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Prospettive iperspazialiste
L’Iperspazialismo, che prosegue il discorso iniziato da Lucio Fontana, col celebre “Manifiesto blanco”, è una presa di coscienza di una visione ampliata dello spazio dovuta ai progressi scientifici e telematici, con una particolare attenzione all’individuo concepito quale frammento dell’universo
Comunicato stampa
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Il “Movimento Iperspazialista”, fronte di artisti estremamente aperto ad accogliere nuove e fresche istanze, ha fatto largo all’ultima “new entry” contraddistinta da Monica Pennazzi e dopo l’esposizione alla galleria “Il Diapason Arte” di Napoli, diretta da Rosalba Lombardo, espone dal 4 al 25 marzo 2006 allo spazio del Centro Culturale “Il Pilastro” di Santa Maria Capua Vetere (CE), diretto da Gennaro Stanislao.
I consistenti attuali lavori degli Iperspazialisti rimandano, nel segno e nel ricordo, alle tante esperienze romane degli anni Sessanta, ad esempio di Calò, Cannella, Alviani e dell’abruzzese Di Fabio, ma anche dei campani del Gruppo “Geometria e Ricerca”, di cui si ricorda la prima monografia, pubblicata nel 1979, realizzata dall’Istituto Grafico Editoriale Italiano, di Napoli, di Rodolfo Rubino, curata da Luigi Paolo Finizio.
Il gruppo napoletano “Geometria e Ricerca” si formò nel 1976 con la partecipazione di Renato Barisani, Gianni De Tora, Carmine Di Ruggiero, Riccardo Riccini, Guido Tatafiore, Giuseppe Testa e, successivamente, di Riccardo Trapani.
L'intento creativo che li accomunava si muoveva sulla linea di continuità storica del linguaggio geometrico.
Per ciascuno, dall'interno del ventaglio delle proprie esperienze, si prospettò un solidale campo di ricerca: il campo dell'immaginario geometrico.
Nel complesso, il loro è stato certamente un fenomeno centrale nella cultura visiva partenopea.
Da sottolineare, inoltre, che connessioni, parallelismi, incastri, affinità e tangenze sono anche da ricercare con il “Movimento Madi”, di respiro internazionale, che vede in Carmelo Arden Quin, ora a Parigi, la sua guida storica ed illuminata.
Ritornando sugli artisti iperspazialisti considerati, vale a dire Luisa Bergamini, Giovanni Boldrini, Fabrizio Campanella, Alessandro Carlini, Maria Pia Daidone, Andrea P. Damiani, Anna Donati, Maria Cristina Fioretti, Giovenale, Cesare Iezzi, Ettore Le Donne, Giuseppe Masciarelli, Antonio Paciocco, Monica Pennazzi, Alessandro Perinelli, Massimo Pompeo, segnaliamo che intrigano per le soluzioni, suffragate da estremi particolarismi astratti, atte a dettagliare tensioni, abbinamenti, costruzioni e trasversali strutturazioni, che investigano percezioni cromatiche.
Sugli artisti hanno espresso attente considerazioni alcuni importanti critici e giornalisti ed il loro lavoro è stato sottolineato anche dal critico abruzzese Leo Strozzieri, che ha scritto in modo esaustivo sugli “Iperspazialisti”, tra l’altro, nel catalogo “Iperspazialismo e sue radici storiche”, che fece da corredo alla mostra “Movimento Iperspazialista e sue radici storiche”, dell’agosto 2005, realizzata a Popoli, in provincia di Pescara, alla Sala Comunale “Corradino D’Ascanio” (inventore, per chi non lo sapesse ancora, dell’elicottero e della vespa).
Nel volume, tra l’altro, fu riportata una documentazione fotografica dei vari protagonisti ed un saggio storico del curatore Leo Strozzieri, nonché interventi di altri sei studiosi italiani: Enrico Borgatti, Lino Cavallari, Eraldo Di Vita, Janus, Antonio Picariello e Maurizio Vitiello.
Sugli Iperspazialisti si è attivata un’attenzione critica ed i loro lavori, eleganti e ritmici, abbracciano il mondo delle coordinate comunicative.
L’Iperspazialismo, che prosegue il discorso iniziato da Lucio Fontana, col celebre “Manifiesto blanco”, è una presa di coscienza di una visione ampliata dello spazio dovuta ai progressi scientifici e telematici, con una particolare attenzione all’individuo concepito quale frammento dell’universo.
Questo movimento sta registrando un certo calore e favorevoli consensi anche in Campania.
Maurizio Vitiello
I consistenti attuali lavori degli Iperspazialisti rimandano, nel segno e nel ricordo, alle tante esperienze romane degli anni Sessanta, ad esempio di Calò, Cannella, Alviani e dell’abruzzese Di Fabio, ma anche dei campani del Gruppo “Geometria e Ricerca”, di cui si ricorda la prima monografia, pubblicata nel 1979, realizzata dall’Istituto Grafico Editoriale Italiano, di Napoli, di Rodolfo Rubino, curata da Luigi Paolo Finizio.
Il gruppo napoletano “Geometria e Ricerca” si formò nel 1976 con la partecipazione di Renato Barisani, Gianni De Tora, Carmine Di Ruggiero, Riccardo Riccini, Guido Tatafiore, Giuseppe Testa e, successivamente, di Riccardo Trapani.
L'intento creativo che li accomunava si muoveva sulla linea di continuità storica del linguaggio geometrico.
Per ciascuno, dall'interno del ventaglio delle proprie esperienze, si prospettò un solidale campo di ricerca: il campo dell'immaginario geometrico.
Nel complesso, il loro è stato certamente un fenomeno centrale nella cultura visiva partenopea.
Da sottolineare, inoltre, che connessioni, parallelismi, incastri, affinità e tangenze sono anche da ricercare con il “Movimento Madi”, di respiro internazionale, che vede in Carmelo Arden Quin, ora a Parigi, la sua guida storica ed illuminata.
Ritornando sugli artisti iperspazialisti considerati, vale a dire Luisa Bergamini, Giovanni Boldrini, Fabrizio Campanella, Alessandro Carlini, Maria Pia Daidone, Andrea P. Damiani, Anna Donati, Maria Cristina Fioretti, Giovenale, Cesare Iezzi, Ettore Le Donne, Giuseppe Masciarelli, Antonio Paciocco, Monica Pennazzi, Alessandro Perinelli, Massimo Pompeo, segnaliamo che intrigano per le soluzioni, suffragate da estremi particolarismi astratti, atte a dettagliare tensioni, abbinamenti, costruzioni e trasversali strutturazioni, che investigano percezioni cromatiche.
Sugli artisti hanno espresso attente considerazioni alcuni importanti critici e giornalisti ed il loro lavoro è stato sottolineato anche dal critico abruzzese Leo Strozzieri, che ha scritto in modo esaustivo sugli “Iperspazialisti”, tra l’altro, nel catalogo “Iperspazialismo e sue radici storiche”, che fece da corredo alla mostra “Movimento Iperspazialista e sue radici storiche”, dell’agosto 2005, realizzata a Popoli, in provincia di Pescara, alla Sala Comunale “Corradino D’Ascanio” (inventore, per chi non lo sapesse ancora, dell’elicottero e della vespa).
Nel volume, tra l’altro, fu riportata una documentazione fotografica dei vari protagonisti ed un saggio storico del curatore Leo Strozzieri, nonché interventi di altri sei studiosi italiani: Enrico Borgatti, Lino Cavallari, Eraldo Di Vita, Janus, Antonio Picariello e Maurizio Vitiello.
Sugli Iperspazialisti si è attivata un’attenzione critica ed i loro lavori, eleganti e ritmici, abbracciano il mondo delle coordinate comunicative.
L’Iperspazialismo, che prosegue il discorso iniziato da Lucio Fontana, col celebre “Manifiesto blanco”, è una presa di coscienza di una visione ampliata dello spazio dovuta ai progressi scientifici e telematici, con una particolare attenzione all’individuo concepito quale frammento dell’universo.
Questo movimento sta registrando un certo calore e favorevoli consensi anche in Campania.
Maurizio Vitiello
04
marzo 2006
Prospettive iperspazialiste
Dal 04 al 25 marzo 2006
arte contemporanea
Location
CENTRO CULTURALE IL PILASTRO
Santa Maria Capua Vetere, Via R. D'angiò, 56, (Caserta)
Santa Maria Capua Vetere, Via R. D'angiò, 56, (Caserta)
Orario di apertura
16.30 – 19.30; sabato e domenica per appuntamento
Vernissage
4 Marzo 2006, ore 18
Autore
Curatore