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Proposte 2006 – O Youth and Beauty
quest’anno, Proposte XXI – LabOratorio 2006, ha carattere formativo e si svolge interamente all’interno dell’Accademia Albertina di Belle Arti
Comunicato stampa
Segnala l'evento
O Youth and Beauty è il titolo della XXI edizione di Proposte, promossa dalla Regione Piemonte e curata da a.titolo nell’ambito del progetto Laboratorio 2006. Ispirato a un racconto di John Cheever, contiene i due “ingredienti” - giovinezza e bellezza - che informano la rassegna, dedicata ad artisti under 35. La mostra nasce dal workshop tenuto nel maggio scorso da vedovamazzei (Stella Scala e Simeone Crispino) negli spazi dell’Accademia, al quale hanno preso parte undici artisti selezionati tramite bando. Dal workshop sono nati altrettanti progetti ideati per gli spazi collettivi dell’Accademia, rivolti al pubblico dell’arte ma anche a chi studia, lavora, vive e frequenta quotidianamente questo luogo. Lo scalone d’onore e le scale di servizio, gli androni, il tetto, il cortile diventano così temporanei spazi espositivi, consentendo alle opere di “infiltrarsi” negli spazi delle consuete attività della Scuola.
Il progetto Laboratorio 2006 è stato fortemente voluto dall’Assessorato alla Cultura della Regione Piemonte, per andare incontro alle nuove esigenze di formazione ed esposizione dei giovani artisti, al fine di approfondire e amplificare ulteriormente l’intervento nell’ambito della promozione della creatività giovanile.
L’ingresso
I’m scared of what lives above è la scritta al neon che Diego Scroppo ha installato nello scalone d’ingresso. What lives above, chi o che cosa vive sopra e ci fa paura, è quasi tutto: da Dio al fulmine, dalle bombe all’eternità. E la paura appartiene a tutti, tanto che la stessa scritta l’artista ha voluto riproporla in forma di interrogativo in un blog (www.areyouscared.net) invitando chiunque a inviare un elenco delle proprie ossessioni.
Ad accogliere i visitatori al primo piano c’è il rebus di ConiglioViola un’opera di pittura digitale animata che contiene un enigma. Per entrare nel cuore della mostra, occorre risolvere il rebus del ConiglioViola, ma per risolvere il rebus bisogna riuscire a entrare nel mondo del ConiglioViola. Chi non trova la soluzione accede alle sale espositive donando un pegno a sua scelta, che diverrà parte integrante del “cuore della mostra”.
Il cuore della mostra è il consueto spazio nel quale si tengono le esposizioni in Accademia. Oh Youth and Beauty le ha utilizzate per esporre la mappa che orienta la visita delle undici opere, fotografie del workshop, documentazione degli autori e una postazione molto speciale per consultarla comodamente. Uno spazio che ospita il video con cui Donato Canosa e Simone di Donna, studenti della Cattedra di Scenografia Cinematografica dell’Accademia, hanno girato documentando l’intero backstage della mostra.
Il cortile
Posteggiato vicino alle automobili in cortile, un vecchio modello di Renault 4, icona del sogno giovanile di molte generazioni, è stato trasformato da Andrea Bouquet in un vero e proprio mobile, un raffinato oggetto d’arredo. L’auto, appartenuta all’artista, è stata da lui stesso modificata con intarsi di mogano, noce e palissandro che hanno ricoperto tutte le parti della carrozzeria.
In un altro angolo del cortile una sagoma scura si arrampica su una facciata. È Energia oscura, l’ombra di un gigantesco generatore eolico, dipinto da Laura Pugno, che sbuca fuori da un interno e sale in cerca di cielo e vento. Il generatore non c’è, o meglio, come una specie di Alice, sembra esser rimasto incastrato dentro l’edificio. È un’energia imprigionata: dal buio dell’atrio, dal ronzio amplificato di una centralina elettrica e dunque da CO², carbone, metano, petrolio.
Sembra un fragile castello di carte Private View, l’impalcatura che Portage ha fatto salire a ridosso del muro di un altro edificio del cortile. È una struttura ordinata di ottanta stendibiancheria posti uno sull’altro, costruita con un oggetto domestico simbolo del confine tra pubblico e privato. Pezze di tessuto appese ai fili fanno da trama a questo ordito metallico dando forma a un motivo geometrico, ma la tenuta dell’insieme mostra all’apice un’incrinatura, un crollo imminente.
La Rotonda di Scenografia
The Summer Caretaker è il video di Andrea Respino proiettato all’ultimo piano della Rotonda. Narra di un giovane artista che viene assunto come custode dell’Accademia Albertina per il mese di agosto. Il posto ideale, pensa, per lavorare in pace al suo progetto per la mostra di ottobre. Durante i giri di ricognizione nell’edificio, vuoto e silenzioso, la sua unica compagna è una telecamera. O così crede...
Nowhere fast di Bastiaan Arler è una pista per modellini di automobili a forma di quadrifoglio, simile a quelli degli svincoli autostradali. Allestita nella sala circolare al piano terra della Scuola di Scenografia, l’opera, che scende dal soffitto fino a poco più di un metro di altezza da terra, si presenta come un nastro nero senza soluzione di continuità, con due soli punti mobili bianchi: i modellini di una Ford Mustang e di una Chevrolet Camaro. Le due auto si rincorrono a velocità costante lungo un percorso immutabile e senza via d’uscita, un itinerario chiuso su sé stesso che si ripete all’infinito.
La Scuola di Incisione
Accanto ai distributori del caffè e delle bibite, una nuova macchinetta distribuisce a basso costo fichi paddruni. Eleonora Seta, con l’aiuto del Signor Nocito, custode dell’Accademia, in agosto ha raccolto tutti i frutti del fico cresciuto nel giardino della scuola. Sotto l’attenta guida della madre, seguendo una popolare ricetta calabrese, l’artista ha poi aggiunto al suo raccolto spezie rare e ha adagiato l’amalgama su foglie d’arancio che ne sono diventate l’elegante confezione. I fichi d’Accademia sono una prelibatezza proposta solo nella scuola torinese: un’ottima alternativa all’omologata distribuzione di bevande e junk food di largo consumo.
Il tetto
Il tetto della Scuola di Incisione si anima con Uno di Enrico Bertaina. Nell’omogenea texture delle tegole di terracotta è comparso un elemento difforme. Un coppo sembra aver preso vita, generando un’anomala energia interna.
Luoghi di passaggio e di sosta
In uno dei passi carrai d’ingresso, un iceberg emette un rumore d’abisso. Sta immobile, incorniciato su un muro consumato, come se fosse uno splendente miraggio. È una delle due immagini di Empy Suitcase (John and the Iceberg) la doppia video proiezione di Macellari-Tinelli. Puro involucro creato in 3d, è la sembianza fantasmatica di una profondità che non c’è. Dalla sua immagine illusoria si diparte l’effetto di sganciamento che domina anche la seconda scena. Le espressioni di un bambino illuminate su fondo scuro, paiono a tratti corrispondere e a tratti dissociarsi dalle parole che scorrono in sottotitolo.
Poco più avanti, una porta e una piccola finestra. Dentro il wall painting e l’installazione sonora con cui Stefania Bona racconta la storia di un trasloco imminente. Decisioni sulla disposizione dei mobili. Tavolo, sedie, radio, ventilatore. Misure da prendere. Il bagno che manca. Il colore degli infissi. La nuova stanza dei bidelli dell’Accademia –quasi una casa dentro la scuola- è nata, prima che nel vero, come spazio concepito attraverso la pittura. Il progetto che si intitola Insomma, una stanza è uno spazio abbastanza malleabile (da una frase di George Perec) è nato dalla collaborazione con i suoi destinatari. Ha colto quel tipo di esercizio proiettivo che ciascuno compie per abitare un luogo.
O Youth and Beauty è una mostra di 11 artisti che hanno lavorato in sito. Una mostra che intende proporsi come invito a scoprire o a rileggere i luoghi, gli oggetti e le storie sedimentate negli ambienti di un’istituzione storicamente dedicata al “bello” e alla “giovinezza”, indagandone dunque non soltanto l’architettura ma calandosi anche nella quotidianità, nelle abitudini e nelle sue zone più silenziose e sconosciute.
Il catalogo della mostra verrà presentato in occasione dell’evento di chiusura, l’11 novembre.
Il workshop e la mostra sono stati realizzati grazie alla disponibilità e alla collaborazione della direzione e del personale docente e non docente dell’Accademia Albertina, che per la prima volta apre le porte a Proposte e al suo Laboratorio.
a.titolo è: Giorgina Bertolino, Francesca Comisso, Nicoletta Leonardi, Luisa Perlo, Lisa Parola.
Il progetto Laboratorio 2006 è stato fortemente voluto dall’Assessorato alla Cultura della Regione Piemonte, per andare incontro alle nuove esigenze di formazione ed esposizione dei giovani artisti, al fine di approfondire e amplificare ulteriormente l’intervento nell’ambito della promozione della creatività giovanile.
L’ingresso
I’m scared of what lives above è la scritta al neon che Diego Scroppo ha installato nello scalone d’ingresso. What lives above, chi o che cosa vive sopra e ci fa paura, è quasi tutto: da Dio al fulmine, dalle bombe all’eternità. E la paura appartiene a tutti, tanto che la stessa scritta l’artista ha voluto riproporla in forma di interrogativo in un blog (www.areyouscared.net) invitando chiunque a inviare un elenco delle proprie ossessioni.
Ad accogliere i visitatori al primo piano c’è il rebus di ConiglioViola un’opera di pittura digitale animata che contiene un enigma. Per entrare nel cuore della mostra, occorre risolvere il rebus del ConiglioViola, ma per risolvere il rebus bisogna riuscire a entrare nel mondo del ConiglioViola. Chi non trova la soluzione accede alle sale espositive donando un pegno a sua scelta, che diverrà parte integrante del “cuore della mostra”.
Il cuore della mostra è il consueto spazio nel quale si tengono le esposizioni in Accademia. Oh Youth and Beauty le ha utilizzate per esporre la mappa che orienta la visita delle undici opere, fotografie del workshop, documentazione degli autori e una postazione molto speciale per consultarla comodamente. Uno spazio che ospita il video con cui Donato Canosa e Simone di Donna, studenti della Cattedra di Scenografia Cinematografica dell’Accademia, hanno girato documentando l’intero backstage della mostra.
Il cortile
Posteggiato vicino alle automobili in cortile, un vecchio modello di Renault 4, icona del sogno giovanile di molte generazioni, è stato trasformato da Andrea Bouquet in un vero e proprio mobile, un raffinato oggetto d’arredo. L’auto, appartenuta all’artista, è stata da lui stesso modificata con intarsi di mogano, noce e palissandro che hanno ricoperto tutte le parti della carrozzeria.
In un altro angolo del cortile una sagoma scura si arrampica su una facciata. È Energia oscura, l’ombra di un gigantesco generatore eolico, dipinto da Laura Pugno, che sbuca fuori da un interno e sale in cerca di cielo e vento. Il generatore non c’è, o meglio, come una specie di Alice, sembra esser rimasto incastrato dentro l’edificio. È un’energia imprigionata: dal buio dell’atrio, dal ronzio amplificato di una centralina elettrica e dunque da CO², carbone, metano, petrolio.
Sembra un fragile castello di carte Private View, l’impalcatura che Portage ha fatto salire a ridosso del muro di un altro edificio del cortile. È una struttura ordinata di ottanta stendibiancheria posti uno sull’altro, costruita con un oggetto domestico simbolo del confine tra pubblico e privato. Pezze di tessuto appese ai fili fanno da trama a questo ordito metallico dando forma a un motivo geometrico, ma la tenuta dell’insieme mostra all’apice un’incrinatura, un crollo imminente.
La Rotonda di Scenografia
The Summer Caretaker è il video di Andrea Respino proiettato all’ultimo piano della Rotonda. Narra di un giovane artista che viene assunto come custode dell’Accademia Albertina per il mese di agosto. Il posto ideale, pensa, per lavorare in pace al suo progetto per la mostra di ottobre. Durante i giri di ricognizione nell’edificio, vuoto e silenzioso, la sua unica compagna è una telecamera. O così crede...
Nowhere fast di Bastiaan Arler è una pista per modellini di automobili a forma di quadrifoglio, simile a quelli degli svincoli autostradali. Allestita nella sala circolare al piano terra della Scuola di Scenografia, l’opera, che scende dal soffitto fino a poco più di un metro di altezza da terra, si presenta come un nastro nero senza soluzione di continuità, con due soli punti mobili bianchi: i modellini di una Ford Mustang e di una Chevrolet Camaro. Le due auto si rincorrono a velocità costante lungo un percorso immutabile e senza via d’uscita, un itinerario chiuso su sé stesso che si ripete all’infinito.
La Scuola di Incisione
Accanto ai distributori del caffè e delle bibite, una nuova macchinetta distribuisce a basso costo fichi paddruni. Eleonora Seta, con l’aiuto del Signor Nocito, custode dell’Accademia, in agosto ha raccolto tutti i frutti del fico cresciuto nel giardino della scuola. Sotto l’attenta guida della madre, seguendo una popolare ricetta calabrese, l’artista ha poi aggiunto al suo raccolto spezie rare e ha adagiato l’amalgama su foglie d’arancio che ne sono diventate l’elegante confezione. I fichi d’Accademia sono una prelibatezza proposta solo nella scuola torinese: un’ottima alternativa all’omologata distribuzione di bevande e junk food di largo consumo.
Il tetto
Il tetto della Scuola di Incisione si anima con Uno di Enrico Bertaina. Nell’omogenea texture delle tegole di terracotta è comparso un elemento difforme. Un coppo sembra aver preso vita, generando un’anomala energia interna.
Luoghi di passaggio e di sosta
In uno dei passi carrai d’ingresso, un iceberg emette un rumore d’abisso. Sta immobile, incorniciato su un muro consumato, come se fosse uno splendente miraggio. È una delle due immagini di Empy Suitcase (John and the Iceberg) la doppia video proiezione di Macellari-Tinelli. Puro involucro creato in 3d, è la sembianza fantasmatica di una profondità che non c’è. Dalla sua immagine illusoria si diparte l’effetto di sganciamento che domina anche la seconda scena. Le espressioni di un bambino illuminate su fondo scuro, paiono a tratti corrispondere e a tratti dissociarsi dalle parole che scorrono in sottotitolo.
Poco più avanti, una porta e una piccola finestra. Dentro il wall painting e l’installazione sonora con cui Stefania Bona racconta la storia di un trasloco imminente. Decisioni sulla disposizione dei mobili. Tavolo, sedie, radio, ventilatore. Misure da prendere. Il bagno che manca. Il colore degli infissi. La nuova stanza dei bidelli dell’Accademia –quasi una casa dentro la scuola- è nata, prima che nel vero, come spazio concepito attraverso la pittura. Il progetto che si intitola Insomma, una stanza è uno spazio abbastanza malleabile (da una frase di George Perec) è nato dalla collaborazione con i suoi destinatari. Ha colto quel tipo di esercizio proiettivo che ciascuno compie per abitare un luogo.
O Youth and Beauty è una mostra di 11 artisti che hanno lavorato in sito. Una mostra che intende proporsi come invito a scoprire o a rileggere i luoghi, gli oggetti e le storie sedimentate negli ambienti di un’istituzione storicamente dedicata al “bello” e alla “giovinezza”, indagandone dunque non soltanto l’architettura ma calandosi anche nella quotidianità, nelle abitudini e nelle sue zone più silenziose e sconosciute.
Il catalogo della mostra verrà presentato in occasione dell’evento di chiusura, l’11 novembre.
Il workshop e la mostra sono stati realizzati grazie alla disponibilità e alla collaborazione della direzione e del personale docente e non docente dell’Accademia Albertina, che per la prima volta apre le porte a Proposte e al suo Laboratorio.
a.titolo è: Giorgina Bertolino, Francesca Comisso, Nicoletta Leonardi, Luisa Perlo, Lisa Parola.
05
ottobre 2006
Proposte 2006 – O Youth and Beauty
Dal 05 ottobre all'undici novembre 2006
giovane arte
Location
ACCADEMIA ALBERTINA DI BELLE ARTI
Torino, Via Dell'accademia Albertina, 6, (Torino)
Torino, Via Dell'accademia Albertina, 6, (Torino)
Orario di apertura
da lunedì a sabato 15-19
Vernissage
5 Ottobre 2006, ore 18
Autore
Curatore