel Vervoordt e Daniela Ferretti ed allestita nell’imponente Palazzo
Fortuny, l’esposizione esplora l’onnipresenza delle proporzioni universali nell’arte,
nella scienza, nella musica e nell’architettura. PROPORTIO segue l’acclamata
trilogia di mostre: Artempo (2007), In-finitum (2009) e TRA (2011) e la più recente
Tàpies. Lo Sguardo dell’artista (2013).
Durante l’intero corso della storia umana a noi noto, civiltà diverse hanno
impiegato il sapere relativo alle proporzioni. Le nozioni estremamente avanzate e
complesse legate ai principi della geometria sacra e, in particolar modo, della
sezione aurea sono confluite all’interno di esoteriche conoscenze spirituali e
tradizioni religiose. Per centinaia di anni il mondo occidentale si è dedicato
segretamente alla geometria sacra, e le conoscenze sono state così (forse
intenzionalmente) dimenticate o abbandonate.
PROPORTIO mira a riavviare un dialogo contemporaneo attorno alla conoscenza
perduta delle proporzioni e della geometria sacra. Artisti, scienziati, architetti,
filosofi (e non solo) ci offrono una lente che ci permetterà di capire come le
proporzioni possano farci penetrare nella struttura essenziale del presente e
possano fornirci una matrice per il futuro. Proportio ci offre l’occasione di
esplorare le proporzioni universali invitandoci a riflettere sulle
interconnessioni che innervano il nostro universo. PROPORTIO presenta
opere espressamente commissionate ad artisti del calibro di Marina
Abramovic, Massimo Bartolini, Michael Borremans, Maurizio Donzelli,
Riccardo De Marchi, Arthur Duff, Anish Kapoor e Izhar Patkin, e le quali
saranno esposte accanto a lavori di Carl André, Berlinde De Bruyckere, Luciano Fabro, Alberto Giacometti, Ellsworth Kelly, Sol Lewitt, , Agnes Martin, Fausto Melotti, Mario Merz, Ad Ryman e Bill Viola, oltre ad alcuni reperti egiziani, ad una serie di dipinti architettonici degli antichi maestri olandesi, ad uno splendido ritratto di Botticelli ed una scultura monumentale di Antonio Canova.
Cinque grandi padiglioni architettonici, progettati da Axel Vervoordt e
dall’architetto Tatsuro Miki in collaborazione con l’ingegnere Jorgen Hempel e
costruiti unicamente con l’utilizzo di materiali organici, trasformeranno la Sala
Gondola al piano terra del Palazzo. Ogni padiglione è progettato secondo le
“sacre” dimensioni, fornendo una rappresentazione concreta degli aspetti
proporzionali che i visitatori potranno provare attraverso il percorso negli spazi
vuoti.
Il corridoio dietro la Sala Gondola presenta una serie di fotografie giganti
raffiguranti cattedrali medievali di Markus Brunetti in un dialogo con una scultura
di Eduardo Chillida un’enorme scultura di Renato Nicolodi, un’installazione
imponente di Heinz Mack e un video di Susan Kleinberg basato su una statua di
Kairos del Louvre dove ha lavorato con il loro microscopio più potente aprendo un
dialogo con il “cosmo in proporzione ad un piccolo ma potente segno della
natura”.
L’ultima sala prima di accedere al piano superiore ospita la performance ed
installazione dello “Space of Signs Selfie Studio” di Shuji Mukai studiando come i
visitatori vivono gli spazi artistici nell’era dell’autorappresentazione e degli
onnipresenti social media.
Il mezzanino presenta una scultura non rifinita di Antony Gormley il quale
dimostra che Il corpo è esso stesso la prima forma di architettura, accanto al
dipinto di Anselm Kiefer in cui come nel cosmo, si è sempre in costruzione,
demolizione, ricostruzione.
Il piano nobile, o “Piano Fortuny” da spazio a molte opere architettoniche, inclusi
modelli di Le Corbusier, Erwin Heerich, Ilya e Emilia Kabakov e Richard Meier, tra
diverse forme di investigazione artistica delle proporzioni da parte di artisti
minimalisti e artisti ZERO appartenenti al ventesimo secolo, ma anche da parte
degli antichi maestri. Anche questa stanza presenta una grande biblioteca
“ideale” con edizioni antiche di trattati di Vitruvio, Dürer, Alberti, Serlio, Palladio e
altri. Le quattro stanze laterali del salone principale hanno un’atmosfera raccolta
e silenziosa e sono dedicate a Hans Op de Beek con il suo video “Night Time”
(versione estesa); Anish Kapoor vicino alla splendida opera di Alberto Giacometti;
e Fred Sandback insieme a Raoul De Keyser e Brice Marden. L’ultima delle quali
dedicata alle proporzioni nel corpo con una nuova opera di Berlinde de
Bruyckere, Marta Dell’Angelo ed un video di Henri Foucault.
Il laboratorio di Mariano Fortuny con i suoi dipinti originali alle pareti presenta la
sua ricerca sui modelli teatrali con un’opera di Anne-Karin Furunes
appositamente pensata per l’esposizione e una scultura di Marisa Merz.
Il secondo piano espone principalmente opere bianche come quelle di Ad
Ryman, Agnes Martin, Kees Goudzwaard, Ann Veronica Janssens e Norio
Imai, grandi installazioni come una serie di disegni di Massimo Bartolini,
una scultura di Lucia Bru e un disegno murale di Sol Lewitt. Nelle sale adiacenti:
un’opera di German Otto Boll e un’opera al neon di Francesco Candeloro.
L’ultimo piano, con il padiglione wabi, si concentra sulle proporzioni nel cosmo e
nello spazio intergalattico oltre che sulla meditazione e sul silenzio, presentando
alcuni artisti coreani Tansaekwa come per esempio Chang-Sup Chung e Chong
Hyun Ha. Per questo piano, Marian Abramovic ha creato un’installazione Sonora
per questo specifico sito, “Ten thousand stars”, attraverso la quale il pubblico, con
delle cuffiette, può intraprendere un viaggio asonico nell’universo, confrontandosi
con l’infinito del cielo notturno. L’installazione è anche un invito aperto alla
riflessione sulla domanda senza risposta: c’è uno scopo più alto dietro l’ordine
delle cose e le proporzioni che regolano l’universo? In che modo gli esseri umani
si collocano all’interno di questo ordine?
07
maggio 2015
Proportio
Dal 07 maggio al 22 novembre 2015
architettura
arte antica
arte moderna e contemporanea
arte antica
arte moderna e contemporanea
Location
PALAZZO FORTUNY
Venezia, Campo San Beneto (San Marco), 3958, (Venezia)
Venezia, Campo San Beneto (San Marco), 3958, (Venezia)
Biglietti
Intero: 12 € Ridotto: 10€
Orario di apertura
10 – 18 (biglietteria 10 – 17); chiuso il martedì
Vernissage
7 Maggio 2015, dalle 17 alle 20 su invito
Autore
Curatore